Bellini: lo Skeet a Suhl tra molte luci e qualche ombra

Il Commissario tecnico del Settore giovanile della disciplina giudica complessivamente positivo il responso dell’Issf Junior World Cup, ma propone anche una circostanziata analisi caso per caso

(di Massimiliano Naldoni)

“La differenza tra una medaglia di bronzo e invece un’altra d’oro o d’argento c’è, eccome: impossibile negarlo!”

A parlare è Sandro Bellini, il Commissario tecnico del segmento Skeet del Settore giovanile e l’allusione, tutt’altro che velata, è diretta alla bella gara di cui è stata autrice Damiana Paolacci all’Issf Junior World Cup di Suhl che si è conclusa la scorsa settimana.

“Impossibile anche reprimere un lieve moto di amarezza  per il responso di alcune prove come ad esempio proprio quella di Damiana che aveva esordito con qualche evidente difficoltà, ma ha saputo reagire validamente e ha pienamente meritato la sua medaglia. Ma sicuramente avrebbe meritato una medaglia di un metallo più prezioso.”

Sandro Bellini con Damiana Paolacci

“La gara di Paolacci è stata in certo modo esemplare. – Prosegue il selezionatore toscano – La sua prima serie si è risolta in un 19/25: è maturato subito un errore alla pedana 1, poi ancora alla 2 e alla 3 e perfino alla 8. Ma si può comprendere che la prima gara internazionale della stagione ingeneri inevitabilmente tensione. Mi è piaciuto molto però appunto come Damiana ha saputo reagire: ha restituito qualità alla sua gara fino dalla serie successiva alla prima e si è aggiudicata la fase finale con grande merito. E proprio qua, però, sono emersi tutti i limiti di questa tipologia di finale che impone alle atlete e agli atleti degli intervalli non equlibrati. Damiana era inserita nella seconda semifinale, in cui ha prevalso brillantemente, ma ha dovuto affrontare la finale subito senza nessuna sosta dopo la sua semifinale, diversamente da quello che è accaduto ad altre atlete che si erano qualificate invece nella semifinale precedente. L’impossibilità oggettiva di eseguire il corrretto scarico nervoso e il conseguente ricarico in tempi brevi tra la semifinale e la finale ha prodotto quegli errori che hanno impedito a Damiana di conseguire una vittoria che sarebbe stata pienamente meritata.”

“Va anche detto che nelle gare nazionali del Settore Giovanile non avevamo mai affrontato le nuove finali e quindi c’è stato un doppio impatto per le nostre atlete e i nostri atleti: una gara internazionale con tutte le naturali pressioni che esercita e una finale completamente nuova e non sperimentata.”

Certamente gli occhi di tutti in questa World Cup di Suhl erano puntati sulla prova di Sara Bongini che rappresentava indubbiamente l’atleta più titolata di questo gruppo di giovani skeettiste che Sandro Bellini ha condotto nella gara tedesca.

Sandro Bellini

“Sì, Sara era chiaramente la punta di diamante di questa formazione – precisa il coach pistoiese – e sicuramente anche le inevitabili tante aspettatve che si erano concentrate su questa nostra atleta hanno prodotto una notevole tensione. Non è nelle mie abitudini individuare giustificazioni a tutti i costi per le mie atlete e per i miei atleti, e tutti loro lo sanno perfettamente, però devo premettere che Sara è arrivata a questa gara in una condizione psico-fisica decisamente non buona. Non era sufficientemente serena e aveva momentaneamente smarrito quella fiducia che in queste ultime stagioni l’ha resa una delle atlete più titolate del nostro comparto.”

“In questi casi – dichiara ancora Sandro Bellini – tutto sembra normale fino a quando non si presenta un detonatore che innesca l’esplosione del problema. Sara Bongini ha evidentemente messo in campo tutto il suo talento e tutta la sua determinazione, ma subito alla prima serie di gara si è verificato un espisodio che ha demolito quel fragile edificio di certezze che la nostra azzurrina faticosamente aveva saputo costruire. È entrata in pedana e alla 1 ha sparato bene. Alla pedana 2 sono però emersi dei problemi a una delle macchine: ci sono stati dieci minuti di interruzione proprio al suo turno. Questo stop e la difficoltà nella ripresa della gara sono stati devastanti. Sara ha distribuito errori in tutto il resto della serie e in quel momento non è proprio riuscita a recuperare le energie fisiche e mentali per contrastare gli effetti dell’inconveniente. Certamente con il responso della prima serie Sara ha compreso che la gara era compromessa ed è davvero difficilissimo per un’atleta riuscire a rimanere in partita con un avvio così disastroso. È stata comunque decisamente brava a tenere in piedi la prova: abbiamo ovviamente parlato molto dopo quell’episodio della prima serie e so per certo che adesso, con il riposo e la tenacia che è in grado di mettere in campo, Sara saprà tornare in gara nelle prossime prove anche e soprattutto con una mentalità rinnovata.”

Le pedane di Suhl sono certamente un esame importante per tutte le atlete e per tutti gli atleti e il fatto stesso che un po’ tutti i talenti del comparto maschile e di quello femminile del tiro a volo mondiale negli ultimi cinque decenni siano transitati in un modo o nell’altro da quell’impianto tra i boschi della Tringia spiega anche che una gara internazionale su quel terreno è un test determinante per verificare le doti agonistiche.

Spiega ancora Sandro Bellini: “L’ansia da debutto esiste e la vediamo da sempre: è un effetto naturale con cui si devono fare i conti. In questa trasferta di Suhl c’erano due autentici debuttanti: Viola Picciolli e Marco Coco. Marco ha affrontato da sedicenne questa sua prima gara internazionale e ne è uscito complessivamente bene. Il suo 115/125 non è distantissimo dai punteggi che hanno qualificato alla fase finale. Fra l’altro Marco ha certamente commesso qualche errore che in altre situazioni meno emotivamente coinvolgenti sicuramente non commette: ha sbagliato qualche piattello, come ad esempio un 8 pull, che per praticità definiamo semplice. Mi ha detto che era tranquillo e posso dire che l’ho visto effettivamente sereno, poi certamente in campo qualche elemento di tensione si è presentato. La tensione è quella che ha agito anche su Paolo Micheli che a sua volta ha sbagliato dei piattelli, un 7 pull tanto per fare un esempio, che altrove sicuramente non sbaglia. Però anche nel caso di Micheli il responso della gara è positivo. Anche di Viola Picciolli sono contento: era appunto alla sua prima gara internazionale e ha dimostrato di poter fare bene. Non ha fatto un grande punteggio a livello individuale, però è certamente cresciuta in questi ultimi tempi e poi l’ho vista davvero molto determinata nella gara a squadre in cui ha addirittura realizzato il suo record personale.”

“Quella di Andrea Galardini è stata una gara di qualità altissima. Andrea ha dato prova anche di grande saldezza caratteriale: ha lasciato andar via, ad esempio, due piattelli alla 1 in due serie, ma ogni volta ha saputo portare in fondo la serie senza tentennamenti. Ha meritato pienamente l’accesso alla fase finale ma è rimasto comprensibilmente deluso, e tutti noi con lui, per l’eliminazione in semifinale. Fra l’altro in quella semifinale aveva sparato molto bene nei primi dieci lanci, poi nella seconda parte, per controllare di più i piattelli, si è un po’ irrigidito e la tensione ha provocato qualche errore di troppo. Ma Galardini è stato davvero molto solido anche nella gara a squadre e nel Mixed Team e so che con questa importante esperienza ha consolidato la sua fiducia nei propri mezzi e ha capito qual è l’atteggiamento da assumere in gare di questo profilo. Poteva fare una buona gara anche Francesco Bernardini che sicuramente ha, per così dire, regalato qualche zero: con pochi piattelli in più avremmo visto Francesco nella fase finale e, per le buone prerogative di questo atleta, sarebbe stato un bel confronto.”

Sandro Bellini e Damiana Paolacci

“Certamente il livello complessivo dell’ambito internazionale è molto alto. – Conclude Sandro Bellini – Ci sono squadre che stanno esprimendo uno Skeet di alto livello: parlo degli Stati Uniti, di Cipro, della Repubblica Ceca. Si tratta di nazioni che presentano non soltanto qualche talento isolato, ma un gruppo numeroso di atlete e atleti di grande solidità tecnica. Dovendo fare qualche altro nome, direi che vedo crescere molto anche la Svezia e l’India. So per certo che tutte queste formazioni si allenano molto ed è facile comprendere che più ti alleni e più hai possibilità di migliorare in tempi anche brevi. Arriveranno certamente da queste scuderie le atlete e gli atleti con cui ci dovremo confrontare nelle prossime gare.”