Giovanissimevolmente: Samuel Ligi

Il diciannovenne urbinate, campione italiano in carica nel Compak tra gli Juniores, nella stagione scorsa ha sfiorato il podio al Mondiale ungherese e adesso dice: il 2025 può essere il mio anno!

(di Massimiliano Naldoni)

Samuel Ligi è una delle stelle più brillanti e promettenti del panorama italiano del Compak. Il protagonista della nostra intervista è nato diciannove anni fa (il prossimo 25 gennaio è il suo compleanno) a Fermignano, in provincia di Pesaro e Urbino, ma è stato intorno ai suoi sedici anni che ha deciso di avvicinarsi al tiro a volo e di dedicarsi al Compak. E poiché, com’è noto, nell’area pesarese per quanto riguarda il Compak si trova una delle sedi più importanti a livello mondiale, ovvero il Tav S. Martino di Rio Salso, è proprio all’impianto di Tavullia che Samuel Ligi ha iniziato ad esplorare quella disciplina. L’incontro con Luca Romagnoli ha certamente favorito l’approccio agevole all’attività tiravolistica e la rapida crescita qualitativa dell’atleta di Fermignano. Lo conferma anche lo stesso Samuel raccontando che Luca Romagnoli, oltre ad essere stato un mentore d’eccezione, si è trasformato in un amico con il quale Ligi affronta ancora molte trasferte nelle gare italiane. Tra il 2023 e il 2024 la frequentazione della scuola di Michael Spada ha poi permesso a Samuel Ligi di compiere quel salto di qualità dal punto di vista tecnico e agonistico che si è concretizzato nella convocazione in azzurro all’Europeo di Compak di Foligno nel 2023 e poi con la presenza in azzurro alle due competizioni internazionali più importanti della scorsa stagione (con un podio individuale sfiorato al Mondiale in Ungheria e sfuggito soltanto per effetto di un difficile shoot-off). E la conquista del titolo tricolore degli Juniores nel 2024 ha ulteriormente confermato che Samuel stava percorrendo la strada giusta. Ma poiché si parla di strada da intraprendere, va detto che questi primi mesi del 2025 per l’atleta urbinate saranno molto importanti, sì, sul piano agonistico, ma anche su quello personale/professionale. Giunto al quinto anno dell’Istituto tecnico con indirizzo chimico che sta frequentando, Samuel Ligi deve adesso decidere che strada prendere per il suo futuro professionale, ma ammette di non avere ancora le idee chiare. Anche se il tempo stringe: riconosce l’azzurrino di Veniero Spada. Probabilmente sarà proprio la piega che prenderà in questi mesi l’attività di pedana a indurre Samuel Ligi a fare scelte definitive anche e soprattutto per la sua vita professionale. Ed è proprio del recente passato, del presente e del futuro che abbiamo parlato con l’atleta urbinate in questa intervista.

Samuel, la fotografia del tuo 2024 che cosa ci mostra?

Tra alti e bassi: una bella stagione. Non sono partito benissimo per alcune scelte tecniche che ho compiuto all’inizio dell’anno, poi sono tornato sui miei passi al Campionato italiano di Compak ed è andata bene. Fra l’altro, per come stava andando la stagione fino a quel momento, mi sarei accontentato di andare semplicemente a podio.

E che cosa ha fatto scattare invece la molla?

Un insieme di condizioni che hanno favorito il risultato e mi hanno portato a fare bene. Al Campionato italiano i piattelli li ho subito capiti: non ho avuto difficoltà. Con la testa ero libero, ma concentrato. Tutto era a posto e tutto doveva andare bene.

E a catena è arrivato quel successo al Campionato italiano che ha prodotto dei buoni punteggi anche a livello internazionale.

Se anche non sono riuscito ad andare a podio, effettivamente è andata bene anche in Ungheria al Mondiale di Compak: 193/200 in gara è davvero una bella prova. Mi sono trovato bene su quei piattelli ed era un momento in cui ero ben preparato. È stata una gara molto regolare: soltanto il primo giorno c’è stata un po’ di discontinuità e sono partito con un 25 e poi ho fatto un 22. Fra l’altro quel 22 poteva essere un 23: c’è stato un piattello-lepre che ha saltato in maniera imprevista… Lì per lì ho cercato di non pensarci troppo perché 47/50 era comunque un buon punteggio.

Samuel Ligi al vertice del podio degli Juniores al Campionato italiano di Compak del 2024

In questi casi le congetture a ritroso sono sempre poco realistiche, ma possiamo dire che quel 23 mancato ti avrebbe permesso di andare sicuramente a medaglia invece di affrontare le forche caudine di uno spareggio complicato.

Sì, ovviamente avrei sparato con più tranquillità: con la certezza di essere comunque a medaglia. Ma sono calcoli davvero improbabili perché oltretutto, per il modo in cui aveva preso il via la stagione, non mi sarei aspettato neppure di arrivare tra i primi dieci al Mondiale.

Per quale motivo poi nello spareggio che hai affrontato al Mondiale, a differenza delle serie di gara, non sei proprio riuscito a ingranare?

Probabilmente l’ansia della situazione. Non mi ero mai ritrovato a fare uno spareggio per il terzo posto in un Campionato mondiale o comunque in una gara così importante. Io mi sono sentito anche tranquillo nel momento in cui ho affrontato lo spareggio, ma quando andavo a sparare avevo l’impressione di non essere lì con la testa: non riuscivo ad eseguire bene quello che dovevo fare.

C’è una spiegazione anche nel fatto che i lanci fossero stati trasformati per lo spareggio?

I lanci erano certamente molto più difficili rispetto alle serie di gara: tutti simultanei e molto impegnativi. Il mio avversario ha sparato molto bene: ha fatto un 22 in spareggio. Anche se fossi stato in condizioni perfette, non so davvero se io sarei riuscito a fare un 22. Nello spareggio gioca un ruolo la questione emotiva, la tensione che ti porta a sbagliare qualche piattello in più. Cominciare subito a sbagliare all’inizio della serie come è capitato a me nello spareggio è qualcosa che ti condiziona molto.

Anche all’Europeo, con il tuo 183, avevi fornito una prova molto buona.

È un risultato simile a quello del Campionato italiano, però ammetto che al Campionato europeo i lanci erano più semplici, infatti direi che all’Europeo non avevo sparato al meglio delle mie possibilità. L’ultimo giorno, ad esempio, ero uscito con un 22 e un 20. L’ultimo campo che ho affrontato era sicuramente tosto e un po’ la stanchezza e un po’ la tensione mi hanno portato a sbagliare di più su quel campo.

I risultati del 2024 dicono che a livello internazionale, pur non centrando il podio, sei stato sempre in corsa per le medaglie: questo ti conforta nello sguardo al 2025?

Senz’altro. Proverò a dare il massimo: mi restano due anni da Junior e proverò certamente a centrare dei risultati già in questa stagione che si sta presentando come un momento di svolta per la mia carriera di tiratore.