Under 20 sotto i riflettori
La seconda parte della ricognizione di alcuni dei talenti più brillanti che si sono messi in luce nel secondo Gran Premio del Settore Giovanile: andiamo a scoprire qualcosa di più di Antonio Bellu, Chiara Pignatelli, Nicole Parigi, Gianmarco Barletta e Enrico Carpi
(di Massimiliano Naldoni)
Quando al Campionato regionale della Sardegna di Skeet dello scorso inverno il miglior risultato sulla scorta delle due prove del circuito è risultato il 96/100 di Antonio Bellu, è risultato evidente che per il sedicenne di Sant’Antonio di Gallura era iniziata una stagione destinata a lasciare il segno. Ma d’altronde, non si è allievi di Luigi Lodde per caso.
“Lodde è il mio maestro e il mio mito. – Dice senza mezzi termini Antonio Bellu a proposito del campionissimo azzurro di Ozieri – La preparazione che conduco con lui già da qualche tempo in ogni sessione di allenamento produce una nuova scoperta anche se sono molto grato anche ad Antonio Colombo che a suo tempo ha saputo intuire le mie potenzialità.”
È stato sulle pedane di Luogosanto che Antonio Bellu ha scoperto lo Skeet (“confesso che ho iniziato giocando”, dice l’atleta sassarese), ma è stato poi l’impianto di Arzachena che ha consacrato definitivamente il suo talento nelle ultime stagioni.
“All’impianto di Moschettieri del Nera – precisa ancora l’atleta sardo – sono sempre riuscito a fare gare di qualità. L’anno scorso allo stesso Gran Premio del Settore Giovanile ho vinto con 52/60. Della qualificazione e della finale di quest’anno sono complessivamnete molto soddisfatto. Del resto il 118/125 che ho totalizzato a Terni è stato lo stesso punteggio che avevo fatto al Gran Premio di Lonato. Forse in qualificazione ai Moschettieri qualche piattello in più si poteva fare: nel 22 della terza serie è intervenuto il vento a trasformare qualche traiettoria e a strapparmi via un 3 pull e un 4 mark. Ma anche nel secondo giorno su qualche lancio avrei da recriminare: un 5 mark in doppia alla prima serie che se ne è uscito basso e che non sono riuscito a intercettare. Bastava probabilmente un attimo di calma in più per valutare meglio…”
Il Gran Premio 2022 di Umbriaverde rimarrà certamente scoplito nella memoria anche per Nicole Parigi.
“107/125 è attualmente il mio record personale – spiega la diciassettenne di Asti tesserata a Carisio che si è imposta tra le Allieve del Trap – e sono davvero molto contenta di aver realizzato questo punteggio in una gara importante.”
Nicole frequenta attualmente il Liceo economico sociale nella sua città e in prospettiva professionale si vedrebbe volentieri inquadrata nelle unità cinofile della Guardia di Finanza, ma intanto il tiro a volo ha assunto davvero un ruolo di primo piano nella sua vita.
“Devo alla passione per il tiro a volo di mio nonno Renzo e di mio papà Diego se oggi frequento le pedane con grande interesse e anche con qualche risultato significativo. E sotto il profilo tecnico devo molto anche al mio istruttore Davide Lucchiari se recentemente ho fatto qualche progresso davvero tangibile. Certamente mi rendo conto che ancora devo crescere: in finale a Umbriaverde, ad esempio, sono riuscita a fornire un’ottima prova nei primi quindici lanci, ma negli ultimi dieci piattelli ho collezionato quattro ‘zeri’. Non c’è ancora proprio tutta quella stabilità nel mio rendimento: dovrò lavorare proprio su questi aspetti per le prossime prove.”
È certamente un risultato molto importante anche quello centrato da Enrico Carpi che ha svettato tra gli Allievi della Fossa Olimpica. E quella conseguita nel Gran Premio di Todi è anche un’affermazione altamente simbolica perché è stato proprio cinque anni fa sulle pedane di Umbriaverde che questo diciassettenne di Genova (tesserato a Pecetto di Valenza e quindi inquadrato nel Settore Giovanile del Piemonte) ha deciso di investire proficuamente il suo tempo nel tiro a volo.
“Ho affrontato la prima serie del primo giorno di gara abbastanza presto – racconta Enrico Carpi – ma sono riuscito a dare subito una buona impronta alla mia gara. Mi sono ripromesso di non perdere terreno nelle serie successive e sono riuscito a dare regolarità alla mia prova.”
Enrico deve sicuramente alla costanza del papà Lorenzo, gestore di un esercizio storico nel centro di Genova, se in questi anni è riuscito a dare concretezza alla sua passione per il tiro a volo.
“Il mio papà crede fortissimamente in me – Dice l’atleta ligure che frequenta l’Istuto tecnico agrario della sua città – e questo certamente mi dà grande forza. Mi attribuisce una sorta di dono di natura per il tiro a volo e dice che sono freddissimo quando affronto le gare e le finali. Tutto questo mi incentiva a continuare con determinazione. Certamente mi sento molto convinto di quello che sto facendo: so che questa è la disciplina sportiva che voglio continuare a praticare e ho naturalmente i miei sogni nel cassetto che però per il momento mi guardo bene dal disvelare! Per chi deve conciliare sport e studio è questa l’impresa più difficile: il mio allenamento si svolge infatti spesso soltanto nei fine settimana in concomitanza con le gare. Ma c’è quel sogno nel cassetto da coltivare e quindi si lavora sodo!”
Per Chiara Pignatelli il Gran Premio di Umbriaverde è stato invece la gara del riscatto.
“Sì, esattamente: riscatto! – Sentenzia la sedicenne atleta di Brindisi che è uscita dalla fucina di un coach di chiara fama come Michele Manelli e che a Massa Martana si è imposta tra le Juniores del Trap – Sono arrivata a questa gara dopo un periodo veramente molto difficile in cui ho dovuto convivere con i postumi fisici e mentali del Covid. Infatti, ad essere sincera, non sono contentissima del risultato di questa gara; semmai sono soddisfatta del modo in cui sono riuscita a gestire la gara. È curioso e perfino difficile da spiegare, ma avevo perso completamente la sensibilità con il fucile, perciò aver ritrovato in gara il feeling giusto con il mio attrezzo sportivo è un grande successo.”
“So che è davvero complicato da comprendere se non lo si è vissuto direttamente, – spiega Chiara Pignatelli – ma posso dire che il Covid mi ha tolto completamente la concentrazione. Infatti nel 2021 mi sono avvicinata alla pesistica che è una bella attività sportiva che ho voluto associare al tiro a volo. È una pratica che ho coltivato per un anno e che mi ha aiutato molto mentalmente. Perché anche i pesi, come il tiro a volo, sono in realtà uno sport tutto di testa in cui, proprio come nel tiro a volo, l’aspetto tecnico che hai appreso in realtà non va mai smarrito, ma quel che determina la qualità della prestazione è la capacità di acquisire e conservare la concentrazione.”
“Naturalmente questa attività parallela mi ha aiutato – dice ancora Chiara che frequenta il terzo anno dell’Istituto nautico di Brindisi da cui uscirà con la qualifica di allieva ufficiale della Marina – ma vorrei sottolineare che Michele Manelli resta il mio punto di riferimento saldissimo. Il mio istruttore è stato fondamentale all’inizio della mia carriera per l’aspetto tecnico e lo è ancora adesso in special modo per quell’atteggiamento mentale che è da ricostruire pazientemente giorno per giorno.”
Diversamente dal caso di Chiara Pignatelli, la medaglia di Gianmarco Barletta è invece d’argento (questa volta alle spalle di un vero fuoriclasse dell’attuale comparto under 20 d’Italia: Edoardo Antonioli), ma per il diciannovenne salernitano è come se equivalesse alla vittoria.
“Sì: il 120/125 che ho totalizzato in qualificazione è davvero un bel risultato. – Spiega l’atleta delle Fiamme Oro che è il protagonista della copertina di questo articolo con il Presidente federale Lucianto Rossi – Cinque 24 in fila non si collezionano tanto facilmente. Peccato che non sia uscito anche un 25: ma si sa che in ogni serie, anche in quella più azzeccata, manca sempre quell’attimo di concentrazione che fa la differenza tra una serie buona e una serie ottima.”
“La finale l’ho affrontata nel modo giusto, – dice ancora l’atleta di Contursi Terme che frequenta il primo anno della facoltà di Scienze Motorie e si allena sulle pedane de Il Campione di Eboli – ero molto carico ma anche tranquillo: due condizioni essenziali per riuscire a far bene. Il mio obbiettivo per i prossimi mesi è proprio riuscire a far bene le gare com’è accaduto questa volta. Vincere è sempe bello per un atleta, ma in sostanza quello che ti gratifica è sapere che hai dato il meglio di te stesso e hai totalizzato il miglior punteggio possibile. Il mio campione di riferimento è Giovanni Pellielo ed è proprio Johnny che mi ha fatto comprendere questo concetto meglio di tanti altri. E quella è la strada che voglio percorrere.”