Magia di colore Azzurro

Daniele Di Spigno, Gianmarco Barletta, Marika Patera, Sofia Littamè e Giorgia Lenticchia parlano dei titoli iridati conquistati nel Trap a Osijek

(di Massimiliano Naldoni)

Azzurrine e azzurrini da magia! È questa la didascalia più fedele per una “fotografia” che definisce in maniera nitida la superiorità a tutto campo che le atlete e gli atleti del Ct Daniele Di Spigno hanno saputo conseguire al Campionato del Mondo di Osijek. Ma il selezionatore della formazione, con il pragmatismo che gli è consueto, preferisce sostituire al giubilo indiscriminato – a cui peraltro, risultati alla mano, potrebbe perfino abbanodonarsi – un’analisi molto lucida del lavoro che ha condotto all’esaltante risultato più recente.

Il Presidente federale Luciano Rossi, il Ct Daniele Di Spigno, il preparatore Carlo Alberto Zandomeneghi con Marika Patera, Gianmarco Barletta, Sofia Littamé e Emanuele Iezzi

“Sì: il responso degli Europei era stato senz’altro brillante, – spiega Daniele Di Spigno – ma ad un esame accurato era evidente che dallo specifico punto di vita della gestione delle tre gare in sequenza molto stretta non era andato tutto benissimo. Abbiamo deciso allora di resettare quello che era accaduto a Cipro per organizzarci in modo diverso. Questo significa che le ragazze e i ragazzi, e io con loro, hanno compreso che era necessario, sì, dare veramente il massimo in ogni gara, ma con la consapevolezza che finita proprio quella gara avremmo dovuto affrontarne subito un’altra. Quindi, al termine di questo Mondiale mi sento di dire: brave alle ragazze e bravi ai ragazzi che in questa occasione hanno certamente saputo distribuire bene le proprie energie. E hanno anche vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere.”

“Non avevo fatto una previsione per questo Mondiale. – Prosegue il Ct delle squadre giovanili – Diciamo che la mia volontà era appunto quella di mettere le ragazze e i ragazzi nella condizione di dare il massimo dal primo all’ultimo piattello. Loro sono sicuramente esausti dopo questa gara: io lo sono addirittura sei volte perché seguendo ciascuno di loro anche io ho in realtà sparato tutti i loro piattelli!”

È preciso nell’analisi della sua vittoria Gianmarco Barletta che dimostra di saper “scannerizzare” in maniera scientifica la sua prova di Osijek.

“Credo di aver trovato davvero in questa gara la situazione ideale per esprimermi al meglio e sono riuscito anche a gestire bene la tensione che produce un Campionato del Mondo. Qualcuno si è meravigliato infatti che di questa mia vittoria parli con grande tranquillità. L’ansia e la pressione psicologica nelle gare ci sono sempre e in certo modo non conta l’importanza della competizione. Io credo che nei momenti che contano, quando la tensione morde, può aiutarti molto la determinazione, la volontà di credere in quello che stai facendo e la capacità di non mollare mai fino alla fine. Del resto la vittoria più bella è stata certamente quella individuale, ma anche il successo nel Mixed Team e la medaglia nella prova a squadre sono state molto emozionanti perché lì davvero è stato necessario condividere tutta la determinazione.”

Di Spigno e Zandomeneghi con i medagliati del Mixed Team

Anche Marika Patera a sua volta ha messo in campo tutte le sue risorse per arginare una pressione psicologica che il debutto mondiale aveva prodotto.

“Dal momento che si trattava del mio primo Campionato del Mondo – racconta l’atleta emiliana – e poiché non ho tutta questa grande esperienza agonistica a livello internazionale, non è stato davvero facile gestire l’emozione. Questa opportunità che mi è stata data servirà infatti per avere più consapevolezza nelle prove future e per gestire meglio quella pressione che ci sarà sempre in ogni gara. A questo proposito infatti mi sento in dovere di ringraziare la Federazione e il mio Ct Daniele Di Spigno per avermi dato la possibilità di rappresentare l’Italia in una gara così importante.”

“All’inizio dell’anno – prosegue Marika Patera – non avrei davvero neppure immaginato di poter ottenere i risultati che sono maturati nel corso di questa stagione. Anzi, dal momento che sono stata convocata per la mia prima prova internazionale in occasione della gara di Suhl, l’Europeo e il Mondiale rappresentavano un vero miraggio. Sento però che in me c’è molta più sicurezza adesso, magari anche in conseguenza di quelle che io chiamo “botte nei denti” per effetto di qualche medaglia di legno! Cerco di dare davvero sempre il meglio e di non mollare mai e infatti non mi sono demoralizzata quando ho capito che per un solo piattello non sarei entrata in semifinale nella gara individuale. Il Mixed Team è stata l’occasione per riscattarmi ed è per quello che con Gianmarco Barletta siamo riusciti a prenderci la vetta del podio.”

È ancora Daniele Di Spigno a fornire una lettura tecnica del responso della gara individuale femminile.

“Probabilmente in quella gara – spiega il coach azzurro – non c’è stata la capacità di crederci abbastanza: proprio per quel motivo è stata la gara in cui non siamo riusciti a centrare il risultato che invece le ragazze avrebbero certamente meritato. Non trascuriamo però il fatto che in realtà sia Marika Patera che Sofia Littamè non sono entrate in semifinale per un piattello. Con un po’ più di spregiudicatezza forse si sarebbe potuto centrare anche quel traguardo. La giovane età e l’importanza della gara questa volta sono state le ragioni che hanno impedito di raggiungerlo. Giorgia Lenticchia è rimasta appena un po’ indietro ma va detto che ha affrontato questa gara in uno stato generale davvero non ottimale. Le ragazze sono certamente stanche: hanno fatto molte gare importanti nel giro di poche settimane senza quasi toccare casa. È più che comprensibile che con questa intensità di lavoro qualche conseguenza si faccia sentire. D’altronde è un lavoro certosino quello che stiamo facendo tutti insieme. Come dico sempre, ogni atleta ha un suo interruttore che deve essere azionato per far scaturire le doti migliori. Trovare un interruttore non è facile; trovare sei interruttori per le atlete e per gli atleti di questa squadra è ovviamente ancora più difficile!”

Il Presidente Rossi con tutta la squadra under 20 del Trap

Anche Sofia Littamè e Giorgia Lenticchia, che hanno vinto il titolo iridato a squadre in collaborazione con Marika Patera, forniscono una interpretazione molto lucida della brillantissima prova.

“La vittoria all’Europeo – dichiara l’atleta veneta dell’Aeronautica – mi ha sicuramente fatto capire che stavo percorrendo la strada giusta, ma non mi ha dato pressioni particolari per il Mondiale. Penso che ogni gara è una storia a sé e ogni volta si scrive quella storia su di un foglio bianco. Sicuramente le gare erano molto vicine e per questo motivo ho avuto qualche difficoltà a mantenere lo stesso stato di forma. Fra l’altro dopo l’Europeo di Cipro ho avuto un problema alla spalla che mi ha tormentato anche al Campionato italiano e infatti con Daniele Di Spigno avevamo deciso che non avrei fatto il raduno a Porpetto proprio per recuperare ed arrivare al Mondiale in condizioni migliori.”

“Nella prima giornata della gara individuale ero partita bene – spiega Giorgia Lenticchia – ma nel secondo giorno le mie condizioni non perfette hanno prodotto un netto calo di rendimento. Sono molto contenta però di essere riuscita a contribuire alla vittoria della squadra. Abbiamo dimostrato di possedere una grande coesione e quel fenomeno è molto importante perché è proprio l’elemento che permette di vincere.”

“Non deve riposarsi sugli allori chi ha vinto, – conclude perentorio Daniele Di Spigno – e non deve demoralizzarsi chi non ha vinto. Adesso è importante ricaricare le batterie e pianificare la prossima stagione. Alcune atlete e alcuni atleti usciranno dal Settore Giovanile e quindi per loro si aprono tante altre importanti opportunità. Per le altre e gli altri che saranno ancora nell’alveo degli under 20 pianificheremo con largo anticipo il lavoro con il proposito principale ed essenziale di costruire delle atlete e degli atleti perché quello è il criterio importante. Poste quelle basi, i risultati verrano!”