Cristian Camporese: quando il sogno si avvera

Ha descritto la sua affermazione al Mondiale di Sporting come la vittoria più desiderata e più importante il giovane campione padovano che con il prestigioso risultato di Orvieto è già idealmente sbarcato nel mondo dei “grandi”

(di Massimiliano Naldoni)

SECONDA PARTE

 

Veniero Spada, a proposito della prova di Cristian Camporese al Mondiale di Orvieto, utilizza da giorni un’espressione lapidaria che non lascia adito a dubbi: “Ha fatto una super gara!”

Il ventenne atleta padovano non è nuovo a imprese eccezionali nel Compak e nello Sporting che sono le sue discipline di elezione, ma certamente la conquista del titolo iridato nella disciplina “itinerante” è uno di quei paletti della carriera il cui ricordo si conserverà poi per sempre.

“È la vittoria più desiderata e più importante di quella che fino ad ora è stata la mia carriera di tiratore – precisa Cristian Camporese – e ha rappresentato davvero una grande soddisfazione non soltanto ovviamente centrare quel successo ma anche ricevere i complimenti e le congratulazioni di tantissimi campioni dell’ambiente dello Sporting. Questo Mondiale ha visto in gara mille specialisti e tra loro tutti i maggiori talenti del pianeta: tra loro sono stati davvero tanti coloro che mi hanno chiesto di posare per una foto da postare sui social. Sono arrivato stanchissimo alla fine della gara, ma quelle testimonianze di stima mi hanno ripagato davvero tanto di tutte le energie che ho messo in campo per conseguire questa vittoria.”

Cristian Camporese non è soltanto quell’atleta dalle doti tecniche raffinate che il mondo del tiro a volo ha già potuto apprezzare da molte stagioni, ma è soprattutto un accurato e meticoloso stratega delle proprie gare.

Il campione del mondo Junior di Sporting Cristian Camporese

“Alla vigilia di ogni gara, dopo che ho visionato l’impianto in cui si disputerà la competizione, non posso fare a meno di formulare idealmente il punteggio che secondo me attribuirà la vittoria e in questo caso avevo “battezzato” gli itinerari di Orvieto con 190 o 191. L’impresa che è riuscito a compiere Alessandro Gaetani, che ha vinto addirittura con 195, è quindi davvero straordinaria e personalmente devo di nuovo complimentarmi con lui, come ho già fatto naturalmente sul campo, per l’altissima qualità della sua prova. Ma non posso negare che sono stato sorpreso in positivo anche dalla mia gara. Ai 150 piattelli, quindi al termine del terzo giorno, mi sono presentato con il punteggio parziale di 146 e con il 25 della prima serie dell’ultima giornata di gara sono approdato a 171/175: un punteggio che sinceramente non avrei mai immaginato di poter conseguire in una competizione che presentava alcuni lanci davvero molto impegnativi. Forse effettivamente a quel punto un po’ di vertigine si è fatta sentire. Ho affrontato l’ultima serie consapevole di essere in corsa non soltanto per il titolo della mia qualifica, ma addirittura per un posto sul podio o perfino per la vittoria della gara open.”

“Non siamo robot – dichiara Cristian Camporese – e in alcuni momenti determinanti della gara devi fare i conti con la tensione psicologica e con la tua emotività. All’ultima serie è venuto fuori un 22: il punteggio meno brillante di tutto il Mondiale di Orvieto. Era una serie con alcune difficoltà, sì, ma so di aver sbagliato qualche piattello che altrove si definirebbe anche “facile”. Mi sono anche un po’ allarmato nel corso della serie: ho fatto uno zero alla prima piazzola, poi un altro alla seconda e ancora un altro alla terza e a quel punto ho temuto davvero di non saper controllare la tensione!”

Camporese al vertice del podio degli Juniores al Mondiale di Orvieto davanti al francese Cloitre e allo statunitense Wilson

Il responso dell’ultima serie di gara del Mondiale di Orvieto è stato tuttavia sufficiente per consegnare il meritatissimo titolo iridato degli Juniores a Cristian Camporese che ha concluso la competizione umbra con il totale di 193/200: un punteggio che, oltre a contribuire a proiettare al primo posto il team degli azzurrini completato da Federico Vitarelli e Matteo Plodari, ha permesso al suo autore di essere in corsa per il podio della gara open. Con 193 l’azzurro della scuderia del Giorgio Rosatti di Ponso si è trovato infatti ad affrontare un impegnativio spareggio con il francese Bastien Havart.

“La statistica non era dalla mia parte – spiega Camporese – perché nella maggior parte dei casi in cui ho spareggiato per una posizione nella classifica open non è andata benissimo. E anche in questo caso ho dovuto cedere il terzo posto ad Havart che certamente ha potuto mettere in campo un’esperienza maggiore della mia e ha saputo gestire meglio quel particolare momento che evidentemente esigeva maggior freddezza. Sono sincero: il mio obbiettivo era il titolo di categoria e anche se non voglio certo dire che non avesse importanza correre per un posto sul podio nella gara open, giudico anche che non si debbano anticipare troppo i tempi. Dall’anno prossimo, quando sarò in gara nei Men e non più tra gli Juniores, allora affronteremo la questione sotto un’altra prospettiva.”

Cristian Camporese

“A proposito della capacità di affrontare i momenti più critici di una gara, – precisa il neo-campione del mondo degli Juniores – anche in questo caso ammiro molto Alessandro Gaetani che ha davvero una marcia in più e senza dubbio merita di aver centrato quello straordinario risultato che è riuscito a conseguire. Gaetani possiede quella singolare capacità di non lasciarsi condizionare dal responso di una serie. Che sia stata un capolavoro o che invece ne sia venuto fuori un risultato poco soddisfacente, Gaetani ha sempre il pieno controllo di sé e delle sue emozioni. E per me è davvero un mito.”

“Ma io sono convinto – prosegue il campione padovano in cui il grande talento agonistico e una naturale modestia convivono perfettamente – che nel nostro ambiente ci siano tantissimi atleti dai quali è possibile apprendere validi modelli di comportamento in gara. Ho apprezzato molto ad esempio che per la mia vittoria si sia subito complimentato con me Joseph Fanizzi che un anno fa vinse il titolo mondiale degli Juniores in Ungheria con uno straordinario 190. Fanizzi, che anche al Mondiale di Orvieto è stato in corsa per una medaglia individuale e ha guidato all’argento la sua formazione degli Stati Uniti, si appresta ad affrontare una carriera da tiratore professionista e, malgrado i tanti successi in carriera che ha già ottenuto, conserva quella misurata umiltà che è tipica dei grandi campioni. Credo proprio che tutti questi esempi di grandi atleti che sono campioni in pedana ma soprattutto nella vita sia il valore più alto che il nostro mondo del tiro a volo può proporre.”