Valerio Palmucci: lo zero è soltanto un imprevisto

L’atleta di Fiano Romano corona una stagione di grandi prove con la conquista del titolo di Eccellenza nel duello con Gabriele Rossetti

(di Massimiliano Naldoni)

Con una gara praticamente perfetta Valerio Palmucci  ha conquistato lo scudetto dell’Eccellenza di Skeet a Laterina per la stagione 2025. 124 centri in qualificazione gli hanno spalancato la porta della finale, ma è stato il poderoso 58/60 della finale che ha laureato l’atleta di Fiano Romano campione italiano davanti al titolatissimo Gabriele Rossetti e a Domenico Simeone.

Valerio, il titolo italiano è un gran risultato, ma possiamo dire che con una “supergara” vale il doppio?

Mi devo sinceramente riconoscere di aver fatto una grande gara. Già il primo Gran Premio della stagione era stato di qualità: avevo vinto con 123 in qualificazione e 58 in finale. Nel secondo, a Conselice, avevo fatto 125. E adesso al Campionato italiano: 124 e 58 in finale. Tutto questo è il coronamento di tanti sacrifici, di tanto impegno, di tanta determinazione in una stagione che mi ha visto rispettare sempre una media molto alta. I risultati sono però anche il prodotto di un lavoro di squadra, quindi voglio ringraziare la Polizia, le Fiamme Oro, la Federazione e poi Pierluigi Pescosolido che è il mio allenatore e Gigi Lodde che è il Dt della Nazionale che ha creduto molto in me e mi ha dato belle opportunità. Per questo voglio e spero di continuare a ripagare con bei risultati questa fiducia.

Non trascuriamo poi che in finale hai superato nientemeno che Gabriele Rossetti.

Esattamente: è una doppia soddisfazione. Aver superato Gabriele che è un campione olimpico, molto bravo e solidissimo mentalmente e tecnicamente, mi dice che anche io sono veramente a un buon livello e posso dare tanto al mio sport.

Valerio Palmucci con l’allenatore Pierluigi Pescosolido e con Sara Bongini, Gabriele Rossetti, Domenico Simeone e Eleonora Ruta

Valerio, per un atleta che sbaglia pochissimo: che cos’è lo zero?

Lo zero è l’imprevisto. In realtà non dobbiamo pensarci perché potrebbe non esserci. Pensiamo invece sempre positivo. Perché dovremmo pensare ad un imprevisto quando, per definizione, quell’evento potrebbe anche non verificarsi mai? Per scendere nello specifico della gara, ad esempio, il mio ultimo zero in finale è arrivato perché mi sono lasciato andare: sapevo che avevo un paio di piattelli di vantaggio. Alla fine in realtà erano tre i piattelli di vantaggio, ma io me ne ricordavo almeno due. Quando sono andato alla 5 per le ultime doppie, appena ho rotto la prima ho detto: prendiamone uno e chiudiamo. Quando ho rotto il primo, non avevo più neppure la forza di mettere la canna addosso al secondo…

Hai sempre considerato ugualmente importanti la tecnica di pedana e la condizione atletica: le due situazioni hanno collaborato anche questa volta?

Sicuramente. Un’alimentazione sorvegliata, il lavoro in palestra, la routine controllata: tutto questo ha rappresentato l’arma vincente anche per questo Campionato italiano. Per me una figura molto importante in questa stagione è stato il Preparatore atletico Edoardo Kirschner: con lui abbiamo fatto un lavoro determinante. Perché quando la gara è lunga e pesante, oltre a stare bene mentalmente serve una vera condizione da atleta. La preparazione fisica e l’alimentazione sono al pari della condizione mentale. Certamente poi serve crederci fino in fondo: mai pensare in negativo, come dicevo prima. E questa è una lezione che un atleta deve seguire tutti i giorni.

Foto: Tav Laterina