Sporting: le medaglie del nuovo mondo

Nel difficile Campionato iridato degli Stati Uniti gli atleti e le atlete del selezionatore Veniero Spada hanno conseguito alcuni traguardi importanti: le impressioni del Ct e di alcuni protagonisti

(di Massimiliano Naldoni)

Il Campionato del Mondo di Sporting che si è disputato a Hudson, località del Wisconsin nel comprensorio metropolitano di Minneapolis – St. Paul, è stato dominato dagli atleti e dalle atlete di casa, ma la formazione azzurra del Direttore tecnico Veniero Spada è riuscita a ritagliarsi degli spazi importanti (nella foto di copertina è ritratto Alessandro Gaetani che ha centrato l’argento individuale e l’oro a squadre). Ecco le impressioni del selezionatore azzurro che ha seguito a distanza la spedizione italiana negli Stati Uniti.

Coach Spada, come giudica il responso del Mondiale di Sporting?

Un risultato positivo. Se fosse stata una trasferta a livello europeo, con questi punteggi e con questi piazzamenti, non dico che avremmo sbancato, ma avremmo comunque fatto un bel lavoro. Gli americani hanno sparato veramente bene e questo ha fatto la differenza. Soprattutto hanno sparato benissimo in tutti i comparti, e penso in questo momento ad esempio alle Ladies in cui si è creato questo blocco fortissimo delle tre atlete degli Stati Uniti che hanno monopolizzato il podio, e quindi in molti casi sembravano marziani. Devo dire che mi sorprende davvero la loro supremazia a tappeto: evidentemente i piattelli di questo Mondiale erano adattissimi alle loro qualità tecniche. Katiuscia mi ha parlato molto della sua gara e in generale della gara delle Ladies. Mi ha detto in maniera molto franca che, sì, nel primo giorno avrebbe potuto fare un 21 o un 22 invece del 19 e anche nell’ultima giornata un piattello in più avrebbe potuto esserci nel suo risultato, ma nella sostanza ben poco sarebbe cambiato e non sarebbe comunque riuscita ad arrivare al podio perché quel blocco di atlete ha confezionato punteggi superiori di dieci piattelli a quelli di tutte le avversarie.

Veniero Spada

Può essere un problema di preparazione tecnica diversa e quindi una questione di quantità e qualità di allenamento?

Il tracciatore era un americano e io credo essenzialmente che il tracciato allestito per questo Mondiale fosse costruito proprio sulle prerogative dei tiratori americani: ed è appunto quello che ha prodotto la grande differenza di punteggi. Quegli stessi tiratori americani, quando gareggiano in Europa, sono certamente bravi ma non producono i punteggi che abbiamo visto in questo Mondiale. Sappiamo ovviamente che nello Sporting non ci si può allenare sui lanci predisposti per la gara, quindi ribadisco che secondo me tutto si spiega con il fatto che in questo Mondiale gli specialisti americani hanno gareggiato su quel genere di lanci su cui sparano abitualmente: che poi si sintetizza in lanci con parabole molto lunghe. D’altronde di nuovo Katiuscia ha precisato che ha visto più volte le specialiste e gli specialisti della squadra Usa sbagliare qualche piattello che noi non sbaglieremmo mai, e rompere invece con facilità i numerosi lanci a 50/60 metri. Va anche detto che nelle gare di Sporting in America, tranne qualche caso sporadico, l’Italia ha sempre preso poche medaglie, perciò in questo caso, con quasi tutte le squadre a podio e nell’individuale in alcuni casi atlete e atleti appena fuori dal podio, il risultato è appunto positivo.

Davide Gasparini non è riuscito a conquistare una medaglia ma ha fatto una gara su cui c’è davvero ben poco da eccepire. Tranne forse quei due 21…

Consideriamo però che da Katiuscia e da Michael ho ricevuto la spiegazione che in alcune piazzole si affrontavano piattelli in coppiola che richiedevano ad esempio anche 8/10 metri di anticipo. Voglio dire che nello Sporting a volte si verificano condizioni in cui un 21 in una serie è un punteggio perfino accettabile. Quindi occorre analizzare ogni punteggio con la prospettiva corretta e non funziona dire che se quel determinato punteggio fosse stato appena più alto, allora sarebbe cambiato lo scenario complessivo, perché quel determinato punteggio in quel determinato campo, con quei lanci, è stato in realtà il migliore possibile.

Il podio dei Man con gli azzurri al secondo posto alle spalle degli Usa

Il responso della gara degli Junior però è veramente deludente.

Diciamo che l’esperienza di un Man qualcosa produce sempre. Invece per uno Junior, se ci si trova ad affrontare piattelli con grande difficoltà, il 15 o il 16 sono sempre dietro l’angolo. Adamati, Degli Antoni e Cecchini sono giovani atleti che in Italia nel Compak il punteggio lo fanno sempre. In questo caso, si sono un po’ persi. Anche Veronica Bertoli del resto si è trovata molto a disagio: me lo ha ammesso apertamente. Veronica lo ha scritto anche in un post che concorrere in un Mondiale in America era il suo sogno e che, probabilmente proprio per questo, è stata un po’ preda dell’emozione e non è riuscita a produrre il risultato che avrebbe saputo e potuto fare: il suo standard è certamente più alto del punteggio del Mondiale di Hudson e avrebbe dovuto essere quantomeno al livello che è riuscita a rispettare ad esempio Alessia Panizza.

Il podio delle Ladies con le azzurre al terzo posto

Per Alessandro Gaetani in compenso è stato quasi titolo mondiale anche se la medaglia è d’argento.

Sì, perché Gaetani non stava sparando neppure molto bene nelle settimane prima del Mondiale. Posso dire perfino che nel confronto dei risultati ottenuti negli ultimi tempi non sarebbe stato neppure tra i primi tre. Ma l’ho designato ugualmente perché Alessandro all’estero ha la capacità di dire sempre la sua. E in questo caso anche Giuseppe Calò e Aldo Maltese hanno saputo dare il massimo e hanno contribuito a vincere il titolo a squadre. Parlavamo prima di emozione e anche Maltese ha ammesso che partecipare ad un Mondiale di questo genere era il suo grande desiderio e quindi è stato felicissimo e onorato di aver preso parte alla spedizione. Anche l’argento dei Man però è davvero molto importante. Davide Gasparini, Samuele Sacripanti e Michael hanno sparato sui loro livelli. Certamente Michael Nesti è stato un po’ al di sotto delle sue reali possibilità, però ha il merito di non aver mai mollato fino alla fine e di aver assicurato alla squadra un punteggio che ha permesso appunto il podio. Sono tutte lezioni che dobbiamo accogliere per ottenere ancora di più la prossima volta.

Alessandro Gaetani

Il Mondiale in cifre

Il nuovo campione del mondo di Sporting nella qualifica open è lo statunitense Zachary Kienbaum che ha totalizzato 189/200 e ha preceduto di un piattello il connazionale Anthony Matarese e il portoghese Joaquim Luis che hanno occupato in quell’ordine le altre sedi del podio. Con 187 è risultato quarto Davide Gasparini. Lo stesso Gasparini e Samuele Sacripanti, Michael Spada e Michael Nesti hanno conquistato la medaglia d’argento nella gara per nazioni della qualifica Man: con 725/800 l’Italia si è collocata alle spalle degli Usa (736). I veri protagonisti del Mondiale americano sono stati i Senior. Con 182/200 Alessandro Gaetani ha centrato la conquista della medaglia d’argento individuale ad una sola lunghezza dal vincitore: l’americano Wendell Cherry. Con 180 Giuseppe Calò è stato in corsa per il terzo posto ma nello shoot-off ha ceduto la medaglia al britannico George Digweed per 19 a 21. I Senior azzurri hanno vinto il titolo a squadre: con 529/600 Alessandro Gaetani, Giuseppe Calò e Aldo Maltese hanno superato di misura gli Stati Uniti.

L’esultanza dei Senior azzurri

Medaglia di bronzo a squadre per le Ladies azzurre Katiuscia Spada, Alessia Panizza e Veronica Bertoli. Nella gara individuale che ha premiato con il titolo la statunitense Karen Miles con 182/200, Katiuscia Spada è risultata quarta con 173. Medaglia d’argento per i Veterani Carlo Sestini, Salvatore Valentini e Giovanni Provenzale a quota 480/600 alle spalle del 488 degli Usa. Con 458/600 sono rimasti lontani dal podio gli Junior Mattia Degli Antoni, Damiano Cecchini e Jacopo Adamati nella gara vinta dalla Francia con 541.

La parola ad Alessandro Gaetani

Quando un campo è bello, lo senti strada facendo. Nei primi due giorni mi mancava qualche piattello rispetto ai primi della classifica, però sapevo anche di aver fatto i campi più difficili. Aver smaltito i quattro campi più impegnativi nei primi due giorni mi ha permesso di fare un risultato superiore nell’ultima parte della gara e infatti con il 47/50 dell’ultimo giorno sono andato vicino al risultato pieno. Nell’ultima giornata, oltre al 25 della prima serie, ho sparato bene anche nell’ultima serie: è stato un 22, sì, ma non ho davvero rimpianti.  Sono contento della mia gara perché ho sempre tenuto la testa sulle spalle, non ho mai mollato e ci ho sempre creduto che potesse venir fuori un bel risultato.

Caratterialmente non sono mai contento perché effettivamente vorrei sempre ottenere il massimo risultato. Fra l’altro quest’anno per un piattello ho perso l’Europeo e per un piattello ho perso anche il Mondiale: però so certamente anche apprezzare il valore di un secondo posto al Campionato del Mondo. In questi casi è facile il gioco di rivedere idealmente tutta la gara e individuare qualche piattello che avresti potuto prendere e che avrebbe cambiato ovviamente l’esito del Mondiale. Posso dire effettivamente che ci sono stati quattro o cinque piattelli abbastanza facili che non ho preso. Però è altrettanto vero che ho preso almeno dieci piattelli veramente difficili.

Giuseppe Calò, Aldo Maltese e Alessandro Gaetani

I lanci di questo Mondiale erano molto belli e collocati in maniera corretta perché ad esempio nei giorni in cui c’è stato vento forte i lanci non sono mai stati modificati dal vento: segno che il tracciatore aveva tenuto intelligentemente in considerazione la direzione e la forza del vento e il possibile effetto sulle traiettorie.

Una particolarità di questo Mondiale è che c’erano davvero tanti piattelli mini e midi neri che hanno provocato tanti errori, perché nel tuo immaginario un piattello midi che va via a 40/50 metri lo interpreti come un piattello normale a 70 metri. In questo modo sbagli completamente l’anticipo. I mini e i midi ci sono anche nelle nostre gare, naturalmente, però noi non siamo molto abituati a quei piattelli, quindi la maggiore difficoltà che ho trovato è stata proprio quella in una gara che presentava una percentuale alta di piattelli di questo tipo: almeno una quindicina sul totale dei duecento. E quando ti trovi a sparare in mezzo al bosco un piattello nero di diverse dimensioni sullo sfondo verde, è garantito che ti trovi un po’ in difficoltà.

La parola a Giuseppe Calò

Sono soddisfattissimo e sento di aver sparato bene anche se ho qualche rimpianto: ad esempio per alcuni piattelli sul campo Winchester che ho affrontato il terzo giorno. Da quel campo sono uscito con un 19. Mi sono innervosito subito perché alla prima piazzola ho sbagliato un piattellino facile che si presentava a una ventina di metri. Lo avevo colpito nel singolo, poi invece nel doppio me lo sono assicurato un po’ troppo e ho fatto lo zero. Poi negli ultimi giorni ho affrontato i campi più difficili, mentre invece alcuni degli inseguitori dovevano affrontare proprio quelli meno difficili e quindi mi hanno acchiappato e scavalcato. Nello spareggio, poi, mi sono un po’ perso nella seconda piazzola: ho sbagliato proprio due piattellini molto semplici…

Giuseppe Calò

La parola ad Aldo Maltese

È stato molto bello sperimentare la responsabilità di difendere i colori italiani in una gara così importante. Se dovessi dare un voto come a scuola, alla mia gara assegnerei la sufficienza: riconosco che non sono stato al massimo delle mie possibilità. Mi ero allenato bene dopo aver saputo della convocazione: certamente avrei immaginato qualche piattello in più nel mio risultato finale, ma abbiamo trovato dei lanci molto impegnativi e molto tecnici che hanno ovviamente un po’ influito sul risultato complessivo.

Sinceramente il 18 del secondo giorno mi aveva un po’ abbattuto e ho dovuto davvero fare appello a tutte le mie forze per uscire dall’angolo in quel momento. Del resto comunque anche all’Europeo a Malaga abbiamo sparato su piattelli molto simili, con una difficoltà analoga a questi piattelli americani. Ma vorrei anche precisare che quei piattelli che abbiamo trovato in America a me sono piaciuti tantissimo. Poi naturalmente sulla prestazione va a pesare anche l’aspetto psicologico: dei tre della squadra io ero infatti certamente quello con meno esperienza. Alessandro Gaetani e Giuseppe Calò dispongono di una tale esperienza che permette loro di affrontare una gara, non dico con disinvoltura, ma senz’altro con più serenità. Sono quindi davvero grato alla Federazione per avermi permesso di questa trasferta, al Ct Veniero per la fiducia e al Presidente federale Luciano Rossi che ha trovato il tempo per trasmettere a tutti noi individualmente i suoi personali complimenti.

Il podio della gara individuale dei Senior

Foto: Don Brunt