L’europa tutta azzurra di Veniero Spada
Escono trionfalmente gli specialisti italiani del Compak dal confronto continentale in terra di Spagna: ecco le impressioni del “coach” e di Alessandro Gaetani (protagonista della foto di copertina) e Davide Gasparini, due delle stelle più brillanti della gara di Santiago de Compostela
(di Massimiliano Naldoni)
PRIMA PARTE
Si può essere vincenti su tutta la linea senza essere trionfalistici. E si può essere consapevoli della grande qualità della propria squadra senza perdere di vista la realtà quotidiana di ogni gara. Veniero Spada è tutto questo e il proverbiale pragmatismo del selezionatore della squadra azzurra di Compak sembra emergere ancora di più in questo immediato “dopo-gara” dell’Europeo di Santiago de Compostela che ha visto gli italiani della disciplina dominare di fatto in ogni comparto.
“È stata una gara anomala, – precisa subito Veniero Spada – una di quelle in cui ad un primo sguardo giudichi i piattelli complessivamente facili, ma poi sei costretto a correggerti e dici dentro di te: facili, sì, ma non troppo. Una di quelle gare in cui i tiratori molto bravi abbondano in tutte le rappresentative e allora ti accorgi che i punteggi saranno altissimi per molti e che quindi qualcuno con un risultato pur straordinario dovrà rassegnarsi a non essere magari neppure sul podio.”
Difficile davvero individuare questa volta, in occasione del Campionato europeo di Compak della Galizia, il protagonista assoluto o la protagonista assoluta del confronto perché la formazione azzurra di Veniero Spada ha davvero compiuto un capolavoro in maniera uniforme. Ma se si deve a tutti i costi designare uno degli elementi di questo team per l’applauso più scrosciante, allora questi è certamente Alessandro Gaetani.
“Ha fatto una gara da alieno!” Dice di lui senza mezze misure Veniero Spada e il diretto interessato stavolta è impossibilitato a smentire.
“Di solito non sono mai del tutto contento della mia gara – precisa il cinquantaseienne toscano che con il suo 198/200 ha conquistato il titolo individuale e a squadre dei Senior e ha sfiorato l’impresa di vedersi proiettato ai vertici della graduatoria assoluta – ma questa volta lo dico in tutta sincerità: ho sparato bene.”
“Venivo dall’Europeo di Sporting in cui ero stato primo per tre giorni. Poi nell’ultima giornata sono incappato in un 20 e mi sono ritrovato all’istante fuori dal podio. Per questo volevo fortemente riscattare quella prova: serviva serietà, determinazione e capacità di controllo di tutti i momenti della gara. Si è verificata questa bella combinazione e la gara ha preso la piega giusta. Non ho da recriminare sullo spareggio con Davide Gasparini: qualunque fosse stato l’esito, ci sarebbe stato un italiano sul terzo gradino del podio e questo è quello che conta.”
Tesserato al Tav S. Carlo, Alessandro Gaetani inizia a esplorare il mondo del tiro a volo nella Toscana degli anni Novanta e si indirizza alla Fossa Olimpica forgiando le sue doti nei poli storici del Braccini di Pontedera, del Tav Pisa del leggendario Jacopo Matteoni e di Montecatini. Poi, uno stop dovuto ad esigenze professionali, tiene Gaetani lontano dalle pedane fino al 2010 quando il pisano di S. Miniato torna a dedicarsi all’attività tiravolistica indirizzandosi verso lo Sporting. E in questi oltre dieci anni di militanza nelle discipline più estrose del comparto non olimpico, Alessandro Gaetani matura un’esperienza invidiabile che culmina nei successi più brillanti di queste ultime stagioni.
“Il mio punto di forza – spiega il neo-campione europeo dei Senior che è stato autore di un perfetto 100/100 nella seconda metà della gara spagnola – è la resistenza. In gare come questa di Santiago devi reggere, perché ci siamo subito resi conto, fino dai giorni delle prove, che si trattava di un campo in cui se facevi un errore, sarebbe stato davvero diffcile recuperare. Succede sempre quando ti confronti, come in questo caso, con dei lanci semplici, sì, ma non scontatissimi. Ci sono poi degli elementi apparentemente estranei ai requisiti tecnici del campo di gara che hanno il loro peso. Quello di Santiago è certamente un bell’impianto in cui abbiamo avuto la possibilità di gareggiare con condizioni meteo ideali: quindici gradi di notte e venticinque di giorno, ma è anche una struttura in cui con la pioggia, ad esempio, qualche problema emerge pesantemente. E la pioggia è un elemento che può condizionare la gara specialmente se quella gara la si gioca sul filo del piattello come in questa occasione!”
Ma se Alessandro Gaetani ha contribuito a spedire letteralmente nell’empireo il comparto dei Senior azzurri (tra i quali nella circostanza ha militato anche il coach Spada ritagliandosi un prestigioso secondo posto individiale alle spalle dello stesso toscano di S. Miniato e davanti a “sua maestà” George Digweed), amche i “Men in azzurro” sono stati stellari.
“Siamo andati certamente oltre le aspettative con i cinque ori complessivi conquistati in questa trasferta, – spiega Veniero Spada – ma ancora di più con l’eccezionale record del comparto Men: quel 588/600 che ritocca di un piattello il primato che era stato fissato ancora dalla squadra azzurra a Cipro qualche anno fa. E oltretutto a Santiago era necessario superarsi per vincere perché la fortissima formazione della Spagna questa volta ha uguagliato quello che era il primato precedente.”
“Quanto alla gara di Gasparini nell’individuale, c’è veramente poco da eccepire se si considera che Davide è approdato all’ultima serie a punteggio pieno: 175/175. E qui ancora di più che in altre situazioni si è visto come questo genere di gara, in cui un solo piattello è determinante, sia davvero molto insidiosa: quel 23 dell’ultima serie ha improvvisamente di fatto privato Gasparini del titolo.”
Che l’ultima frazione di gara sia stata decisamente difficile lo conferma anche il diretto interessato.
“Ho sentito la pressione della gara.” Sentenzia Davide Gasparini. “Quando sei l’unico a punteggio pieno dopo 175 piattelli e affronti la serie che può decretare la tua vittoria trionfale, qualche problema a livello emotivo salta fuori: è inutile negarlo. Senti che trecento persone sono lì intorno a te e guardano ogni tuo gesto e giudicano ogni tua scelta tecnica su quel piattello o su quell’altro. Non è cosa da tutti riuscire a contenere la tensione e a gestire una situazione di questo tipo. Gli errori che ho fatto in quell’ultima serie sono il prodotto di una deconcentrazione momentanea che quella stessa circostanza ha prodotto. Magari sfoderi un 25/25 sotto la pioggia battente senza colpo ferire come mi è capitato durante questa gara, ma poi ti lasci aggedire dalla deconcentrazione in un campo che non è neppure tra i più difficili. Questo è il nostro sport!”
“Sappiamo da tempo ormai che il livello tecnico e agonistico in giro è altissimo – spiega ancora Davide Gasparini – e non dovremmo quasi più meravigliarci che ogni volta l’asticella si alzi, ma in realtà non è così. Io sono arrivato a questo Europeo con la convinzione che si potesse vincere con 196 o al massimo 197. E invece, come dimostrato, è andata in tutt’altro modo, perché in circolazione ci sono atleti in grado di realizzare punteggi davvero mostruosi. In ogni caso io sono davvero molto soddisfatto del risultato che abbiamo conseguito nella gara a squadre: uscire da questo confronto in un impianto bellissimo con un record come quello che abbiamo realizzato è un traguardo perfetto. Certamente adesso da parte mia devo prendere atto di alcune lezioni che ricevo da ogni gara. Anche al Mondiale di Sporting a Orvieto e poi al Mondiale di Compak in Sud Africa ci sarà sempre una platea gremita che vorrà seguire le imprese degli autori dei punteggi più alti. E quindi si dovrà fare i conti con la pressione psicologica che quel fenomeno produce. Però, attenzione: prima c’è da realizzarli quei punteggi! E soltanto dopo si verificherà quel problema di gestire la pressione emotiva di centinaia di persone che passano al microscopio ogni tuo gesto in pedana.”
Foto di apertura: Pavla Dolenska