Universale: profondo azzurro al Mondiale di Avila
Andrea Diana è il nuovo campione del mondo degli under 20, ma rientra in Italia con il titolo iridato anche il Senior Pietro Zecchi; sono le più brave del pianeta anche Rachele Amighetti, Bianca Revello e Serena Caminotto e occupa il gradino più alto del podio anche il team Senior completato da Massimo Croce e Graziano Borlini
Bella, lunga, faticosa, entusiasmante: sono le definizioni che il Direttore tecnico della nazionale di Fossa Universale Sandro Polsinelli spende per tratteggiare la gara del Campionato del Mondo della “cinque macchine” che ha impegnato il battaglione azzurro nella passata settimana e che si è protratto, con la solennità elegante della cerimonia di premiazione, perfino nella notte castigliana tra domenica 6 e lunedì 7 agosto. Da questa maratona di Fossa Universale nella città spagnola di Avila la formazione azzurra di Polsinelli rientra con alcuni titoli importantissimi e con un corredo di medaglie che mai come questa volta hanno vivacissimi e intensi riflessi dorati. Il nuovo campione del mondo degli Junior è Andrea Diana: il sedicenne di Frosinone (protagonista della foto di copertina con il Dt Sandro Polsinelli e il tecnico Giuliano Callara) è stato autore di una gara da manuale descritta da un 194/200 che ha costretto alle piazze d’onore due coetanei australiani dell’azzurro – Marco Corbo a quota 193 e Lucas Furlan a 192 – che rappresentano l’avanguardia di una scuola, quella della nazione “down under” appunto, che anche a detta del coach Polsinelli ha credenziali molto ampie per aspirare autorevolmente agli allori in tutte le qualifiche nelle prossime stagioni.
Il podio individuale degli Junior
“Andrea, – spiega Sandro Polsinelli – oltre ad essere un talento straordinario, ha la rara capacità di ascoltare e l’ancor più rara dote dell’umiltà che gli permette di apprendere le nozioni di chi ha più esperienza e poi di farne tesoro. Andare a comporre un 50/50 nella terza giornata e un 49 nell’ultima come ha fatto Andrea Diana vuol dire saper padroneggiare la tensione della gara: è vero che io per primo e lo stesso Giuliano Callara abbiamo fatto da schermo ad Andrea in quelle fasi della giornata in cui appunto la pressione psicologica si faceva più insistente, ma è altrettanto vero che è proprio lui che in pedana ha saputo trasformarsi in quel determinatissimo atleta che ormai abbiamo imparato ad apprezzare.”
Sono stati proprio gli under 20 australiani a impedire a capitan Andrea Diana e ai suoi colleghi Giuseppe Fiume e Diego Martelli di completare il capolavoro e laurearsi campioni del mondo a squadre. Nel concorso per nazioni infatti l’Australia ha vinto il titolo con 570/600 davanti al 563 dell’Italia e al 561 della Spagna.
Gli azzurrini Giuseppe Fiume, Andrea Diana e Diego Martelli
Uno straordinario titolo a squadre lo hanno invece conquistato le universaliste azzurre: Rachele Amighetti, la campionessa europea Bianca Revello e Serena Caminotto hanno totalizzato 549/600 e hanno inflitto distacchi abissali alla Francia (seconda con diciassette piattelli di ritardo sulla compagine di Polsinelli) e alla Gran Bretagna (terza con 521). Rachele Amighetti ha anche conquistato il secondo posto nella gara individuale con 188/200 alle spalle della neo-iridata: la francese Caroline Arnaudeix che ha totalizzato 189. L’argento effettivamente va un po’ stretto alla specialista bergamasca e non stonerebbe coniare il “quasi oro” per una situazione come quella verificatasi in questa situazione. “Rachele ha sbagliato uno degli ultimi dei duecento piattelli del Mondiale – commenta Sandro Polsinelli – ma si può comprendere che in quella fase, con il titolo che si è giocato in uno spazio strettissimo, la tensione della gara realmente mordesse. Amighetti è stata però davvero determinante nella vittoria a squadre, ma insostituibili sono state anche Bianca Revello con la sua solida esperienza e Serena Caminotto che è stata la vera rivelazione di questo Mondiale.”
Le campionesse del mondo Bianca Revello, Serena Caminotto e Rachele Amighetti
Rachele Amighetti sul secondo gradino del podio dell’individuale
Di un vero e proprio capolavoro è stato autore anche Pietro Zecchi che si è laureato campione del mondo dei Senior con 196/200 e ha trainato alla vittoria di squadra il collettivo azzurro completato da Massimo Croce e Graziano Borlini. Il terzetto italiano ha vinto con 578/600 davanti alla Francia (567) e alla Spagna (564).
“Pietro Zecchi – commenta il coach della nazionale – è stata una scoperta continua in questo Campionato del Mondo: non solo l’atleta lombardo si è rivelato un piacevole compagno di viaggio che ha saputo contribuire alla coesione di tutto il gruppo, ma è anche un vero teorico della Fossa Universale. È un appassionato della disciplina dotato di talento, capacità tecniche e conoscenze balistiche e in questa trasferta ha fornito nozioni importanti a tutti noi.”
Una medaglia d’argento è arrivata anche dal team dei Veterani: Giorgio Borrone, Gianluigi Ambroso e Angelo Bueno Pernica hanno totalizzato 539/600 e sono stati superati soltanto dalla Francia che ha conquistato l’alloro mondiale con 545.
Pietro Zecchi al vertice del podio dell’individuale Senior
I campioni del mondo Senior Massimo Croce, Pietro Zecchi e Graziano Borlini
La formazione dei Veterani sul secondo gradino del podio
Un capitolo a parte riguarda la corsa agli allori più prestigiosi del Mondiale spagnolo del 2023. Sintetizza bene la situazione lo stesso Sandro Polsinelli: “Certamente brucia un po’ la nostra assenza dal podio delle squadre Man dopo tre vittorie consecutive nelle passate stagioni, ma alla luce di un’analisi oggettiva dobbiamo ammettere che abbiamo ceduto lo scettro al Sudafrica che, come l’Australia, si sta dimostrando una scuola fortissima e una realtà molto solida nel panorama mondiale. Della prova di Vincenzo Triscari, Alessandro Camisotti e Stefano Narducci sono soddisfatto perché il nostro 574 è lo stesso punteggio della Spagna terza classificata e dista poche lunghezze dall’argento dell’Australia e dal titolo del Sudafrica a quota 578. E se Narducci e Camisotti sono quegli atleti affidabili che conosciamo, Triscari, al suo debutto mondiale dopo la presenza all’Europeo, questa volta ha dimostrato una capacità di concentrazione che ha davvero stupito e che designano questo atleta come uno specialista dalle grandi doti.”
Il titolo mondiale individuale open è stato appannaggio del sudafricano Luca Peacock che ha totalizzato 198/200 come lo spagnolo Jose Javier Azpeitia Beristain e poi ha superato il beniamino di casa per 1 a 0 dopo che nella prima serie intera di spareggio i due contendenti si erano ritrovati sul 24/25 pari. La medaglia di bronzo è andata al noto specialista spagnolo Jesus Serrano Lara, autore di 197 e di un vittorioso spareggio nei confronti di altri due connazionali. Con il punteggio di 196 sia Vincenzo Triscari che Pietro Zecchi hanno dunque realmente sfiorato l’accesso all’empireo della Fossa Universale. “Abbiamo gareggiato in tutte le condizioni, – conclude Sandro Polsinelli – dal caldo estenuante dei primissimi giorni al freddo e al vento delle giornate conclusive. Siamo rimasti anche dieci ore al giorno sul campo in una gara con più di quattrocento tiratori in cui l’ultima batteria è andata in pedana addirittura dopo le 21. Torniamo da Avila con titoli e medaglie importanti e possiamo dire che la scuola italiana sa comunque sempre rinnovarsi, stupire e vincere.”