La parola ad Andrea Benelli

Il Direttore tecnico della Nazionale di Skeet formula le sue considerazioni sull’appuntamento iridato della Croazia

(di Massimiliano Naldoni)

Coach Benelli, possiamo dire senza timore di smentita che il Mondiale di Osijek per lo Skeet azzurro è andato benissimo.

“Sì, senz’altro è andato molto bene. Poteva essere addirittura un trionfo e soltanto per poco non lo è stato. Nel dettaglio la gara è stata effettivamente molto positiva perché abbiamo conquistato due ori e due argenti su cinque gare. Quella maschile individuale è l’unica in cui non siamo andati in finale con un nostro atleta, peraltro per un soffio, e quindi siamo stati competitivi sotto tutti gli aspetti e in ogni singola competizione.”

Il Direttore tecnico della Nazionale di Skeet Andrea Benelli

È fuori discussione che c’è una protagonista assoluta in abito azzurro in questo Mondiale…

“C’è senz’altro e risponde al nome di Diana Bacosi. Anzi, direi che è stato il Campionato del Mondo di Diana Bacosi. Diana ha fatto una grande gara e una grandissima finale che le ha attribuito il secondo titolo mondiale in carriera e la carta olimpica. Poi ha continuato con una bella gara nel Mixed Team e anche nel confronto a squadre dimostrando tutta la sua forza e la sua capacità. Tutti noi dobbiamo essere estremamente grati a una campionessa del genere che ci sta regalando tante soddisfazioni.”

Gabriele Rossetti è certamente l’atleta azzurro che ha ottenuto il miglior risultato complessivo subito dopo il ruolo trionfale di Diana Bacosi.

“Certamente. Gabriele ha fatto decisamente un buon Mondiale. Non è riuscito a superare la semifinale nella gara individuale, però ha continuato a sparare molto bene nel Mixed Team e addirittura benissimo con 75/75 in qualificazione e un’ottima finale nella gara a squadre. Tutto questo rappresenta una situazione molto positiva per lui dopo un periodo non brillantissimo. Con Gabriele stiamo lavorando molto già da tempo per costruire questo ritorno ai vertici e io spero che questo risultato di Osijek possa essere una ripartenza che porti Gabriele a vivere di nuovo quelle imprese di cui è stato porotagonista fino alle Olimpiadi di Rio. Anzi, ho appena detto fino a Rio, ma sappiamo che alcune sue vittorie importanti sono maturate anche dopo l’oro olimpico. Diciamo però che fino a Rio Gabriele ha rispettato agonisticamente una straordinaria continuità di rendimento ed è quello l’obbiettivo che vogliamo tornare a raggiungere. Spero appunto che questi risultati recenti lo portino a riacquistare piena fiducia nei suoi mezzi, che sono tanti e ben noti, e personalmente sono convinto che già nel prossimo anno potrà fare molto bene.”

E il resto della squadra?

“È stata buona la gara di Sdruccioli che era al suo debutto da Senior ad un Mondiale: il suo 121 della gara individuale è un responso molto positivo. Ovviamente non posso che giudicare meno positive le prove di Chiara Cainero, di Chiara Di Marziantonio e di Tammaro Cassandro. Va detto che in preparazione di questo Mondiale non abbiamo praticamente sparato in prova: abbiamo fatto soltanto una serie nelle prove libere e due serie nell’allenamento ufficiale. A questo si è aggiunto un altro problema: il giorno in cui abbiamo fatto l’unica serie di prova, che era poi il giorno in cui ancora gareggiavano gli Junior, abbiamo trovato dei piattelli letteralmente indecenti. Quando ho visto che avremmo dovuto effettuare il nostro allenamento con quei piattelli, ho naturalmente rappresentato subito il mio disappunto all’organizzazione e ho chiesto che venisse eseguita una registrazione corretta dei lanci. Sono stati presi provvedimenti ma abbiamo svolto quella serie di allenamento con dei piattelli che non posso che definire inaccettabili e questo ha probabilmente lasciato qualche traccia su alcune atlete e alcuni atleti della nostra squadra. Per piattelli inaccettabili intendo naturalmente traiettorie non compatibili con quelle regolamentari e, ad esempio, un Pull velocissimo che non si sarebbe ripresentato in gara. Nel caso di Tammaro Cassandro questa situazione ha prodotto evidentemente degli effetti negativi e, non avendo tante serie di allenamento a disposizione per rimediare al danno, Tammaro non è riuscito a liberarsi dall’effetto di quella brutta serie iniziale.”

C’è quindi l’esigenza di una calendarizzazione più accurata degli eventi importanti della stagione?

“Che si stia parlando di vittorie o di insuccessi e che si tratti quindi della gara di Diana Bacosi o, solo per fare un esempio, di quella di Tammaro Cassandro, il dato certo è che in questa competizione, cioè nell’appuntamento più importante dell’anno: il Mondiale, si sono manifestati molti limiti organizzativi. È improponibile che una squadra vada a disputare una gara su cinque campi ma alla stessa squadra in due giorrni di allenamento sia consentito di testarne soltanto tre. Tutto questo avviene con la giustificazione che non c’è tempo, ma paradossalmente sappiamo anche che questo Mondiale ha impegnato complessivamente ventidue giorni!”

Andrea Benelli con Fabio Partigiani e Aldo Bionda celebra i titoli e le medaglie con la squadra del Mondiale di Osijek

Senza girarci troppo intorno: Diana Bacosi è stata la stella di questo Mondiale perché ha condotto una preparazione perfetta e quindi avrebbe vinto con qualunque regolamento oppure perché, pur avendo sempre dichiarato apertamente di non apprezzare questa tipologia di finale, ha saputo adeguarsi perfettamente a quel regolamento?

“Qui si parla di talento. Semplicemente Diana possiede un talento che tante altre atlete straniere non hanno. Quando raggiunge quella particolare condizione mentale, com’è avvenuto al Mondiale che ha vinto a Lonato e com’è avvenuto anche a Tokyo, che si combina con il suo talento naturale, questa nostra atleta diventa davvero imbattibile. E vorrei anche sottolineare che qui stiamo parlando di una condizione che si è conservata a lungo: Diana ha sparato bene per cinque giorni consecutivi e non è davvero facile! In questa circostanza, però, io mi sento anche in dovere di fare i complimenti a tutte le ragazze e a tutti i ragazzi della squadra, perché sia nei risultati più brillanti che in quelli meno positivi ho visto comunque una formazione molto coesa. L’ho detto personalmente a tutte e a tutti, ma ci tengo a ribadirlo anche in una situazione, se non più formale quantomeno più pubblica come questa intervista. Abbiamo la Federazione più importante del mondo alle nostre spalle e questo è naturalmente il pilastro più solido per tutti noi e a quella Federazione tutti noi siamo molto grati. E un ringraziamento va anche anche ai miei collaboratori del comparto fisico-atletico, Fabio Partigiani e Aldo Bionda, che sono stati indispensabili nel perseguimento di questi brillanti risultati che abbiamo ottenuto al Mondiale. Tutto questo ci mette nella condizione di lavorare bene e di poter guardare con relativa fiducia alla prossima stagione in cui proveremo a completare quell’impresa davvero non facile che è la conquista delle altre carte olimpiche.”