Giovanissimevolmente: Jacopo Adamati

Per il quindicenne bresciano di Rovato, campione italiano in carica degli Juniores di Sporting, il 2025 si preannuncia come una stagione di svolta

(di Massimiliano Naldoni)

Come altri specialisti e altre specialiste delle più celebri discipline del comparto non olimpico, anche Jacopo Adamati coltiva con analoga intensità l’interesse sia per il Compak che per lo Sporting. C’è un dettaglio non trascurabile, però: ovvero che l’atleta bresciano di Rovato è un quindicenne che, malgrado i già brillanti risultati ottenuti nel 2024 che lo collocano in un ruolo anche più alto di quello comunemente decantato come talento emergente, può permettersi di considerare ancora molte delle prossime stagioni come un laboratorio. Con la prospettiva, quindi, di altri significativi progressi nell’una e nell’altra specialità che lo possano condurre in futuro anche ad una scelta definitiva in favore di una delle due.

“Sarò sincero: lo Sporting mi piace di più – precisa Jacopo Adamati – ma allo stato attuale sotto il profilo della qualità sto crescendo più nel Compak. Il mio proposito adesso è quindi quello di individuare un miglioramento parallelo appunto anche nello Sporting.”

Jacopo Adamati sul gradino più alto del podio Juniores al Campionato italiano di Sporting del 2024

La passata stagione per Adamati è stata certamente un momento di solida conferma, perché se il buon rendimento agonistico e la convivenza delle due discipline sono sempre state una costante nella vita sportiva dell’atleta lombardo, il 2024 ha anche permesso di capitalizzare il bel lavoro svolto in queste prime stagioni di militanza tra gli Juniores.

Nel 2024 infatti Jacopo Adamati conquista il titolo tricolore degli under 20 di Sporting e compie la prima trasferta in azzurro (dopo la partecipazione all’Europeo di Compak di Foligno del 2023) al confronto iridato di Sporting di Hudson, negli Stati Uniti, in cui totalizza 151/200. In questa sostanziale disinvoltura ad affrontare quei cimenti internazionali che ad altri ben più navigati specialisti fanno ancora tremare le vene e i polsi contribuisce certamente l’importante apprendistato che Jacopo Adamati ha compiuto fin da giovanissimo in terra britannica insieme al padre Gian Filippo.

“In Gran Bretagna – spiega l’atleta bresciano – lo Sporting che affronti in gara è certamente più difficile del nostro e questa situazione ti costringe senz’altro a fare l’abitudine alle situazioni più estreme della disciplina.”

Ma mettiamo giù un po’ di cifre per capire dove si sta indirizzando questo eclettico giovane atleta tesserato al Tav San Fruttuoso di Castelgoffredo.

“Il rendimento – dichiara Jacopo Adamati – si esplicita concretamente nella media che riesci a comporre in gara e in allenamento. Ad esempio all’inizio del 2024 nello Sporting rispettavo una media tra il 21 e il 22, ma nell’arco della stagione sono riuscito ad attestarmi sul 23. Nel Compak, invece, nell’arco della stagione ho valutato più o meno un punteggio medio di 90/100 che coincide quindi con la media per serie del 22,5. Mi rendo conto che per elevare ancora queste medie in una disciplina o nell’altra dovrò capire dove indirizzare tutte le mie forze.”

Frequentando le competizioni in Italia ma appunto anche in Gran Bretagna, Jacopo Adamati ha avuto la possibilità di vedere all’opera anche i talenti più affermati del panorama mondiale e ha quindi eletto anche i propri beniamini.

Jacopo Adamati (al centro) con Damiano Cecchini e Mattia Degli Antoni al Mondiale di Sporting negli Stati Uniti nel 2024

“Ho visto George Digweed molte volte e ho fatto attenzione al suo modo di sparare: al suo modo di posizionare le canne. Tra gli italiani mi piacciono molto Enrico De Tomasi e Cristian Camporese. Potrei perfino dire che De Tomasi è stato un po’ il mio ispiratore per il particolare modo di sparare.”

Se la passata stagione ha confermato il talento crescente dell’atleta di Rovato, il 2025 dovrà inevitabilmente segnare un momento di svolta.

“Sì, – conferma Jacopo Adamati – sono consapevole che è il momento di formulare dei desideri. In senso più generale posso dire che innanzitutto spero di avere l’opportunità di partecipare ad altre gare internazionali con la maglia azzurra. Se questo avverrà, mi piacerebbe riuscire ad inserirmi tra i primi dieci classificati del Campionato del Mondo e magari addirittura tra i primi cinque dell’Europeo. Significherebbe dare concretezza a quella crescita di qualità che sto cercando di perseguire con il serio lavoro di questi mesi.”

“Ci sono anche alcuni aspetti generali della pratica tiravolistica – precisa ancora il quindicenne lombardo che in passato ha praticato anche il rugby – che vorrei consolidare: ad esempio al Campionato italiano invernale di Vetralla del 2023 ho totalizzato 84/100 con un 15, un 19 e poi due 25 e quella situazione ha spiegato perfettamente che non avevo conquistato la costanza del risultato. Adesso vorrei invece proprio riuscire a perseguire quella costanza e vorrei archiviare l’abitudine di quei forti contrasti nel punteggio. Un altro aspetto su cui lavorerò è quello della concentrazione. Mi rendo conto che sul piano degli anticipi e dei movimenti in realtà ho già fatto un buon lavoro in questi anni, ma non riesco ancora a conservare lo stesso livello di concentrazione per tutta la serie. Nei prossimi mesi mi dedicherò a queste situazioni e spero davvero di poter raggiungere a breve termine un buon traguardo in termini di punteggi e di piazzamenti.”