La giovane Calabria guarda allo Skeet

Il raduno interregionale in programma al Tav La Tranquilla ha rappresentato uno spartiacque nella storia tiravolistica della regione: le impressioni di alcuni dei protagonisti

(di Massimiliano Naldoni)

È uno sguardo convinto quello che la Delegazione Fitav Calabria e la Commissione del Settore Giovanile della stessa regione hanno rivolto recentemente allo Skeet con un raduno di tre giorni in programma al Tav La Tranquilla tutto dedicato alla disciplina del Pull e del Mark. Aperto ad un gruppo di giovani atleti sia della Calabria che della Sicilia, il raduno interregionale di Rosarno – promosso appunto dal Delegato Rocco Rugari e dal Presidente della Commissione del Settore Giovanile Antonio Gregorini che hanno assistito ai lavori – ha visto intervenire il Tecnico federale e Formatore Umberto Ortolani che è stato affiancato nell’organizzazione della “tre giorni” alla Tranquilla da un gruppo di Allievi Istruttori: Francesco Nucera, Giuseppe Carambia e Maurizio D’Amico. Il progetto ha avuto in realtà un prologo nell’estate dello scorso anno ed è lo stesso Umberto Ortolani e tracciare il percorso che ha condotto alla recente iniziativa.

“Ero stato in Calabria per un primo incontro nell’agosto dell’anno scorso – spiega il Tecnico capitolino – e nella regione c’era un solo ragazzo, Saverio Nucera, che sparava allo Skeet. Poi, già nel giro di qualche mese, siamo riusciti a costituire un gruppo di quattro giovani atleti, di età anche diverse, che si dedicavano alla disciplina. Questo è stato un primo risultato anche molto incoraggiante: innanzitutto anche a livello organizzativo perché la Federazione aveva già investito delle risorse per quel progetto e anche io, a mia volta, ero stato mobilitato e a quel progetto avevo dedicato il mio tempo. Devo dire che in questa occasione e anche nei precedenti incontri ho lavorato sempre con grande entusiasmo perché abbiamo visto dei risultati tangibili: adesso frattanto il gruppo è arrivato a includere complessivamente addirittura sei atleti.”

Giuseppe Carambia, Maurizio D’Amico, Umberto Ortolani, Francesco Nucera e Niccolò Nucera

“Francesco Nucera – dice ancora Umberto Ortolani – ha fatto il corso per Allievo Istruttore proprio con me: a breve affronterà anche il corso per Istruttore e quindi sta mettendo in campo a sua volta un grande entusiasmo. Con Francesco stiamo lavorando in grande consonanza tecnica. D’altronde il mio programma, che è poi quello ispirato dalla Federazione, non consiste soltanto nell’individuare un gruppo di ragazzi, che può essere magari anche già numeroso come sta accadendo, ma consiste soprattutto nell’individuare operatori che sappiano condividere la conoscenza tecnica con lo staff federale e che sul posto siano in grado di reclutare sempre nuovi atleti e nuove atlete. Io naturalmente continuerò ad esser sempre il loro riferimento tecnico. Del resto lo sono già assiduamente: abbiamo ad esempio istituito l’abitudine di fare verifiche a distanza attraverso dei filmati. Francesco Nucera mi invia spesso dei video di alcuni dei suoi allievi. In quel caso li visiono e trasmetto poi a Francesco le mie considerazioni.”

Decisamente entusiastica anche la reazione di Francesco Nucera al termine della “tre giorni” della Tranquilla.

“È stata una grande esperienza – dichiara l’Allievo Istruttore calabrese – e infatti prima di tutto voglio ringraziare la Federazione italiana tiro a volo per aver autorizzato lo svolgimento di questo raduno interregionale dedicato alla Calabria e alla Sicilia e per aver permesso a Umberto Ortolani di recarsi da noi e di restare con noi per tre giorni. Ribadisco che è una strata una straordinaria esperienza perché Umberto è un tecnico che insegna ai ragazzi prima di tutto a crescere dal punto di vista della responsabilità e dell’impegno oltre che naturalmente dal punto di vista tecnico. E poi vorrei sottolineare che è stato fatto un approfondito lavoro sia collettivo che individuale nei confronti dei ragazzi che hanno partecipato: quindi davvero un grande evento positivo.”

“Il lavoro con sei ragazzi – spiega ancora Francesco Nucera – consente di vedere a fondo quali sono le necessità, dove occorre intervenire e quali aspetti sono da correggere e questo lavoro lo si esegue correttamente proprio in pedana permettendo ai ragazzi di intervenire sul gesto, con l’immediata correzione del Tecnico, e di riprovare e di continuare fino a quando non sia fissato il movimento corretto. L’efficacia del raduno consiste proprio in questo. Generalmente in ognuno dei tre giorni del raduno abbiamo fatto una o anche due serie intere senza fare interruzioni. Al termine di ogni giro di pedana sono stati esaminati invece i difetti che si sono riscontrati e si sono individuate le situazioni in cui c’era necessità di apportare delle modifiche e poi abbiamo affrontato una seconda fase in cui si affrontavano le singole pedane e si andava ad intercettare gli errori con i suggerimenti di modifica del Tecnico. Quello che tradizionalmente è il lavoro che si fa in aula, prestando attenzione alla teoria, lo abbiamo svolto proprio in pedana: è stata una scelta anche dettata dall’esigenza di non far calare l’attenzione dei ragazzi nei confronti appunto degli aspetti tecnici teorici. Quella scelta ha anche permesso di verificare immediatamente la nozione teorica impartita. Quello posturale e fisico, ad esempio, è uno degli aspetti su cui ovviamente abbiamo lavorato di più: l’imbracciata è uno dei gesti a cui abbiamo dedicato più tempo, ma abbiamo lavorato molto anche sugli agganci e sugli anticipi. Abbiamo poi prestato molta attenzione alla visione: la partenza del piattello, l’imbracciata, l’aggancio e il controllo del bersaglio. Naturalmente ci siamo soffermati anche un po’ di più su alcuni lanci: le doppie e in particolare le doppie inverse hanno certamente richiesto un’applicazione più accurata. Questo ha sicuramente riguardato un po’ di più gli Juniores del gruppo che affrontano le doppie regolari e le inverse nelle finali delle loro gare. Ecco che in quel caso il lavoro più prezioso è stato sulle partenze, sulla posizione delle canne sia sul piano verticale che orizzontale e sugli agganci. Ed è stato un lavoro che ha guardato davvero puntualmente al dettaglio.”

“Sì, – conferma Umberto Ortolani – la scelta delle microlezioni in pedana è stata molto centrata perché i ragazzi apprendono più velocemente se hanno la possibilità di visualizzare direttamente le nozioni che stai trasmettendo e se possono anche applicare immediatamente le correzioni. Non è soltanto un problema di calo di attenzione, perché una persona esperta anche in aula comprende se occorre spostare la lezione su un argomento che attrae di più per riattivare l’attenzione, però in quel caso è tutto molto più faticoso. Sul campo tutta questa operazione invece risulta più facile.”

“Sono emersi naturalmente problemi tecnici molto diversi. – Dice ancora il Tecnico capitolino – Nel caso di un ragazzo, ad esempio, si trattava addirittura di individuare il fucile che si adattasse correttamente alle caratteristiche di quell’atleta. Questa situazione specifica è un aspetto che va sempre considerato: un ragazzo che inizia a sparare, anche almeno per un altro anno dal momento in cui inizia, non ha ovviamente il fucile che si adatta perfettamente e neppure il calcio modellato su misura. Di conseguenza all’inizio puoi andare a effettuare soltanto qualche modifica sugli strumenti esistenti e semmai, tra i fucili a disposizione, suggerire quello che può fornire la miglior prestazione. Questo è appunto proprio il caso che si è verificato con uno degli atleti presenti al raduno. Questo genere di intervento, apparentemente non così importante, in realtà ha permesso al soggetto di aumentare il proprio risultato di alcuni piattelli per ogni giro. Vedere un progresso di questo tipo è un traguardo che stimola fortemente il ragazzo a continuare. In un’altra situazione che ha coinvolto l’esordiente Niccolò Nucera, con l’utilizzo di un calcio che avevo portato con me al raduno, abbiamo permesso a questo stesso ragazzo di realizzare un 19/25 in allenamento che, sebbene insieme a qualche risultato ancora un po’ debole, si è trasformato però addirittura in un 21 al Gran Premio di Umbriaverde della settimana successiva.”

“Abbiamo visto dei progressi notevoli dei ragazzi – conferma Francesco Nucera – anche sotto il profilo dei risultati. Al termine dei tre giorni i ragazzi hanno acquisito maggiore consapevolezza e la capacità di eseguire correttamente i movimenti. Abbiamo poi rivolto molta attenzione anche alla preparazione atletica. È dimostrato che l’attivazione fisica e muscolare innesca l’attivazione mentale e anche maggiori reattività e prontezza, quindi abbiamo scelto di far precedere ogni lezione in pedana da quella fase per convincere i ragazzi del valore di quella procedura.”

L’entusiasmo dei docenti si è peraltro certamente trasmesso anche ai partecipanti al raduno della Tranquilla.

“Il raduno è stato davvero prezioso, – commenta lo Junior Francesco Greco – specialmente in vista del Gran Premio di Umbriaverde che avremmo poi affrontato soltanto una settimana dopo. Ma devo dire che nel Gran Premio si sono visti in generale già molti risultati dell’applicazione di quei suggerimenti che tutti abbiamo ricevuto durante il raduno. Con Umberto Ortolani personalmente ho fatto un lavoro molto proficuo sulla concentrazione e sul modo di gestire sia l’ansia generata dalla gara che le emozioni che si producono in pedana. Oltre naturalmente ad un utilissimo lavoro tecnico che mi ha portato subito ad evitare qualche zero che in gara è sempre in agguato. Questo continuo confronto con Umberto Ortolani che abbiamo avuto la possibilità di svolgere nel raduno ha consentito di comprendere bene anche la natura di qualche errore e ci ha permesso magari di riconoscere che proprio quell’errore non consisteva in un problema tecnico ma era un difetto di concentrazione.”

Umberto Ortolani con gli Allievi Istruttori e alcuni degli atleti

“È stata una bellissima occasione – dichiara lo Junior Saverio Nucera – per poter apprendere nuovi accorgimenti e anche una bella esperienza di incontro per tutto il nostro gruppo e un momento di ricognizione delle caratteristiche tecniche individuali. L’aspetto tecnico che ho potuto approfondire è stata la prontezza alla partenza del piattello per poter eseguire il giusto movimento: perché la nostra disciplina, lo Skeet, si fonda proprio sull’accuratezza dell’esecuzione del movimento. E l’attenzione dell’atleta è fondamentale per poter eseguire ogni movimento in maniera perfetta perché anche la minima sbavatura può trasformarsi nello zero. D’altronde non si finisce mai di imparare e quindi considero i raduni come quello a cui abbiamo partecipato un’opportunità utilissima per continuare ad apprendere.”

Il raduno della Tranquilla ha anche permesso una riflessione ad ampio spetto sulla disciplina dello Skeet.

“Lo Skeet attrae molto. – Sentenzia Francesco Nucera – A dispetto dei numeri spesso ridotti rispetto alla Fossa Olimpica, esercita invece una vera attrazione sui ragazzi molto giovani che si affacciano al mondo del tiro a volo. È una disciplina molto dinamica: i giovani sono incuriositi dal fatto che l’atleta cambia continuamente pedana nel corso della serie e quindi ci sono posizioni diverse dei piedi sulla pedana e anche delle canne nei confonti del punto di uscita del piattello. E poi si devono applicare gli anticipi. Ebbene, tutto questo, sebbene appaia ovviamente difficile ad un primo approccio, descrive lo Skeet come una specialità molto tecnica in grado di attrarre molto. Costituisce una disciplina molto affascinante per i ragazzi perché spesso rappresenta una vera e propria sfida. Ma come ogni disciplina del tiro a volo, anche lo Skeet è in grado di generare facilmente coesione. Nei tre giorni del raduno, ad esempio, si è anche creato un ambiente molto amichevole in cui c’è stato spazio per il divertimento, quindi tutto l’insieme ha prodotto una bella atmosfera per tutto il raduno e ha spesso davvero autenticamente entusiasmato i ragazzi.”

A formulare una considerazione complessiva sul raduno calabrese è Umberto Ortolani.

“Quello che comporta più difficoltà per molti di questi ragazzi è riuscire ad assumere la giusta postura e fare la partenza giusta sull’uscita del piattello. Per una comprensibile mancanza di esperienza non c’è ancora la giusta coordinazione oculo-manuale e quindi non riescono a eseguire ancora in maniera corretta il movimento nel momento in cui percepiscono il piattello. Infatti in questo raduno ho introdotto l’abitudine di eseguire una serie di esercizi che proprio i preparatori atletici suggeriscono per sviluppare questa attitudine. In realtà in un raduno come questo si trasmettono nozioni varie che spaziano dalla preparazione fisica alla modalità psicologica di approccio alla gara per arrivare poi naturalmente alla tecnica. Sta di fatto che con questo sistema si moltiplica la curiosità e il desiderio di imparare di questi ragazzi. Se sai impostare bene il raduno, non sei più tu Istruttore a fare una lezione standard, ma sono loro che accumulano volentieri nozioni su nozioni. Inoltre in qualche momento si innescano magari quattro domande diverse sullo stesso argomento che arricchiscono di nozioni non soltanto chi le ha formulate, ma anche tutti gli altri. Certamente, come ho precisato a tutti i partecipanti, gli obbiettivi devono essere distribuiti per step. Perché l’obbiettivo che ci poniamo in ogni fase della nostra esperienza sportiva deve essere sempre raggiungibile. Ma su questo punto ho visto quanto i ragazzi abbiano accolto la lezione e sono certo che siano dunque tutti sulla strada giusta.”

Tutti i partecipanti al raduno interregionale al Tav La Tranquilla

Tecnico federale e Formatore del Settore Giovanile della Fitav: Umberto Ortolani

Allievi Istruttori: Francesco Nucera, Giuseppe Carambia, Maurizio D’Amico

Atleti: Niccolò Nucera, Saverio Nucera, Roberto Greco, Francesco Greco, Andrea De Gaetano, Giuseppe Cotroneo