A proposito di Fossa Universale…

Il secondo Gran Premio della “cinque macchine” ha rivelato nomi celebri e talenti nuovi autori di grandi imprese sulle pedane di Zevio, La Torre, Castelfidardo, La Cicogna e La Tranquilla

(di Massimiliano Naldoni)

Chi l’ha detto che il tiro a volo e il rugby sono due sport distanti? C’è un trentaduenne di Mirano, che al secolo risponde al nome di Niccolò Triglia e che sulle pedane di Castelfidardo ha collezionato il miglior punteggio al secondo Gran Premio stagionale di Fossa Universale (93/100), che ha formulato proprio la teoria contraria: ovvero che palla ovale e piattello circolare possano trovare una sintesi.

“Certo! – Sentenzia il Seconda categoria Niccolò Triglia – Dopo venti anni di rugby e sei di pedana credo davvero di poter dire di aver trovato la soluzione”

L’eclettico atleta veneziano aveva trovato la sua vocazione sportiva da giovanissimo nel Petrarca Rugby a Padova ma di lì a poco sarebbe esploso anche il suo interesse per il tiro a volo.

Fabrizio Bruni al vertice del podio dei Prima categoria al Tav La Torre

“Nel 2016 ho scoperto il tiro a volo a Santa Lucia di Piave. Ho iniziato con la Fossa Olimpica secondo un percorso abbastanza tradizionale con un super maestro come Francesco Belluco che mi ha fornito i primi rudimenti. Ma poi un giorno sono andato a Mel, al campo di Deborah Gelisio, e ho provato la Fossa Universale. Ed è stato amore a prima vista: un vero colpo di fulmine. Ho continuato a sparare all’Olimpica, certo, ma a quel punto ho voluto approfondire l’Universale e probabilmente ho scoperto che tra tutte le discipline del tiro quella era certamente la mia specialità.”

Triglia, che nel rugby gioca “seconda linea”, frattanto è passato dal Petrarca al Pesaro rugby e a Fano, nel suo nuovo luogo di residenza, ha individuato la sede giusta per far prendere campo alla sua nuova passione per l’Universale.

“Non ho certo perso interesse per il Trap, – precisa l’atleta di Mirano – è che l’Universale ha quel qualcosa in più..! Anzi, sono molto grato ai dirigenti del Tav Fano che in questi anni hanno creduto in me e mi hanno inserito spesso in squadra: nel 2021 ho militato nel team di Fano alla Coppa dei Campioni e al Campionato delle Società ed è stata un’esperienza straordinaria. Ma la Fossa Universale dà un vero brivido. Probabilmente è per quello che anche domenica scorsa nel Gran Premio sono riuscito a totalizzare un bel punteggio nonostante il maltempo. Durante le ore della mattina abbiamo sparato in condizioni buone, ma nel pomeriggio, con il vento forte e la visibilità molto ridotta, i piattelli erano davvero difficili.”

Carlo Angelantoni è stato il più forte dell’Eccellenza a Castelfidardo

“Dopo venti anni di rugby e sei di tiro a volo – conclude Niccolò Triglia – so appunto come sintetizzare le mie due passioni sportive. Il rugby mi ha insegnato certamente lo spirito di squadra che nella Fossa Universale e nell’Olimpica diviene invece per certi aspetti un’arma a doppio taglio. Quando sei in un gruppo rispondi delle imprese e degli errori: dei tuoi errori e di quelli degli altri e devi bilanciare queste impressioni. Ma io dico sempre: se ti diverti, non ti pesa. E io con il tiro a volo mi diverto molto. Vorrei semmai che nelle Marche, nella zona in cui vivo attualmente, la Fossa Universale prendesse un po’ più piede. In realtà gli specialisti della ‘cinque macchine’ non sono molti in quell’area e forse il mio prossimo traguardo sarà proprio incentivare la partecipazione in questa disciplina e provare a far aumentare il gradimento per questa meravigliosa specialità.”

Roberto Zallocco è stato il leader dei Senior a Castelfidardo

Anche Fabrizio Bruni lamenta che in Toscana i cultori della disciplina dell’Universale non sono così numerosi.

“È da sempre la terra dell’Olimpica – segnala l’atleta fiorentino che al Tav La Torre ha totalizzato il miglior punteggio (96/100) del segmento toscano del Gran Premio – e all’Universale resta la fama della sorella un po’ sfortunata. In altre aree d’Italia c’è sicuramente una cultura maggiore in questa disciplina. Fino da quando ho iniziato a sparare ho sempre voluto percorrere le due strade dell’Olimpica e dell’Universale in parallelo, ma so per certo che non sono tanti ad assegnare lo stesso ruolo alle due specialità. Io so che nella Fossa Universale chi rompe più piattelli, vince. E ritengo che nel tiro a volo questo resti il criterio più valido.”

Che il Trap e la “cinque macchine” vivano da sempre un affascinante misto di condivisione e di separazione dei propri percorsi lo provano tante altre esperienze sportive, anche abbastanza distanti per configurazione generale, che il secondo Gran Premio dello scorso weekend ha messo in evidenza.

Chi frequenta il tiro a volo e ne conosce i valori agonistici sa bene ad esempio chi è Carlo Angelantoni. L’atleta umbro sul campo di Castelfidardo con tutta la sua ben nota classe ha sfoderato un solido 93 con cui ha prevalso nella massima categoria. Un punteggio, quello confezionato all’impianto marchigiano dall’ex azzurro dell’Olimpica, in cui ha certamente un ruolo la lunga militanza di pedana del suo autore.

Nicola Carbone al vertice del podio dei Prima categora a La Tranquilla

“Ci sono certamente dei risultati che si acquisiscono con il mestiere – precisa Carlo Angelantoni – e sicuramente il mio punteggio di Castelfidardo va nel novero di quelli conseguiti con l’esperienza. Gli impegni di lavoro che comporta la gestione di un’impresa edile come la mia non mi consentono di essere presente sui campi di tiro come avveniva in passato. Anche in questi ultimi mesi non sono stato così assiduo negli allenamenti. Ma è anche vero che l’Universale consente questi grandi recuperi e infatti, malgrado il vento forte che ha bersagliato il campo di Castelfidardo durante il Gran Premio, con una zampata sono riuscito anche a confezionare un 25!”

Una situazione analoga sulle stesse pedane l’ha vissuta il Senior di Prima categoria Roberto Zallocco che è stato autore dello stesso 93/100 che appunto a Castelfidardo ha attribuito il primato nelle rispettive categorie all’Eccellenza Carlo Angelantoni e al Seconda Niccolò Triglia.

“In questi ultimi mesi – racconta l’atleta marchigiano – ho affrontato un’esperienza lavorativa un po’ diversa: per una nota azienda del settore sono responsabile di un’area clienti molto più vasta e questo nuovo incarico ha sottratto inevitabilmente tempo all’attività sportiva. Ho certamente potuto condurre allenamenti meno serrati e non ho potuto dedicarmi con la stessa cura di un tempo al Campionato invernale. Il 93 che ho totalizzato in questo Gran Premio è stato davvero una sorpresa: con l’allenamento ridotto rispetto al passato e con le condizioni ambientali estreme in cui abbiamo gareggiato è da considerare certamente un risultato al di sopra delle mie aspettative. Buon segno per le prossime gare!”

Del resto il secondo appuntamento stagionale con la Fossa Universale ha visto in gara in molte delle cinque sedi designate alcuni bei nomi della disciplina. Al Tav La Cicogna di Cerignola, ad esempio, è stato un brillantissimo Giorgio Cacciapaglia a centrare il punteggio più alto: 95/100.

“È stata una gara difficile – commenta l’atleta pugliese di Nardò – in cui si è rivelata determinante la capacità di gestire le condizioni climatiche avverse. Addirittura l’ultima serie si è protratta per un’ora per il vento fortissimo che ha costretto a continue interruzioni. Malgrado questi disagi ne sono uscito con un 24/25 che ovviamente ha avuto il suo peso sul punteggio complessivo. Certamente questa è la prova che l’esperienza riesce a venire in soccorso di un atleta quando magari la condizione fisica non è impeccabile e l’allenamento non è assiduo come un tempo. Sappiamo bene tutti noi del tiro a volo che in questo sport il contributo dell’atteggiamento mentale al conseguimento della prestazione è pari al 70%, pertanto che ci sia un vento devastante e continue interruzioni oppure che tutto fili perfettamente liscio, l’esito della gara dipende dalla tua testa!”

Il Seconda Giuseppe Centonze al vertice del podio a La Tranquilla

Indubbiamente una bella sfida è stata anche quella che ha avuto come teatro l’impianto de La Tranquilla che ha visto attestarsi in vetta alla classifica generale a quota 92/100 il Prima Nicola Carbone e il Seconda Giuseppe Centonze insieme all’Eccellenza Adriano Avveduto.

“Ho affrontato questo Gran Premio con le prime avvisaglie di un malessere dovuto a una forma influenzale – spiega il quarantaquattrenne Nicola  Carbone – e quindi non ho vissuto questo appuntamento agonistico nelle condizioni migliori. Ma si è trattato di una gara bellissima che ha visto in lizza quasi cento atleti da molte delle regioni del sud. Da tempo non vedevo così tante famiglie insieme ai contendenti: è la conferma che la Fossa Universale sa creare una bella atmosfera che fa coincidere il severo agonismo con una distesa collegialità.”

Con l’exploit sulle pedane de La Tranquilla si è ritagliato certamente una considerevole fetta di notorietà anche Giuseppe Centonze. Il trentaseienne atleta catanese di Maletto nello scorso inverno è stato uno dei protagonisti della bella impresa del club etneo di Ramacca che è andato a conquistare la Coppa Sicilia e il Trofeo Avveduto di Fossa Olimpica sulle pedane di Torretta.

“Nella seconda parte della gara – dice l’atleta siciliano che ha esordito nel tiro a volo a 23 anni nel Compak – sono riuscito a dare consistenza ad una prova che non era davvero partita sotto i migliori auspici. Due 22 nelle prime due serie, poi un 23 con uno ‘zero’ al sedicesimo e uno al ventiquattresimo. Poi infine il 25 dell’ultima serie che ha ribaltato la situazione e mi ha proiettato ai vertici. È stato molto contento anche il mio amico fraterno Raffaello Grassi che è la persona con cui percorro tanti chilometri ogni volta per raggiungere la sede delle gare.”

Della preziosa funzione propedeutica della Fossa Universale è profondamente convinto il Delegato provinciale Fitav di Verona Luciano Fiorini Carbognin che, oltre ad aver collezionato il miglior punteggio (un formidabile 96/100) sulle pedane di Zevio in cui hanno gareggiato nomi illustri come quelli di Franco Rosatti, Graziano Borlini, Claudio Franzoni, Stefano Pavan e Alessandro Camisotti, è un imprenditore che destina ingenti risorse alla promozione della disciplina della Fossa Universale.

“Per impegni professionali mi considero un agonista del sabato e della domenica – dichiara l’imprenditore veronese – però considero la Fossa Universale una straordinaria specialità del tiro a volo con grandissime potenzialità. L’Universale è la disciplina con cui ho iniziato a praticare il tiro a volo sulle pedane di un impianto che non esiste più a Montecchia di Crosara e poi a Bovolone. Sparo anche al Trap, certo, ma l’Universale è la disciplina del cuore. È la specialità che a mio avviso ha rappresentato e continua rappresentare la palestra perfetta per ogni tiratore. Perfino per i giovanissimi che comprensibilmente si dedicano subito alla Fossa Olimpica per legittime ambizioni agonistiche molto alte. Eppure, se anche poi nella vita sportiva ci si vuol dedicare al Trap, la Fossa Universale resta un passaggio tecnico utilissimo per tutti i tiratori. Ho questa ferma convinzione ed è per questo motivo che sostengo personalmente molte iniziative agonistiche della mia zona. Se hai l’Universale nel cuore, non l’abbandonerai mai!”