Daniele Di Spigno: all’Europeo con un team solido

Il Commissario tecnico del comparto under 21 della Fossa Olimpica propone un’analisi dettagliata del risultato del confronto continentale il cui vertice qualitativo è stato il titolo nel Mixed Team con Giorgia Lenticchia e Valentino Curti

Le azzurrine e gli azzurrini al Campionato d’Europa di Osijek hanno rappresentato una certezza. Due medaglie individuali con Sofia Littamè e Emanuele Iezzi, la splendida conquista del titolo nel Mixed Team con Giorgia Lenticchia e Valentino Curti e i larghi successi nelle gare a squadre sia nel comparto femminile che in quello maschile descrivono la prova della formazione di Daniele Di Spigno come una prestazione solida ed omogenea. Diamo la parola proprio al Ct della squadra per un esame dettagliato della gara.

Coach Di Spigno, sebbene il giudizio sulla prova della formazione azzurra all’Europeo non possa che essere molto positivo, forse confidava di centrare un oro individuale?

Come faccio a dire di no?! D’altronde schieravamo il campione del mondo in carica Matteo D’Ambrosi e insieme a lui anche Emanuele Iezzi che ha già fatto due podi al Mondiale. Però due bronzi proprio con Emanuele Iezzi nel maschile e con Sofia Littamè nel femminile sono un bel risultato. Per Sofia fra l’altro si tratta di un traguardo importante perché lei in tempi recenti aveva avuto qualche difficoltà e per quel motivo ci eravamo dati un programma da seguire. Attraverso quel programma Sofia è arrivata bene a questo Europeo dopo che avevamo fatto un lavoro di rifinitura proprio al raduno a Porpetto: quindi tutto il lavoro fatto recentemente ha ripagato perfettamente.

In altre gare all’ordine del giorno c’è stato sempre il tema della resistenza fisica: com’è andata questa volta?

Ero certamente preoccupato della lunghezza della gara e del fatto che strada facendo le ragazze e i ragazzi potessero mollare un po’, perché l’idea di affrontare la gara individuale nei due giorni e poi subito dopo il Mixed Team e infine la gara a squadre prospettava una sequenza che mi faceva sospettare che tutte e tutti arrivassero con la stanchezza ai momenti importanti delle singole gare, com’era appunto già successo in altre occasioni. È bene puntualizzare che specialmente per chi va in finale quel rischio si amplifica, perché a quel punto la giornata di gara risulta davvero molto lunga e impegnativa e in più c’è il fatto che a seguito del responso della finale si può essere delusi, se poi la gara non è andata bene, oppure appagati se invece è andata come si sperava. E in un caso o nell’altro, si arriva alla prova successiva comunque con forze ridotte. Allora, memore di quanto era accaduto al Mondiale in cui nel Mixed Team non eravamo riusciti a fare una buona gara proprio per effetto della stanchezza, ho cercato di scongiurare questo problema e regolarmente ho insistito sul fatto che ogni giorno dovevamo essere agonisticamente “cattivi”. E dovevamo esserlo per un fatto semplice e chiaro: perché siamo l’Italia. Come ho precisato altre volte, non dobbiamo dare agli altri la possibilità di pensare che ci possono battere, perché in quel modo daremmo ai nostri avversari proprio la possibilità di sentirsi più forti mentalmente. E devo dire che le ragazze e i ragazzi hanno appreso perfettamente la lezione: infatti abbiamo conquistato l’oro nel Mixed Team e in fin dei conti, sempre nel Mixed Team, la seconda squadra non è entrata in finale soltanto per un piattello. Quanto poi alle gare a squadre, la formazione maschile è stata grandiosa proprio nella parte conclusiva della gara: dovevano fare 72 o almeno 71 nell’ultima serie per andare in finale e hanno fatto 73 con due zeri verso la fine a risultato praticamente acquisito. Quindi nel complesso questa volta sono davvero più che soddisfatto della gestione delle energie.

Gli azzurrini del Trap Emanuele Iezzi, Matteo D’Ambrosi e Valentino Curti

Come ha vissuto questa gara Matteo D’Ambrosi che affrontava l’impegno con il difficile ruolo di campione del mondo in carica?

A Osijek c’erano piattelli con traiettorie molto alte. Nell’impianto in cui abbiamo gareggiato il livello del terreno davanti ai campi è almeno mezzo metro più alto del livello della buca. Per rispettare l’altezza della traiettoria del piattello in base agli schemi, quella misura indicata dagli schemi doveva essere quindi aumentata di quel mezzo metro di dislivello. Nemmeno al Double Trap mi ricordavo dei piattelli così alti! Matteo è un tiratore che si posiziona basso con le canne e quindi ha trovato subito qualche difficoltà. Abbiamo provato a risolvere in corsa, ma senza esito. Del resto anche a Lonato Matteo non era apparso in formissima: alternava un 25 a qualche serie un po’ pallida. Il fatto che lui abbia incontrato questa forte difficoltà sul campo di gara mi ha persuaso a non schierarlo nel Mixed Team. Poi in realtà D’Ambrosi si è ripreso bene nel corso del Campionato. Tecnicamente Matteo è un gran tiratore: con la difficoltà tecnica e con lo stress della gara individuale tutto il negativo però si è amplificato. La gara a squadre dal punto di vista mentale è invece più semplice perché c’è una condivisione di stress: e in quella gara, infatti, pur con la stessa difficoltà tecnica dei lanci, ha fatto un ottimo punteggio.

Nel doppio misto l’intuizione di abbinare il talento di Giorgia Lenticchia con quello di Valentino Curti si è rivelata brillantissima.

Sì, la coppia umbra, come l’ho definita, ha funzionato bene! Sono stati bravi in tutta la gara. In particolare nello shoot-off che è una fase della gara su cui avevamo lavorato proprio nel raduno a Porpetto. Nel raduno ci siamo dedicati con molta cura agli shoot-off e alle simulazioni della finale: abbiamo lavorato più su questi piccoli dettagli che sull’aspetto tecnico puro. Nella gara del Mixed Team Giorgia e Valentino sono partiti bene, sono partiti con la giusta testa, spezzando la prova in mini-garette da cinque piattelli. A Porpetto, nel ricreare le varie situazioni, avevamo fatto proprio questo. E quantomeno per quel format utilizzato nell’Europeo, si è rivelato un sistema efficace di allenamento.

A livello di squadra la formazione femminile di Sofia Littamè, Giorgia Lenticchia e Giorgia Maccioni si è rivelata assolutamente imbattibile.

Le ragazze hanno saputo fare una gara straordinaria. Sofia ha avuto qualche lieve difficoltà in una serie di qualificazione dell’individuale, ma poi ha concluso quella fase della gara in maniera perfetta. Giorgia è probabilmente la più emotiva della squadra e quindi trovarsi in testa alla classifica nella prima giornata le ha creato qualche contraccolpo emotivo. C’è bisogno di stimolare continuamente quella sua aggressività agonistica che convive con l’emotività ma che le permette di fare il risultato. Giorgia Maccioni in altre gare in Italia ha certamente fatto dei punteggi migliori: qui d’altronde era alla sua prima esperienza internazionale ed è comprensibile quanto è accaduto. Avrei potuto portare magari un’altra atleta con punteggi stagionali inferiori ma con un po’ più di esperienza internazionale, però, anche per il fatto che nel 2024 Sofia Littamè sarà fuori dal Settore Giovanile, era mia intenzione procedere ad ampliare la rosa delle atlete con un bagaglio di attività internazionale. Occorre sempre evitare che un’atleta, alla prima convocazione, arrivi alla Coppa del Mondo o al Campionato del Mondo con il panico da appuntamento internazionale.

Le azzurrine del Trap Giorgia Lenticchia, Giorgia Maccioni e Sofia Littamè

Quindi questa trasferta all’Europeo ha svolto anche un ruolo di preparazione in vista degli appuntamenti importanti del 2024?

La trasferta è stata molto utile proprio per consolidare il gruppo nel quale ho sempre visto favorevolmente uno spirito goliardico ma misurato. Io voglio un gruppo che faccia esperienza e che cresca, perché in realtà sto preparando queste ragazze e questi ragazzi per il domani. Che loro vincano oggi, a me va ovviamente molto bene, ma loro stanno costruendo soprattutto il loro bagaglio di esperienza per il futuro quando andranno a comporre le squadre Senior. Non serve vincere una gara senza aver fatto un percorso di crescita. Sì, egoisticamente potrebbe anche interessarmi, ma io punto piuttosto a fornir loro nozioni che serviranno quando usciranno dalla qualifica Junior. Nello sport si deve sempre lavorare oggi soprattutto per il domani.