Tornano in pista i giovani talenti
Al Campionato invernale del Settore Giovanile a Roma Damiana Paolacci, Sofia Gori, Alessandro Salandini e Gioele Carletti sono stati i protagonisti del comparto Juniores
(di Massimiliano Naldoni)
Per il 2022 di Damiana Paolacci è applicabile il vecchio adagio che assicura che un buon inizio equivale ad aver percorso metà della strada da compiere. Perché la stagione agonistica della diciannovenne skeettista capitolina è iniziata davvero alla grande: ovvero con una vittoria cristallina tra le Juniores al Campionato invernale del Settore Giovanile, peraltro impreziosita da un perfetto 25/25 alla seconda serie dopo il 21 di esordio. Ma Damiana, seppure appunto giovanissima, può già vantare dei trascorsi agonistici di tutto rispetto e quindi il brivido dell’en-plein per lei non è davvero una novità.
“I 25/25 si ricordano sempre volentieri: il primo in allenamento risale al giugno del 2021, quando ho inaugurato il nuovo fucile che mi ha regalato mio padre. Ed è stato certamente un bel modo per battezzare il fucile! Poi mi ricordo perfettamente anche il primo 25 in gara: a Laterina, sempre nella stagione passata, nel corso di un Gran Premio.”
Tuttavia Damiana Paolacci è molto pragmatica e non si limita a enumerare i momenti più brillanti della propria carriera agonistica, privilegiando piuttosto una visione d’insieme.
“Per chi fa sport – dice la diciannovenne romana, oggi frattanto universitaria dopo essersi diplomata a pieni voti nella scorsa estate al liceo linguistico in cui ha acquisito piena padronanza dell’inglese, del tedesco e dello spagnolo – e lo interpreta come un aspetto importante della propria vita, ogni gara è importante, indipendentemente dai piattelli colpiti, dal risultato e dal piazzamento. Per me entrare in gara, e di nuovo intendo: in qualunque gara, significa chiudersi in una bolla agonistica. È qualcosa che ho scoperto essere un mio atteggiamento naturale e quindi ho accolto con molto favore il suggerimento dei miei allenatori a continuare a sviluppare quel genere di approccio all’evento-gara. Tutti i tecnici che mi hanno seguita e continuano a seguirmi, Pierluigi Pescosolido, Andrea Filippetti e adesso anche Sandro Bellini, mi hanno sempre assecondato in questo atteggiamento e quindi continuerò a cercare la mia efficacissima bolla ogni volta che si tratterà di entrare in gara.”
Il concetto di “bolla agonistica” non è evidentemente soltanto una prerogativa di una skeettista emergente come Damiana Paolacci, perché anche Sofia Gori – la rivelazione di questo invernale capitolino del 2022 nella Fossa Olimpica – condivide quel modo di interpretare la gara.
“In ogni competizione a cui partecipo ci sono due momenti esattamente opposti e contrari. – Spiega la diciassettenne di Forlì che a Roma ha vinto la medaglia d’oro tra le Juniores del Trap – In pedana devo essere completamente isolata dal mondo che mi circonda: ho proprio l’esigenza di una chiusura totale con l’esterno. Al contrario gli intervalli tra una serie e un’altra per me sono invece il momento della completa interazione con il mondo esterno. Sono per natura molto ansiosa: quindi sento fortemente la gara e vivo con apprensione la scansione del tempo nell’avvicinamento al momento-gara e anche il suo svolgimento: per questo ho scoperto che al di fuori della pedana un antidoto efficace è proprio mescolarsi alle altre persone. Tra una serie e l’altra sento proprio l’esigenza di parlare con gli altri, condividere impressioni, scambiare idee: per poi tornare nell’isolamento totale al momento di entrare in pedana. Ho dovuto lavorare a lungo per capire come gestire tutti i momenti, perché non è facilissimo far convivere situazioni così diverse in un lasso di tempo così ristretto come ad esempio una giornata di gara. Con il mio allenatore Masssimo Moni abbiamo lavorato anche sulle tecniche di respirazione che mi stanno aiutando efficacemente a gestire questa alternanza di condizioni mentali.”
“Sono arrivata a Roma senza attendermi troppo, – confida Sofia Gori – perché era pur sempre la mia prima gara da Junior e mi sembrava logico non porsi traguardi particolari per un debutto così importante. Sicuramente in questa mia prova del 6 marzo ha svolto un ruolo determinante la partecipazione assidua al Campionato invernale dell’Emilia-Romagna: ho partecipato a tutte le prove, tranne che in una occasione perché ero impegnata nel raduno del Settore Giovanile a Todi, e nella finale di Conselice ho conquistato il titolo con 47/50. Quindi è certamente vero che non ho affrontato disarmata il Campionato invernale di Roma!”
Gli effetti benefici di un inverno già trascorso con regolarità in pedana si sono fatti sentire anche per Alessandro Salandini che ha conquistato il titolo nazionale degli Juniores di Fossa Olimpica ad una sola settimana di distanza dalla conquista dell’alloro stagionale tra gli under 20 della Lombardia. In questi casi i nativi digitali parlano legittimamente di “good vibes”!
“Sì, effettivamente in vista di Roma avevo ricevuto davvero buone sensazioni dalla gara di Lonato della domenica precedente – racconta l’atleta bresciano di Pozzolengo tesserato al Concaverde – e sentivo di poter fare qualcosa di buono. In effetti negli anni passati il Campionato invernale nazionale per me era sempre stato un momento difficile: ho sempre sofferto quella gara, non sono mai riuscito ad esprimermi in maniera convincente. Prima di tutto perché il Tav Roma è un campo difficile ed è un terreno sul quale non ottieni buoni risultati se non affronti al meglio la prova. E inoltre probabilmente non riuscivo mai ad arrivare a questa prima gara nazionale del Settore giovanile con la mentalità giusta e con la preparazione corretta. Certamente quest’anno la partecipazione regolare al Campionato invernale della Lombardia mi ha permesso di arrivare a questo appuntamento con un livello superiore di preparazione.”
La sfida sul terreno di Lunghezza peraltro per Alessandro Salandini si è tradotta anche in una sorta di derby lombardo in trasferta con un autentico super-big del comparto giovanile come Samuele Faustinelli.
“Io stimo molto Samuele, – racconta Alessandro che dall’alto dei suoi 193 centimetri di statura in passato, prima di dedicarsi in maniera esclusiva al Trap, ha praticato nuoto, basket e tennis – lo considero davvero un grande e in effetti mi ha certamente esaltato duellare con lui. Ottenere un risultato brillante per un atleta è sempre una importantissima ricarica di fiducia. Io del resto lavoro tutta la settimana e posso dedicarmi al tiro a volo soltanto nel weekend: il mio allenamento in sostanza sono le gare stesse. Anche in queste ultime settimane ho fatto allenamento appunto partecipando all’invernale della mia regione: che io sia riuscito a centrare questo bel risultato a Roma è infatti davvero un bell’incentivo a continuare a crederci!”
E se c’è un altro che ci crede davvero, questi è Gioele Carletti, diciassettenne marchigiano di Camerano che al Campionato invernale del Settore Giovanile a Roma ha vinto tra gli Juniores dello Skeet.
“Ritrovarsi a dover spareggiare per il titolo dopo aver fatto un 48/50 – spiega efficacemente Gioele che veste la maglia delle Fiamme Oro – è già una bella prova a cui ti devi sottoporre in una gara che in effetti segna l’inizio della stagione e dovrebbe essere un test preparatorio.”
Se poi quello spareggio a cui allude il neo-campione invernale di Ancona mette a confronto con un atleta di rango come Francesco Bernardini, allora l’impresa si complica ulteriormente.
“Sì, certo! Ho fatto quello che faccio sempre quando sono in gara, – racconta Gioele Carletti che frequenta il liceo scientifico ad Ancona e progetta di diventare ingegnere informatico magari in divisa nella polizia postale – ovvero faccio appello a quelle modalità di controllo della tensione psicologica che cerco di affinare in allenamento. Non è, però, che funzioni sempre così facilmente come quando si spiega a parole, eh! Allo shoot-off effettivamente ero abbastanza teso al momento della prima doppia. È andata già un po’ meglio alla seconda e poi alla terza, dopo lo zero di Bernardini, ho capito che potevo farcela e che era il momento di sbloccare sia l’ansia che il risultato.”
“Certamente cinquanta piattelli sono pochi per fare una comparazione corretta tra gli atleti. Però è un buon punto di partenza per la nuova stagione ed è comunque un parametro da tenere in considerazione. In questo senso mi conforta molto quello che mi ha detto il Presidente Rossi al podio: si è complimentato per il punteggio che ho realizzato e mi ha incitato ad andare avanti con convinzione: a continuare così!”
Per il suo allenamento Gioele Carletti si è affidato ad un tecnico ed ex campione del calibro di Valerio Andreoni.
“Ci lega una bella amicizia – spiega l’atleta di Camerano che svolge il suo allenamento sulle pedane di Castelfidardo – oltre al fatto che Valerio è competentissimo dello Skeet e nutre una passione profonda per questa disciplina che è da sempre anche la mia. Io ho iniziato a sparare allo Skeet da giovanissimo sotto la supervisione dei miei genitori: sparavo un piattello per volta dalla pedana 7. Ho iniziato così e credo del resto che sia un passaggio obbligato un po’ per tutti coloro che si dedicano allo Skeet. Poi, da lì a scoprire che non puoi più fare a meno dello Skeet, il passo è breve!”