Doppietto Compak, la palestra dei campioni

Parola ai protagonisti del Campionato Invernale

(di Massimiliano Naldoni) – Il Campionato d’inverno di Doppietto Compak è la competizione che ormai tradizionalmente inaugura la stagione agonistica federale. Quest’anno il confronto ha richiamato a S. Martino di Rio Salso un numero sensibilmente maggiore di specialisti rispetto al passato. È tempo dunque di “dar le chiavi di casa” a questa variante del Compak in cerca di una sua fisionomia? Lo abbiamo chiesto ad alcuni nomi noti dell’ambiente.

“Nell’analisi partirei dai numeri – dice il Direttore tecnico delle nazionali di Compak e di Sporting Veniero Spada – che sono sempre un dato oggettivo e quindi forniscono elementi attendibili. Negli anni passati a questa gara che inaugra la stagione abbiamo visto concorrere 70/80 tiratori, mentre nello scorso weekend a Rio Salso hanno gareggiato più di 130 specialisti. Potremmo darci la spiegazione più semplice: cioè che il Doppietto Compak ha un po’ faticato a entrare nelle abitudini dei nostri tesserati, ma finalmente ha fatto breccia e questo del Campionato d’inverno di Doppietto è adesso un appuntamento a cui molto vogliono intervenire. Però, io preferisco immaginare che questa gara fosse un po’ snobbata in precedenza e sia più apprezzata adesso, perché i tiratori hanno compreso che ha un alto valore tecnico. Ed è un fenomeno che Alberto Pacassoni, l’ideatore di questa variante, aveva intuito già molto tempo fa quando l’aveva proposta in calendario.” Già, perché questa variante del Compak che nell’arco dei cento piattelli di programma propone l’80% di lanci doppi e soltanto un 20% di lanci singoli, è stata elaborata dal club manager di Tavullia attraverso un’attenta osservazione delle abitudini dei cultori del Compak.

“L’intento di questa mia idea – racconta Alberto Pacassoni – era semplicemente di creare qualcosa che rendesse perfino più divertente una disciplina come il Compak che il divertimento al tiratore lo assicura comunque sempre. È evidente che i lanci doppi sono l’aspetto che rende più spettacolare questa variante della specialità. E allora, a suo tempo, mi sono chiesto: perché non provare ad agire su quel tasto e amplificare spettacolarità e divertimento? Credo che sia venuto fuori un qualcosa di molto interessante e la prova è il gradimento che cresce anno dopo anno. Non ho mai avuto la presunzione di insegnare qualcosa, anzi, dirò di più: se ho avuto effettivamente una buona idea a “inventare” letteralmente il Doppietto Compak, questo è avvenuto perché ho cercato di apprendere tutto quello che era possibile apprendere in ogni angolo del mondo e da tutti. Quando, da giovanissimo, ho iniziato a seguire le orme di mio padre Oliviero che ha creato l’impianto di Rio Salso, sono andato subito a vedere quello che facevano nelle strutture più famose. L’impianto di Parrano di un super esperto come Veniero Spada divenne subito il mio modello, ma allora ho apprezzato anche le belle intuizioni che mettevano in pratica ad esempio a Laterina. A quell’epoca una persona dello staff del Presidente Palinkas mi disse testualmente: scoprirai che in ogni campo che visiterai ci sono idee buone. È un suggerimento che ho sempre tenuto in considerazione. In effetti ciascuno di noi ha magari molte idee da donare agli altri, ma sicuramente ce ne saranno sempre di nuove a cui ispirarsi. Il Doppietto Compak nasce quindi dall’osservazione delle esigenze dei tiratori, da tante mie idee originali e dalla rielaborazione di alcune idee buone che rendono il Compak spettacolarissimo.” La collocazione in calendario di quella che attualmente è l’unica gara di Doppietto Compak è un tema su cui sia Veniero Spada che Alberto Pacassoni hanno riflettuto a lungo. “In realtà – precisa il club manager di S. Martino di Rio Salso – quest’anno avremmo voluto calendarizzare la gara un po’ più avanti: a fine febbraio o addirittura a marzo. C’è una spiegazione anche organizzativa a quella scelta che avevamo considerato: il Campionato di Doppietto Compak vanta molti affezionati cultori che tornano ogni anno a gareggiare, ma richiama sempre anche nuovi specialisti. C’è, quindi, molta circolazione di pubblico intorno al Doppietto e questo ci permette di immaginare anche una collocazione diversa in calendario.” Tra alcuni dei “big” che hanno conquistato i titoli all’edizione più recente ci sono però posizioni molto diverse sulla diversa destinazione in calendario di questa gara. Alessia Panizza, neo-campionessa tricolore, vota ad esempio per l’attuale collocazione: “Ritengo che il Campionato di Doppietto sia la gara ideale per aprire la stagione. Più avanti ci sono gare certamente molto più importanti come i Gran Premi e i Campionati italiani, senza contare che già in primavera inizia l’attività internazionale che per molti specialisti si incrocia con quella nazionale. Credo che se collocassimo il Campionato di Doppietto in contemporanea ad alcune di quelle gare, il Doppietto verrebbe disertato: specialmente dalla base dei praticanti che in alcuni casi deve scegliere come destinare le proprie risorse. Se ti trovi al bivio, finisci per scegliere la gara più importante o più prestigiosa o comunque quella in cui ritieni di poter centrare qualche risultato e lasci fuori quella che è, sì, un ottimo allenamento sui doppi lanci, ma in effetti pur sempre un allenamento. Personalmente non cambierei niente di questa gara, tantomeno la sede: Rio Salso è un impianto bellissimo in cui si va a sparare sempre volentieri e questa formula del Doppietto, in questa data, è perfetta per il primo contatto dell’anno con il Compak e per il test sui doppi lanci.” Qualche ipotesi di modifica della gara l’ha formulata del resto anche Veniero Spada: “Si potrebbe immaginare effettivamente di trasformarla in una gara di soli doppietti per completare quel processo di diversificazione definitiva dal Compak che alcuni tiratori chiedono. Potremmo poi giocare, come avviene del resto già anche adesso, proprio sulle tante potenzialità del doppio lancio: proporre doppi allo sparo e doppi simultanei e ancora doppi in sequenza a raffica dalla stessa macchina.” Un fan della maggiore difficoltà del Doppietto è certamente Davide Gasparini, il quasi infallibile vincitore del titolo di Eccellenza del 2022.

“Concordo in pieno con il coach Veniero Spada: il Campionato di Doppietto dovrebbe essere davvero una gara di soli doppietti in cui si potrebbe appunto giocare con le sfumature dei doppi lanci. La mia idea è che il Doppietto debba conquistare definitivamente la sua distanza dal Compak. Il Compak è una disciplina bellissima, ma il Doppietto potrebbe esserlo perfino di più: per questo io aumenterei le difficoltà e soprattutto collocherei il Campionato di Doppietto più avanti nella stagione. A mio parere questa bellissima gara di soli doppi lanci sarebbe perfetta per una fase più avanzata della preparazione stagionale.” Inevitabile che una diversa collocazione in calendario finisca per andare a coinvolgere anche i ritmi di preparazione degli atleti. Ma è di nuovo Veniero Spada a risolvere il dilemma con molto pragmatismo. “Quella della forma perfetta dell’atleta nel momento perfetto della stagione, – spiega il selezionatore azzurro – quantomeno per le nostre discipline del Compak e dello Sporting è una leggenda da sfatare. Al Campionato di Doppietto dello scorso fine settimana abbiamo visto sparare splendidamente Davide Gasparini, ma anche ad esempio i due Junior Cristian Camporese e Matteo Plodari. Dovremmo allora immaginare che questi atleti siano già perfettamente in forma adesso e dovremmo quindi preoccuparci perché probabilmente in piena estate, per le gare internazionali che contano, potrebbero non essere nel giusto stato di forma? Per esperienza io sono convinto che quella che chiamiamo forma perfetta possa durare a lungo nella stagione e non sia un picco che devi collocare nel momento che ti serve. Inoltre ho di nuovo l’impressione che quella che chiamiamo forma sia in realtà la capacità di interpretare perfettamente quella determinata gara. Gasparini, Camporese, Plodari hanno sparato bene a Rio Salso perché hanno saputo entrare nello spirito di quella gara. Troppa pressione e troppe aspettative non aiutano l’atleta: l’agonismo nelle nostre discipline ha essenzialmente bisogno di serenità!”