Francesco Nespeca: per quache oro in più

Il 2022 ha prodotto una vera e propria pioggia di medaglie per il trentatreenne di Monteprandone che, pur frattanto campione di Paratrap, rivela di essere rimasto nel profondo quell’estroso tiratore di Compak delle origini

(di Massimiliano Naldoni)

Forse è Francesco Nespeca ad aver ispirato ai Måneskin il titolo di uno dei maggiori successi della band romana. È il trentatreenne di Monteprandone a spiegare chiaramente infatti che a lui, nel momento del suo primo contatto con il tiro a volo, gli atleti della Fossa Olimpica sembravano dei soldatini che se ne stavano tutti zitti e buoni al loro posto.

“Ma sì, – scherza il paratleta di PT3 – l’immagine che mi ero fatto del tiro a volo delle discipline olimpiche a quell’epoca, quindi intorno al 2016, era proprio quella. Nel Compak, che era la mia specialità di elezione, si scherzava, ci si divertiva, si gareggiava in un clima goliardico e invece nella Fossa Olimpica stavano tutti concentrati in pedana: nessuno diceva una parola. Tutti zitti e buoni, insomma.”

Francesco Nespeca con Riccardo Rossi

Dopo l’esordio con il Compak, Nespeca però ha compreso che se voleva inseguire un sogno agonistico più grande doveva scendere a compromessi con quel silenzio formale della pedana.

“Comprendo bene – racconta ancora l’atleta marchigiano inquadrato nel Gruppo sportivo dei Carabinieri – che risulti curioso, per chi mi conosce oggi, immaginare che la mia attività tiravolistica si svolgesse nell’alveo del Compak, eppure quello è stato l’ambito in cui ho iniziato a fare pratica. E fra l’altro si tratta di una disciplina tecnicamente molto distante dal Trap. Ho iniziato il tiro a volo quasi per gioco e di nuovo quasi per gioco mi sono avvicinato alla Fossa Olimpica. Ma naturalmente, sempre nel 2016, ho iniziato a interessarmi al Paratrap e ho visto che in quell’ambito avrei avuto la possibilità di una crescita tecnica diversa e soprattutto avrei avuto l’opportunità di fare agonismo ad alto livello. E allora, dall’ambiente rilassato e un po’ caciarone del Compak, per così dire mi sono votato al silenzio del Trap!”

“Certamente le situazioni sono molto cambiate – precisa Franceso Nespeca – e oggi sarei il primo a provare un certo fastidio se qualcuno si rovolgesse a me durante una finale o anche nel corso di una serie di qualificazione. A meno che non sia il Ct, naturalmente, dal quale ricevo sempre volentieri dei suggerimenti.”

Il 2022 peraltro per Nespeca è stato un anno ricchissimo di soddisfazioni in senso agonistico.

“Non posso lamentarmi davvero di questa stagione che si è conclusa – commenta il paratleta di Monteprandone – perché ho conquistato il bronzo al Campionato italiano, sono stato secondo nella Coppa del Mondo in Francia, terzo all’Europeo e ancora terzo al Mondiale. Se forse manca un po’ di oro in questo elenco..? Sì, effettivamente qua e là un po’ di amarezza l’ho sperimentata, però essere sempre sul podio mi rende molto soddisfatto. La vittoria per un atleta è l’obbiettivo principale, ma andare comunque sempre a medaglia è fantastico.”

“Certamente la fase di qualificazione di quelle gare spesso è stata molto diversa dall’esito finale. Al Mondiale, ad esempio, ho completato le serie di selezione con 115/125 e si è trattato certamente di un punteggio al di sopra delle mie previsioni. Stavo tirando bene, ma la media del 23 in qualificazione mi sembrava davvero un traguardo non realistico e invece è scaturito proprio quel 115. Idealmente mi ero attestato sull’idea del 110 che era il punteggio con cui mi sono qualificato per la finale all’Europeo. Probabilmente questo incremento di livello rispetto alla gara del Concaverde di un mese prima è da spiegare con il fatto che ad Al Ain abbiamo gareggiato in una condizione climatica realmente estiva: con le temperature più alte la muscolatura è naturalmente più rilassata ed è stata sufficiente quella variazione climatica rispetto all’autunno che ha contraddistinto la gara di Lonato per farmi guadagnare qualche piattello in più. Va detto, poi, che anche sul campo di Al Ain per me non si è trattato di un debutto: è proprio lì che ho vinto una prova di Coppa del Mondo nel 2018.”

Francesco Nespeca sul podio dell’Europeo di Lonato

“Se in qualificazione sono riuscito a dare maggiore qualità alla mia gara rispetto alle previsioni – spiega ancora Francesco Nespeca che già dal 2016 conduce la sua preparazione al Tav Acquaviva spesso in compagnia di Massimo Fabbrizi – è altrettanto vero che non sono riuscito a concludere al primo posto anche la finale. Ma le finali, si sa, sono gare a sé. Ci sono tante variabili: l’agitazione, l’emozione! Puoi simulare tutte le finali che vuoi in allenamento, ma la vera finale è sempre un’altra cosa. Spari magari anche tanto a un colpo nel training che fai sulle pedane di casa, ma un conto è simulare quella finale, un altro conto è poi trovarsi in una finale vera. Ed è proprio l’emozione che ti gioca qualche brutto scherzo. Magari ti assicuri qualche piattello per il desiderio di far bene e invece lo lasci volar via perché ti scopri improvvisamente in ritardo.”

“Il livello generale del Paratrap è cresciuto moltissimo negli ultimi tempi e questo costringe tutti noi ad un supplemento di impegno. Basta considerare che fno a qualche tempo fa quegli atleti che si qualificavano per quinti o per sesti in finale entravano con 98 e qualche volta è capitato anche che qualcuno si sia qualificato per la finale con 90 e perfino con 86. È vero che in finale si azzera tutto ed è tutta un’altra gara, però è chiaro che se hai fatto 87 in qualificazione, difficilmente riuscirai a fare un punteggione in finale! Oggi è tutto molto diverso: i punteggi del quinto o del sesto classificato in qualificazione sono molto superiori rispetto al passato e il caso di Emilio Poli, che da sesto in qualificazione ha poi vinto il titolo mondiale, è emblematico.”

E per il futuro che programmi ha Francesco Nespeca?

“Mi dicono tutti: hai l’età e il talento per guardare alle Paralimpiadi di Los Angeles. Per adesso guardiamo al futruro prossimo: sarò certamente in pedana al Campionato invernale delle Marche a gennaio per iniziare la preparazione. E poi, magari, nel corso dell’anno, proveremo a trasformare qualche bronzo in oro!”