Le regine dell’inverno

Una prima ricognizione del responso del Campionato invernale delle Società di Fossa Olimpica: Jessica Rossi racconta la strepitosa affermazione del Tav Olimpia, Massimo Moni descrive l’argento dorato del Tav Conselice e Ugo Caldera esalta l’impresa del Poggio dei Castagni

(di Massimiliano Naldoni)

È stato di fatto uno dei primi weekend di primavera a consegnare gli scudetti societari di Fossa Olimpica dell’inverno. Sulle pedane di Lunghezza il Tav Olimpia (protagonista della foto di copertina) ha conquistato il titolo delle Società di Seconda categoria, a Castelfidardo invece è stato il Tav Poggio dei Castagni ad imporsi tra i club di Terza e a Fasano il Tav Conselice ha centrato un argento alle spalle delle Fiamme Oro nella classifica congiunta dei Corpi dello Stato e delle Società di Prima categoria: un risultato, quello dei romagnoli, che di fatto elegge Conselice appunto come la più brillante delle formazioni di Prima categoria. Vediamo allora come hanno commentato i traguardi raggiunti i dirigenti e gli atleti delle squadre in evidenza.

Tra le formazioni in gara a Roma per lo scudetto invernale di Seconda categoria è appunto il Tav Olimpia di Crevalcore a svettare. Con 552/600 la formazione emiliana si impone precedendo di sei piattelli Arborea e di sette Settimo San Pietro. Luca Bondi con il suo 95/100 traina il team, ma all’affermazione contribuiscono in maniera determinante Stelvio Luppi con 94, Cristian Giusti con 93, Guglielmina Chinaglia con 92, Pier Giorgio Pola con 91 e Stefano Bergamini con 87. Per il club del Presidente Stefano Galletti è una vittoria stratosferica a cui ha lavorato con convinzione il direttore tecnico del team che risponde nientemeno che al nome di Jessica Rossi.

Che proprio vincessero non me lo aspettavo, – spiega la supercampionessa azzurra – ma che potessero fare una bellissima gara sicuramente invece sì perché la squadra era molto valida. Li avevo visti allenarsi tutti insieme la settimana precedente quando ci eravamo incontrati per gli ultimi aggiustamenti e sapevo che stavano sparando tutti bene. Certamente poi la gara a squadre è una competizione particolare, perché se anche un solo elemento non è in forma proprio nel giorno della gara può trascinare verso il rendimento meno brillante anche tutto il resto del gruppo. Vincere era un bel sogno, ma era realisticamente molto difficile perché in gara a Roma c’erano formazioni importanti come Torretta o Ponso, soltanto per fare un paio di nomi, che sono certamente squadre che in gare come questa hanno molta più esperienza di quanta non ne abbia il nostro team.”

“Tutti avevano il punteggio sulle canne – spiega ancora Jessica Rossi – e in allenamento stavano viaggiando sui risultati che hanno fatto al Campionato invernale regionale, ma si deve considerare che non è facile ripetere quei punteggi proprio quando sei in gara perché stiamo comunque parlando di atleti e atlete che non hanno l’esperienza agonistica di un professionista e quindi può intervenire l’emozione della gara a squadre e, come ricordavo prima, quel fenomeno tipico di queste situazioni in cui lo zero chiama lo zero: cioè il cedimento di uno dei componenti che si riflette subito sugli altri. Dobbiamo anche considerare che non c’è in tutti i membri della squadra quell’abitudine a vivere situazioni agonistiche intense perché in una Società come la nostra c’è una rotazione nella composizione delle formazioni e se anche alcuni di loro hanno già un’esperienza consolidata, altri magari invece non sono proprio allo stesso livello agonistico.”

Per definire la formazione che avrebbe difeso i colori del Tav Olimpia al confronto di Lunghezza Jessica Rossi si è affidata all’esame scrupoloso della condotta di gara nel corso del Campionato regionale invernale dell’Emilia-Romagna e soprattutto si è attenuta al ruolino di marcia dei suoi portacolori.

“Sì, esattamente: io guardo i numeri. Per arrivare a questa gara una Società si qualifica attraverso il Campionato invernale regionale che è una gara a tappe. I nostri tiratori partecipano ad ogni tappa del regionale per concorrere ai titoli individualmente e naturalmente anche per contribuire al punteggio della squadra e quindi, nella composizione della squadra, ho assegnato la priorità a quei tiratori che durante l’inverno si sono spesi per andare in giro a tutte le tappe del circuito e per permettere alla squadra di qualificarsi. Quindi, per dirla semplicemente, è il fucile a parlare: mi sono limitata a considerare la media dei punteggi ottenuti dai nostri atleti.”

La formazione del Tav Olimpia esulta sul podio di Roma davanti ad Arborea e Settimo San Pietro

La grande avventura del Tav Olimpia al Campionato invernale delle Società di Seconda categoria non è però iniziata in maniera folgorante: il 132/150 della prima serie costringeva gli emiliani ad inseguire altre formazioni che nell’esordio erano state già molto convincenti. È stato il 141 della seconda serie a restituire subito grande energia al team di Crevalcore: il 137 della terza serie ha rappresentato poi il solido trampolino per il prodigioso 142 della quarta che ha decretato la loro vittoria.

“Nella prima serie – racconta ancora Jessica Rossi – hanno pagato l’emozione di ogni gara di questo tipo. Ho avuto modo anche io di partecipare a tante gare a squadre con la Polizia e ho avuto anche la possibilità di vincere tante Coppe dei Campioni e quindi so bene cosa vuol dire: so che in ognuno c’è una responsabilità totalmente diversa rispetto alla gara individuale. Però, valutando il punteggio di quella prima serie, ero assolutamente tranquilla perché sapevo che Guglielmina Chinaglia e Stefano Bergamini, che erano partiti con i due 19, erano anche le persone che potevano certamente recuperare nelle altre serie. Quando ci siamo sentiti, ai ragazzi ho detto: d’accordo, avete rotto il ghiaccio, adesso andate avanti. Fate quello che sapete fare e potrete farcela! D’altronde non era la prima volta che Chinaglia era in squadra e in lei avevo veramente grande fiducia perché dobbiamo ricordarci che Guglielmina, se anche in una disciplina diversa come l’Elica, ha un’esperienza agonistica non indifferente. Lei il carattere vincente ce l’ha, eccome! So che soffre un po’ la prima serie in alcuni casi e infatti anche al Gran Premio Fitav di Acquaviva si era verificato quel problema dell’effetto di una lieve emozione all’inizio della gara, ma ero certa che poi avrebbe sparato proprio come Guglielmina sa fare. E anche Bergamini ha saputo recuperare e nella quarta serie Stefano ha fatto addirittura la sua serie più bella e si sa che alla quarta serie di una gara così non è davvero mai facile dare il meglio. Per quanto riguarda poi i tre Prima categoria della squadra, certamente hanno tutti un’esperienza da Eccellenza, quindi sapevo che potevo assolutamente contare su di loro. Insomma, posso soltanto dire davvero: bravi tutti! Con una nota di merito a Christian Giusti che ha perfino fatto il punteggio tecnico per passare in Prima categoria. Con il punteggio acquisito nelle prime tre serie sapevano tutti che si stavano giocando qualcosa di importante: andare in pedana nell’ultima serie e riuscire poi a fare la miglior prova è veramente un capolavoro. Infatti nello scambio di messaggi delle ultime fasi della gara mi hanno scritto: pensando a quello che stiamo vivendo noi qua, alla tensione che stiamo sperimentando, possiamo solo immaginare cosa deve essere una finale olimpica!”

Quella conquistata dal Tav Conselice al Campionato invernale nella classifica congiunta dei Corpi dello Stato e delle Società di Prima categoria è una medaglia d’argento che di fatto brilla come se fosse d’oro perché la formazione designata da Martina Maruzzo e Marco Battisti per il confronto di Fasano, collocandosi alle spalle del team delle Fiamme Oro che ha vinto il titolo, ha di fatto svettato tra le formazioni della massima divisione.

“Collocarsi in classifica immediatamente dopo le Fiamme Oro che schieravano atleti e atlete molto forti rappresenta per noi un grande risultato. – Dichiara Massimo Moni che, oltre ad essere uno stimato istruttore della Società ravennate, è anche un atleta di lungo corso – In un campo bellissimo, per quanto non facile, come quello di Fasano abbiamo centrato un risultato di cui possiamo andare orgogliosi: al termine della gara ci siamo complimentati subito con Riccardo Rossi e con la sua squadra delle Fiamme Oro per la vittoria, ma anche loro hanno riconosciuto di aver avuto in noi dei contendenti di alto livello.”

La formazione del Tav Conselice

Con 529/600 le Fiamme Oro ha conquistato il titolo della qualifica congiunta precedendo appunto il Tav Conselice che si è attestato a 519 grazie al 92/100 di Gianni Casadio, all’88 di Christian Guerrini e Nicola Minoccheri, all’85 di Michele Brigidi, all’84 di Fabio Sangiorgi e all’82 di Massimo Moni. Sandro Scarabottini è stato la valida riserva che ha affiancato generosamente la formazione romagnola in tutto il suo percorso.

“Con una partenza meno timida – spiega Massimo Moni – probabilmente si poteva anche pensare di arrivare all’oro vero e non soltanto all’argento dorato. Però con i ma e con i se non si fanno mai le gare. D’altronde altre volte capita magari che si va a realizzare la serie peggiore proprio all’ultima e in quel caso il rammarico è anche maggiore. Nella prima serie non c’era una visibilità perfetta e in tutta sincerità abbiamo anche un po’ sofferto la tensione della gara. Personalmente confesso di non essere riuscito ad esprimermi al meglio: un Prima categoria dovrebbe certamente dare qualcosa di più. Dopo la prima serie avevo perfino chiesto la sostituzione. Ma il gruppo ha voluto che rimanessi in squadra e ho cercato di contenere gli zeri proprio per gratitudine nei confronti della squadra. Sì, ripeto: un Prima categoria almeno un 92 dovrebbe farlo e quindi, come ho detto ai ragazzi con molta sincerità e umiltà, probabilmente sono mancati i miei piattelli per poter provare a compiere l’impresa. In realtà mi sentivo discretamente bene: nelle scorse settimane ho fatto il Gran Premio Fitav di Prima categoria dopo molti anni, ho fatto un buon risultato, sono entrato in finale e ne sono uscito quarto. E anche a Fasano sono riuscito a costruire delle belle fucilate e qualche sequenza altrettanto bella, ma ho anche sofferto per dei vuoti dovuti alla deconcentrazione.”

“Il nostro non è stato l’unico caso di una prima serie non brillantissima. – Racconta ancora Massimo Moni – Però il grande pregio della squadra di Conselice è quello di essere un gruppo unito in cui non c’è mai uno degli atleti che rimprovera ad un altro di aver fatto una prova meno brillante, ma anzi ci aiutiamo l’un l’altro con grande generosità. È la coesione del gruppo che fa la differenza e se abbiamo ottenuto quel bel risultato a Fasano è proprio per questa nostra capacità di essere uniti. Puoi non brillare magari individualmente, ma la grande forza del gruppo produce comunque una buona gara a livello collettivo.”

Il Tav Conselice celebra il suo argento che brilla come l’oro

“La squadra vince quando c’è armonia e allegria. – Conclude perentorio Massimo Moni – Ma il risultato arriva soprattutto quando il collettivo ha la convinzione di essere davvero un gruppo: ad esempio tra noi Gianni Casadio, il nostro Eccellenza, è di fatto il capitano, ma la composizione della squadra è un processo collegiale e decidiamo tutti insieme intorno a un tavolo. Certamente questa medaglia d’argento che brilla come l’oro la dedichiamo a Martina Maruzzo e a Marco Battisti che ci hanno seguito a distanza per tutta la gara di Fasano. Martina e Marco sono due persone speciali e noi siamo immensamente grati per tutto quello che loro stanno facendo per il Tav Conselice e per tutto quello che ci hanno messo a disposizione per prepararci alla gara. Questa medaglia è, sì, della squadra, ma non sarebbe arrivata senza il loro grandissimo contributo.”

“Vincere è difficile, confermarsi spesso è impossibile.” Quella di Ugo Caldera, coach del Tav Poggio dei Castagni, è la perfetta descrizione del connotato emotivo con cui i portacolori del sodalizio bresciano – vincitori del titolo di Terza categoria al Campionato delle Società dell’estate 2023 – hanno partecipato al confronto di Castelfidardo per lo scudetto invernale. La gara marchigiana è stata una corsa sul filo del rasoio per molte formazioni. Con 555/600 gli atleti del club della Presidente Loretta Zani hanno svettato di un solo piattello nei confronti della Contea. Marco Minini è stato il leggendario autore di un formidabile 97/100 e al titolo hanno contribuito anche il 95 di Alessandro Rubinelli, il 94 di Mattia Bertoni, il 92 di Marco Zilioli, il 90 di Enrico Massardi e l’87 di Daniel Gilberti. Nel ruolo di riserva il coach del Poggio ha voluto invece l’affidabile Ferruccio Ghidoni.

Il coach Ugo Caldera con la squadra del Tav Poggio dei Castagni

“Sarebbe stata ugualmente una vittoria anche con altri numeri, – commenta il coach Ugo Caldera – perché quando vinci vuol dire che hai fatto comunque almeno un piattello più degli altri, ma fare una performance con questi numeri spiega che dietro c’è un lavoro immenso. Ed è proprio quello che stiamo facendo da qualche anno in forma diversa rispetto al passato. Anche perché non dobbiamo mai dimenticare che questi ragazzi fanno uno sport bellissimo e sono autori di imprese straordinarie, ma poi durante la settimana hanno il loro lavoro. Ne parlavamo proprio rientrando a casa domenica sera: alcuni dei ragazzi sapevano che avrebbero dormito sì e no un’ora o due quella notte perché due della squadra avrebbero fatto il turno di notte nel loro posto di lavoro. Uno di loro ha un’azienda che tratta generi alimentari come frutta e verdura e quindi alle 3 del mattino è regolarmente in piedi per andare al mercato ortofrutticolo. Come dico sempre: quando indossiamo il gilet e la divisa della squadra proviamo a far delle cose da campioni olimpici, ma poi fondamentalmente lo facciamo per passione e per divertimento. Quindi riuscire a fare un paio di serie, come nel caso della terza e della quarta, con punteggi sotto i dieci zeri, come si dice in questi casi: è tanta roba!”

Nella sfida di Castelfidardo la formazione del Tav Poggio dei Castagni ha dato vita ad una gara diesel con un esordio da 132/150 che non permetteva subito ai bresciani della Presidente Zani di stare in pista per il successo.

“La prima serie – spiega Ugo Caldera – è non opaca, ma normale. Diciotto zeri non descrivono una performance negativa perché se lo scorporiamo quel punteggio dice di un 22 per ciascun tiratore, quindi è quello che comunemente descriviamo come uno sparare bene ma che certamente comunque non sarebbe servito a nulla per il risultato finale. Anche perché il risultato finale parla di quattro squadre nel giro di tre piattelli con tutte e quattro che hanno superato i 550 piattelli rotti: è quindi il sintomo di un livello molto alto. Posso dire che forse siamo partiti pensando che potesse essere tutto facile perché ci eravamo preparati molto bene ed eravamo anche i detentori del titolo estivo. Quella è una situazione che forse nella prima serie ha un attimo penalizzato. In quella prima serie i ragazzi sono anche partiti bene, poi però c’è stato un lieve appannamento a metà percorso e infine sono comunque riusciti a chiudere la serie senza troppi danni. Quello era certamente un momento delicato perché se avessimo fatto anche solo qualche zero in più alla prima sarebbe stato impossibile rimettere la gara in sesto.”

Il Tav Poggio dei Castagni al vertice del podio di Castelfidardo con La Contea e Trap Pezzaioli

Dopo il 139 alla seconda, è il maestoso 143 della terza che cambia le sorti della gara di Castelfidardo, mentre è poi il 141 conclusivo a decretare la vittoria del Poggio dei Castagni.

“La seconda serie con 139 – dice ancora Ugo Caldera – ha avuto un ruolo importante per far tornare la fiducia nel gruppo. La pedana che ci ha rimesso in pista, non solo per i numeri ma mentalmente, quella che ci ha riportato a pensare che avremmo potuto vincere comunque anche con la partenza dei diciotto zeri, è stata però la terza con soli sette zeri: un risultato che nessuno ha saputo fare in tutta la gara. Ai 75 piattelli a quel punto eravamo in testa a pari merito con 414 con una delle due squadre di Pezzaioli. Posso dire che in quel momento, prima dell’ultima serie, i ragazzi non avevano tutte le informazioni sull’andamento della gara. Ho cercato di isolarli il più possibile: sarebbe stato negativo sapere che nell’ultima serie a nove zeri avremmo vinto, a dieci avremmo pareggiato e a undici zeri saremmo stati secondi. Ero in realtà l’unico a sapere com’era la situazione. Io mi sono limitato a segnalare che avremmo dovuto proseguire con quello score. I ragazzi mi hanno ascoltato e sono stati autori di un’impresa che posso definire semplicemente eccezionale!”