Parlano i giovani talenti dello Skeet
Sara Bongini, Marco Coco e il Ct Sandro Bellini raccontano il Campionato Europeo di Cipro
(di Massimiliano Naldoni)
Si chiama rivincita. Senza girarci troppo intorno la vittoria conseguita una settimana fa tra le under 20 dello Skeet al Campionato europeo di Cipro Sara Bongini la chiama così. Anche se le definizioni utilizzabili potrebbero essere più di una: innanzitutto riconferma oppure magari, con un significato più prossimo al precedente, anche riscatto. Sì, perché per Sara il secondo titolo continentale in carriera in realtà mette un sigillo dorato ad un anno che si era invece vestito subito di grigio in cui dolorosi imprevisti si sono mescolati insidiosamente a qualche incertezza di programmazione in occasione di un’altra trasferta importante come la Junior World Cup di Suhl.
“Questa vittoria – dice la skeettista fiorentina – è stata certamente la rivincita di Suhl e lo è stata in tutti i sensi. Alla Coppa del Mondo in Germania ero arrivata scarica mentalmente e di certo, non ho timore di ammetterlo, avevo sottovalutato la gara e questa valutazione non corretta mi aveva fatto prendere sottogamba quella prova. Dopo quella gara ho avuto un momento in cui mi sono detta: dove vado? In quel momento ho sentito chiaramente che lo smacco bruciava e ho capito che un’atleta, anche se possiede la tecnica e le qualità, deve certamente mettercela comunque tutta: un risultato non arriva soltanto perché sai bene come affrontare tutti i lanci di una gara. E soprattutto devi arrivare all’impegno che conta con una preparazione perfetta. Infatti per l’Europeo di Nicosia ho lavorato molto e questo mi ha permesso di approdare alla gara con quella tranquillità che ti attribuisce soltanto la consapevolezza di aver fatto tutto quello che occorreva: la certezza di aver fatto bene tutti i compiti a casa!”
Ma per la neo-campionessa europea dello Skeet femminile under 20 il problema non è stato soltanto arrivare allo stand cipriota di Larnaca nelle condizioni giuste, perché l’Europeo 2022 si è rivelato davvero un’impresa titanica.
“In qualificazione sinceramente ero tranquilla: confortata appunto dalla certezza di aver compiuto tutti i passi giusti in preparazione nelle settimane precedenti. Ma forse non avevo valutato quanto sarebbe stato impegnativo un Europeo in condizioni ambientali estreme con una serie di gare in stretta e rapida sequenza che qua e là è stato davvero difficile controllare. Qualche vistoso problema è arrivato infatti nella semifinale individuale: dopo aver condotto correttamente i primi venti piattelli ho avuto un calo di rendimento dovuto, ho compreso poi, all’alimentazione non corretta che avevo scelto per quel momento della giornata. Per fortuna Sandro Bellini, che ci ha sempre seguito passo per passo per tutta la gara, è intervenuto ad aiutarmi e altrettanto ha fatto Carlo Alberto Zandomeneghi che in questo Europeo è stato davvero determinante per l’aspetto dell’alimentazione.”
“Sandro Bellini – spiega Sara Bongini con comprensibile emozione – oltre ad essere quel fantastico Commissario tecnico che sappiamo, in questa gara per me è stato anche letteralmente la spalla su cui piangere per provare ad alleggerire il fortissimo carico emotivo che questa trasferta ha prodotto. Questa mia vittoria, questa riconferma che è costata così tanta fatica, è infatti interamente dedicata all’amico Cristian Ghilli.”
Che l’Europeo di Cipro sia stato una tortuosa impresa non circoscritta soltanto all’aspetto agonistico, ma che ha coinvolto appunto l’ambito fisico-atletico e quello emotivo delle atlete e degli atleti, lo conferma anche lo stesso coach del comparto giovanile.
“Se tornassi indietro – dichiara perentoriamente Sandro Bellini – con la possibilità di intervenire sulla composizione della squadre e sulle varie combinazioni adottate nel Mixed Team e nella gara a squadre, non cambierei niente. Il risultato di questo Europeo è positivo e io sono soddisfatto. Certamente la riconferma di Sara Bongini e il successo di Marco Coco, diciassettenne al suo secondo test internazionale in carriera, sono risultati eccezionali, ma posso dire che anche Galardini in questo Europeo è stato perfetto: Andrea era veramente su un altro pianeta e il suo argento è un risultato meraviglioso! Ho certamente apprezzato l’atteggiamento di Marco Coco che ha saputo affrontare il confronto finale proprio con Galardini in maniera esemplare e molto matura: con quella determinazione che appartiene ai veri talenti.”
“È fuori discussione – dice ancora Sandro Bellini – che il lato emotivo ha avuto un ruolo di primissimo piano in questa prova. Tutte le ragazze e tutti i ragazzi hanno sentito molto la gara perché il ricordo di Cristian Ghilli è stato inevitabilmente molto presente. Ma certamente questa trasferta è stata appunto anche un momento per affrontare qualche argomento che nei mesi precedenti ha rappresentato un pesante ingombro emotivo: tutte le ragazze e tutti i ragazzi hanno parlato molto, si sono aperti gli uni agli altri e questa scelta ha sicuramente contribuito a restituire serenità a tutto il gruppo.”
“Posso dire – prosegue il responsabile del comparto giovanile dello Skeet azzurro – che il ritmo dell’Europeo è stato massacrante. Confesso che anche io ero senza energia dopo la giornata della gara individuale. Lo stesso Marco e la stessa Sara erano certamente molto provati nel Mixed Team e nella gara a squadre. Marco non sapeva letteralmente dov’era nel giorno del Mixed Team e il risultato conseguito, anche se forse appena al di sotto delle reali grandi potenzialità della squadra, deve essere guardato come un successo. Dopo la giornata delle grandi affermazioni individuali di Sara e Marco si è compreso chiaramente che il propblema principale consisteva proprio nella capacità di conservare le energie giuste: in preparazione della gara a squadre ho infatti fatto presente alle atlete e agli atleti che avremmo potuto vincere a condizione di recuperare davvero tutte le forze. In questa gara dai ritmi massacranti tutto si è giocato proprio su questo aspetto. Ci sono poi alcuni eventi, apparentemente anche marginali, che non possono però essere trascurati nell’economia generale della gara. Come ad esempio la grave disattenzione di Francesco Bernardini che ha saltato il proprio turno di giuria e ha ricevuto un piattello di penalizzazione che lo ha escluso dalla possibilità di disputare lo shoot-off per la semifinale. Ogni atleta, in qualunque gara, deve sentirsi responsabile di fronte a se stesso e ovviamente nei confronti del gruppo e, indipendente dalla presenza costante dei tecnici, deve saper gestire totalmente in proprio la prova. Diciamo che l’episodio deve rappresentare una lezione di responsabilità per tutti in vista degli impegni successivi.”
I conti con il deficit di energie e con una forte pressione emotiva li ha dovuti fare anche l’altro azzurrino d’oro di questo Europeo di Skeet: Marco Coco.
“Ero certamente emozionato – racconta il diciassettenne delle Fiamme Oro – ma certamente lo ero di più a Suhl che è stata la mia prima gara internazionale. A Cipro nella prima giornata della gara individuale non ero in perfette condizioni fisiche e in aggiunta il caldo era davvero forte. Di certo in qualificazione si poteva fare di più ma quando ho capito che il traguardo della semifinale era raggiunto sono riuscito ad affrontare la parte conclusiva della gara con più tranquillità.”
“Mi hanno chiesto in molti se è stato difficile affrontare in finale il mio compagno di squadra Andrea Galardini. Io credo che un atleta debba guardare sempre alla propria gara e debba riuscire a dare il meglio di sé sia che stia affrontando un avversario qualsiasi o che invece si confronti con un compagno di squadra.”
Ad Ardea, frattanto, dopo il successo al confronto continentale, Marco Coco è un vero e proprio personaggio pubblico.
“È divertente e molto bello incrociare per strada chi si complimenta con te, ma io resto con i piedi per terra perché la strada è ancora molto lunga. Sono sempre molto grato a tutti coloro che hanno contribuito a farmi raggiungere questo risultato: alla Federazione italiana tiro a volo, innanzitutto, al Commissario tecnico della Nazionale Sandro Bellini e al mio coach delle Fiamme Oro Pierluigi Pescosolido ma anche ad un’altra figura molto importante, il mio preparatore atletico Simone Carabella. Naturalmente la dedica per questa vittoria è per un amico che non dimenticherò mai: Cristian Ghilli.”