Alberto Di Santolo: il benessere psico-fisico è essenziale per il risultato in pedana

È il messaggio che il Coordinatore nazionale del Settore Giovanile ha trasmesso alle ragazze e ai ragazzi che hanno partecipato al raduno di Tirrenia dello scorso weekend

(di Massimiliano Naldoni)

Il raduno di preparazione fisica che si è svolto a Tirrenia nello scorso weekend ha riunito venticinque tra ragazze e ragazzi che hanno lavorato per tre giorni con lo staff tecnico del Settore Giovanile. Il Coordinatore nazionale Alberto Di Santolo, affiancato a livello organizzativo da Margherita Fiori e dal preparatore atletico Carlo Alberto Zandomeneghi, ha fornito alle ragazze e ai ragazzi del raduno le indicazioni fondamentali per affrontare al meglio nel senso della preparazione fisica i mesi invernali in vista di una verifica nel mese di febbraio del 2025. In questa prima ricognizione andiamo a interpellare il Coordinatore Alberto Di Santolo. In un articolo della prossima settimana ascolteremo le impressioni del preparatore atletico Zandomeneghi e di alcune e alcuni partecipanti.

 Coordinatore Di Santolo, con quale obbiettivo è stato convocato il recente raduno?

Abbiamo riunito un gruppo omogeneo che possiamo considerare la seconda fascia dopo gli azzurrini e le azzurrine e che naturalmente nell’arco della prossima stagione potranno aspirare ad essere convocati in nazionale. Questa condizione rappresenta naturalmente anche una bella motivazione per tutte e per tutti. Fra l’altro nella circostanza sia io che i miei collaboratori Margherita Fiori e Carlo Alberto Zandomeneghi abbiamo sottolineato che i Commissari tecnici delle nazionali under 21 sono molto attenti alla preparazione atletica e questa situazione costituisce dunque un’ulteriore motivazione.

Il Coordinatore nazionale del Settore Giovanile Alberto Di Santolo

Che atteggiamento sta individuando in queste nuove leve nei confronti della preparazione atletica?

Ad esempio il gruppo che abbiamo riunito a Tirrenia nello scorso weekend come livello è estremamente eterogeneo: ci sono alcuni ragazzi e alcune ragazze che effettivamente non hanno mai fatto attività di preparazione atletica e quindi in questa fase partono in una posizione un po’ arretrata. L’obbiettivo del raduno è stato infatti innanzitutto verificare il loro livello di partenza, poi motivare tutte e tutti in modo da far sì che la preparazione atletica non risulti soltanto un dovere ma anche un piacere: in questo caso si tratta di lavorare sul cosiddetto fattore-divertimento. Attualmente per la preparazione atletica sono disponibili tanti piccoli attrezzi che non erano stati in uso fino a qualche tempo fa: parlo di funicelle, palline, fitball, discosit, elastici. Sono tutti attrezzi che possono rendere vario e non noioso il lavoro di preparazione.

Come sarà affrontata la stagione invernale da queste ragazze da questi ragazzi?

Concorderanno un programma di lavoro con Carlo Alberto Zandomeneghi e a metà febbraio, quando li convocheremo per il primo raduno tecnico, faremo una valutazione di quella che è stata la loro trasformazione in questi tre mesi. Per facilitare il lavoro il programma che riceveranno da Zandomeneghi non dovrà essere necessariamente svolto in palestra. Resta il fatto che certamente la palestra è il luogo più idoneo, ma in realtà disponendo in casa di un paio di manubri, di qualche pallina, di una funicella e di un tappetino il lavoro può essere organizzato efficacemente in parte anche in sede domestica specialmente nel periodo invernale in cui sia le condizioni meteo che gli impegni della scuola possono congiurare un po’ nei confronti della frequentazione assidua della palestra.

Il livello di preparazione e l’abitudine all’attività fisica è connessa all’età dei ragazzi e delle ragazze?

Non sempre. Ci sono ragazzi e ragazze che hanno già un vissuto in altri sport, cioè si sono affacciati al tiro a volo magari dopo aver fatto nuoto o ginnastica in giovanissima età: e queste ragazze e questi ragazzi hanno ovviamente già una formazione in termini di preparazione. Altre e altri invece a livello di preparazione fisica sono letteralmente a livello zero. In queste ragazze e in questi ragazzi dobbiamo far scattare quella motivazione che indicavo prima. La percezione che con Carlo Alberto Zandomeneghi abbiamo avuto è che in tutte e in tutti, anche in coloro che non hanno trascorsi sportivi significativi, ci sia grande voglia di fare. Quando siamo al raduno si può notare un clima di grande entusiasmo perché ci sono le condizioni ottimali per l’avviamento di ogni ragazzo e ogni ragazza alla preparazione atletica: sei in gruppo, ti diverti, fai un’attività completamente nuova. Poi, però, concluso il raduno, ognuno torna nella propria dimensione: e in quel caso, se il ragazzo o la ragazza non sono fortemente sollecitati in famiglia, se non ricevono analoghi messaggi dal proprio tecnico che magari, ad esempio, non lo sottopone al riscaldamento pre-pedana prima di fare allenamento, allora quel messaggio del raduno inevitabilmente si affievolisce e si corre il rischio che quel lavoro ben avviato appunto al raduno si perda un po’ per strada. In questo senso però il fatto che il preparatore atletico Zandomeneghi invii una scheda con un programma di lavoro e fissi una verifica tra tre mesi dovrebbe agire sul senso di responsabilità e sull’orgoglio del ragazzo e della ragazza. Se inoltre il ragazzo o la ragazza puntano legittimamente a ricevere la convocazione in nazionale, sapendo quanto siano attenti alla preparazione atletica i Ct dei quel comparto, ecco che questa situazione può funzionare da stimolo forte. La motivazione endogena è quella realmente forte: in assenza di quella motivazione, certamente tutto risulta difficile. Sono convinto però che affacciarsi al palcoscenico dell’attività agonistica nazionale e internazionale può rappresentare un forte incentivo. Il ragazzo o la ragazza che hanno individuato che il tiro a volo è davvero il loro sport preferito, che è quello a cui si dedicano con impegno e che loro sono di fatto a un passo dagli azzurrini e dalle azzurrine, può convincere l’uno e l’altra a mettersi in gioco e ad affrontare con buona predisposizione anche i sacrifici connessi al conseguimento di una seria preparazione atletica. D’altronde da queste ragazze e da questi ragazzi noi non pretendiamo che diventino, tanto per fare un esempio, dei maratoneti o delle velociste, quindi non devono raggiungere dei risultati particolari in quegli ambiti specifici: devono invece raggiungere una condizione di benessere psico-fisico che consentirà loro di affrontare gare impegnative che durano tre giorni e che mettono a dura prova non soltanto le loro attitudini tecniche, ma appunto anche il loro fisico.

Le ragazze e i ragazzi del raduno di Tirrenia

Matteo D’Amico, Valerio De Nicola, Domenico Diana, Nicolò Diturco, Francesco Fortunati, Michele Manzella, Riccardo Salsa, Patrizio Tuzi, Sara Bianchi, Dalia Buselli, Giulia Castrichini, Adela Sparapani, Gabriele Barone, Luca Chessa, Lorenzo Felici, Andrea Guidi, Claudio Pedicini, Simone Roncen, Elisa Castellana, Ambra Giabbecucci, Maria Iovinella, Alessia Mellone, Aurora Rocchi, Linda Zaina

(foto: Pavla Dolenska)