Il Compak sulla via di Santiago
Spettacolari acuti dei più noti specialisti hanno caratterizzato il Grand Prix di Foligno che ha inaugurato la stagione che guarda già all’Europeo spagnolo
(di Massimiliano Naldoni)
Nel 2022 il cammino di Santiago per gli specialisti del Compak è innanzitutto un orizzonte agonistico. È proprio nella località spagnola della Galizia che si disputerà il Campionato europeo nel mese di giugno e il Grand Prix che nello scorso weekend ha richiamato a Foligno più di duecentotrenta tra atlete e atleti della disciplina è stato un test rivelatore dello stato di forma dei nomi più celebri del panorama italiano.
“Abbiamo seguito fedelmente la filosofia Fitasc per questo appuntamento – spiega il coach azzurro Veniero Spada che peraltro, con un brillante 196/200, ha centrato il terzo posto assoluto della gara alle spalle del 198 di Michael Spada e del 197 di Michael Nesti – pertanto abbiamo allestito una gamma di lanci non vertiginosi. C’erano senz’altro dei bei piattelli in questa gara, ma certamente non estremi. Ribadisco: è il principio ispirato ormai da tempo dalla Fitasc del Presidente Jean-Francois Palinkas, che del resto ha partecipato puntualmente a questa gara, e siamo stati ovviamente ligi alla consegna. Naturalmente gli Eccellenza e i Prima in gara avrebbero voluto qualche brivido in più, mentre i Seconda e i Terza hanno decisamente gradito questa scelta perché ha permesso loro di conseguire punteggi mediamente più alti. Far sparare con più soddisfazione e con più risultati e quindi incontrare il gradimento di una larghissima fetta di partecipanti è certamente una filosofia corretta se la si vede dal punto di vista della gestione di una gara e dell’impianto che la ospita.”
D’altronde, come di fatto sembra voler suggerire il selezionatore azzurro, che i lanci siano estremizzati oppure ricondotti a un canone di media difficoltà, i fuoriclasse sono comunque in grado di emergere sempre. Ne è la prova il monumentale 198 con cui Michael Spada ha conquistato la vittoria sia nel Grand Prix Fitasc che nel Gran Premio Golden valido come appuntamento del calendario federale del Compak.
“In effetti alla vigliia ero perfino incerto sulla partecipazione – spiega Michael Spada – perché sono stato afflitto da una dolorosa lombalgia fino alla giornata di venerdì. Con degli antidolorifici poi ho risolto il problema e ho compreso che avrei potuto gareggiare. Anche perché obbiettivamente non volevo mancare a questo appuntamento che era una di quelle cinque gare importanti che avevo incluso nel mio personale calendario del 2022: il Gran Premio di Foligno era valido per il ranking e anche come qualificazione per la Nazionale, pertanto tenevo davvero ad esserci e a dare il meglio di me. Fra l’altro sono arrivato a questo test mentalmente molto in forma e la prova è che sono uscito da questa gara pienamente soddisfatto con un 99/100 nella prima giornata e un altro 99 nella seconda.”
L’appuntamento di Foligno in realtà ha davvero rappresentato un primo esame importante per le specialiste e gli specialisti in corsa per la maglia azzurra nei primi appuntamenti internazionali della stagione e lo sguardo del Direttore tecnico della nazionale Veniero Spada è stato dunque inevitabilmente severo.
“Sì, – conferma il selezionatore – certamente sto analizzando la prova dei candidati alla squadra con un certo rigore, ma posso dire che in ogni comparto l’Italia del Compak è in grado di presentarsi ai confronti internazionali con una squadra forte. Ad esempio tra gli Eccellenza che possono competere a livello internazionale, oltre ai nomi ormai consolidati, ho visto confermate le mie impressioni su Michael Nesti e Maurizio Caruso. Mi è piaciuta molto anche la prova di Luca Busdraghi: un trentenne che ha compiuto passi notevoli in queste ultimissime stagioni. In realtà ci sono sette o otto elementi, tra i notissimi e i rampanti, che possono ambire alla maglia azzurra nella prima squadra. Ma potrei estendere facilmente il discorso agli altri comparti: gli under 20, ad esempio, nel 2022 hanno certamente la possibilità di vivere agonisticamente la loro stagione migliore. Semmai una lieve preoccupazione deriva dal fatto che i Camporese, i Plodari, i Marri sono al loro ultimo anno di miltanza tra gli Juniores. Mi conforta però che tecnicamente stiano crescendo molto elementi come Damiano Cecchini o Federico Vitarelli che sono intorno ai diciassette/diciotto anni e quindi potranno essere la base della squadra degli Juniores ancora per alcune stagioni. E mi piace molto anche quanto sta accadendo nel comparto femminile.
Carla Flammini è tornata decisamente al livello dei suoi momenti migliori, ma guardo con molta attenzione quello che sta facendo Valentina Guidi che anche in questo Grand Prix si è ritagliata un brillante posto sul podio. Valentina è un’allieva della scuola di Marco Battisti che nel giro di due anni si è letteralmente trasformata in senso tecnico. Ha questa curiosa tendenza a sparare al Compak da quasi imbracciata che sembrava obbiettivamente un limite tecnico ai suoi esordi, ma che sta diventando perfino un segno distintivo che fa tendenza! E poi sto assistendo volentieri al bel ritorno in pista di Brunella Gibellini in parallelo al consolidamnto tecnico di altre atlete come ad esempio Graziella Zambrino.”
Carla Flammini, per innata modestia, respinge quella definizione di “capitana” che i commentatori le assegnano stabilmente, ma è innegabile che l’atleta-dirigente abruzzese (che nel Grand Prix di Foligno ha vinto con il punteggio di 186/200) sia la specialista azzurra che attualmente può vantare la militanza più decorata in Nazionale e una incomparabile padronanza dei mezzi espressivi in pedana.
“Definirmi capitana mi sembra esagerato, – precisa puntualmente Carla Flammini – perché ritengo che tutto il gruppo di noi ragazze del Compak sia sullo stesso livello. Soprattutto perché alcune mie colleghe in senso tecnico stanno crescendo davvero in maniera esponenziale. Da veterana, più che da capitana, sento però certamente di poter trasmettere la mia esperienza per la gestione psicologica delle gare importanti. A volte succede che la preoccupazione della gara stessa o un pensiero eccessivo rivolto alla difficoltà di alcuni lanci siano proprio le cause scatenanti degli errori, come è capitato a me proprio nella gara di Foligno, all’ultimo campo da cui sono uscita con un 21 esattamente per quel problema. In questa gara sono partita stranamente tranquilla, ma comunque concentrata. L’unico vero motivo di ansia sono stati i nuovi occhiali da vista graduati che non avevo ancora provato e infatti ho faticato un po’ ad abituarmi, sopratutto nel focalizzare l’uscita dei piattelli laterali.”
“Sicuramente ho tenuto una bella media, non si può negare – precisa ancora Carla Flammini – però nella mia gara ci sono stati alcuni zeri di troppo, più che altro su piattelli che assolutamente non temevo e magari proprio per questo ho sottovalutato. Nel Compak è esattamente questo il punto focale secondo me: nessun piattello è facile o difficile a priori, anche perché ci sono molti fattori che condizionano tutto il risultato. Basta considerare che ad esempio a Foligno il sabato pomeriggio si è alzato un vento forte che ha trasformato in un attimo la situazione di gara. Oppure puoi trovarti ad affrontare alcuni lanci con il sole negli occhi o infine devi fare i conti con la stanchezza che interviene nel corso di una gara concentrata ma lunga. Il Compak, insomma è tutto questo messo insieme e il risultato finale si gioca proprio sulla capacità che avrà ogni atleta di controllare ogni elemento.”
“Il Compak è cambiato molto in questi ultimi dieci o quindici anni anni – puntualizza a sua volta Michael Spada – e i parametri che potevano valere una volta non funzionano più. Il livello oggi, in tutti i comparti, è altissimo: nella gara open a livello mondiale ci sono trenta o quaranta tiratori che possono fare il risultato e per emergere devi puntare alla perfezione. Accade un po’ quello che nello Skeet si diceva già più di venti anni fa.”
Ma sulla via di Santiago de Compostela, in vista del Campionato europeo di giugno che sarà il primo vero esame importante della stagione, come si sta muovendo il Compak azzurro?
“Mi risulta che quello di Santiago sia un impianto nuovo – dice Michael Spada – e nessuno degli atleti stranieri in gara a Foligno ha saputo dirmi niente di questa struttura in cui gareggeremo per i titoli continentali, però c’è una certezza su cui possiamo contare da sempre: non conta dove spari e quali piattelli affronterai, ma conta la mentalità giusta con cui ti appresti ad affrontare la gara!”
“L’Itala è in grado di arrivare agli apuntamenti con il passo giusto – precisa il il coach Veniero Spada – perché siamo appunto forti in tutti i comparti. Sì, è vero: in questa gara forse avrei voluto vedere qualcosa di più dai Senior tra i quali quest’anno militano atleti che sono stati fortissimi tra gli Eccellenza nelle passate stagioni, ma anche quello è un comparto solidissimo con Giuseppe Calò, Stefano Lombardi, Mauro Bosi e Alessandro Gaetani, tanto per fare solo alcuni nomi. Insomma, se getto uno sguardo complessivo a tutte le atlete e a tutti gli atleti su cui posso contare, sono pienamente convinto che per tutta la nostra squadra del Compak questo 2022 possa essere senz’altro un anno brillante.”