Giovanissimevolmente: Giorgia Carducci e Giacomo Emili

I due giovanissimi rappresentanti dell’Umbria tiravolistica hanno centrato la vittoria al Trofeo Coni 2024 di Fossa Olimpica: nelle loro parole il racconto di questa grande emozione

(di Massimiliano Naldoni)

Giacomo Emili e Giorgia Carducci hanno composto la squadra agonisticamente più solida al Trofeo Coni 2024 di Catania e sotto i colori dell’Umbria (insieme a Gabriele Ciurnella e Samuele Trappolini) sulle pedane di Ramacca (la struttura etnea che ha ospitato la prova di Fossa Olimpica all’annuale appuntamento riservato agli under 14) hanno saputo svettare con autorevolezza totalizzando 83/100 e precedendo di una lunghezza la Lombardia e di due il Piemonte. Il valore del successo della quindicenne di Terni e del quasi quattordicenne di Giano dell’Umbria non risiede soltanto nella bella prova che Giorgia e Giacomo hanno offerto nella prova catanese, ma anche nel fatto che l’una e l’altro abbiano per Istruttori rispettivamente Fabrizio Satolli (insieme al papà di Giorgia: Luca) e Franco Felici: nomi che rappresentano la tradizione tiravolistica più raffinata del cuore verde d’Italia.

Giorgia Carducci e Giacomo Emili con la Consigliera federale Christine Brescacin, con gli Istruttori Franco Felici e Fabrizio Satolli e con il compagno di squadra Leonardo Bernardini

Giacomo Emili, che frequenta un Istituto tecnico, ha iniziato a praticare il tiro a volo – dopo un fugace tentativo con il calcio – soltanto nel novembre del 2023 e ha quindi fatto letteralmente passi da gigante in questa stagione.

Giacomo Emili con Franco Felici

Giorgia Carducci sta completando la sua seconda stagione di militanza sulle pedane e si dedica al tiro a volo a tempo pieno – oltre naturalmente all’impegno scolastico al Liceo Artistico – con particolare attenzione all’attività in palestra finalizzata  ad un miglior rendimento in pedana.

Giorgia Carducci con Silvana Stanco a Chateauroux

Ma sia in Giorgia Carducci che in Giacomo Emili c’è una grande determinazione e la volontà di riuscire e di andare lontano. Ecco che cosa hanno raccontato della loro stagione agonistica.

Giorgia, scorrendo il dettaglio delle tue gare in questa stagione si nota che, anche in alcune belle prove, c’è sempre una serie meno brillante che penalizza il risultato complessivo. Che spiegazione dai a questo fenomeno?

Effettivamente non era mai capitato nella scorsa stagione, mentre nel 2024, sì: si è verificato che sparavo tutte le serie bene con la giusta concentrazione, ma poi c’era sempre quella serie negativa che mi abbassava il punteggio e spesso non mi ha permesso di fare le finali. Poiché si è verificato in molti campi diversi, non dipende quindi infatti dalla sede di gara, ma piuttosto dal fatto che lo scorso 1° febbraio il mio papà Luca ha avuto un grave incidente in motocicletta e quell’evento mi ha ovviamente occupato a lungo la mente: quel pensiero da mesi si riaffaccia periodicamente e spesso proprio all’improvviso durante le gare provocando quella flessione di rendimento. Per un drammatico scherzo del destino anche un caro amico ha avuto poi un incidente simile nel corso dell’estate e questo ha amplificato il problema. Il mio papà frattanto si è ristabilito perfettamente e l’incidente non ha prodotto conseguenze, però ha provocato in me quei crolli emotivi che sono all’origine dei vuoti di concentrazione.

Giacomo, avresti detto che dal Trofeo Coni saresti uscito con un oro a squadre e un argento individuale?

No, non mi aspettavo di fare una gara così perché quella precedente, il Campionato italiano di Montecatini, non era andata molto bene per motivi tecnici e quindi alla viglia della gara in Sicilia non mi sentivo proprio in forma. Semmai per andare a ritrovare una gara di cui ero davvero soddisfatto si deve risalire all’Uno d’Oro dell’estate in cui ho vinto. Però al Trofeo Coni ero fiducioso di fare un buon risultato.

Giacomo Emili durante una lezione con Franco Felici

Giorgia, quando si verifica quel black-out che dicevi, gli errori sono riuniti a grappolo o distribuiti nella serie?

Sono sia a grappolo che distribuiti. Magari capita che tutto a un tratto durante una serie faccio una seconda canna e dopo faccio tre zeri perché sono insicura di quello che vado a fare: perdo la concentrazione e la sicurezza in me stessa e nei miei mezzi. In questo senso Fabrizio Satolli mi ha aiutato ovviamente sul piano tecnico, ma è stato anche un prezioso mental coach insieme a papà. Senza di loro sarebbe stato difficile uscire da questa mia situazione: sono loro che ci hanno creduto e mi hanno trasmesso la forza e se adesso sto ritrovando gradualmente fiducia nelle mie doti lo devo proprio a loro.

Giorgia Carducci

Giacomo, in prova sul campo di Ramacca avevi già rispettato la media che poi hai fatto in gara?

Avevo fatto due serie di prova il giorno precedente e avevo fato un 21 e un 20.

E per la finale a un colpo avevi fatto una preparazione particolare?

Sì, mi sono allenato nelle due settimane precedenti con il mio allenatore Franco Felici a Umbriaverde. Franco è un fortissimo tiratore e un maestro altrettanto bravo.

Giacomo Emili al vertice del podio dell’Uno d’Oro

Giorgia, il Trofeo Coni ha seguito in maniera ravvicinata il Campionato italiano in cui probabilmente non hai ottenuto il risultato che volevi: come le valuti le due gare nel loro insieme?

Il Campionato italiano me lo ricordo come se fosse ieri perché è stata veramente una gara brutta per me. Uscivo dal periodo peggiore di questa stagione in cui i miei punteggi erano bassissimi, però proprio in quella gara ho visto che ero in grado di tornare a fare i punteggi che avevo saputo fare: il problema era che non c’era ancora autostima, non credevo sufficientemente in me stessa e nelle mie capacità. Infatti anche al Campionato italiano ho fatto un 14/25 che mi ha tenuto fuori dalla finale. Certamente quel risultato mi ha buttato di nuovo giù, però a quel punto ho provato ad usare tutte le forze per andare a vincere il Trofeo Coni.

Giorgia Carducci

E con che stato d’animo esattamente hai affrontato il Trofeo Coni?

Quella di Ramacca è stata una gara corta: ho fatto soltanto due serie e la finale ma a me è sembrata una gara interminabile. Io sentivo che le altre ragazze e gli altri ragazzi vivevano quell’esperienza con l’atmosfera di un gioco, mentre io sono già partita da casa con questa idea: se lì non vinco, a questo punto ho finito l’anno davvero male. Di solito le finali a cui ho partecipato e anche quelle simulate in allenamento le ho sempre fatte bene, ma in questa finale del Trofeo Coni ero tesissima e a un certo punto mi si è proprio spento il cervello. Ma in quel caso mi confortava che nella gara a squadre eravamo riusciti ad andare molto bene.

Giacomo, la strada del Settore Giovanile è ancora lunga, d’accordo, ma in te c’è l’intenzione di far diventare il tiro a volo anche una professione?

Sì, certo: penso in grande e vorrei con il tempo entrare in Nazionale e andare a vincere le Olimpiadi nella Fossa Olimpica.

Giacomo Emili e Giorgia Carducci sul podio del Trofeo Coni a Ramacca