Un poker etrusco all’invernale di Trap

Sara Fanciullacci, Giulio Nelli, Matteo Ponziani e Riccardo Mirabile raccontano le imprese “made in Toscana” alla finale di Roma

(di Massimiliano Naldoni)

E se dipendesse tutto dalla playlist? Sara Fanciullacci sembra quasi sottintendere proprio quello quando, commentando la sua brillante vittoria conseguita alla finale nazionale del Campionato d’inverno di Fossa Olimpica, spiega che nell’economia di una gara lunga e difficile come quella in programma la scorsa domenica 27 marzo al Tav Roma a produrre il risultato è la capacità di far funzionare il dualismo tra riposo e attivazione.

“Da sempre devo fare i conti con una significativa incidenza dell’emotività sulle mie prove sportive – dichiara la Delegata regionale Fitav della Toscana – e quindi sono molto attenta a quello che avviene nella mia testa quando sono in gara, a quello che devo fare nell’intervallo tra una pedana e un’altra per il recupero fisico e infine al modo di tornare in pedana con la carica giusta appunto nella serie successiva.”

Ed è proprio in quella fase in cui al riposo si sostituisce gradualmente l’attivazione in vista della nuova serie che entra in gioco la playlist di Sara: quella compilation di brani musicali che scatena l’energia e, come dice sui social, le good vibes.

Sara Fanciullacci al vertice del podio delle Ladies alla finale invernale di Trap

“Sì, – commenta l’atleta e dirigente toscana – l’attivazione passa attraverso la grinta che io recupero tra una serie e l’altra confinandomi in quella specie di nuvola soffice che mi crea la musica e che produce una comfort zone utilissima. Non sono necessariamente sempre gli stessi brani: a Roma ho alternato gli Stereophonics di Do ya feel my love? a Mick Jagger e Lenny Kravitz di God gave me everything al Sam Fender di Play god. In questo modo la musica diviene lo strumento per alleggerire la tensione ed escludere tutto quello che è interferenza.”

“Ero incerta fino all’ultimo sulla partecipazione alla gara di Roma – rivela Sara Fanciullacci – a causa dei vari impegni di questo periodo. Infatti sono consapevole di non aver fatto un allenamento adeguato: quello attuale è un momento in cui in realtà paradossalmente mi alleno proprio in gara. Però mi sentivo bene e ha prevalso la voglia di far qualcosa di buono per me: come ad esempio gratificarmi con la vittoria. Ne sono uscita con una buona media, con un responso, anzitutto tecnico, che mi è piaciuto, anche perché quello del Tav Roma è un campo difficile ed essere riuscita a gestire bene tutte le fasi della gara mi rende contenta. E poi, soprattutto, si è verificato questo bellissimo successo collettivo dei toscani che non può che rendermi felice. Il nostro è un gruppo di autentici amici che si sostengono con grande entusiasmo. Quattro ori per la Toscana sono un messaggio importante: dicono chiaramente che la nostra regione è vitalissima e riesce a produrre anche interessanti novità come nel caso di Matteo Ponziani che è una vera e propria rivelazione e che a Roma si è addirittura guadagnato la promozione in Prima categoria con il suo bel punteggio. Ma, poi, d’altronde che meravigliosa giornata abbiamo trascorso al Tav Roma, in quella cornice perfetta che è l’impianto di Lunghezza e con quella cordialità piacevolissima che sanno trasmettere Francesco e Michele D’Aniello!”

Come segnala legittimamente la Delegata regionale della Toscana, la rivelazione di questa finale invernale di Trap a Roma è stato certamente lui: Matteo Ponziani. Nato ventotto anni fa a Empoli, questo Seconda categoria che risiede a Cerreto Guidi ha saputo brillantemente aggiudicarsi la vittoria con un punteggio che gli ha già attribuito il passaggio di categoria nella prossima stagione.

Matteo Ponziani, leader della Seconda categoria

“Sono quasi sorpreso da me stesso – afferma Ponziani che nella vita svolge il ruolo di macchinista di Trenitalia sulle più importanti tratte regionali e interregionali della Toscana – perché non mi aspettavo davvero di andare alla gara di Roma, realizzare quel punteggio che ho fatto e vincere. Devo strappare al lavoro ogni momento utile per allenarmi o per partecipare alle gare e fra l’altro molto spesso sono impegnato con il lavoro proprio il sabato e la domenica, pertanto individuare le date giuste per le competizioni è in questo momento una sfida perfino più difficile che inseguire i piattelli!”

Per Matteo Ponziani, che appena una settimana prima della gara di Roma è stato una delle colonne della formazione di Montecatini che ha sfiorato il podio all’intersocietario d’inverno di Cascata delle Marmore, l’incontro con alcuni campionissimi del mondo tiravolistico ha rappresentato la svolta agonistica.

“In realtà nel 2019 per un paio di mesi ho praticato lo Skeet per passare poi a sperimentare lo Sporting. Provengo da una tradizione venatoria e queste discipline mi sembravano ovviamente quelle più adatte per i miei trascorsi. Del resto mi ero esaltato nel 2016 vedendo in televisione Gabriele Rossetti che vinceva la medaglia d’oro a Rio e quindi, quando ho preso la decisione di avvicinarmi al tiro a volo, lo Skeet è apparso subito l’approdo più logico. Ma un giorno a Montecatini, quando frattanto stavo sperimentando la Fossa Olimpica, ho incontrato Marco Venturini: abbiamo fatto qualche serie insieme e da lui ho ricevuto subito un incoraggiamento convinto. Marco mi ha spronato a proseguire e mi ha fatto comprendere che in me aveva intutito un talento non proprio comune. Per indole non sono certo il tipo che si mette in testa di essere chissà quale atleta soltanto perché adesso ho centrato un bel risultato, però a suo tempo mi ha confortato molto che un supercampione come Venturini spendesse delle belle parole dopo avermi visto all’opera. Marco è un grande campione in pedana e fuori, nel senso che, come è accaduto a me, ti dà un consiglio se sei proprio tu a chederglielo: altrimenti si limita a formulare un suo pensiero. Che proprio per la sua sincerità di fondo, per me è divenuta una considerazione molto importante.”

“Sono arrivato a Roma – confida ancora Matteo Ponziani – senza nessuna particolare aspirazione di punteggio e di piazzamento. E quindi sono realmente sincero quando dico che non mi aspettavo davvero di vincere. Non ho neppure sparato in prova: la mia prima serie a Roma è stata quella di gara! So che serve molto impegno per riuscire nel tiro a volo: l’ho visto già l’anno scorso quando sono riuscito ad approdare alla finale del Campionato italiano di Terza. Ma proviamoci: vediamo come va!”

Certamente consapevole delle proprie doti, ma a sua volta non del tutto persuaso di andare a Roma per conquistare lo scudetto invernale è stato anche Giulio Nelli che a Lunghezza si è impossessato del titolo di Eccellenza.

Giulio Nelli con lo scudetto dell’Eccellenza

“Ancora non ci credo! – Dice il ventiduenne atleta pisano delle Fiamme Oro – Mi sono preparato, certo, ma non ero convinto di poter vincere. Poi, naturalmente, quando a metà gara mi sono ritrovato in testa con 49/50 la siuazione si è fatta più chiara. Però a quel punto è entrata in gioco l’emozione che invece non aveva agito nelle prime due serie proprio perché non mi attendevo niente di particolare. Alla terza serie è venuto fuori un 23 e ci può stare: due zeri dopo cinquanta piattelli in cui non hai sbagliato quasi niente fa parte del gioco. La quarta serie invece è risultata improvvisamente un piccolo dramma: ho infilato due zeri al secondo e al terzo piattello e ho capito che stavo rischiando di buttare tutto l’ottimo lavoro fatto nella prima parte della gara.”

“Come dico sempre per spiegare gli errori, – prosegue Giulio Nelli – non esistono piattelli facili e piattelli difficili: esistono piattelli sparati con criterio e piattelli sparati senza criterio. In quel momento evidentemente non ero ben sintonizzato. Sono riuscito però a riprendere il filo e ho continuato senza errori fino al penultimo lancio della serie quando ho commesso un altro zero. So di aver speso un quantitativo enorme di energie all’ultimo piattello per colpirlo in tutti i modi, perché mi sono reso conto che stavo rischiando davvero troppo e chiudere la serie addirittura con 20 avrebbe certamente pregiudicato il risultato.”

“Un po’ di rammarico c’è, – conclude l’Eccellenza toscano – ma l’importante è aver coronato la gara con la vittoria. Adesso guardo al Gran Premio di Lonato in cui ovviamente ci si aspetta qualcosa di buono da me dopo questa prova. So che ci sarà una concorrenza molto forte, naturalmente, ma del resto in questi anni, grazie alle Fiamme Oro e ai bravi tecnici con cui ho lavorato come Pierluigi Pescosolido, Riccardo Rossi e Daniele Di Spigno, ho avuto l’opportunità di gareggiare e allenarmi spesso fianco a fianco con i nomi più illustri del panorama italiano. In partita sento di esserci: sarà il campo a dare il responso.”

Se abbiamo visto che la playlist è sempre determinante nelle prove di Sara Fanciullacci, c’è però una colonna sonora ben precisa anche nelle gare di Riccardo Mirabile.

Riccardo Mirabile sul podio del Settore Giovanile

“Ascolto molto rap americano. Anche durante le gare.” Spiega il fiorentino della Rufina che ha conquistato lo scudetto invernale degli under 20 con un 94/100 impreziosito da un solido 25 dell’ultima serie e con un deciso 2 a 1 in shoot-off nei confronti di un avversario davvero di tutto rispetto come Michele D’Aniello.

“È stata una gara molto combattuta – racconta Riccardo Mirabile – che ho affrontato senza la certezza di una preparazione perfetta perché sono molto impegnato con lo studio. Sono al quinto anno del Tecnico elettronico e ovviamente voglio concludere bene l’anno con il diploma. Certamente però da questa vittoria mi arriva un’iniezione di fiducia per le prossime gare.”

“Grazie alle interrogazioni programmate che è possibile concordare con il mio istituto sono in grado di organizzare pittosto bene la preparazione e infatti sto già mettendo a punto gli obbiettivi di questa stagione: il Campionato italiano è sicuramente il traguardo principale, però mi piacerebbe molto partecipare ad una trasferta all’estero per mettermi alla prova.”

Intanto Riccardo Mirabile compie abilmente lo slalom tra una gara e un’interrogazione che, seppur programmata, non è mai una formalità.

“Avevo i libri con me anche domenica scorsa a Roma: tra una serie e un’altra un po’ di lavoro l’ho fatto perché lunedì mi attendeva l’interrogazione di storia sulla prima Guerra Mondiale. Quindi: qualche pagina e poi in pedana, poi di nuovo qualche pagina e ancora in pedana!”

A proposito: l’interrogazione di Riccardo Mirabile dello scorso lunedì è andata bene. Il neo campione invernale degli under 20 di Trap, dopo lo scudetto in pedana, ha incamerato anche un bel 7..!

I quattro campioni della Toscana celebrano il successo con Michele D’Aniello