Di Giulio, Tommasi e Marraccini: parlano i nuovi campioni dello Skeet

Il confronto tricolore del Concaverde ha eletto i nuovi titolari degli scudetti di Prima, Seconda e Terza categoria: si tratta di atleti con un percorso biografico e sportivo anche molto diverso ma nei quali domina l’inesauribile passione per la disciplina del pull e del mark

“Ero andato al Campionato italiano per vincere.” Non ha esitazioni Gabriele Di Giulio (protagonista della copertina al vertice del podio di Prima categoria) quando, a mente fredda, ripercorre idealmente il confronto, a tratti rivelatosi anche abbastanza impervio, che al Concaverde gli ha consegnato lo scudetto della Prima categoria dello Skeet per la stagione 2023. Il ventenne romano aveva iniziato la sua esperienza sportiva nello Skeet all’età di tredici anni e la scelta di misurarsi con l’emiciclo del pull e del mark era maturata per il gusto, peraltro tipicamente adolescenziale, di differenziarsi dal resto della famiglia: il padre e il fratello, infatti, frattanto erano cultori della Fossa Olimpica.

A Lonato, però, in occasione del confronto per gli scudetti del 2023, non è andato tutto come Gabriele Di Giulio aveva programmato.

“No, effettivamente ho incontrato delle difficoltà impreviste al termine della prima giornata. Dopo un 23 e un 24 alle prime due serie sono precipitato in un 21 e sono uscito di pedana davvero con l’amaro in bocca perché concludere la prima giornata con quel punteggio, che non rispecchiava la mia reale condizione, è stato molto deludente. Quella terza serie è stata la più difficile di tutta la gara: sono arrivato pieno alla pedana 5 e lì, per effetto di un movimento sbagliato che ho compiuto per imbracciare il fucile, ho fatto una bicicletta che mi ha letteralmente destabilizzato, anche perché ero approdato senza errori a quella pedana ed ero molto concentrato. Inevitabilmente con quel doppio errore è intervenuta un’improvvisa stanchezza mentale e un forte calo psicologico. A seguito di quegli errori è scaturito anche un po’ di rammarico, perché stavo sparando bene e fino a quel momento mi sentivo appunto bene fisicamente e psicologicamente. A cascata sono arrivati altri zeri e infatti ho sbagliato un altro piattello alla 6 e la doppia alla 4.”

Gabriele Di Giulio, attualmente studente universitario di Giurisprudenza con il proposito professionale di diventare avvocato, al termine di quella prima difficile giornata ha dovuto fare appello a tutta la propria forza di volontà per riscattarsi.

“Il 23 e il 22 della seconda giornata non sono stati punteggi impeccabili, ma ho comunque accolto con grande soddisfazione la notizia che il 113/125 con cui ho concluso la qualificazione mi permetteva di partecipare allo shoot-off per entrare in finale: dopo la profonda delusione del primo giorno avevo infatti l’opportunità di accedere al sestetto dei finalisti e questo mi ha restituito energia. Del resto era anche vero che alla pedana 5, dopo quella bicicletta del primo giorno, non avevo più sbagliato niente e anche quel pensiero mi ha certamente aiutato a ritrovare fiducia nei miei mezzi.”

Nel recente passato di Gabriele Di Giulio, tesserato al Tav Roma, c’è anche la partecipazione, con la maglia azzurra del Settore Giovanile, ad alcune competizioni importanti come il Gran Premio internazionale di Porpetto e la Green Cup e l’Emir Cup a Umbriaverde. Tutte opportunità che hanno permesso al ventenne capitolino di comprendere quanto sia intensa la sua passione per lo Skeet. Del resto Di Giulio nel tempo ha saputo cementare amicizie importanti come la profonda collegialità con Tammaro Cassandro e Gabriele Rossetti.

“Ho profonda stima per questi atleti della Nazionale – spiega l’atleta romano – e in questi anni ho avuto anche l’opportunità di incontrare e conoscere il campionissimo Vincent Hancock che si è rivelato molto gentile e nei miei confronti anche generoso di consigli importanti.”

Alla finale del Campionato italiano di Prima categoria a Lonato frattanto si è certamente presentato un Gabriele Di Giulio che era totalmente trasformato rispetto al momento critico del giorno precedente. Tant’è che con un ottimo 53/60 l’atleta capitolino ha saputo conquistare il titolo tricolore precedendo sul podio Gianluca Flore (51) e Alberto Fattorini (41/50).

“La preparazione che avevo fatto nella settimana precedente – dichiara Gabriele Di Giulio – era stata tutta dedicata propria alla finale perché nella formula attuale di gara la finale è una prova lunga e stressante a livello mentale, quindi l’ho voluta preparare appositamente. E posso dire di aver fatto un lavoro di preparazione molto proficuo perché questa volta a Lonato mi sono sentito più sereno e sicuro in finale rispetto ad altre volte in cui magari avevo affrontato la finale con una preparazione meno accurata perché avevo privilegiato l’allenamento sulle serie di selezione per fare il punteggio ai 125 piattelli. In questo caso in finale mi sono concentrato sempre sulla mia gara, senza andare a consultare il tabellone. Ho capito che avevo vinto soltanto quando ho notato che tutti mi indirizzavano gli applausi. In realtà, quella è stata davvero una meravigliosa sorpresa e scoprire poi, d’un tratto, alla fine della gara che avevo vinto anche con un buon punteggio mi ha trasmesso davvero molta positività.”

È certamente una parabola sportiva interessante anche quella che coinvolge Estevan Tommasi: il nuovo campione italiano di Skeet di Seconda categoria. Il trentaduenne toscano – nato a Lucca ma attualmente residente sulle colline di Pescia e naturalmente tesserato al Tav Montecatini-Pieve a Nievole – al Concaverde dopo l’ottimo 117/125 di qualificazione si è assicurato il titolo superando in finale per 53/60 a 51 Fabio Botton. Sul terzo gradino del podio di Seconda è salito Gioacchino Berardi con 41/50.

Estevan Tommasi al vertice del podio di Seconda categoria con Fabio Botton e Gioacchino Berardi

A controllare la vertigine da vertice del podio del resto Estevan Tommasi è abituato perché lo skeettista toscano proprio nella stagione 2022 si era guadagnato la promozione in Seconda categoria conquistando lo scudetto di Terza. La passione per lo Skeet è nata recentemente, nonostante i trascorsi illustri nella disciplina di suo padre Marco negli Ottanta e nei Novanta, ma è evidente che quel fuoco agonistico sta crescendo a vista d’occhio.

“Sì, – precisa Estevan Tommasi – la passione per lo Skeet è di derivazione familiare. Come il nome insolito, d’altronde, che scaturisce da una promessa fatta da mio padre ad un conoscente spagnolo di cui aveva grande stima. Quanto allo Skeet, lo coltivo in parallelo ad altre discipline: mi alleno ogni due giorni e ogni volta faccio un giro allo Skeet, uno al Compak e anche uno alla Fossa Olimpica. E tutti e tre i giri con lo stesso fucile! In realtà il mio grande amico Marco Venturini ha anche tentato in tutti i modi di trasformarmi in un tiratore di Trap, ma la mia disciplina del cuore è certamente lo Skeet: non a caso sono orgoglioso di condividere una grande amicizia anche con Gabriele Rossetti. In ogni caso, per la cronaca, i miei 22 e anche dei 23 alla Fossa Olimpica li colleziono. Insieme a qualche 22 al Compak.”

Estevan Tommasi di fatto ha controllato la gara di Lonato per tutto il suo svolgimento con una serie di punteggi omogenei e presidiando il vertice della classifica per tutto il percorso fino alla vittoria finale, ma qualche imprevisto qua e là in realtà si è manifestato.

“Devo recriminare qualcosa nella quarta e nella quinta serie – dice lo skeettista toscano – in cui ho sbagliato due volte il 7 mark. Mi sono mosso troppo presto e quei due piattelli li ho proprio persi. Ma d’altronde gli errori fanno bene: costringono a capire che non si è imparato mai abbastanza e che occorre continuare a lavorare in pedana per migliorarsi sempre.”

Estevan Tommasi con il padre Marco

E certamente curiosa è anche la storia sportiva di Andrea Marraccini che al recente Campionato italiano di Skeet del Concaverde ha centrato la conquista dello scudetto di Terza categoria qualificandosi per la finale con 102/125 e poi superando nell’ultimo round Guido Lusetti per 43/60 a 40. La medaglia di bronzo del confronto è andata invece ad Antonio Borrelli (33/50).

“Mi sto ancora godendo questa vittoria – precisa l’atleta quarantaduenne – che ho voluto conseguire con tutte le mie forze ma che è costata certamente tanta fatica.”

Andrea Marracini sul podio dei Terza categoria con Guido Lusetti e Antonio Borrelli 

Andrea Marraccini è nato a Cagliari e ha maturato il suo interesse per lo Skeet in quel laboratorio skeettistico della Sardegna dei primi anni Duemila in cui stava emergendo in tutto il suo fulgore anche il talento di Gigi Lodde.

“All’epoca ho fatto un percorso agonistico molto appassionante nel Settore Giovanile grazie ai miei maestri Paolo Paoli e Leonardo Pinna proprio in parallelo a Lodde, – spiega Andrea Marraccini – ma a ventiquattro anni, nel 2005, qualcosa era cambiato e in quel momento non riuscivo più a trovare gli stimoli giusti per continuare. Tant’è che ho abbandonato l’attività. Poi qualche anno più tardi mi sono trasferito in Lombardia per motivi di lavoro, ero soddisfatto professionalmente, mi sono creato una famiglia, e quindi lo Skeet ha continuato ad essere soltanto un bel ricordo. Anche se mio padre Vindice, che è stato il mio primo allenatore, ogni volta che in questi anni tornavo a casa mi sollecitava a riprendere a sparare.”

L’occasione per tornare allo Skeet in forma agonisticamente più seria per Andrea Marraccini arriva però nello scorso inverno.

Andrea Marraccini

“Ho ripreso quasi casualmente a sparare allo Skeet più o meno un anno fa – racconta il lombardo di Sardegna che vive e lavora a Erba – dopo ben diciassette anni di effettiva inattività. Ho avuto l’opportunità di incrociare sulla mia strada gli skeettisti del Concaverde e tra loro Mauro Mazzoleni mi ha invitato a unirmi al loro gruppo. Sinceramente non aspettavo altro che una sollecitazione di questo tipo: sparare da solo naturalmente non mi dava grande soddisfazione e sentivo invece la necessità di misurarmi con lo Skeet di questi anni per aggiornare le mie nozioni. Mauro Mazzoleni e il suo gruppo sono stati davvero molto generosi con me: mi hanno aiutato ad aggiornare il mio stile e la mia tecnica e ad ottenere un’imbracciata corretta. Dedico sinceramente a Mauro questa vittoria: da parte mia, posso dire di averci messo il massimo impegno.”

“Sì, – dichiara perentoriamente Andrea Marraccini – perché in realtà ero andato proprio per vincere questo titolo! Naturalmente poi in gara non sempre tutto va come si prevede. Nel secondo giorno, in cui ho fatto un 20 e un 18, ho avuto seri problemi e ancora non so spiegarmi se si è trattato di un problema psicologico o tecnico. Sta di fatto che alla quarta serie ero molto agitato, con le mani che mi tremavano: come se avessi avuto improvvisamente un calo di pressione. Forse è stato lo stress della gara, l’ansia o il caldo o quel desiderio di centrare a tutti i costi il risultato che mi ha impedito di gareggiare serenamente. Sono però riuscito a risollevarmi e in finale ho superato anche il mio grande amico Guido Lusetti che è stato anche tra i miei più valenti ispiratori in questo anno in cui sono tornato felicemente a frequentare le pedane dello Skeet!”.

La cornucopia delle vittorie di Andrea Marraccini nel 2023 che ha segnato il ritorno del lombardo di Sardegna allo Skeet agonistico