Club Cup: è boom tra gli specialisti

L’innovativo circuito di Compak elaborato e lanciato da Veniero Spada ha celebrato il suo Campionato italiano sulle pedane di Orvieto: le impressioni dell’ideatore e di alcuni tra i più accreditati specialisti

(di Massimiliano Naldoni)

La Compak Club Cup ha celebrato ad Orvieto l’appuntamento più importante della stagione assegnando i titoli italiani individuali e assegnando il trofeo 2024 per le squadre: è pertanto il momento di tracciare un bilancio del gradimento riscosso da questo circuito innovativo che il Direttore tecnico azzurro Veniero Spada ha ideato per vivacizzare il panorama nazionale. La Coppa 2024 assegnata al termine del circuito di gare che si sono svolte tra l’inverno e l’inizio dell’estate ha premiato il team di Foligno (che avrà quindi la possibilità di detenere il trofeo fino a quando lo stesso sarà rimesso in palio nella prossima stagione), ma il confronto riservato alle formazioni è risultato molto combattuto e i portacolori di Castiello hanno davvero sfiorato l’impresa aggiudicandosi una medaglia d’argento che ha intensi riflessi dorati. Frattanto nelle gare individuali i barrage per i tre migliori punteggi hanno esaltato le doti tecniche di alcuni dei più noti specialisti. Abbiamo allora interpellato proprio il Dt Veniero Spada e alcuni nomi celebri del panorama del Compak e dello Sporting per dare un voto a questa prima stagione della Compak Club Cup.

Coach Spada, qual è il suo giudizio su questa prima stagione della Compak Club Cup?

La formula è certamente risultata molto accattivante per gli appassionati. È proprio nel regolamento innovativo di questo circuito che risiedono le caratteristiche che hanno avuto più successo. Nella gara a squadre, ad esempio, si consideravano tre prove su quattro e in ogni prova ogni Società poteva presentare tre squadre della Sezione A e tre della Sezione B. La Sezione A coinvolgeva i tiratori di Eccellenza e Prima categoria, ma la Sezione B, invece, è stata quella con le squadre composte da due Seconda categoria e da un Terza e questo ha permesso la partecipazione al circuito anche a Società più piccole che non dispongono di tantissimi tesserati e soprattutto spesso non hanno atleti delle categorie più alte. Per la classifica generale a penalità si è considerato il miglior risultato di ogni Società, indipendentemente dalla militanza nella Sezione A o nella Sezione B, e questo di nuovo ha offerto a tutte le formazioni la possibilità di vincere.

Il Dt Veniero Spada con un gruppo di atleti in gara all’episodio conclusivo della Compak Club Cup

La dimostrazione risiede probabilmente proprio nel fatto che Castiello ha conteso fino all’ultimo la conquista della Coppa ad una superpotenza riconosciuta come Foligno.

Esattamente. Castiello ha la possibilità di schierare alcuni tiratori delle categorie inferiori che sparano molto bene e infatti quei tiratori hanno vinto tutte le prove nella Sezione B e hanno fatto valere i loro risultati nel panorama generale del circuito. Foligno ha certamente e prevedibilmente sempre svettato nella Sezione A e quindi le forze si sono bilanciate. Al termine del circuito ha prevalso Foligno nella classifica assoluta soltanto per il miglior scarto e questo è avvenuto per il semplice fatto che Castiello non aveva partecipato alla totalità delle quattro prove. Tutto questo spiega perfettamente che con questa formula di gara qualunque formazione che abbia atleti di qualità può concorrere alla conquista della Coppa.

Secondo lei che cosa ha determinato il maggior successo del circuito?

Essenzialmente il fatto che nelle gare di Compak Club Cup si allestiscono lanci molto impegnativi pur nel rispetto rigoroso delle regole del Compak e che c’è una grande varietà e una grande differenziazione di lanci tra un campo e un altro. Uno dei quattro campi propone tutti lanci singoli, un altro prevede un singolo e due doppi in ogni piazzola. Ci sono poi il campo con i doppi simultanei e quello con i doppi allo sparo. Privilegiando la varietà dei lanci e insistendo sulla difficoltà, abbiamo creato una formula di gara molto impegnativa ma anche molto attraente. Non esito a dire che l’adozione di questa formula ha decretato un vero e proprio trionfo. Da quello che ho potuto constatare, tutti si sono detti contenti delle novità e dei lanci impegnativi e, proprio per quelle difficoltà, da tutti ogni zero è stato accettato con spirito sportivo. Sottolineo poi che un altro motivo di gradimento è che non è mai stato fatto in precedenza un Campionato a squadre che si dipanasse in tutta la stagione: l’idea innovativa del circuito a tappe è stata davvero molto apprezzato. Voglio anche evidenziare la qualità che è emersa nelle gare individuali e nelle finali. Salvatore Rea, ad esempio, è un Seconda categoria che ha fatto davvero un punteggione nell’individuale: un 94/100 che descrive tutte le grandi potenzialità di questo tiratore. Ci sono state poi delle finali davvero spettacolari: penso a Daniele Valeri che ha fatto un 24 stellare su piattelli impossibili come quelli previsti appunto per le finali. Proprio i barrage finali su lanci ancora più difficili di quelli della gara si sono rivelati un altro elemento di grande successo.

La squadra di Foligno esulta sul podio di Orvieto per la conquista della Compak Club Cup

Coach Spada, ha previsto qualche intervento correttivo per il circuito del prossimo anno?

Posso dire che l’unico inconveniente di questa formula, quantomeno in questo recente Campionato italiano, è apparso il fatto che l’atleta che ha sparato il sabato, se qualificato tra i migliori tre punteggi, avrebbe dovuto essere di nuovo in campo la domenica per partecipare al barrage e certamente chi era residente in un luogo distante non ha potuto partecipare a questa fase finale. Non è escluso che in futuro si possa estendere la gara a duecento piattelli, innanzitutto per evitare l’inconveniente che ho appena segnalato e anche per aumentare la possibilità di recupero nel corso della gara e infine per incrementare il livello agonistico e condurre poi appunto i migliori tre punteggi sulla distanza dei duecento ad affrontare il cosiddetto barrage dei piattelli impossibili.

Voci dalla pedana

Sono stati molti i volti noti dell’ambito del Compak e dello Sporting che hanno partecipato all’appuntamento conclusivo della Compak Club Cup. Tra loro Daniele Valeri si è letteralmente superato: in Eccellenza l’atleta umbro è stato autore di un recupero spettacolare che nel barrage finale ha minacciato da vicino la supremazia nella divisione di un altro specialista raffinato del calibro di Samuele Sacripanti. Nel duello è stato poi Sacripanti a centrare la conquista del titolo della massima categoria, ma Daniele Valeri è risultato un brillantissimo runner-up.

“Mi piace molto la Compak Club Cup – spiega Daniele Valeri – perché nasce come punto di incontro tra il Compak e lo Sporting in cui puoi trovare anche dei lanci davvero molto difficili. E dal momento che non puoi testare quei lanci in prova, in gara non è facile riuscire a collezionare risultati positivi. Io sono riuscito a fare un buon punteggio in qualificazione, ma soprattutto devo riconoscere a me stesso di essere stato capace di fare un mezzo capolavoro nello spareggio a tre perché il campo era veramente tosto. Pensare di fare un 24 in quel campo nel barrage finale, come sono riuscito a fare, era davvero al di là di ogni più rosea aspettativa. Per dare un giudizio generale sul circuito, devo dire che in sostanza io mi diverto molto di più in gare di questo genere proprio perché mi devo impegnare molto di più: nella Compak Club Cup ti puoi misurare nello spazio di un turno con un piattello a 5 metri e con un altro che invece ha una parabola molto impegnativa: tutto questo rappresenta una sfida molto attraente.”

Il podio dell’Eccellenza della gara individuale con Samuele Sacripanti, Daniele Valeri e Veniero Spada

Improntato essenzialmente al giudizio tecnico anche il parere di Samuele Sacripanti.

“Tutti i lanci sono abbastanza complicati, ma giusti perché questo. La bellezza di questo nuovo circuito ideato da Veniero Spada consiste nel fatto che puoi trovarti di punto in bianco dei lanci quasi da Sporting che richiedono qualche metro di anticipo. E poi questa formula offre sempre la possibilità di una rimonta perché c’è il campo molto complicato nel quale puoi provare a fare un punteggio alto per recuperare qualche piattello che magari puoi aver perso in un passaggio anche più facile. La finale, poi, è risultata molto appassionante. Daniele Valeri ha fatto una serie bellissima. Io stavo sparando bene e potevo permettermi di amministrare il vantaggio che avevo acquisito in qualificazione, ma alla terza piazzola della finale ho fatto una bicicletta su due piattelli che lì per lì non mi avevano neanche impensierito tanto. Poi ho fatto anche un altro zero, ma sono riuscito a stare in pista e a far valere il vantaggio collezionato in precedenza. Il 24 di Daniele, come si dice in questi casi, è davvero tanta roba e non posso che rinnovargli i complimenti perché su quei lanci perfino qualche altro ottimo tiratore in circolazione ha davvero perso la bussola. In ogni caso per la finale a tre la scelta di Veniero di accentuare ancora di più le difficoltà è stata perfetta: se metti un campo morbido, è chiaro che con un vantaggio di tre piattelli riesci a spuntarla. Ma in questo modo, invece, la gara è aperta davvero fino all’ultimo lancio. Ogni piattello è come un calcio di rigore.”

Tra i protagonisti dell’episodio conclusivo della Compak Club Cup c’è anche il Seconda categoria Salvatore Rea: trentanovenne napoletano di Volla che è stato l’artefice della medaglia d’argento dai riflessi dorati conquistata dal Tav Castiello.

“Sono molto grato a Veniero Spada – spiega Salvatore Rea – per aver ideato questo circuito. Nella gara a squadre la nostra squadra di Castiello ha davvero sfiorato l’impresa e forse sarebbe stato emozionante affrontare addirittura uno spareggio per l’assegnazione della Coppa. Da parte mia ho fatto il miglior punteggio della mia categoria, la Seconda, e quindi sento di aver contributo nel miglior modo possibile a questo piazzamento del team di Castiello. Fra l’altro io mi sono avvicinato all’agonismo soltanto da due stagioni: alcuni tiratori più esperti di Castiello mi videro sparare e mi suggerirono di provare a fare un allenamento un po’ più serrato per mettere alla prova le mie eventuali capacità. Ed eccomi qua. Frattanto sono già Prima categoria e nella prossima stagione spero di guadagnarmi il passaggio in Eccellenza perché sarei davvero onorato di potermi misurare in alcune gare internazionali indossando la maglia azzurra.”

Foto di Marco Greco