Nella fucina dei giovani talenti

Uno sguardo al recente raduno del Settore Giovanile a Todi attraverso i pareri di Claudia Fortunati, Claudio Pedicini, Maria Teresa Maccioni e Gioele Carletti e dei tecnici Riccardo Rossi, Umberto Ortolani e Emanuele Bernasconi

(di Massimiliano Naldoni)

Tre giorni che sono in realtà un potente moltiplicatore di effetti. È questo il senso che hanno dato al recente raduno di Todi del Settore Giovanile sia i tecnici del comparto che le giovanissime atlete e i giovanissimi atleti che hanno partecipato. Una sintesi efficacissima la propone Riccardo Rossi dello Staff tecnico: “Abbiamo convocato ragazze e ragazzi che appartengono a livelli diversi del Settore: c’erano Allievi e Allieve, ma insieme a loro anche Esordienti e Juniores. In tutti i casi si è trattato di ragazze e ragazzi meritevoli di attenzione perché i soggetti si sono in qualche modo segnalati nell’arco delle gare di questi primi mesi dell’anno. Non esito a dire che all’interno di questo gruppo molto assortito ci sono certamente elementi più bravi ed elementi meno bravi ed è anche una situazione facilmente comprensibile perché tra alcune e alcuni di loro c’è una marcata differenza di età e di conseguenza di tempi di militanza effettiva nel Settore Giovanile. Quindi abbiamo intenzionalmente effettuato un raduno con atlete e atleti dalle qualità agonistiche anche molto diverse ed è stato molto interessante anche per noi dello Staff tecnico intervenire sul percorso di ciascun elemento proprio in base al livello tecnico espresso.”

L’esperimento peraltro è certamente riuscito in pieno perché il giudizio delle ragazze e dei ragazzi che hanno partecipato al raduno di Todi è unanimemente positivo e sottolinea il valore del lavoro compiuto.

Claudia Fortunati

“L’organizzazione è stata fantastica – commenta la diciannovenne Junior dello Skeet Claudia Fortunati – e l’ottima distribuzione del tempo di lavoro ci ha permesso di affrontare molti dettagli e risolvere molti problemi di ordine tecnico. Umberto Ortolani è stato disponibilissimo e grazie al suo aiuto ho avuto la possibilità di intervenire efficacemente su alcune situazioni da risolvere. Ad esempio, ho sempre avuto problemi a sparare da sesta in batteria: l’attesa del mio turno in coda alle altre colleghe di batteria mi ha sempre provocato una forte deconcentrazione. E nei giorni del raduno abbiamo lavorato proprio su aspetti come questo e ho ricevuto indicazioni che potranno essere preziose.”

Claudia Fortunati peraltro è una skeettista nel senso più autentico della definizione soltanto da due stagioni. A quindici anni l’atleta capitolina aveva infatti iniziato a frequentare i poligoni del tiro a segno e si era appassionata alla C10. È stato per effetto del suggerimento di Marco Sablone che Claudia ha sperimentato lo Skeet e si è definitivamente appassionata alla disciplina.

“In questo raduno di Todi – spiega l’atleta diciannovenne che è iscritta al primo anno della Facoltà di Psicologia – è emersa in tutta la sua potenza la capacità dello Staff tecnico di suscitare le emozioni giuste. È anche vero che con la mia disciplina si vince facile in questo senso: a mio avviso infatti lo Skeet trasmette sensazioni uniche. Anzi, voglio dire di più: niente al mondo sa suggerire le sensazioni che è in grado di far sperimentare lo Skeet!”

Se alla specialità del Pull e del Mark serviva uno spot promozionale, certamente Claudia Fortunati ne ha appena coniato uno efficacissimo. Ma in parallelo è certamente la grande capacità di Umberto Ortolani nel plasmare i nuovi talenti che ha trasformato un incontro di pochi giorni in un laboratorio davvero determinante.

“Un raduno funziona perfettamente – commenta proprio Ortolani – quando vai a lavorare su cose già viste. Mi spiego meglio: le ragazze e i ragazzi dello Skeet che partecipano al raduno li convoco io in base a considerazioni che formulo nelle diverse gare. E prendo in esame, ovviamente, quei soggetti che mi hanno già dimostrato delle potenzialità. E in cosa consiste il grande lavoro che andiamo a compiere nel raduno? Nel fatto che interveniamo per correggere errori magari anche banali che però nessuno aveva notato prima.”

Claudio Pedicini

Autentico entusiasmo per i tre giorni del raduno di Todi lo ha espresso anche Claudio Pedicini che con un percorso non dissimile da Claudia Fortunati si è rimesso in gioco con il tiro a volo dopo importantissimi trascorsi in una disciplina sportiva certamente molto diversa: il nuoto.

“Sono stati tre giorni con ritmi tosti – dichiara l’atleta umbro della Fossa Olimpica che frequenta il Liceo Scientifico Sportivo di Assisi – ma sono state anche giornate molto gradevoli e utilissime dal punto di vista tecnico. Non è stato il mio primo raduno: il mio debutto in questo senso è avvenuto un anno fa al raduno di Montopoli, però ogni circostanza di questo genere per un atleta rappresenta sempre un evento di grande importanza. In special modo perché offre la possibilità di vivere a contatto con tecnici di grande esperienza capaci di trasmettere molte conoscenze. Per questo sono davvero grato alla Federazione e allo Staff tecnico per essere stato convocato: si è trattato di un’occasione in cui ho imparato davvero tanto.”

La storia sportiva di Claudio Pedicini è peraltro interessantissima: per più di un decennio l’atleta dicassettenne è stato quasi quotidianamente “in vasca” e per sette anni ha praticato il nuoto a livello agonistico.

“È stato un percorso – spiega Claudio Pedicini – che mi ha certamente trasmesso delle conoscenze precise dell’ambiente agonistico, pertanto senza presunzione credo di sapermi muovere anche in quello del tiro a volo proprio per l’esperienza accumulata in questi anni. Perfino l’alimentazione corretta, ad esempio, è per me una materia con cui ho avuto a che fare già nei primissimi anni dell’attività in piscina. Il nuoto resta nella mia vita come attività collaterale in questa fase insieme alla corsa e alla palestra, ma certamente non può più presentarsi in quel ruolo che ha svolto nella mia esistenza per oltre dieci anni. Trovarsi delle volte in batteria con Pellegrini, Paltrinieri o Dotto come è accaduto a me in questi anni resta però un’esperienza sportiva indimenticabile che continuerà a rappresentare un patrimonio importante anche adesso che l’agonismo per me è ormai sintetizzato nelle parole: tiro a volo.”

Il grande rapporto di fiducia tra atleta e tecnico è peraltro un altro tasto sui cui insiste anche Emanuele Bernasconi.

“È stato difficile fare una scelta per questo raduno – precisa il tecnico del Trap –  perché in giro ci sono davvero tanti risultati, e quindi ci sono tante atlete e tanti atleti che meritavano di essere considerati. E questo è un buon segno: significa che il nostro Settore Giovanile produce qualità.”

“Sì, certamente la fiducia tra atleta e tecnico è un elento fondamentale – spiega ancora Bernasconi – e ritengo che in questo raduno abbiamo tutti voluto innanzitutto consolidare questo concetto. Ho visto in generale un buon livello tecnico. È vero che in questo gruppo c’erano significative differenze di età e quindi anche di livello di preparazione, ma abbiamo calibrato il lavoro proprio in base al livello di ciascuno e continueremo a fare un lavoro concordato con gli istruttori affinché il buon lavoro che abbiamo inaugurato questa volta si colleghi direttamente a quello che queste ragazze e questi ragazzi faranno a casa.”

“C’è un aspetto che mi preme sottolineare – precisa ancora Emanuele Bernasconi – ed è il ruolo importante dei genitori di queste atlete di questi atleti. Parlo dei genitori e delle famiglie degli elementi che abbiamo convocato in questa occasione, ma anche di tutte quelle famiglie che quotidianamente sostengono i nostri giovani atleti. A loro va tutta la nostra gratitudine perché quel sostegno, anzitutto economico, espresso dalle famiglie permette al tiro a volo di continuare a produrre sempre nuovi talenti.”

Ma in questo senso anche la gratitudine dei soggetti convocati per il raduno è certamente tangibile. Lo provano le parole di Gioele Carletti.

Gioele Carletti

“Questo raduno mi è servito davvero molto – commenta il giovane skeettista marchigiano – perché mi sento al punto in cui anche un dettaglio quasi impercettibile può permettere di fare il salto di qualità. In questi giorni ho avuto la possibilità di intervenire in modo deciso su alcuni aspetti dell’esecuzione del tiro che non erano perfettamente corretti: ad esempio il modo di agganciare il piattello oppure la posizione della testa nell’esecuzione dei movimenti.”

“Un altro aspetto su cui ho lavorato molto in questo raduno – precisa Gioele Carletti – è la preparazione fisica. Non posso dire di averla trascurata in precedenza, però certamente non mi sono impegnato al massimo. In questi giorni ho compreso invece pienamente tutto il suo valore e adesso, oltre alla preparazione pre-pedana che curavo già con attenzione, mi sto dedicando con più convinzione al lavoro in palestra.”

Analoghe considerazioni le formula anche Maria Teresa Maccioni.

Maria Teresa Maccioni con Daniele Di Spigno

“Sono stati giorni di lavoro intenso – commenta l’atleta sarda della Fossa Olimpica – che hanno prodotto subito dei risultati. Sì, concordo certamente con i miei collegghi e le mie colleghe quando sostengono che un raduno produce effetti immediati. I tecnici con cui abbiamo lavorato sono preparatissimi e quello che è importante è che non impari soltanto quando questi tecnici si rivolgono a te, ma anche quando osservi le correzioni che suggeriscono agli altri atleti del gruppo. E poi mi ha colpito molto la serietà di tutti nell’affrontare queste giornate di lavoro, anche se non sono macati piacevoli momenti di svago.”

È Umberto Ortolani a tracciare una sintesi efficace delle giornate del raduno di Todi proprio in linea con le parole di Maria Teresa Maccioni.

“Il principio di fondo è che lo sport, qualunque sport, deve divertire chi lo pratica. E nei raduni lo Staff tecnico è molto attento a questo aspetto: anche i giovanissimi, che affrontano ovviamente il raduno con un po’ di soggezione, devono comprendere che è proprio nel gioco che si apprende di più. Quello che certamente mi rimarrà impresso di questo raduno, come del resto è avvenuto anche altre volte, è il sorriso di queste ragazze e di questi ragazzi. E alcune loro frasi veramente indelebili. Uno dei più giovani di loro questa volta ha accolto i genitori che erano venuti a prenderlo nella sede del raduno spiegando con continui e ampi gesti delle braccia: Ortolani mi ha cambiato da così a così! E questi dettagli che a qualcuno parranno insignificanti è proprio quello che ci ripaga straordinariamente del grande lavoro.”

Le atlete e gli atleti del raduno di Todi

Fossa Olimpica: Manuel Beatini, Matteo Belloi, Luca Gerri, Mirko Alfio Licciardello, Claudio Pedicini, Federico Scardino, Matteo Sertori, Francesco Tanfoglio, Valentina Dolci, Maria Teresa Maccioni, Nicole Parigi, Arianna Rossetto Skeet: Federica Arienzo, Claudia Fortunati, Veronica Marroni, Arianna Nember, Antonio Bellu, Antonio Brunetti, Gioele Carletti, Domenico Diana, Nicolò Diturco, Cristian Giudici, Gabriele Maulicino, Francesco Saverio Nucera Staff Tecnico: Alberto Di Santolo, Emanuele Bernasconi, Riccardo Rossi, Umberto Ortolani, Carlo Alberto Zandomeneghi