L’Italia degli Scudetti
Fabio Sollami di Torretta, Nuccio Caramia di Fasano, Adriano Avveduto de La Contea e Nicola Peru di Ampurias raccontano le imprese agonistiche dei rispettivi sodalizi al Campionato delle Società di Trap
(di Massimiliano Naldoni)
Non sono gli anni, sono i chilometri. Lo dice Indiana Jones nel primo e più celebre film della serie, ma potrebbero averlo detto tutti i dirigenti e tutti gli atleti delle formazioni che hanno ottenuto il titolo tricolore nel Campionato delle Società di Fossa Olimpica del 2022. Perché a monte di ogni vittoria c’è davvero un lavoro immenso di preparazione tecnica, di coordinamento delle varie forze in campo, di bilanciamento dei valori agonistici all’interno di ogni gruppo e, infine, di chilometri percorsi per raggiungere le sedi di svolgimento delle gare.
La vittoria di Torretta tra le formazioni di Prima categoria corona ad esempio un’annata eccezionale per il sodalizio di Caltanissetta che a livello di confronti intersocietari nella stagione attuale ha vinto tutto quello che si poteva vincere: d’inverno, d’estate e d’autunno. All’affermazione più recente sulle pedane di Lunghezza (nella foto di copertina i portacolori di Torretta esultano al vertice del podio davanti al Tav Roma e al Tav La Torre) ha contribuito con la consueta autorevolezza capitan Fabio Sollami insime al team collaudatissimo completato da Michele Sollami, Francesco Gorgone, Giovanni Antonino Sollami, Paolo Vitale e Paolo Putano.
“Il nostro collettivo, prima di essere una squadra di atleti, – ha spiegato capitan Fabio Sollami – è un gruppo di amici e di appassionati di questo magnifico sport. Va detto che il Tav Torretta investe tantissimo sull’attività agonistica e anche sulla formazione dei propri atleti a partire proprio dal Settore Giovanile, pertanto la continua crescita qualitativa è proprio nella strategia di fondo del sodalizio.”
“Non c’è dubbio – ha proseguito il leader della formazione nissena – che la stagione 2022 sia stata stratosferica: sicuramente a livello di gare a squadre, ma per molti di noi anche a livello individuale. Possiamo dire con orgoglio di aver partecipato a tutte le gare federali più importanti con grandi risultati e possiamo dire di aver centrato tutti gli obbiettivi. Quando mi chiedono quale sia il segreto di questa straordinaria fioritrura di successi delle squadre e delle individualità siciliane, non ho difficoltà a spiegare: quello che la nostra regione sta vivendo è una sorta di trance agonistica che è determinata dalla sana competizione che si è instaurata tra tutti i sodalizi siciliani. La volontà sportiva di primeggiare e di proiettare agli onori della cronaca i colori della propria squadra porta tutti gli appassionati a dare il meglio e i risultati si vedono anche e soprattutto a livello collettivo. A questo proposito non posso fare a meno di sottolineare che la Sicilia è sempre presente in forze a tutti gli appuntamenti dell’attività federale nazionale e, in considerazione di questo fenomeno, credo proprio che sia arrivato il momento di assegnare delle competizioni importanti del calendario anche ai nostri impianti per offrirci l’opportunità di dimostrare la nostra ospitalità e la nostra accoglienza.”
È perentorio anche il Presidente Nuccio Caramia quando spiega le circostanze che hanno fatto da premessa all’affermazione di Fasano tra le squadre dei sodalizi di Seconda categoria in lizza sulle pedane del Giorgio Rosatti di Ponso.
“Mi aspettavo una bella prova dei miei ragazzi! Magari non una vittoria così larga, ma avevo la certezza che un posto sul podio l’avremmo conquistato. Naturalmente non è mai già tutto scritto in precedenza quando ti confronti con altre squadre molto forti com’è avvenuto questa volta: soltanto il campo formula infatti il vero responso. Però posso dire che è davvero una grande soddisfazone aver visto la mia squadra al vertice del podio in una competizione che ha visto in gara tante altre formazioni di qualità.”
A comporre il punteggio che ha permesso al team pugliese di superare ampiamente tutte le altre ventitrè formazioni in lizza sul terreno padovano sono stati Paolo Angelini, Carlo Vinci, Oronzo Rochira, Gaetano Di Bari, Giuseppe Montaruli e Andrea Cito.
“Posso affermare sinceramente – ha spiegato Nuccio Caramia – che la gara l’abbiamo vinta al termine del primo giorno. Quando abbiamo visto il distacco ampio che eravamo riusciti a infliggere a tutte le altre squadre, abbiamo capito che eravamo sulla strada giusta. Però, specialmente con questa formula della gara in due giorni, occorre rimanere molto accorti perché sapevamo tutti di essere soltanto a metà percorso e ho avvisato i miei ragazzi che in una competizione di questo livello con una sola serie sbagliata l’avversario ci avrebbe punito subito. Dico che ho avvisato i miei atleti di questo rischio, ma non ne avrei avuto bisogno perché si tratta di un gruppo in cui la maggior parte ha un’esperienza straordinaria di pedana e sa benissimo come funziona il meccanismo di una gara a squadre. Oronzo Rochira, Gaetano Di Bari, Paolo Angelini, Carlo Vinci: sono tutti atleti con ottime doti agonistiche e con una precisa conoscenza dei ritmi delle gare di questo genere. Ma in questa occasione voglio estendere i miei complimenti anche a Giuseppe Montaruli e al nostro giovanissimo Andrea Cito che hanno dimostrato carattere e determinazione.”
“La tensione c’è stata per tutta la durata della sfida – ha raccontato ancora il massimo dirigente di Fasano – e ogni atleta sa che quella è davvero l’avversaria più tembile: ancora di più delle altre squadre fortissime con cui stai andando a misurarti. È vero che siamo stati in testa alla classifica dalla prima all’ultima serie, ma devi sempre fare i conti con un possibile imprevisto. Abbiamo superato benissimo lo scoglio della prima serie del secondo giorno: anzi, quella è stata la nostra prova migliore e siamo usciti di pedana con appena sei zeri. A quel punto abbiamo capito che si trattava soltanto di amministrare bene il vantaggio nell’ultima serie: abbiamo sofferto perché completare una gara difficile non è mai una passeggiata, ma abbiamo vinto.”
“Ponso è una struttura magnifica – ha precisato Nuccio Caramia – ed è sempre un piacere per una squadra gareggiare in un impianto che mette i contendenti nelle migliori condizioni. Però certamente si tratta di un terreno di gioco che non fa sconti con lanci tecnici che non puoi mai sottovalutare. Certamente usciamo da questa sfida con una vittoria che premia un’intera stagione in cui avevamo già conquistato il titolo regionale invernale e quello estivo: pertanto lo scudetto tricolore della nostra categoria è un coronamento naturale di un’annata brillante. Adesso si presenta l’opportunità di individuare anche qualche altro talento nuovo per le prossime stagioni. È tempo di far fare esperienza a quegli atleti del nostro sodalizio che non hanno ancora mai sparato in squadra e che potranno affiancare i più esperti nelle prossime sfide.”
Nel confronto di Terza categoria sulle pedane del Concaverde di Lonato La Contea ha primeggiato in un podio tutto siciliano grazie alle prove di Adriano Avveduto, Francesco Mozzicato, Maurizio Annaloro, Serafino Lo Porto, Daniele Castiglia e Antonio Emanuele Giudice.
“La Contea – dichiara Adriano Avveduto – si presentava al Campionato di Terza categoria per la terza volta in sette anni, con due formazioni, in virtù della conquista di quel titolo italiano di Quarta categoria, che è la nostra divisione di appartenenza, che avevamo conseguito nella stagione precedente. Dopo due tentativi che in passato non si erano concretizzati nell’affermazione, quest’anno era invece nostra intenzione centrare il risultato più importante. Peraltro non si è trattato di una trasferta nata sotto i migliori auspici: l’aereo che ci ha portato a destinazione dalla Sicilia ha viaggiato con cinque ore di ritardo e questo inconveniente ha inevitabilmente anche stravolto il nostro programma di preparazione sul campo di gara.”
“Ho designato la prima squadra – ha proseguito Adriano Avveduto – in virtù dell’esperienza degli atleti e dell’appartenenza storica di alcuni di essi alle nostre insegne, ma anche in base alle doti consolidate di cuore e di forza d’animo che sono prerogative indispensabili in una gara di questo genere, soprattutto per una competizione in cui ci attendeva uno schema difficilissimo in un campo molto tecnico e con condizioni meteo proibitive: per tutta la giornata delle prove il Concaverde è stato bersagliato dalla pioggia e invece freddo e vento hanno caratterizzato il giorno successivo, cioè la prima giornata di gara. Posso dire che mi ha impressionato davvero il responso della gara di Lonato. La Contea e San Demetrio sicuramente avevano le carte in regola per ottenere un ottimo risultato. Il risultato della Società di Ramacca è stato invece una sorpresa, anche se dobbiamo riconoscere che la formazione al suo interno aveva elementi davvero molto validi. Ma dovendo fornire un’interpretazione personale di questo exploit, mi sento di dire che il risultato di Ramacca sia stato determinato, oltre che indiscutibilmente dal valore tecnico, anche dal grande entusiasmo che hanno saputo esprimere gli atleti e i dirigenti e dalla volontà di tutti di raggiungere un risultato che per la Società catanese è un vero record.”
“Da dirigente federale della Sicilia – ha concluso a questo proposito il Consigliere federale Adriano Avveduto – a mia volta non posso che essere felicissimo e orgoglioso di questo primato a cui hanno contribuito insieme La Contea, Ramacca e San Demetrio: ovvero il conseguimento di tutte le medaglie della stessa gara da parte di tre Società della nostra regione. Un risultato storico che, in parallelo al successo di Torretta in Prima categoria, conferma ancora una volta la straordinaria vitalità del tiravolismo della nostra regione.”
Sulle pedane di Umbriaverde Nicola Peru, sebbene volesse svolgere soltanto il ruolo di “regista”, è sceso personalmente in lizza per i colori di Ampurias nel confronto che ha visto svettare il sodalizio sardo tra le formazioni di Quarta categoria. Con Peru che ha sostituito Sebastiano Giovanni Olindo alla vigilia del confronto, alla vittoria del team hanno contribuito anche Paolo Boi, Luca Paoli, Michele Fresu, Mauro Enrico Altea e Luca Piras.
“Si tratta di nomi molto conosciuti in tutta la Sardegna – ha precisato Nicola Peru parlando della sua formazione – che compongono un gruppo molto unito e che hanno anche già alle spalle tanti risultati di pregio. È mia intenzione tenere sempre la squadra ad un buon livello di competitività perché il progetto di Ampurias, fino dalle sue origini quando ci allenavamo sulle pedane di Tempio Pausania, è nato per costruire un gruppo in grado di competere ad armi pari con tutte le formazioni in tutte le gare fuori dalla Sardegna. Pertanto il traguardo, indipendentemente dall’esito della gara, è quello di figurare bene in ogni competizione a cui partecipiamo.”
“Io credo sempre fortemente ad ogni nostra trasferta – ha detto ancora il team leader di Ampurias – e non parto mai con dubbi o incertezze, ma devo dire che non formulo mai neppure una previsione sull’andamento di una gara perché ogni confronto è una storia diversa. Una squadra è un meccanismo complicato: per vincere deve andar tutto bene in quel preciso momento.”
“La gara in due giorni è una bella idea – ha concluso Nicola Peru – e io l’ho accolta molto favorevolmente. Già da junior facevo le gare a duecento piattelli e la gara di lunga durata è sempre stata un’esperienza bellissima. È vero semmai che una gara in due giorni impone una trasferta più lunga e quindi un incremento di costi, specialmente per un gruppo numeroso come una squadra, però certamente a guadagnarci è il valore agonistico generale della prova. E poi per noi sardi il viaggio è inevitabilmente da sempre parte della gara: non sarà certo quello a spaventarci!”