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È stato dominio assoluto degli azzurri di Veniero Spada nella gara per nazioni all’Europeo di Compak di Santiago de Compostela: le impressioni del dopo-gara di Michael Spada, Cristian Camporese, Carla Flammini, Alessia Panizza, Valentina Guidi, Matteo Plodari, Gabriele Morabito e Daniele Valeri

(di Massimiliano Naldoni)

SECONDA PARTE

Se sbagli, sei fuori. Lo ripeteva anche un po’ ossessivamente una canzone de Lo Stato Sociale di qualche anno fa. Non era propriamente un contesto agonistico quello descritto dal verso in questione, ma nella circostanza del Campionato europeo di Compak che si è disputato a Santiago de Compostela, il significato è perfettamente calzante. È quella l’impressione che più o meno tutte le contendenti e tutti i contendenti del team azzurro hanno ricevuto dal “terreno di gioco” spagnolo fino dal test dei giorni di prova.

“È la prima volta – sottolinea Michael Spada – che mi è capitato di sperimentare di rimanere ampiamente fuori dal podio con un 197. Io non guardo le classifiche durante la gara, ma naturalmente valuto il mio punteggio e al termine delle otto serie ero certo di poter essere in alto con quel risultato. Sono rimasto sinceramente molto stupito che un punteggio che in altri casi ti consente di vincere, in questo caso non abbia permesso neppure di correre per una medaglia.”

Michael Spada al vertice del podio “open” della Coppa Europa di Compak

“Personalmente – prosegue l’azzurro umbro – ritengo che si debba aumentare qualche difficoltà nelle gare di questo livello, altrimenti, con il grado tecnico degli atleti che cresce regolarmente, ci troveremo sempre di più in situazioni come questa in cui punteggi di alto rango sono esclusi dal podio. E soprattutto in situazioni di gara in cui la minima distrazione condizionerà pesantemente il responso finale. Io ho commesso due errori sulle ultime due coppiole nella terza serie: sono uscito con un 23 andando a sbagliare proprio il ventitreesimo lancio e sbagliando poi anche il venticinquesimo per effetto dell’errore precedente. Nella settima serie poi ho totalizzato un 24. Ecco che in una situazione di questo genere, con tre soli “zeri” che sono il prodotto di un momentaneo calo di concentrazione come normalmente può avvenire in una gara lunga che si snoda su quattro giorni, ti ritrovi escluso dalla corsa al titolo e alle medaglie e questo è obbiettivamente incomprensibile quando poi vai a vincere la Coppa Europa, come nel mio caso, appunto, con il punteggio di 395/400 che è sintomo di grande regolarità.”

Uno zero e sei fuori. È di nuovo il pensiero che si è visto costretto a formulare anche Cristian Camporese che peraltro nel confronto continentale della Galizia si è impossessato brillantemente del titolo a squadre under 20 in collaborazione con Gabriele Morabito e Matteo Plodari e ha conquistato una prestigiosissima medaglia d’argento individuale alle spalle del francese Luc Cloitre.

“In allenamento – spiega l’atleta di Padova – ho testato tutti gli otto campi e dalle prove sono uscito con 194: ho giudicato quindi che in gara il punteggio di 195 dovesse essere il traguardo da conseguire per vincere. Certamente mi è risultato subito chiaro in prova che si trattava di una gara in cui non potevi partire con l’idea di tenere la media del 24 perché con quella media saresti finito ampiamente fuori dalla parte alta della classifica. Infatti, quando al campo 7, in cui ho sparato la prima serie, mi sono ritrovato con uno “zero” subito ai primi piattelli, un po’ di disappunto si è fatto strada. E quella non è davvero l’atmosfera giusta per gareggiare al meglio: non puoi essere pressato a ogni piattello dall’idea che sei fai uno “zero” sei fuori.”

“Sono consapevole di aver sparato bene, – commenta ancora Cristian Camporese – di essere arrivato con la volontà di vincere e con la giusta predisposizione per aggiudicarmi il titolo individuale. Sono davvero molto contento che con Gabriele e Matteo siamo riusciti a centrare la vittoria nella gara a squadre: è una vittoria netta che descrive la piena superiorità del nostro gruppo. Quanto al titolo individuale, ripeto che sinceramente era proprio quello il mio traguardo dichiarato. Ma riconosco che Luc Cloitre ha pienamente meritato la vittoria: è stato autore di una prova di alto livello ed è un atleta molto corretto che nel corso della gara ha addirittura segnalato agli ufficiali di gara uno “zero” che non gli era stato attribuito. In questo anno in cui milito ancora tra gli Junior, aver conseguito un piazzamento in classifica generale tra i primi quindici lo giudico un ottimo risultato. Dall’anno prossimo, tra i Man, invece si vedrà..!”

Come ha sottolineato il coach Veniero Spada, evidenziando l’ottimo risultato collettivo di questo Europeo, da una gara di questa levatura il Compak italiano non era mai tornato con ben cinque medaglie d’oro. E il contributo del comparto Ladies a questa cornucopia è certamente determinante.

“È stata una gara intensa – commenta la capitana Carla Flammini – del cui responso posso dirmi complessivamente contenta. È vero, però, che personalmente contavo di totalizzare qualche piattello in più: 186 sarebbe stato il traguardo desiderato. È un punteggio che non è arrivato per qualche difficoltà ben distribuita sui piattelli sinistri: un problema che si è manifestato anche in altre gare e su cui sto lavorando.”

Valentina Guidi, Carla Flammini e Alessia Panizza

“Qualche piattello all’appello finale manca anche a me – precisa da parte sua Alessia Panizza – anche se si è trattato di una gara che ho vissuto bene. Ho sparato bene in prova e questo mi ha dato sicurezza, ma in ogni gara c’è sempre un campo che si rivela indigesto e in questo Campionato europeo il ruolo di campo antipatico se l’è assicurato il 2: quello con l’altana. L’ho affrontato il terzo giorno e ne sono uscita con 18: il peggior risultato della gara! Qualche problema, poi, è emerso anche in altre serie nelle ultime piazzole ed evidentemente si tratta di un improvviso vuoto di concentrazione che si ripropone a intervalli. Poi, magari, sono capace di un exploit inatteso come nel caso del 25 che ho totalizzato nell’ultima serie: che del resto è stato anche importante per il punteggio della squadra e per la conquista del titolo.”

La difficoltà di conservare lo stesso grado di concentrazione per tutta la durata della competizione è il tema che ha sollevato anche Matteo Plodari nell’analisi compiuta a qualche giorno di distanza dall’impresa di Santiago.

Gli azzurrini Gabriele Morabito, Matteo Plodari e Cristian Camporese al vertice del podio degli Junior all’Europeo di Compak

“La chiave del successo – dichiara il diciannovenne bresciano tesserato al Tav Rondinelle Azzurre – consiste proprio in quello: la capacità di conservare l’attenzione per tutta la gara e in ogni momento di quella. Non sono certo deluso dal mio risultato che ha sicuramente dato un contributo per la vittoria a squadre, però sono consapevole di non essere ruscito a giocarmi perfettamente questa partita. È anche vero che sono nel giro della Nazionale solo da due anni e certamente non posso mettere in campo l’esperienza di altri miei colleghi. Il fatto è che in gare come queste ti si presentano molti piattelli apparentemente facili, ma che proprio facilissimi non sono. È lì che non devi sottovalutare il bersaglio, altrimenti scatta quel difetto di attenzione e si producono gli “zeri”. “

“Sì, non erano piattelli impossibili quelli di Santiago, ma ci voleva testa.” Precisa Valentina Guidi.

“Io sono molto contenta del risultato – conferma l’atleta di Misano Adriatico – perché è andato ben oltre le mie aspettative. Ho impostato il mio primo giorno di gara all’insegna della filosofia del “come va, va!” e mi sono ritrovata con 49/50. Evidentemente è stata la scelta giusta. Sicuramente, però, questa convinzione di confrontarsi con lanci non difficilissimi è abbastanza pericolosa in una gara, perché basta un attimo per perdere il controllo dei cosiddetti piattelli facili. Al primo Golden di Foligno per una distrazione del genere mi sono ritrovata con un 16 in una serie. Insomma, vale la regola: mai sottovalutare niente. Per principio!”

Il tema della concentazione è davvero delicato e sempre attualissimo: ne sa qualcosa Gabriele Morabito che dice perentoriamente: “Che lezione mi ha impartito questo Europeo..? Diciamo che ho capito esattamente quale genere di concentrazione mi serve per affrontare gare con questo livello di difficoltà.”

Nei confronti dell’atleta calabrese ha speso parole di elogio anche il Ct Veniero Spada che ha sottolineato come Gabriele Morabito fosse seriamente candidato anche alla vittoria individuale.

“Gabriele ha concluso la terza giornata di gara – spiega il selezionatore azzurro – con il punteggio straordinario di 149/150. Poi ha affrontato la prima serie dell’ultimo giorno nella tempesta: sotto la pioggia battente e con un vento fortissimo. Ne è uscito con un 20 che ha naturalmente penalizzato in maniera drastica la qualità della sua gara.”

“Vincere il titolo a squadre era il traguardo prioritario – dichiara Gabriele Morabito – e quindi l’obbiettivo principale lo abbiamo centrato. Resta un po’ di amarezza, certo, per la gara individuale. Su quel campo che ho affrontato sotto la tempesta in allenamento avevo fatto 25: era certamente uno dei più difficili, ma in condizioni normali se ne poteva uscire con un buon risultato. Le conseguenze negative di quell’ultima giornata si sono proiettate poi anche sullo spareggio che ho dovuto affrontare con Pierre Caron per la medaglia di bronzo. Confesso che sono arrivato a quello spareggio davvero molto nervoso perché mentalmente la gara per me era finita con quella serie sotto la tempesta. C’è sicuramente ancora molto da imparare nella gestione di una gara. Mi impegno a lavorare proprio su questo.”

Chi frattanto di esperienza può metterne in campo certamente un bel po’ è Daniele Valeri che a Santiago de Compostela è stato un pilastro determinante per la vittoria del titolo dei Man insieme a Davide Gasparini e Michael Spada.

“È buona norma partire sempre volando basso in termini di aspettative. – Spiega il trentaseienne di Spoleto – Perché se stai con i piedi per terra hai la giusta prospettiva per osservare la gara. E inoltre devi sempre essere pronto ad affrontare situazioni impreviste: è quello che è accaduto a me il primo giorno di gara, quando è emerso un inconveniente con due piattelli simultanei. Quel problema mi ha subito deconcentrato e la prima serie si è risolta in un 22. Allora mi sono rimboccato le maniche e ho pensato soprattutto a fare il miglior risultato possibile per la squadra.”

“Quando devi “resettare” tutto a seguito di un imprevisto di gara, – dice ancora Daniele Valeri – è proprio il momento più difficile. Mi è venuto in mente quello che vorrò insegnare sempre a mio figlio Filippo che ora ha due anni e mezzo: che non si deve molllare mai fino all’ultimo piatto! Adesso che frattanto possiamo analizzare l’Europeo di Compak a mente fredda, mi sento in dovere di ringraziare il coach Veniero Spada e anche i miei compagni di squadra. Sono le persone che hanno creduto nelle mie potenzialità e mi hanno dato fiducia per questa gara da cui siamo tornati con un titolo prestigiosissimo e con un record straordinario.”

Il podio delle Ladies a squadre con le azzurre al vertice