GIOVANISSIMEVOLMENTE

Un’incursione “random” nelle classifiche del secondo Gran Premio del Settore Giovanile di Umbriaverde per decrittare emozioni e suggestioni degli under 20 italiani del Trap e dello Skeet

(di Massimiliano Naldoni)

 

Contentissima! Se ad Arianna Nember chiedete quali sensazioni si stiano alternando da giorni nella sua testa dopo la conquista della medaglia d’argento tra le Juniores dello Skeet al recente Gran Premio del Settore Giovanile, la risposta senza esitazioni è quella: il superlativo assoluto condito con il punto esclamativo. E si legge chiaramente anche in quell’immagine che ritrae la ragazza bresciana in compagnia del presidente della Commissione lombarda del Settore Giovanile Walter Miotto nella foto che correda questo articolo.

“In una medaglia ci speravo, – precisa la diciassettenne di Lumezzane che frequenta il Liceo Linguistico di Sarezzo – anzi: diciamo che volevo proprio una medaglia ed è straordinario che sia arrivata.”

Ma questo secondo Gran Premio stagionale sulle pedane dei Moschettieri del Nera è stato ricchissimo di emozioni per la skeettista lombarda che non esita ad ammettere di aver ricevuto un’incredibile impulso a tentare coraggiosamente la strada dello Skeet non soltanto perché quella disciplina è stata da sempre pane quotidiano in famiglia grazie alla passione del nonno e del papà, ma anche perché ha potuto apprezzare varie volte dal vivo lo stile, la tecnica e l’incredibile saldezza caratteriale delle “divine” Diana Bacosi e Chiara Cainero.

“Non credevo che sarebbe stata una gara così carica di eventi: – dice Arianna Nember – in effetti nelle prime due serie ho sofferto un po’ per il polline che circolava nell’aria, poi nella prima serie del secondo giorno mi sono resa conto che non stavo compiendo i movimenti giusti e ho certamente perso troppi piattelli per quel motivo. Ma poi sorprendentemente è arrivato il 25 della quinta serie: il mio primo 25 in assoluto e per di più in gara: roba da perdere la concentrazione!”

Invece no: Arianna è rimasta con la testa saldamente sulle spalle, tant’è che anche in finale ha saputo abilmente affrontare qualche situazione ad alto tasso di problematicità.

“Ho conservato la giusta concentrazione fino al secondo giro della finale, ma a quel punto è accaduto qualcosa che proprio non mi aspettavo: il mio fucile ha avuto un problema tecnico e non avrei potuto continuare a gareggiare se il mio compagno di squadra Lorenzo Lugoboni non mi avesse soccorso con il suo fucile. E non sarebbe mai arrivata nepure questa straordinaria medaglia!”

Il podio delle Juniores di Skeet con Eleonora Ruta, Arianna Nermber e Claudia Fortunati

Più forte di Arianna Nember questa volta è stata soltanto Eleonora Ruta che negli ultimi mesi ha davvero assunto l’abitudine felicissima di stazionare permanentemente al vertice del podio delle Juniores di Skeet. La sedicenne di Cisterna di Latina, già protagonista all’invernale di Roma e poi ancora al primo Gran Premio stagionale del Settore Giovanile a Taranto, anche sulle pedane dei Moschettieri del Nera ha saputo imprimere una sigla tutta personale alla gara che le ha fruttato un’altra meritata medaglia d’oro.

“Ho ritrovato una piena regolarità nel mio modo di sparare – spiega Eleonora Ruta – e in pedana ho anche ritrovato pienamente quella me stessa che avevo un po’ smarrito nei primi tempi della stagione. Sono sinceramente molto soddisfatta della finale: 49/60 è un punteggio davvero bello che mi aiuterà a consolidare quella fiducia nei miei mezzi su cui sto lavorando grazie al lavoro preziosissmo dei tecnici Pierluigi Pescosolido, Andrea Filippetti e Sandro Bellini.”

Eleonora Ruta

“Ho vissuto questa gara con uno spirito un po’ diverso, probabilmente perché in ogni gara riesco a far tesoro dell’esperienza della precedente e sto così costruendo il mio Skeet mattone dopo mattone. So per certo che tutte le gare vanno prese con la stessa serietà, ma, come mi suggeriscono saggiamente tutti i miei tecnici, è anche necessario divertirsi ogni volta che si va in pedana. Far coincidere queste due strade che sembrano divergenti sarà la mia missione dei prossimi mesi.”

“Non voglio per forza bruciare i tempi, – afferma con decisione Eleonora Ruta che da anni in parallelo al tiro a volo coltiva la passione del kickboxing – anche se certamente sarei onorata di prendere parte ad una trasferta per rappresentare ufficialmente l’Italia in una gara internazionale. Dico sempre: tutto arriverà quando sarà il momento. L’importante è non smettere mai di sognare e di lavorare seriamente per un traguardo. Quando c’è un ostacolo che sembra davvero insormontabile, con i miei genitori ho l’abitudine di commentare: è certamente difficile, ma non impossibile. Credo che sia il modo più realistico per provare ad affrontare e superare i problemi!”

Una strada analoga in questo secondo Gran Premo del Settore Giovanile l’hanno percorsa anche i due protagonisti della gara delle Giovani Speranze del comparto maschile della Fossa Olimpica: Manuel Beatini e Luca Chessa. Sia per l’atleta bresciano che per il suo collega sassarese, infatti, l’esordio non è stato davvero facile.

Luca Chessa celebra la sua medaglia con Maria Teresa Maccioni

“Nella prima serie del primo giorno non trovavo niente al posto giusto, – commenta Manuel Beatini che il prossimo 17 maggio compie quindici anni – avevo il sole che mi andava a sbattere negli occhi e i piattelli sparivano nel cielo bianco. Sono uscito dal primo giro con un 18 che magari avrebbe totalmente demoralizzato qualcun altro, invece devo dire che questo primo impatto un po’ disastroso con la gara mi ha perfino caricato.”

“Sì, l’inizio della gara è stato carico di stress anche per me,  – commenta in parallelo il sedicenne Luca Chessa – perché ho avvertito subito molta ansia. Per quel motivo la mia prima serie di gara è stata anche la meno brillante: un 20/25 con tre ‘zeri’ addirittura nei primi sette lanci!”

“Della finale sono invece molto soddisfatto, – spiega ancora il sassarese di Ploaghe che da tre anni milita nel Gruppo sportivo dei Carabinieri – ma d’altronde il mio istruttore, Antonello Campus, mi ripete sempre che nel tiro a volo i conti si fanno alla fine e infatti dopo una partenza non brillantissima è arrivata una bellissima medaglia d’argento.”

È stato il papà Gianluca ad avviare al tiro a volo Luca sulle pedane del Tav Mores della Presidente Giovanna Tola e adesso l’atleta sedicenne sta progettando il suo futuro tra la scuola e il campo di tiro. Geometra o tiratore? Ancora Luca Chessa non ha proprio del tutto risolto il dilemma.

“Certamente l’attività sportiva mi interessa molto: in questi anni ho incontrato qualche volta Daniele Resca sulle pedane di Mores e mi ha colpito molto la sua personalità e la sua carica agonistica. È stato un incontro determinante: ho compreso in maniera chiara che cosa vorrei fare e a chi vorrei ispirarmi per la mia attività di sportivo. Guardo naturalmente al futuro immediato e spero di poter offrire una bella prova anche al terzo Gran Premio del Settore Giovanile. Poi naturalmente spero di poter conquistare un posto in una squadra che rappresenti l’Italia in qualche gara internazionale.”

Manuel Beatini con il Presidente Luciano Rossi

Per Manuel Beatini nel prossimo Gran Premio, dopo questa bella vittoria di Umbriaverde, scatterà inevitabilmente la definizione di favorito. Che ne pensa il ragazzo lombardo di questa situazione da affrontare nel prossimo round importante delle gare under 20?

“Non è mai facile per nessuno – dice con sicurezza l’atleta di Montichiari che frequenta l’Itis Cerebotani a Lonato del Garda – e non credo che mi condizionerà. Anzi, le sfide sono sempre un grande stimolo e adesso più che mai sono convinto che occorre far bene alla gara di Cieli Aperti.”

“All’inizio non puoi neppure mai dire come andrà di preciso una gara. – Dice ancora Manuel Beatini – La mia gara di Umbriaverde era partita abbastanza male e poi invece sono riuscito ad agguantare la finale. E poi in finale ho infilato una sequenza perfetta di centri nei primi quindici piattelli, ma poi è calata la concentrazione e ho obbiettivamente un po’ faticato per completare la serie senza pregiudicare tutto. No, non c’entra che questa settimana devo sostenere un’interrogazione importante di geografia e la prossima una di biologia. Ho studiato prima di andare a Umbriaverde e poi di nuovo in questi ultimi giorni dopo la gara, ma durante la gara ho pensato soltanto ai piattelli. Vi assicuro che ho studiato, però! Poi, magari, vi sarò sapere com’è andata…”

Il podio delle giovani Speranze maschili di Trap con Manuel Beatini, Luca Chessa e Carmelo Litteri