Tav Roma: tutti per uno, uno per tutti
Team-leader e atleta: è Francesco D’Aniello l’architrave tecnico-agonistica della formazione capitolina che ha vinto con una forte coesione il titolo tricolore di Prima categoria al Campionato delle Società di Fossa Olimpica
(di Massimiliano Naldoni)
Francesco D’Aniello avrebbe voluto ritagliarsi un ruolo esclusivamente tecnico per la formazione del Tav Roma in gara, sulle pedane di casa, tra i club di Prima categoria nel Campionato delle Società di Fossa Olimpica. Ma, come racconta proprio l’argento di Pechino, è stata la stessa squadra ad acclamarlo leader in pedana e a volerlo in batteria per tutta quella competizione che il club di Lunghezza ha sempre sapientemente controllato. Con 558/600 il Tav Roma ha infatti conquistato lo scudetto stagionale delle Società di Prima categoria precedendo i campioni in carica di Torretta (549) e il Tav Foligno (541). All’origine dell’affermazione della squadra di Lunghezza c’è sicuramente una forte coesione: quel tutti per uno, uno per tutti che ha trasformato il sestetto di capitan D’Aniello in un team imbattibile. Ed è proprio il doublista d’argento delle Olimpiadi del 2008 a raccontare l’impresa.
Francesco, come sintetizzeresti questa vittoria al Campionato delle Società?
Abbiamo vissuto questa esperienza magnificamente. Innanzitutto da un punto di vista organizzativo, perché siamo stati in realtà la Società che ha ospitato la competizione e abbiamo ricevuto manifestazioni di apprezzamento da nord a sud per il lavoro svolto e per l’assetto generale dei campi. La ciliegina sulla torta è stata naturalmente la vittoria. L’anno scorso eravamo risultati secondi alle spalle di Torretta: quest’anno invece primi proprio davanti a Torretta. Direi che il bel segnale che abbiamo dato è anche quello che una Società che esiste da appena tre anni in queste tre stagioni ha conquistato una medaglia d’argento e un titolo italiano. Mi sembra davvero tanta roba.
Francesco D’Aniello
Come hai designato la formazione per questo intersocietario?
Ho previsto un percorso semplificato per la designazione dei sei titolari. Ho convocato Raffaele Talamo che oltre ad essere da pochi giorni vicecampione del mondo dei Paralimpici è anche un’assoluta garanzia tra i Seconda categoria. Poi ho inserito il campione italiano fresco di nomina di Seconda categoria Paolo Cardinali. Per i Terza ho scelto Giorgio Bartolozzi che a sua volta è stato finalista al Campionato italiano. L’Eccellenza Franco Fiorucci è poi un atleta che negli ultimi anni ha fornito sempre prove di buon livello. Davide Fontana è stato con me uno dei Prima categoria della formazione: ha assicurato una prova strepitosa e ha anche fatto il miglior punteggio assoluto della gara. Fin dall’inizio dell’anno Davide sentiva moltissimo l’emozione di questa gara e viveva già quasi a distanza in anticipo l’atmosfera del Campionato italliano delle Società ripetendo la convinzione che quest’anno appunto avremmo vinto il titolo. Va detto che Fontana è stato anche sempre presente a tutti gli appuntamenti che contano e non ha mai deluso e quindi ha meritato pienamente il posto di titolare. E poi devo riconoscere che lui ha il grande merito di essere un atleta che quando sente la gara si accende nella competizione e non c’è episodio intorno che lo distragga e gli faccia fare zero. In certo modo anche in questa occasione l’ho messo in competizione con i suoi stessi compagni di squadra e ha reso alla grandissima. E poi mi ci sono messo anche io in squadra per completare il gruppo…
Non proprio un dettaglio la tua presenza, considerando lo svolgimento della gara.
A dire il vero io non volevo far parte della squadra perché volevo seguirla dall’esterno e quale sesto titolare avevo designato Massimo Nanni: un ottimo tiratore che poi invece ha svolto diligentemente il ruolo di riserva. È stata proprio la squadra ad eleggermi titolare. I ragazzi, nei giorni immediatamente prima della gara, sono venuti da me e hanno detto testualmente: abbiamo grande stima di Massimo Nanni, che oltre ad essere una grande persona è un tiratore di valore, ma tu, Francesco, ci dai quello stimolo in più che crediamo serva in una gara di questo tipo. Averti in pedana accanto è una garanzia, sei un trascinatore e sai dire la parola giusta se si verifica un momento di crisi: senza di te in batteria non riusciamo a rendere quello che è davvero il valore della squadra! Allora a quel punto mi sono inserito nella formazione. L’aspetto più bello di questo risultato è che siamo riusciti a fare una gara con soli dieci zeri di media a serie che è un risultato strepitoso. La soddisfazione più grande – e l’ho detto anche a Johnny Pellielo con quell’amicizia e quella simpatia che ci lega da anni – è che il Tav Roma ha realizzato il secondo miglior punteggio assoluto della gara dietro alle Fiamme Oro e ha inflitto appunto due piattelli di distacco alle Fiamme Azzurre. Fra l’altro siamo risultati secondi assoluti per quattro piattelli soltanto.
Con questa squadra e con questo livello di prestazione avreste potuto compiere un’impresa alla Coppa dei Campioni.
Alla Coppa dei Campioni non c’eravamo perché non c’era la disponibilità di tutti questi atleti: qualcuno era ancora in ferie, qualcun altro invece aveva impegni di lavoro. Quando una formazione, come nel nostro caso, si compone sia di imprenditori che di dipendenti di aziende diventa difficile conciliare ogni volta le esigenze di lavoro con le scadenze dello sport. Nello specifico, Davide Fontana e Paolo Cardinali non avrebbero potuto esserci e ho giudicato che non avesse senso partecipare con una squadra che in quel caso avrebbe avuto troppe assenze importanti: avrebbe potuto assicurare, sì, la presenza ma non sarebbe stata certamente competitiva.
Il podio delle Società di Prima categoria al Campionato italiano 2023: Roma occupa il vertice del podio davanti a Torretta e Foligno
La tua presenza in squadra è risultata una richiesta di grande senso pratico e realistico da parte degli altri titolari perché in effetti qualche momento di crisi nell’arco della gara c’è stato.
Sì, effettivamente i momenti di crisi ci sono stati: e fin dall’inizio. Perché è vero che siamo partiti con 142 alla prima serie, ma in quella serie chi si è rivelato davvero in sofferenza era Giorgio Bartolozzi che ha fatto tre zeri. Giorgio stava subendo fortemente l’effetto della gara in quella prima serie perché a un certo punto ogni tre piattelli metteva uno zero. A quel punto sono intervenuto per scuoterlo. Gli ho detto: Giorgio, stai tranquillo e sereno, tu sai fare senz’altro 21 o 22 e nessuno ti chiede di più. Nel frattempo il resto della squadra stava sparando bene e quindi poteva sopperire a qualche suo errore in più: l’ho sollecitato a non preoccuparsi di qualche altro zero che poteva arrivare. Nei fatti, da quel momento in poi Giorgio non ha fatto più zero: questo fa capire perfettamente qual è stato il collante che ha permesso alla squadra di offrire questa prova di alto livello. Una situazione analoga è successa a Raffaele Talamo nell’ultima serie. A dieci piattelli Raffaele aveva già tre zeri: era visibilmente stanchissimo per gli effetti della trasferta faticosa in Perù di pochi giorni prima. Sapevo che non aveva avuto ovviamente la possibilità di fare un allenamento particolare dopo il ritorno a casa, ma l’ho voluto ugualmente in squadra perché conosco la persona e l’atleta e sapevo che non mi avrebbe deluso. Quell’ultima serie, però, era fondamentale perché noi siamo andati a sparare con la consapevolezza di avere soltanto quattro piattelli di vantaggio su Torretta. Quindi dovevamo assolutamente tenere in quella serie. È accaduto, invece, che Talamo dopo i primi dieci piattelli si era ritrovato con tre zeri e tremava come una foglia perché evidentemente temeva di fare un disastro e pregiudicare il risultato di tutta la squadra. A quel punto sono intervenuto e gli ho detto: Raffaele, ritieniti libero di fare tutti gli zeri che vuoi perché tanto tutti noi altri di zeri non ne facciamo! Mi ha guardato, mi ha fatto un mezzo sorriso e da quel punto in avanti Raffaele non ha sbagliato più. Anche Paolo Cardinali,a sua volta, ha avuto un altro momento difficile agli ultimissimi lanci della quarta serie. So che ci teneva a fare un bel risultato per mettere al sicuro il punteggio della squadra e invece è arrivato uno zero al ventiquattresimo. Sparava accanto a me e quando ha fatto zero mi ha guardato: allora di nuovo l’ho rassicurato che io non avrei fatto zero all’ultimo e neppure tutti gli altri e che avrebbe potuto sbagliare anche l’ultimo perché avevamo comunque già vinto. Ma invece non ha sbagliato quell’ultimo piattello. Soltanto che uscendo di pedana, Paolo mi ha detto: guarda, France’, che se non mi parlavi in quel modo io ero destinato a fare un altro zero anche all’ultimo piattello perché ero talmente deluso che non avrei saputo colpirlo in nessun modo.
Francesco D’Aniello
Una formazione che merita la vittoria rivela il proprio carattere proprio nei momenti che contano e il Tav Roma ha vinto il titolo con la grande prova dell’ultima serie.
Soltanto nove zeri in quell’ultima serie: possiamo dire che è stato spettacolare! Nelle gare a squadre accade abbastanza spesso che il team faccia una serie positiva e poi manifesti un calo. Invece no: sono state tutte sulla stessa media. E tutti gli atleti hanno tenuto: se qualcuno andava un po’ in crisi, c’era qualcun altro a supportare e a compensare. Sembra strano che ci sia così tanta differenza tra guidare una squadra da Ct immediatamente alle spalle della batteria e invece vivere ogni serie dall’interno. Ma se sei con la squadra in pedana vivi tutto quello che accade, anche gli eventi apparentemente poco importanti: il vento che si alza all’improvviso o il cambiamento della luce. Del resto io stesso volevo fare 25 nell’ultima serie perché sapevo che era importante per mettere al sicuro il punteggio della squadra. E nonostante le varie distrazioni a cui sono stato sottoposto per dire di stare sereni una volta a uno dei ragazzi, una volta ad un altro, sono riuscito a portare al termine il 25. Quando ho rotto l’ultimo piattello, un destro alto, tutti sono venuti ad abbrracciarmi come se avessi vinto di nuovo una medaglia olimpica. Ma invece quella ideale medaglia questa volta l’abbiamo vinta tutti insieme. Io sono davvero contento di aver vinto questa gara perché ho rappresentato la mia Società, ma la maggiore soddisfazione è stata vedere atleti della squadra che, raggianti, mi hanno detto: io a 56 anni non avrei mai pensato di poter cucire lo scudetto tricolore sul petto! Oppure un altro di loro che mi diceva: dovevo tesserarmi qui a Roma per vivere queste emozioni; l’avessi saputo prima, mi sarei tesserato qui da un bel po’. E tutto questo davvero non ha prezzo!