Toscana in cattedra
È stato certamente il manipolo di atlete e atleti dell’Etruria composto da Stefano Narducci, Irene Taccola, Roberto Martinelli e Riccardo Mirabile a svettare al Campionato invernale di Fossa Olimpica, ma anche il Seconda piemontese Davide Zaggia e il Terza campano Camillo Memoli hanno conquistato il vertice del podio nelle rispettive categorie: andiamo allora a conoscere meglio tutte le medaglie d’oro del Trap invernale
di Massimiliano Naldoni
“Nella giornata del sabato avevo detto: magari non sarò io, ma chiunque vinca farà un punteggio alto.” Il vaticinio formulato da Stefano Narducci (protagonista della foto di copertina) nel corso delle prove libere della finale nazionale d’inverno di Fossa Olimpica sul terreno di Carisio aveva perfettamente inquadrato da un punto di vista tecnico la gara vercellese. E quell’espressione prudente con cui il quarantaduenne atleta toscano realisticamente metteva in conto di non essere incluso nella categoria dei vincitori descrive perfettamente quella modestia che in realtà contraddistingue sempre ogni grande campione.
“In queste settimane – dice ancora Stefano Narducci che a Carisio ha conquistato lo scudetto dell’Eccellenza con un formidabile 99/100 – sono sempre stato consapevole di attraversare un ottimo periodo: dopo aver vinto il regionale invernale della Toscana sono arrivate le affermazioni al Campionato invernale nazionale di Fossa Universale a Belvedere e al Gran Premio a Roma, ma non pensavo di essere così in forma anche alla Fossa Olimpica. Sì: ero arrivato a Carisio con la certezza di poter fare una bella gara, ma tra sentirsi in grado di offrire una prova di qualità e vincere c’è sempre una bella differenza.”
“È vero che dalle due serie di allenamento di sabato sono uscito con due 25. E infatti è proprio a quei colleghi di batteria con cui ho fatto le due serie di prova che avevo formulato la previsione che i punteggi sarebbero stati complessivamente alti. Quello di Carisio è un campo in cui si spara bene: l’ho frequentato per anni ai tempi delle gare di Double Trap e ci ho sparato di nuovo più recentemente a un Gran Premio di Universale. E si sa che in un campo perfetto, in una bella giornata con condizioni atmosferiche ideali come la scorsa domenica, i punteggi vengono fuori.”
L’affermazione cristallina di Carisio colloca Stefano Narducci nella condizione di immaginare un doppio binario – Fossa Universale da un lato e Trap dall’altro – per la stagione appena iniziata.
“Sì, effettivamente sono due binari che procedono in parallelo – afferma il toscano di Fucecchio che attualmente risiede ad Altopascio – ma la preferenza va senz’altro in direzione dell’Universale. È anche una considerazione pragmatica a dettarmi questa scelta: l’Olimpica richiederebbe molto più impegno e allo stato attuale non sono nella condizione di destinare più tempo all’attività. Nell’Universale l’obbiettivo è continuare ad essere in prima fila a livello internazionale dal momento che ormai da qualche anno sono stabilmente in Nazionale. Non nego che mi piacerebbe dedicarmi di più all’Olimpica, ma sono anche consapevole che nel prossimo luglio sarò un quarantatreenne e anche se il nostro è uno sport che permette di essere longevi, ci sono certamente dei giovani che bussano alla porta e ai quali è giusto permettere di conquistare spazi. Ho una famiglia con un bambino di dieci anni, Marco, a cui devo dedicare tempo ed energie e lavoro da venti anni in un’azienda di Ponte a Cappiano in cui sono inserito molto bene. Quando hai impostato la tua vita in una certa maniera e quella vita ti gratifica, nel corso degli anni è difficile intervenire con trasformazioni drastiche come invece richiederebbe la partecipazione a raduni e trasferte. Ma come si dice comunemente: sognare non costa niente. E quindi per il momento posso accarezzare qualche progetto in attesa di nuovi sviluppi!”
Ha invece accolto con molta sorpresa il proprio exploit di Carisio Roberto Martinelli che si è assicurato brillantemente il titolo di Prima categoria.
“Per noi comuni mortali – scherza il cinquantenne aretino di Badia Agnano: borgo medievale del territorio di Bucine – i risultati di questo genere sono sempre una sorpresa! Certamente a Carisio mi sono divertito molto e questo poi, nei fatti, è il traguardo principale per tutti coloro che fanno una sana attività sportiva nel tempo libero. Era letteralmente la prima volta che mettevo piede in quell’impianto e nella giornata di sabato ho voluto testare tutti i campi. In prova ho totalizzato un 22, un 23, un 24, ma è al campo 4, in cui ho sparato la quarta serie di prova, che è andata meno bene e forse infatti, quell’ultimo test meno soddisfacente a fine giornata con la luce che declinava, qualche traccia l’ha lasciata anche nel giorno successivo. Alla quarta serie di gara infatti mi sono ritrovato proprio al campo 4 e ho fatto uno zero subito al secondo piattello perché ero certamente partito un po’ teso: non mi sentivo per niente fluido come invece ero stato nelle tre serie precedenti. Ho sbagliato un destro dalla pedana 5 che fra l’altro non avevo sbagliato in prova. Con lo zero immediatamente al secondo piattello è un po’ dura, ma sono contento di aver reagito bene. Un po’ di contraccolpo, sì, c’è stato: ho fatto due seconde canne al terzo e al quarto piattello, poi sono riuscito a rilassarmi e sono arrivato in fondo senza altri problemi con appena una seconda canna al ventiquattresimo. In questi casi, si sa, è un attimo rovinare tutto il bel lavoro compiuto nelle tre serie prima. Certamente, quando appunto a noi comuni mortali capita di avere la grande giornata, è sempre una bella emozione!”
Inaspettata è anche la definizione che Irene Taccola fornisce della sua vittoria tra le Ladies sul terreno di Carisio.
“Non potrei definirla diversamente – spiega la ventunenne di Uliveto Terme che è attualmente tirocinante in uno studio di geometra di Navacchio ed è affezionatissima alla scuderia del Tav Pisa – perché sono consapevole di non avere stabilità nei punteggi: non mi aspettavo il 25 della prima serie ma neppure il 19 della terza. In questi ultimi tempi ho viaggiato sulla media del 21: anche in prova a Carisio dalle tre serie effettuate sono uscita con 63. D’altronde non guardo mai i punteggi e quindi in gara non mi soffermo a fare troppi calcoli.”
“Recentemente – racconta Irene Taccola – mi sto allenando con mia sorella Lisa di quindici anni che ha appena iniziato a praticare il tiro a volo. Siamo diversissime: lei è molto espansiva in tutte le sue manifestazioni, mentre io sono una persona generalmente tranquilla che però si arrabbia molto quando sbaglia. D’altronde io sono anche molto impegnata con il lavoro per tutta la settimana e posso dedicarmi al tiro a volo soltanto il sabato e la domenica: ne consegue che i nostri allenamenti e i nostri confronti sono molto concentrati e allora le nostre differenze caratteriali si evidenziano. Però, chissà che questo contrasto in prova tra noi sorelle non possa essere utile per entrambe in gara..?”
Molto soddisfatto del 95/100 che gli ha attribuito di nuovo il titolo invernale del Settore Giovanile si dichiara Riccardo Mirabile.
“Mi ha confortato il rispetto delle medie con cui ho sparato anche in questi primi mesi dell’anno – dice il diciannovenne fiorentino delle Fiamme Oro che arrivava a Carisio da campione in carica – perché sono stato stabilmente sulla media del 23 e del 24. D’inverno in realtà ho fatto soltanto le gare e ho potuto svolgere poco allenamento perché da alcuni mesi lavoro in una grande azienda di information technology che ha la sua sede toscana a Calenzano. L’anno scorso mi sono diplomato come perito elettronico e naturalmente dovevo dedicare il tempo allo studio; quest’anno frattanto sono impegnato con il lavoro e quindi è sempre difficile ritagliare degli spazi per il proprio sport. Il risultato di questo primo vero test importante mi conforta: adesso voglio lavorare sodo per raggiungere qualche obbiettivo che mi è sfuggito nel 2022. Il Campionato del Mondo sarebbe il traguardo ideale: per ora andiamo avanti lavorando a testa bassa, poi si vedrà.”
Se c’è chi a Carisio davvero ha oscillato tra punteggi molto diversi è Davide Zaggia che ha conquistato il titolo invernale di Seconda categoria con 94/100 e uno shoot-off vittorioso ai danni di Massimo Goldoni.
“Una serie piena e un 22, – spiega il cinquantaquattrenne imprenditore edile di Briona – poi un’altra serie piena e un altro 22: ecco la descrizione trasversale della mia gara ed è il segno evidente che non sono ancora in forma al 100%. Ogni tiravolista sa bene che è la testa che fa questi scherzi, tant’è che al secondo giro ho sbagliato il penultimo e l’ultimo. Nella quarta serie invece tutti gli zeri sono stati più distribuiti. Insomma: manca ancora la concentrazione che permette di tenere alta l’attenzione per tutti i venticinque piattelli della serie e soprattutto per le quattro serie di una gara intera.”
“Eppure la stagione non è partita male – dice ancora l’atleta di Novara – perché ho vinto il titolo invernale del Piemonte sia nell’Olimpica che nell’Universale. E nel Trap ho rispettato la media del 22,8 in tutte le gare dell’inverno. Lo shoot-off di Carisio, poi, non fa testo: quella è una lotteria e avrebbe potuto vincere anche il mio contendente Massimo Goldoni. Abbiamo scambiato cordialmente qualche parola proprio un attimo prima dello spareggio: in realtà non ci eravamo mai incontrati in precedenza in pedana. Massimo era probabilmente un po’ agitato in quel momento: io d’altronde potevo mettere in campo anche una conoscenza maggiore del terreno di gara. Un dato è certo: nella scorsa stagione mi sono dedicato molto alla gestione arbitrale delle gare, ma quest’anno tornerò volentieri a fare attività in maniera più assidua.”
Certamente il primo confronto nazionale di Trap della stagione ha rivelato qualche talento emergente e tra quelli un posto di primo piano se lo è conquistato autorevolmente Camillo Memoli che a Conselice si è assicurato lo scudetto di Terza categoria. Quarantaduenne salernitano di Montecorvino Pugliano, Memoli ha iniziato a frequentare le pedane soltanto da un paio di anni con un esordio al Compak che presto si è trasformato in grande interesse per la Fossa Olimpica.
“Ho iniziato con il Compak – racconta l’atleta tesserato al Tav Il Campione di Eboli – perché risultava la disciplina più a portata di mano in quel momento, ma mi sono appassionato gradualmente alla Fossa Olimpica fino dall’estate scorsa e infatti ho debuttato in quella specialità nella prima prova del Campionato invernale della Campania: era la prova al Tav Raimondo, la prima gara dell’anno per tutti, e io me ne sono uscito con un 45/50!”
“Assolutamente non mi aspettavo di fare questo risultato, – dice Camillo Memoli – ma certamente a Conselice sono andato con tanta determinazione e tanta voglia di riuscire. In allenamento ero sulla media del 22 e del 23. Poi, invece, in gara c’è stato questo strepitoso inizio con un 24. Il problema è che alla seconda serie non sono andato oltre il 20. Sul campo 2 di Conselice, in cui ho effettuato quel turno, il meteo mi ha penalizzato: in quella fascia oraria in cui ho sparato si è alzato un vento fortissimo che ha impresso una spinta anomala a molti piattelli e infatti anche molti altri contendenti hanno sofferto fortemente quella situazione. Ho fatto due zeri al quinto e al sesto lancio, poi mi sono ripreso ma altri due piattelli sono volati via tra il diciottesimo e il ventesimo e poi un altro zero è arrivato negli ultmi cinque piattelli. È ovvio che un 24 ti fortifica e ti dà la carica, ma un 20 ti abbatte e quindi ho dovuto fare i conti con queste diverse sensazioni.”
“La felicità per questo titolo è tanta, – confessa Camillo Memoli – ma resto con i piedi per terra perché in realtà sono un Pinco Pallino qualunque che ci mette tanto impegno. È vero che nessuno va a una gara soltanto per partecipare, ma realisticamente non credevo davvero di vincere. Sapevo di non andare a fare 17 o 18, perché il 21 e il 22 li avevo nelle canne, ma non c’era la pretesa di risultato. Però sono felice che la determinazione e la voglia di far bene in gara abbiano prodotto questo punteggio e questo scudetto. Qualche 25 in allenamento l’ho già realizzato: in gara ancora no, ma adesso mi godo quel bel 24 della prima serie della gara che mi ha dato il titolo e mi preparo per le prossime prove.”