Parla l’Italia di Porte Aperte

Ancora una panoramica di impressioni di dirigenti federali e societari sull’iniziativa promozionale che per quattro giorni, a cavallo tra ottobre e novembre, ha permesso a centinaia di persone di sperimentare per la prima volta l’emozione di colpire un piattello

(di Massimiliano Naldoni)

 

(Seconda parte)

La definizione di Porte Aperte come dell’iniziativa giusta al momento giusto non è un facile espediente giornalistico. È invece in sostanza il modo in cui hanno descritto il progetto molti dirigenti territoriali e societari che nel weekend a cavallo tra ottobre e novembre hanno seguito con passione e dedizione questa iniziativa che ha condotto in pedana in tutta l’Italia migliaia di neofiti e ha quindi prodotto molti potenziali praticanti dell’immediato futuro.

“Viviamo un momento – spiega Giuseppe Erra, Delegato regionale Fitav del Molise – che, quantomeno nella mia regione, è caratterizzato da una significativa flessione dell’attività, pertanto Porte Aperte si è presentato davvero come un meccanismo di forte rilancio che ha scosso positivamente tutto l’ambiente. Innanzitutto i dirigenti societari si sono detti tutti unanimemente molto contenti della vicinanza che la Federazione ha dimostrato organizzando anche per quest’anno l’iniziativa che offre alle Associazioni stesse una bella opportunità per fare reclutamento. Riccia, Carpinone e Pietro Varriano, che sono le Associazioni che nel Molise hanno aderito all’iniziativa, hanno avuto la possibilità di accogliere un consistente numero di persone e di avviarle alla pratica del tiro. Compiendo un’analisi del pubblico intervenuto, possiamo capire che si tratta di una platea che complessivamente spazia dai sedici ai cinquanta anni di età e in quella platea ci sono anche molte ragazze. Sicuramente è stato fatto un buon lavoro di promozione con tutti i mezzi di comunicazione e questo è incoraggiante perché, a fronte di questo risultato, possiamo immaginare di replicare molte altre volte con successo questa iniziativa.”

Porte Aperte al molisano Tav Varriano

Anche la Liguria ha contribuito attivamente a Porte Aperte 2022: ufficialmente con poco meno di quaranta partecipanti, ma nella realtà con un numero superiore alle cinquanta persone grazie agli interventi “last minute” come è già avvenuto anche in altre parti d’Italia.

“Si è trattato di una lodevole iniziativa promossa dalla Fitav – precisa il Delegato regionale della regione Francesco Ciocca – che nei nostri impianti ha assistito a una piccola rivoluzione in tema di presenze: voglio dire che qualche persona che si era iscritta con largo anticipo ha rinunciato, magari per una diversa programmazione del lungo ponte dei Santi oppure per il maltempo, ma in compenso, a fronte appunto di qualche defezione, abbiamo beneficiato di numerose adesioni dell’ultimo momento che percentualmente hanno incrementato in modo sensibile il gruppo. Tuttavia non sono soltanto i numeri che mi gratificano, ma è soprattutto l’entusiasmo che ho notato nei partecipanti: ho visto tutte persone attente, interessate e curiose di apprendere le nozioni degli istruttori. E poi infine: la gioia  dimostrata nel rompere il loro primo piattello! Alla fine della prova tutti si sono detti pubblicamente contenti e molti hanno garantito il loro ritorno in pedana.”

“Nella mia piccola Liguria tiravolistica – dice ancora Francesco Ciocca – sono due le Società che hanno aderito alla ghiotta iniziativa: Tav Genova e Tav Ventimiglia che ringrazio per l’impegno e per la grande professionalità dei rispettivi dirigenti: una professionalità che si è manifestata nel divulgare e pubblicizzare sapientemente la nostra bella disciplina sportiva. Sono naturalmente anche due Società che auspicano l’organizzazione dell’iniziativa anche nei prossimi anni. Personalmente sono stato in tutte e due le sedi: sia a Genova che a Ventimiglia è stato un grande successo e aver constatato direttamente che tante persone si sono rivelate interessate a sperimentare con entusiasmo il tiro a volo non può che rendermi molto felice.”

Sull’importanza dell’opera svolta a livello capillare in ogni regione dalle Associazioni in occasione di Porte Aperte 2022 è tornato anche Pino Facchini in una comunicazione diramata negli scorsi giorni a tutto il Piemonte tiravolistico.

“Ho apprezzato davvero – ha puntualizzato Facchini – il lavoro svolto da tutti i sodalizi coinvolti nell’iniziativa. Sento il dovere di esprimere i miei complimenti a Rodolfo Mazzeo per la realizzazione di un bel video che riassume efficacemente quello che il Tav Le Bettole ha saputo fare nei quattro giorni di Porte Aperte: all’impianto di Trecate quasi cinquanta persone sono state infatti avviate al tiro a volo dietro i suggerimenti di un istruttore federale competente come Alberto Barozzi. E rinnovo i miei complimenti a Patrizia Quarantotto e Erica Profumo, sottufficiali dei Carabinieri Forestali e valenti istruttrici di tiro, che a San Quirico hanno seguito venticinque neofiti. Analoga stima va al Presidente del Tav Città di Torino che nelle giornate di Porte Aperte ha ospitato cinquantacinque neofiti con la consueta disponibilità sempre dimostrata in occasioni di questo genere dal principale stand del capoluogo.”

Anche Salvo Di Franco, Presidente del Tav Terrasini, conferma la validità dell’iniziativa sul fronte promozionale.

Porte Aperte al siciliano Tav Terrasini

“Avevamo aderito anche nel 2021 – spiega il dirigente siciliano – e anche quest’anno abbiamo accolto nella nostra strttura una trentina di persone mosse da curiosità di vario genere. Perché abbiamo avviato al tiro sia autentici profani che frequentatori dei poligoni. Per questi ultimi la vera sorpresa è stata dettata dalla scoperta del tiro in movimento che rappresenta qualcosa di realmente diverso dal tiro a segno.”

“Tra i trenta neofiti avviati al tiro a volo – dichiara ancora Salvo Di Franco – non ci sono stati giovanissimi: si è trattato di persone mediamente collocate in una fascia di età dai trent’anni in su ed è interessante notare che un po’ in tutti l’impressione, prima di entrare in pedana, era quella che il tiro a volo rappresentasse una disciplina facile. Nella pratica effettiva hanno poi scoperto invece quanto lavoro ci sia dietro una prestazione agonistica di alto livello. Quattro giorni dedicati alla promozione e al possibile reclutamento sono senz’altro molto impegnativi, però va detto che ad un’Associazione come la nostra quei quattro giorni offrono molte possibilità organizzative e soprattutto consentono di contribuire a trasmettere la cultura del tiro a volo che è poi uno dei compiti principali di un sodalizio.”

È un ottimo risultato anche quello ottenuto da Porte Aperte sulle pedane emiliane di Po Polesine e l’immagine della copertina di questo articolo si riferisce proprio ad un test condotto in quell’impianto.

Porte Aperte al Tav Po Polesine

“Sono state più di cinquanta – spiega il dirigente e istruttore Gianni D’Alfonso – le persone che si sono avvicinate al tiro a volo nella nostra struttura e tante erano già in possesso del porto d’armi. Molti di coloro che si sono dimostrati interessati a sperimentare il tiro a volo arrivavano da altre specialità come il tiro a segno o il tiro dinamico e per tutti è stata una sorpresa molto positiva. Naturalmente abbaimo proposto dei piattelli lenti, principalmente centrali oppure con una leggerissima deriva di 15°, ma molti dei neofiti sono riusciti a conseguire cinque o sei e perfino sette centri. Sicuramente l’iniziativa è da riproporre anche più di una volta all’anno e secondo me sarebbe utile un’altra sessione in primavera.”

Attivissima sul fronte di Porte Aperte anche la Calabria. “La nostra regione – precisa il Delegato Fitav Rocco Rugari – ha risposto con il consueto entusiasmo e ha portato in pedana nell’arco dei quattro giorni quasi quattrocento persone. La mia impressione è che ci sia un assortimento molto vario tra coloro che si sono avvicinati al tiro a volo nei nostri impianti: giovani, meno giovani e molte ragazze. Ho assistito personalmente a qualche test sulle pedane del Tav Giuseppe Garzo di Sant’Eufemia d’Aspromonte e ho potuto verificare la genuina felicità che per molti ha caratterizzato questo primo contatto con il nostro sport.”

È l’istruttore Lorenzo Godi che ha gestito con accuratezza le visite al Tav Laterina ed è proprio il tecnico fiorentino a tracciare il bilancio dei giorni intensissimi all’impianto aretino.

Lorenzo Godi conduce un test al Tav Laterina

“Abbiamo registrato un’affluenza certamente un po’ inferiore rispetto alle iscrizioni, ma si tratta di un fenomeno che si è verificato anche in molte altre regioni. In compenso non è mancato davvero l’entusiasmo in tutti coloro che hanno sperimentato il tiro a volo con noi a Laterina: una ventina di persone. E devo dire che l’emozione di tutti i nuovi praticanti non si è manifestata soltanto, come è ovvio, quando sono riusciti a colpire il loro primo piattello, ma soprattutto nel momento in cui hanno esploso il primo colpo. A tutti ho dedicato molto tempo per un’introduzione teorica che fornisse alcune nozioni di base e che mi permettesse di dare precise indicazioni sul modo di impostarsi in pedana e di imbracciare il fucile. In pedana ho fatto provare a sparare a vuoto, ovvero senza il lancio del piattello, per verificare l’assorbimento del colpo alla spalla e ho constatato che, appunto soltanto per questo primo test di sparo, tutti erano felicissimi.”

“A Laterina ho avviato al tiro appunto una ventina di persone – precisa Lorenzo Godi – ed era un gruppo in cui c’era molta distribuzione nell’età: magari non tanti giovanissimi tranne Mattia, un quindicenne, il più giovane del gruppo, che si è appassionato subito moltissimo. Molti erano anche sprovvisti di porto d’armi e di qualunque confidenza appunto con un’arma, quindi coloro che hanno dimostrato interesse hanno anche già avviato l’iter per i documenti necessari. Qualcuno aveva avuto esperienze di tiro con la pistola e altri con l’attività venatoria: moltissimi però non avevano davvero mai visto volare un piattello.”

“Sembra facile, – dice ancora Lorenzo Godi – è la frase più comune che ho sentito pronunciare nei quattro giorni di Porte Aperte. Poi, invece, in pedana si comprende quanta difficoltà ci sia nel riuscire a perseguire il traguardo. Per noi tecnici in quei giorni di test la sfida più difficile è stata proprio riuscire a far rompere il primo piattello. E quando questo si è verificato, nell’autore o nell’autrice del centro abbiamo effettivamente prodotto una gioia incredibile!”