Vittorio Aceto: è nata una stella
Il trentatreenne piemontese ha conquistato lo scudetto di Terza categoria nella Fossa Olimpica alla sua prima stagione di attività agonistica
(di Massimiliano Naldoni)
Il 2024 ha rappresentato una stagione straordinaria per Vittorio Aceto. Nello stesso anno in cui ha iniziato la sua attività agonistica il trentatreenne piemontese di San Salvatore Monferrato, allievo di Sergio Lavagetti, ha infatti conquistato il titolo regionale di Terza categoria e poi ha dominato al Campionato italiano della sua divisione sulle pedane di Fano. All’impianto marchigiano l’atleta alessandrino della scuderia del Tav Pecetto ha totalizzato un brillante 115/125 nella fase di selezione – assicurandosi già un cospicuo vantaggio nei confronti di tutti gli inseguitori – e in finale ha suggellato il suo primato con un solido 23 che ha proiettato il suo punteggio complessivo a 138/150 davanti a Manuel Passaro e Fabio Guerrieri (in copertina la foto del podio). E pensare che al tiro a volo Vittorio Aceto si è avvicinato quasi casualmente con un veloce esordio nel Compak e con la successiva convinta intenzione di andare a esplorare il mondo della Fossa Olimpica. Delle doti tecniche e agonistiche di Vittorio Aceto si sono convinti subito la dirigenza del Tav Pecetto e il numero uno di Fitav Piemonte: la presidente Svetlana Shishkina lo ha infatti convocato nella formazione che ha difeso i colori del club di Valenza alla Coppa dei Campioni e Pino Facchini ha voluto l’atleta di San Salvatore Monferrato nel sestetto designato per il Trofeo delle Regioni di Trap. Lo sport in varie forme ha sempre rappresentato e rappresenta un segmento importante nella vita di Vittorio Aceto: dopo qualche trascorso giovanile nelle arti marziali miste, da tempo l’atleta alessandrino si è appassionato al basket con una particolare attenzione al Campionato dell’NBA statunitense. Il cuore batte idealmente per i Toronto Raptors che Aceto segue scrupolosamente in Tv, ma non è detto che prima o poi si concretizzi anche il sogno di vedere i suoi Raptors dal vivo. Per adesso le energie sono rivolte con convinzione alla Fossa Olimpica.
Vittorio, questo tuo scudetto al primo anno di attività è qualcosa di costruito o è arrivato inatteso.
Con molta misura e molta modestia io dico sempre: a Fano mi è andata bene. E c’è stata anche un po’ di fortuna. No, non mi aspettavo assolutamente di vincere. Sono andato addirittura senza grandi ambizioni: con l’idea che se arrivavo decimo, sarei stato già contentissimo. Anche perché appunto sono al mio primo anno di attività, faccio gare da neppure una stagione e quindi non mi aspettavo proprio di riuscire a centrare questo risultato.
Vittorio Aceto con lo scudetto tricolore di Terza categoria
Raccontaci come hai deciso di avventurarti nella pratica del tiro a volo.
Ho visto qualche volta il mio papà e il mio zio sparare al Compak e mi è scattato il pallino di provare. Però ho deciso di rivolgermi non al Compak ma alla Fossa Olimpica perché mi ispirava di più: per il modo in cui era strutturata la disciplina della Fossa Olimpica aveva esercitato subito su di me un’attrazione maggiore. Mi hanno appassionato immediatamente ad esempio le direzioni dei lanci. Probabilmente mi ha attratto subito il contenuto più agonistico della specialità. Ma non c’era nessuna ambizione particolare: è iniziato tutto come un gioco.
Guardando al dettaglio del Campionato italiano, hai fatto una gara di buon livello nel primo giorno, ma hai alzato decisamente il livello nella seconda giornata con due 24 che infatti ti hanno proiettato al vertice della classifica.
Possiamo dire che frattanto avevo capito dove mettere le canne: avevo avuto bisogno di studiare meglio il campo nella prima giornata. E poi devo ringraziare Sergio Lavagetti che è innanzitutto l’uomo che mi ha avviato alla Fossa Olimpica e il mio attuale allenatore, ma è soprattutto la persona che mi ha messo nelle condizioni giuste per ottenere un buon risultato a Fano. Al termine della prima giornata telefonicamente io gli ho spiegato le mie difficoltà e lui ha cercato di farle sparire. È appunto lui che mi ha dato i suggerimenti più importanti per far crescere il mio livello tra il primo e il secondo giorno: Sergio non era appunto personalmente presente a Fano, ma io l’ho aggiornato momento per momento e, in base al risultato e alle impressioni che gli trasmettevo, lui mi ha fornito le indicazioni per procedere.
Sei approdato alla finale non soltanto da primo, ma anche con un significativo margine su tutti gli inseguitori: che sensazioni hai vissuto in quel momento?
Una sensazione strana: quando mi hanno detto che ero primo non ci credevo, perché nella mia idea al termine della prima giornata avevo già buttato via la gara. Quanto alla finale, non posso dire di aver avvertito una tensione maggiore alla parte precedente della gara perché in tutte le gare che faccio io avverto fortemente la tensione.
Vittorio Aceto al vertice del podio del Campionato regionale del Piemonte di Terza categoria
Tecnicamente che giudizio dai della tua finale?
Il primo errore è stato uno zero in quinta pedana, su di un dritto. Dopo aver sparato il primo colpo, ho alzato lo zigomo dal calcio e ho perso il controllo del bersaglio. Forse tutto dipende dal fatto che io non avevo mai sparato con i piattelli flash, quindi la finale è stata una situazione del tutto nuova. Però quello zero non mi ha disturbato e sono riuscito a riprendere la marcia tranquillamente. Ho sbagliato poi il venticinquesimo: un sinistro a raso in quinta. Sapevo di avere un vantaggio considerevole su tutti gli inseguitori e quindi sapevo appunto che in finale avrei potuto concedermi anche qualche errore di più, ma non ho l’abitudine di fare calcoli: vale il principio che in finale si deve dare sempre e soltanto il massimo. Da quel poco di esperienza che ho accumulato, posso dire che ogni gara e anche ogni serie ha una storia sua.
Il Presidente federale Luciano Rossi e Pino Facchini con la squadra del Piemonte al Trofeo delle Regioni 2024
E subito dopo la vittoria hai telefonato a Sergio Lavagetti?
Quasi non ci credeva. Però sapeva che quello che mi aveva suggerito era la ricetta giusta per ottenere il risultato: stare tranquillo, dare il massimo e stare concentrato al massimo. Sergio mi aveva già dato un aiuto fondamentale anche per vincere il titolo di Terza categoria al Campionato regionale estivo del Piemonte che per me è stato certamente un traguardo che mi ha dato grande fiducia.
L’approdo così rapido in Seconda categoria cosa comporterà?
Il proposito di compiere una preparazione più accurata, aumentare il numero dei piattelli di allenamento, ma anche una frequentazione più assidua della palestra. Agonisticamente, si tratta davvero di una nuova vita: quasi più emozionante di una partita dei Raptors..!