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Gli azzurri del Compak esercitano un dominio letteralmente incontrastato al confronto iridato in Sudafrica: il coach Veniero Spada commenta gli stratosferici successi di Davide Gasparini, Carla Flammini e Cristian Camporese e l’argento dai riflessi dorati di Alessandro Gaetani

(di Massimiliano Naldoni)

 

PRIMA PARTE

 

Un coach esperto e competente come Veniero Spada sa sempre perfettamente a cosa possono ambire i propri atleti e le proprie atlete, ma prima o poi, una volta, pur in una storia lunga e gloriosa, si verifica il caso in cui perfino le previsioni più ottimistiche sono distanti dalla realtà.

“Sì, questo è proprio quel caso, – ribadisce il Direttore tecnico della Nazionale di Compak – perché il responso di questo Campionato del mondo di Cape Town per la squadra italiana è andato davvero oltre ogni previsione. Certo che sapevo che il gruppo che avevo designato per questo Mondiale era nelle condizioni di conseguire qualche bel traguardo, ma da qui a dominare alla lettera…”

Non servono iperboli tipiche del giornalismo sportivo per descrivere il successo italiano al confronto iridato del Sudafrica: è oro per Davide Gasparini nella gara Open con 198/200, è oro per Carla Flammini tra le Ladies con 192, è ancora oro per Cristian Camporese tra gli under 20 con 195, è un “quasi oro” per Alessandro Gaetani che tra i Senior ha ceduto lo scettro del pianeta a George Digweed ma soltanto dopo un lunghissimo duello.

Davide Gasparini al vertice del podio della gara Open

“Per Gasparini – spiega Veniero Spada – si tratta dell’impresa che corona un anno davvero da incorniciare. È vero che Davide è partito con l’intenzione di vincere perché in un anno di grandi prove gli mancava il colpo finale che attribuisse alla stagione il giusto merito, però era anche consapevole della difficoltà dell’impresa. Nel Compak attuale devi essere in condizioni mentali e tecniche perfette: con 198/200 Gasparini ha vinto, ma se avesse colpito un solo piattello in meno si sarebbe ritrovato a spareggiare con altri due atleti che sono in assoluto tra i più forti del mondo e tutto avrebbe potuto prendere una piega diversa. Un dato è certo: nel Compak dei nostri giorni la concentrazione è un elemento centrale e devi essere in grado, come ha fatto Gasparini, di gestirla per tutti i giorni della gara, senza eccezioni, perché con uno zero in più puoi subito essere fuori dalla corsa al titolo. Altre volte il rendimento di Davide è calato proprio nell’ultima serie e quella flessione è stata determinante per privarlo della vittoria, ma questa volta: no! Ha totalizzato 100/100 nei primi due giorni, poi al terzo giorno sono arrivati i due zeri, ma Gasparini è riuscito a riprendere perfettamente in pugno la sua gara e a chiudere con un altro 50/50 il quarto giorno che è il risultato che davvero lo ha decretato campione del mondo!”

“Questo impianto di Cape Town non presentava lanci particolarmente difficili, va detto. Infatti si è trattato di una gara che ha favorito punteggi altissimi a tutti i livelli. Però proprio le condizioni generali in cui si è gareggiato hanno reso alcuni lanci piuttosto imprevedibili. Michael (ndr: Spada), ad esempio, che del resto è sempre in sofferenza se la gara si svolge con temperature basse, ha risentito fortemente del fattore ambientale. E la gara questa volta si è disputata tutta con temperature non superiori ai 10° e spesso con vento forte. E quel vento appunto ha trasformato in piattelli molto difficili alcuni lanci che in situazioni diverse sarebbero invece nell’ordinario.”

Il Compak del 2022 è certamente una disciplina in cui gli atleti e le atlete che intendono emergere devono mirare alla perfezione e di questa filosofia è ben consapevole il coach della nazionale azzurra.

“Ormai nel Compak attuale – conferma Veniero Spada – vale la regola che con uno zero di troppo sei fuori. Probabilmente proprio Michael ha subito tutti gli effetti di questo meccanismo. Si è deconcentrato su un piattello-lepre e non è riuscito ad agganciarlo, poi ha commesso un altro errore nella stessa serie e in quel momento si è sentito praticamente fuori! Quello che io punto a ribadire costantemente, però, è che nelle nostre discipline il concetto fondamentale è il divertimento. Naturalmente non possiamo ignorare che ormai per vincere devi essere in grado di fornire una prova stellare, ma non dobbiamo cadere nel tranello di un carico eccessivo di responsabilità che impedisce agli atleti e alle atlete di gareggiare serenamente. Come dico regolarmente: lo zero, la sconfitta, l’insuccesso esistono da sempre, ma se succede, deve finire lì. Si tratta di una gara che non è andata bene: esamineremo naturalmente i motivi, ma non deve lasciare strascichi per le prove successive. L’imperativo deve sempre essere: tranquillizzare l’atleta, non certo sovraccaricarlo di responsabilità!”

L’esultanza della neo campionessa del mondo Carla Flammini

“Carla Flammini è certamente tra le atlete tecnicamente più dotate del panorama internazionale e da sempre è in grado di produrre risultati straordinari, ma questa volta neppure lei ci credeva a questa impresa. È stata autrice di una gara eccezionale: 45/50 nella prima giornata e poi dopo 147/150 nei tre giorni successivi. Alla vigilia dell’ultima serie era avanti di un piattello nei confronti di Beatriz Laparra ed è stata così brava da conseguire un 25, in un campo tra i più difficili, che ha eliminato ogni problema.”

Cristian Camporese sul primo gradino del podio degli Juniores

“Non ero personalmente a Cape Town, – dice ancora Veniero Spada – ma attraverso il racconto quotidiano di tutta la squadra ho certamente vissuto in maniera ravvicinata tutte le fasi di questo Mondiale. Quello di Cristian Camporese è stato ad esempio un capolavoro. Per Cristian si è trattato di una gara tra le più sofferte: una delle più tirate in assoluto, perché teneva particolarmente a concludere bene la sua carriera di Junior. Era quindi veramente molto sotto pressione e la sua vittoria, proprio per questo motivo, acquista un valore ancora maggiore. Mi sento quasi in dovere di sbilanciarmi perfino un po’ nei confronti di questo atleta per effetto della splendida prova che ha offerto in Sudafrica: Cristian ha dimostrato di saper controllare bene la forte pressione di una gara importante e proprio per questo potrà ambire in tempi rapidi alla Nazionale anche da Eccellenza.”

Alessandro Gaetani: argento tra i Senior alle spalle di George Digweed

“Quanto ad Alessandro Gaetani, che dire..? Tra i Senior è stato ancora una volta insuperabile. Ha conquistato la medaglia d’argento ma è come se avesse vinto! Ha costretto un atleta immenso come George Digweed al pari sul 194, ha resistito allo spareggio chiudendo di nuovo sul 23 pari con lanci molto difficili e poi ha ceduto soltanto dopo altri quindici piattelli all’americana. Sono certo che Alessandro ricorderà a lungo quest’annata leggendaria.”

“Ho letto in giro sui social – precisa Veniero Spada – qualche giudizio negativo su questo Mondiale di Cape Town. Le critiche sono state mosse in considerazione della partecipazione non altissima che la gara ha fatto registrare: un po’ meno di trecento tra atleti e atlete. Potremmo ignorare poche critiche un po’ pretestuose, però, proprio per rispetto nei confronti degli atleti e delle atlete, non solo della squadra italiana, che in questo Mondiale hanno offerto una prova di altissimo livello, è opportuna una replica. La Fitasc era certamente consapevole, come del resto tutti noi,  che il Mondiale di Compak di Cape Town sarebbe stato un confronto con una partecipazione più contenuta rispetto ad altre gare. Se avessimo disputato questo Mondiale in Francia, per fare un esempio, sarebbe stato relativamente facile toccare il traguardo di settecento partecipanti. Ma se Campionato del Mondo deve essere, è chiaro che a rotazione siano designate anche sedi logisticamente più scomode che impongono, appunto come in questo caso, trasferte molto onerose. L’Italia ha partecipato con dieci dei suoi elementi più validi, altre nazioni hanno proposto magari partecipazioni ancora più contenute. Questo Mondiale ha poi offerto l’opportunità di partecipare a ben 180 atleti e atlete del Sudafrica. Un dato è però incontestabile a proposito di questo Mondiale di Compak del 2022 ed è l’altissima qualità agonistica della gara, che naturalmente prescinde sempre dal numero dei partecipanti. I migliori esponenti dei comparti maschile e femminile di tutto il pianeta hanno concorso a questo Mondiale e hanno dato vita ad una competizione che sotto il profilo tecnico e agonistico ricorderemo a lungo. Anche se sappiamo bene che nello sport non si può davvero mai riposare sugli allori. E infatti, a questo proposito, dobbiamo già considerarci tutti al lavoro per la prossima stagione!”