Come quando piovono medaglie

Parlano i protagonisti e le protagoniste dell’Europeo di Fossa Olimpica: le impressioni del Direttore tecnico dei PO Albano Pera, di Silvana Stanco, di Jessica Rossi e di Daniele Resca

(di Massimiliano Naldoni)

 

Che nello sport – e soprattutto nella narrazione che se ne propone – il trionfalismo sia una tecnica descrittiva molto diffusa, è un dato di fatto. Ma proprio Albano Pera tempo fa suggerì qualche distinzione perché nel tiro a volo, quando è pioggia di medaglie, è davvero un diluvio.

“Per quattro ori e un bronzo e una carta olimpica, questa volta: sì, che si può scomodare davvero la pioggia!” Scherza al proposito il Direttore tecnico dei PO della Fossa Olimpica.

Albano Pera con Silvana Stanco e Jessica Rossi

“Ma se piovono medaglie – precisa Albano Pera stando simpaticamente al gioco dell’indagine sulla terminologia dei cronisti sportivi – occorre anche puntualizzare quanto lavoro ci sia alle spalle di quel risultato che giustamente definiamo trionfale. Ed è proprio il nostro caso. È chiaro che sono soddisfattissimo del responso della gara delle ragazze, perchè è un risultato che in certo modo mi aspettavo dal momento che ero ben consapevole del loro stato di forma, ma si tratta anche dell’effetto di una vera e propria cura da cavallo a cui la squadra ha saputo sottoporsi in preparazione di questo Europeo che è certamente risultato bellissimo: probabilmente uno dei più belli che abbia vissuto in venticinque anni di conduzione della squadra.”

“Siamo partiti da lontano e poiché tutti insieme abbiamo deciso che non potevamo continuare a fare ottime gare il cui valore si disperdeva e si smorzava nei rivoli delle semifinali e delle finali, abbiamo lavorato in maniera drastica su quelle fasi della gara. Se ho detto cura da cavallo, non ho esagerato perché il criterio che ho seguito era quello di portare le atlete e gli atleti a disputare semifinali e finali come se si trattasse dell’ordinario: una cosa normalissima che si è sperimentato e affrontato così tante volte da smorzarne tutte le insidie.”

Il Dt Pera con Daniele Resca, Mauro De Filippis, Lorenzo Ferrari, Fabio Partigiani e Aldo Bionda

“Nei primi mesi dell’applicazione nelle gare internazionali di questa nuova tipologia di finale – spiega il coach toscano –  molto probabilmente non abbiamo dato il giusto peso a un aspetto fondamentale che è quello dei tempi di esecuzione della gara. In pedana in semifinale e in finale le atlete e gli atleti sono in quattro e non in sei. Quando siamo in sei in pedana si spara ogni minuto, ma se siamo in quattro i tempi si dimezzano letteralmente. Allora, oltre ovviamente a sparare un colpo solo come nelle fasi finali, abbiamo lavorato molto sullo stress che si crea con questa forte riduzione del tempo a disposizione.”

Sull’importanza di questa piccola-grande rivoluzione condotta da Albano Pera nella preparazione per l’Europeo di Cipro interviene anche Silvana Stanco.

“Inizialmente non abbiamo davvero dato peso ai tempi di esecuzione della semifinale e della finale – dice la neo campionessa continentale e autrice della conquista della carta olimpica – e invece quell’aspetto è centrale e lo risolvi soltanto se dedichi tutto un raduno a quel problema come abbiamo fatto in preparazione dell’Europeo. In allenamento io a volte sparo anche un giorno intero a un colpo solo e magari faccio due o tre serie di seguito per riprodurre il ritmo della semifinale e della finale, ma per adeguarsi ai tempi serve fare dei test tutti insieme ed è il raduno il momento in cui metti davvero mano al problema.”

Albano Pera con Silvana, Stanco, Jessica Rossi e Giulia Grassia

Sulla tipologia dell’attuale fase finale della gara non fa sconti neppure Jessica Rossi.

“Non posso fare a meno di dire che questo regolamento è il peggiore di tutti quelli che abbiamo sperimentato. L’accesso alla semifinale di otto atlete e atleti può anche andar bene, ma la divisione in due semifinali da quattro davvero continuo a non digerirla proprio! Per il semplice motivo che accade abbastanza spesso che un punteggio che ti esclude in una semifinale ti promuoverebbe nell’altra.”

“Certamente – dice ancora Jessica: bronzo nell’individuale e leader carismatica delle gare a squadre – a Lonato prima dell’Europeo abbiamo fatto un lavoro importantissimo e prezioso. Io arrivavo da tre finali brutte: a Cipro, a Baku e in Algeria ed era necessario rivoluzionare questa situazione. Fra l’altro sono approdata a questo Europeo al top della forma e serena e positiva, quindi mi aspettavo di fare una gara davvero bella. Come del resto è stato. Infatti adesso, a qualche giorno dalla gara, posso dire che non ho rimpianti per il metallo della medaglia: l’argento non avrebbe cambiato molto. Silvana, poi, è stata straordinaria e questa volta senza mezzi termini imbattibile!”

Quanto alla gara del comparto maschile all’Europeo di Cipro, è ancora Albano Pera a fornire un giudizio molto concreto.

“Ovviamente mi aspettavo di più dai ragazzi, ma è evidente che non è stato certo un problema di preparazione. La preparazione c’era, eccome! E la tecnica anche, naturalmente. Né possiamo addossare delle responsabilità all’impianto perché obbiettivamente non ci sono stati problemi. Sicuramente è stato l’approccio a questa gara che non è stato troppo lucido. Per abitudine tendiamo tutti a complicare le situazioni: dovremmo invece sfoltire i pensieri e acquisire serenità. Anche nello sport, e soprattutto nel nostro sport, devi sempre vivere il presente: la gara che stai facendo. Nel nostro mondo si dice sempre che devi condurre la tua gara piattello per piattello e sembra una banalità per il fatto che è un concetto che tutti abbiamo ripetuto chissà quante volte. Però i concetti semplici non sono mai banali e sono nei fatti quelli che corrispondono alla realtà. Sfoltire i pensieri, come dicevo prima, significa proprio recuperare la semplicità dell’essenziale. Io dico sempre che ci sono soltanto due piattelli: quello colpito e quello non colpito, quello rotto e lo zero. Non esiste il piattello colpito di seconda, il piattello colpito di fortuna e quello colpito di lametta. Punto e basta.”

Albano Pera con Jessica Rossi e Daniele Resca

Anche Daniele Resca, protagonista assoluto del Mixed Team con Jessica Rossi e poi della gara a squadre, concorda in pieno con la lettura del selezionatore.

“L’approccio alla gara individuale non è stato perfetto come invece è accaduto altre volte. Anche se in realtà c’era un gran lavoro alle spalle che infatti ha permesso di fare un grande risultato nelle prove collettive. Tecnicamente eravamo certamente pronti: la giornata storta, però, capita a tutti e questo ovviamente in me ha prodotto una notevole delusione. Sono invece molto soddisfatto delle altre gare. Nonostante che anche io, come Jessica, abbia molte riserve su questa tipologia di finale, posso dire che nel Mixed Team siamo stati autori di una gara strepitosa. Nel Mixed Team ha molta importanza la sintonia: con Jessica negli anni siamo cresciuti agonisticamente insieme e naturalmente ci alleniamo tanto insieme seguiti da Albano Pera che ci dà sempre grande sicurezza. Tutto questo rappresenta un contributo tecnico fondamentale a cui si aggiunge la capacità di affrontare le gare con molta serenità: se capita, ridiamo e scherziamo ed è un modo per smorzare la tensione e recuperare quel gusto del divertimento che deve sempre appartenere allo sport. Non vorrei peccare di presunzione, ma certamente con Jessica, per i traguardi raggiunti in carriera da entrambi e frattanto anche per l’esperienza di pedana, nel Mixed Team rappresentiamo una delle squadre più forti del mondo. Però anche con i miei colleghi della squadra maschile in qualche momento ci siamo sia divertiti che confortati. E lo spirito di squadra è proprio questo.”

La sintesi perfetta per questo Europeo delle meraviglie l’ha scolpita sicuramente Jessica Rossi: “Da Cipro sono tornata sicuramente con delle certezze in più. Questo Europeo dà un contributo di positività al nostro lavoro e adesso si tratta di conservare questo ottimo stato di forma in vista del Mondiale.”

In parallelo, al confronto iridato Albano Pera guarda con il consueto pragmatismo: “Sarà un Mondiale difficilissimo. Dicevo prima che sono venticinque anni che affronto gare importanti da allenatore e ogni volta è complicato come se fosse la prima volta, quindi è davvero impossibile pensare di dormire sugli allori!”