Micheletti: il Trap 1 è un caleidoscopio di colori

Il Direttore tecnico della disciplina, dopo il successo di alcuni stage organizzati in varie parti d’Italia, si dice convinto che la specialità possa svolgere il ruolo di ideale strumento di avviamento all’intera gamma della pratica tiravolistica

(di Massimiliano Naldoni)

È stato detto con una immagine di forte impatto immediato che il Trap Uno è di fatto un manuale che spiega l’ABC del tiro a volo. Giampaolo Micheletti, Direttore tecnico della specialità, non soltanto non disdegna la definizione, ma la considera addirittura lusinghiera e capace di descrivere le prerogative di fondo di questa giovanissima disciplina della pratica piattellistica.

Il Direttore tecnico del Trap Uno Giampaolo Micheletti durante una spiegazione teorica nel corso di uno stage

“Credo che si possa considerare perfino un complimento – dichiara il tecnico capitolino – perché il Trap Uno nasce realmente come passe-partout per tutte le opportunità che il tiro a volo offre. È vero che questo concetto, ad una prima impressione, sembra rendere difficile la collocazione della specialità nel panorama generale del tiro a volo, ma ritengo che il Trap Uno sia in realtà proprio questo: una disciplina che tende a non voler essere davvero inquadrata.”

Frattanto i primi stage che Giampaolo Micheletti ha condotto in varie parti d’Italia stanno testimoniando che la funzione principale del Trap Uno è proprio quella di impartire delle nozioni di base sulla pratica tiravolistica e avviare, per così dire, un dibattito interno in ciascun nuovo fruitore della specialità per far comprendere davvero quale sia la strada da percorrere.

Un momento della prova pratica in pedana a Montecatini

“Un segnale importantissimo e ben definito nelle sue prerogative – spiega Micheletti – lo ha fornito lo stage che la Federazione mi ha permesso di organizzare a Mesero nello scorso marzo. Il Presidente del sodalizio Alberto Castoldi, che è uno sportivo e un dirigente dalle grandi capacità e dall’indiscussa esperienza, ha saputo coinvolgere molte persone attraverso contatti diretti promossi nei confronti delle associazioni venatorie ma anche verso altre strutture di associazionismo sportivo di vario genere. Nei due giorni dello stage all’impianto milanese si sono presentate più di cinquanta persone tra le quali una ventina non vantavano neppure una minima esperienza precedente di pratica tiravolistica. Ebbene, in due giorni abbiamo lanciato milleseicento piattelli e oggi, ad appena due mesi da quell’appuntamento, a Il Campanile di Mesero fa capo un gruppo che si chiama Amici del Trap Uno e che conta venticinque aderenti. Si tratta di un cenacolo di cultori di questa specialità che in nome di questo interesse scaturito dallo stage continua a incontrarsi ogni settimana e a praticare il Trap Uno.”

Giampaolo Micheletti e Alberto Castoldi durante lo stage di Mesero

A coloro che vogliono incasellare qualunque cosa ad ogni costo Giampaolo Micheletti replica subito con un’altra definizione di sicuro impatto: che al Trap Uno probabilmente non si riesce ad attribuire un solo colore perché il Trap Uno è un ricchissimo caleidoscopio di tanti colori diversi che convivono perfettamente.

“Non chiederei a una disciplina nata appena cinque anni fa, – puntualizza Giampaolo Micheletti – e nata peraltro a tavolino, grazie al contributo di dirigenti, di tanti esperti e campioni di specialità diverse, di riconoscersi soltanto in alcune caratteristiche specifiche perché il Trap Uno nasce come strumento di avviamento al tiro a volo. Nello stage di Montecatini, che ho potuto organizzare grazie alla preziosa collaborazione della Delegata della Toscana Sara Fanciullacci e con il diretto coinvolgimento del Vice Delegato Claudio Bartoletti, ho incontrato venticinque persone di varia provenienza dal punto di vista anagrafico e da quello, per così dire, di estrazione sportiva. C’erano ad esempio cinque paratleti: un sitting e quattro standing. Tra loro c’è un venticinquenne e un trentenne e altri in età invece più avanzata. C’erano poi alcune persone che erano approdate in tempi diversi sia al Compak che alla Fossa Olimpica, ma c’erano anche persone totalmente digiune delle nozioni di tiro a volo. C’era inoltre chi al momento sta praticando magari saltuariamente il tiro a volo senza obbiettivi particolari e c’era infine chi invece aveva addirittura totalmente abbandonato il tiro a volo da alcuni anni e soltanto per semplice curiosità aveva voluto essere presente allo stage. Come si comprende da questa sintetica descrizione, il pubblico che si avvicina al Trap Uno attraverso gli stage è molto assortito e in questo risiede a mio parere la grande ricchezza potenziale della nostra disciplina.”

“Qualcosa di analogo è avvenuto allo stage di Campiglia per il quale ho ricevuto la convinta collaborazione del Delegato regionale Fitav delle Marche Ivano Campetella. Anche in quel caso si sono presentate all’impianto trentacinque persone con storie sportive diverse ma con un prezioso bagaglio di curiosità e di volontà di esplorare un mondo nuovo.”

“Sia a Mesero che a Montecatini che a Campiglia – dice ancora Giampaolo Micheletti – la parte teorica è stata un momento determinante per chiarire le finalità degli incontri, ma anche e soprattutto per delineare le prerogative regolamentari e tecniche del Trap Uno e spiegarne le norme. In tutte e tre le sedi sono stato oggetto di una vera tempesta di domande e questo mi convince che la nostra disciplina è in grado di suscitare subito molta curiosità. E poi naturalmente abbiamo fatto i test in pedana. Mi ha colpito molto quello che mi ha detto, dopo le tre ore di teoria in aula e dopo la prova pratica, un ragazzo che ha partecipato allo stage di Montecatini. Mi ha rivelato che nei suoi precedenti sporadici approcci con il tiro a volo non era riuscito a colpire mai più di un piattello o due e invece adesso nello stage di Trap Uno aveva raggiunto la quota di dieci piattelli colpiti su venticinque. E si leggeva nei suoi occhi la soddisfazione per il raggiungimento di un traguardo che sicuramente spronerà questa persona a tornare in pedana e a perfezionare la sua tecnica. In questo modo stiamo conquistando al tiro a volo tanti nuovi appassionati.”

Giampaolo Micheletti a Campiglia con il Delegato regionale delle Marche Ivano Campetella e i dirigenti della struttura

“Adesso guardiamo ad alcuni appuntamenti importanti di questa estate 2022 che daranno la precisa misura delle potenzialità del Trap Uno. Innanzitutto i tre Gran Premi nelle tre macro-aree del nord, del centro e del sud Italia rispettivamente a Mesero, ai Moschettieri del Nera e ad Andria nella giornata del 22 luglio. Ma naturalmente attendiamo anche la disponibilità di altre Asd della Fitav per organizzare altri stage in altre aree d’Italia. Immediatamente dopo i tre Gran Premi parteciperemo con una delegazione ufficiale al Campionato europeo che si disputerà in Francia dal 29 al 31 luglio. È il primo grande appuntamento internazionale del Trap Uno: un evento che è stato patrocinato con forza dal Presidente della Fitasc Jean Francois Palinkas e che vede già, allo stato attuale, più di cento iscritti dalla Francia ma anche dall’Austria, dalla Repubblica Ceca e dalla Slovenia. Resta inteso però che il Trap Uno nasce e si sviluppa con un autentico profilo amatoriale di fondo e, in questa nostra specialità, non intendiamo quindi alimentare un agonismo esasperato. Insomma, questo nostro caleidoscopio guarda al futuro con i suoi tanti colori già presenti e sono certo che di tantissimi altri colori il Trap Uno potrà arricchirsi molto presto.”