Sporting: un successo chiamato Make a break
Le considerazioni a tutto campo di Veniero Spada dopo il debutto scintillante del Gran Premio sul terreno di Piancardato
È uno Sporting più affascinante che mai quello proposto in via sperimentale nel secondo weekend di agosto sugli itinerari internazionali di Piancardato sotto l’etichetta Make a break. Nel rigoroso rispetto di tutte le prerogative regolamentari dello Sporting, la formula Make a break introduce l’attribuzione di un diverso punteggio a ciascun piattello in base al grado di difficoltà. In questa formula ideata dal Direttore tecnico della Nazionale di Sporting Veniero Spada sono cinque i livelli di difficoltà proposti sui campi di gara ed è quindi proprio una scala da 1 a 5 a definire, in ordine crescente, il punteggio attribuito ai singoli lanci. L’en-plein in ciascuna delle quattro serie assegna 65 punti e il punteggio massimo che è possibile totalizzare nei cento piattelli di programma è dunque di 260 punti. Tra gli oltre cento atleti che hanno partecipato al primo Gran Premio di Sporting Make a break a Piancardato è stato proprio lo stesso selezionatore azzurro a totalizzare il miglior risultato: 221 punti hanno collocato Veniero Spada al vertice della classifica a pari con Enrico Lugli. Michael Spada si è collocato al terzo posto con 219 davanti alla rivelazione del Gran Premio umbro: il Terza categoria Pasquale Rea che ha confezionato 218 punti con l’en-plein di 65 alla prima serie. Abbiamo sollecitato allora proprio l’ideatore della nuova formula ad illustrare le impressioni che ha raccolto nel pubblico presente a Piancardato per il Gran Premio di Sporting Make a break.
Coach Spada, qual è il suo bilancio dell’esperimento di questo primo Gran Premio di Sporting Make a break?
Se formulo il giudizio in base ai complimenti che ho ricevuto durante la gara e poi nei giorni successivi posso solo dire che è stato un successo strepitoso. Tutti i partecipanti hanno apprezzato molto la novità del diverso valore di ogni piattello in base alla sua difficoltà e perfino alcuni che si erano mostrati un po’ scettici alla vigilia hanno riconosciuto di essere rimasti ben impressionati. Sono anche piuttosto soddisfatto della partecipazione: un centinaio di presenze nel mese di agosto sono un bel risultato. Lascia immaginare che ad aprile o a maggio potremmo coinvolgere magari anche duecentocinquanta partecipanti.
Veniero Spada
È una formula che può incontrare il gradimento sia dell’atleta da maglia azzurra che, ad esempio, del Terza categoria?
È proprio così. Naturalmente con reazioni diverse da parte di quelle due tipologie di tiratore. Ho notato magari che alcuni Terza categoria, per un comprensibile difetto di esperienza, non siano riusciti a memorizzare il proprio punteggio nel corso della serie e si siano ritrovati al termine di quella serie a consultarsi con i colleghi di batteria per ricostruire il proprio risultato. Certamente nella stessa situazione, malgrado la novità, l’atleta di Eccellenza ha maggiore familiarità con la gestione del proprio punteggio.
Quali sono le prerogative dei cinque gradi di difficoltà che sono stati applicati per questa gara?
Fino al livello 3 stiamo parlando di lanci che il tiratore affronta in ogni gara di Sporting in Italia. Il 4 invece è un piattello estremo da Sporting internazionale. Il 5 è un piattello autenticamente impossibile. Questa formula è utilizzata abitualmente in America nelle poules che si affiancano alle gare tradizionali: mi è sembrato interessante introdurla per sondare l’effetto tra i nostri appassionati e sono contento che la Federazione abbia accolto il suggerimento.
Enrico Lugli è stato uno dei protagonisti del Gran Premio di Sporting a Piancardato
Traduciamo dal “tiravolese”: piattello autenticamente impossibile.
Per fare un esempio, in questo caso a Piancardato abbiamo allestito dei lanci con 60-70 metri di parabola che partivano da una fossa e procedevano subito in allontanamento rispetto al tiratore.
Questa formula di attribuzione del punteggio rende la gara molto più imprevedibile?
Sicuramente aggiunge un grado di imprevedibilità maggiore rispetto allo Sporting canonico. Abbiamo visto anche recentemente in alcune gare internazionali importanti che un passaggio a vuoto nelle prime serie può perfino già escludere un atleta dalla partita. Ma spesso questi errori, anche da parte di atleti di grande esperienza, non maturano necessariamente sui lanci più difficili. Certamente, se ogni piattello vale 1 come avviene nel conteggio tradizionale, l’incidenza dell’errore può essere alta. Con questa modalità diversa di attribuzione del punteggio, se anche qualche errore matura su piattelli facili da pochi punti, il tiratore ha la possibilità di andare ad intercettare qualche piattello da 5 punti, che pochissimi colpiscono, e in quel modo può invece ribaltare la situazione.
Veniero Spada
Nella gara di Piancardato qualcosa del genere è capitato proprio a lei..?
Esattamente. Ho fatto alcuni zeri di troppo nella prima serie che probabilmente, in una gara a punteggio tradizionale, mi avrebbero escluso dalla corsa. Ho sbagliato due 4, ma anche un 3 e un 1. Malgrado gli zeri iniziali, a fine gara mi sono ritrovato invece tra i primi in classifica.
Piancardato si è rivelato anche il palcoscenico ideale per questo esperimento?
Con l’amico Marsilio Palermi a Piancardato abbiamo potuto allestire dei lanci molto belli e appunto con un ventaglio molto ampio di difficoltà. L’impianto di Piancardato si è prestato moltissimo ad un esperimento del genere e ha valorizzato davvero tutta la competizione.
Voci dalla pedana: Pasquale Rea
Quarantenne napoletano di Volla, Pasquale Rea è stato l’autentica rivelazione del Gran Premio di Sporting Make a break di Piancardato: tesserato a Foligno, ma cresciuto agonisticamente sulle pedane di Campo Castiello, il Terza categoria campano ha ovviamente dominato nella sua divisione, ma con il suo ottimo punteggio ha saputo ritagliarsi un ruolo di primissimo piano anche in classifica generale.
Pasquale Rea
È stata una gara tosta, ma grazie all’allenamento che svolgo con il mister Veniero Spada sono stato in grado di affrontare con successo anche quei piattelli da 4 e 5 punti che poi, se colpiti, vanno a pesare positivamente sul risultato finale. Infatti nella prima serie ho controllato bene anche i piattelli cosiddetti extreme e ho chiuso con il punteggio pieno di 65, mentre me ne è sfuggito qualcuno davvero insidioso nella seconda serie e mi sono fermato a 46. Sinceramente però in questa gara sperimentale non sono andato alla ricerca del punteggio: ho cercato la concentrazione massima per andare a colpire il maggior numero di piattelli senza fare troppi calcoli se si trattava di un piattello da 1 punto o da 5 punti. Certamente in futuro, se si faranno gare di Sporting con questo meccanismo di punteggio, sarà importante colpire il più possibile gli extreme per far salire il risultato. Anche perché, ad esempio, qualche piattello da 2 e da 3 punti, specialmente in coppia, l’ho perso in questa gara. In questi giorni di metà agosto ho commentato il Gran Premio di Sporting Make e a break con tanti altri tiratori che hanno partecipato e tutti abbiamo concordato che è stata davvero una bella esperienza che è stata valorizzata dagli scenari bellissimi di Piancardato.
Foto: Tav Piancardato