Fedelissima d’argento

Per i campioni in carica dei Carabinieri il secondo posto ottenuto al più appassionante confronto a squadre di Fossa Olimpica della stagione è un risultato di prestigio: delle prerogative del team schierato alla Coppa dei Campioni 2023 parla il coach Gabriele Bernasconi

(di Massimiliano Naldoni)

I Carabinieri del Direttore tecnico Gabriele Bernasconi hanno affrontato la Coppa dei Campioni 2023 nel difficile ruolo di detentori del titolo e di favoriti e grazie alle prove di Massimo Fabbrizi, Luca Miotto, Valerio Grazini, Daniele Resca, Emanuele Marrozzini e Alessia Iezzi il team ha conquistato un lusinghiero secondo posto in una sfida tutta giocata, fino dalle primissime battute, sul confronto diretto e immediato con i rivali tiravolistici di sempre: le Fiamme Oro. È proprio il selezionatore Gabriele Bernasconi a descrivere nel dettaglio la bella prova del suo team.

Coach Bernasconi, con quale sentimento ha vissuto lo svolgimento e l’esito di questa Coppa Campioni 2023 in cui i Carabinieri si presentavano da vincitori delle due precedenti edizioni?

Quando si va sul podio si è sempre soddisfatti perché la Coppa dei Campioni è una gara davvero molto impegnativa. Per noi in questa gara si è verificata una circostanza bella e difficile nello stesso tempo: ci siamo trovati infatti a sparare immediatamente dopo la squadra della Polizia di Stato. Bella circostanza perché certamente quella collocazione ha creato uno stimolante clima di agonismo. Difficile perché con il fatto che la nostra prima serie non è andata molto bene, ci siamo portati dietro quel distacco per tutta la gara. I tredici zeri della prima serie avevano già inevitabilmente condizionato la nostra situazione, ma si è aggiunto il fatto che le Fiamme Oro finivano di sparare e noi entravamo in pedana immediatamente dopo con il punteggio frattanto da loro appena acquisito. E certamente questo è stato abbastanza difficile da gestire per la nostra squadra.

Il podio della Coppa dei Campioni 2023 con le Fiamme Oro al vertice davanti alle squadre dei Carabinieri e di Cascata delle Marmore

Che cosa non ha funzionato perfettamente in questa edizione rispetto ad esempio all’anno passato?

Quella delle gare a squadre con sei elementi è un’alchimia tutta particolare: infatti non è neanche possibile individuare un singolo elemento di debolezza che può aver determinato un punteggio non troppo brillante. Quando uno degli elementi ha un cedimento, un po’ tutta la squadra ne risente e tutta la squadra poi appunto non riesce ad essere così impeccabile come avrebbe fatto in altre situazioni. Non si deve insomma andare a contare gli zeri di quella persona, ma considerare semmai l’instabilità che si produce in tutto il gruppo. Daniele Resca nella prima serie effettivamente non è riuscito a entrare in pedana con i tempi corretti e si è trovato un po’ sfalsato con le partenze. A un certo punto infatti si è rivolto verso di me con lo sguardo per indagare le mie impressioni: abbiamo cercato di correggere, ma frattanto quella sua serie era un po’ compromessa. Però se analizziamo tutta la gara nel suo complesso, in ogni serie ciascuno dei componenti della squadra ha incontrato poi a sua volta delle difficoltà. E considerati i livelli agonistici con cui si gareggia in competizioni come la Coppa dei Campioni, è facile comprendere che non ci possiamo in realtà permettere di “bucare” a turno una serie senza avere delle conseguenze perché le altre formazioni sono sempre sul pezzo.

Gabriele Bernasconi

Fra l’altro in parallelo questa volta gli atleti delle Fiamme Oro sono stati autori di una gara straordinaria.

Sapevo obbiettivamente fino dalla vigilia che sarebbe stata dura e che la prima serie avrebbe già impattato per tutti sull’esito finale della gara. Alle Fiamme Oro va riconosciuto di aver fatto una gara di altissimo livello e di aver utilizzato bene appunto la prima serie per dare subito la giusta impostazione alla gara: d’altronde Matteo Marongiu si presentava perfettamente in forma, Mauro De Filippis è il Mauro De Filippis che conosciamo e quindi assicura sempre quella qualità e anche nel caso di tutti gli altri componenti parliamo di atleti che davvero valgono molto in pedana. A noi, per provare a ribaltare la situazione di svantaggio, sarebbe servita una serie quasi piena come il leggendario 149/150 dell’anno scorso, ma questa volta, va detto, non eravamo nello stato ideale per produrre un parziale di quel livello. Sono congiunzioni astrali che non si verificano proprio ogni giorno!

Massimo Fabbrizi

Concorda che la Coppa dei Campioni si è rivelata ancora una volta una gara di grande portata spettacolare?

È bello che tante Società si stiano attrezzando benissimo per questa gara e facciano crescere il loro livello in maniera esponenziale. Personalmente sono anche molto contento quando le squadre in borghese riescono ad accedere al podio. Sappiamo bene che da sempre si dibatte proprio sulla presenza delle formazioni dei Corpi dello Stato in questa competizione. Ma, risultati alla mano, io ritengo che le edizioni recenti della Coppa dei Campioni abbiano dimostrato che l’alto livello agonistico proposto dalle nostre squadre dei Corpi dello Stato in realtà incentivi le altre formazioni a far crescere il proprio livello. La presenza dei Corpi dello Stato non sottrae per niente competitività alla gara, ma invece fornisce proprio lo stimolo alle Società ad elevare il livello tecnico delle proprie formazioni. Del resto se, di nuovo risultati alla mano, confrontiamo il punteggio delle migliori squadre dei Corpi dello Stato e quello delle migliori formazioni non in divisa, vediamo che l’andamento di un solo giro di pedana in qualunque momento avrebbe potuto trasformare la classifica. Dirò di più: un’analisi storica di questa gara ci rivela che i punteggi che producono attualmente alcune delle squadre in borghese sono molto più alti di quelli che ci permettevano di vincere ad esempio quando abbiamo gareggiato sotto le insegne del Corpo Forestale. E questo spiega che l’asticella si sta alzando a vista d’occhio e che perfino le nostre squadre dei Corpi dello Stato non possono immaginare di vivere di rendita ma devono continuare a impegnarsi per crescere ancora nelle prossime edizioni.

Luca Miotto

Valerio Grazini