Sofia al ritmo dell’Oro

Il trionfale Europeo di Larnaca per l’under 20 Littamè è stata una tempesta di emozioni e di importanti rivelazioni tecniche: le impressioni “a mente fredda” dell’azzurrina veneta, ma anche quelle di Riccardo Mirabile, artefice in tandem con Sofia del successo nel Mixed Team, e del Ct Daniele Di Spigno

(di Massimiliano Naldoni)

 

 

“Gli atleti del tiro a volo di solito hanno un vero e proprio mantra per le gare, ma non sempre funziona. L’ho sperimentato anche io e allora, dopo il 18 della prima serie, ho adeguato il mio respiro ad un ritmo particolare. E ho solo respirato…”

A parlare è Sofia Littamè e la descrizione di quello che l’atleta azzurra ha saputo mettere in pratica all’Europeo di Cipro per contrastare il black-out che ha caratterizzato l’inizio della sua gara ha il sapore antico e un po’ ermetico delle formule alchemiche di un tempo: quando si immaginava di trasformare facilmente il piombo in oro. Trasformare il piombo in oro non sarà facile, d’accordo, ma certamente Sofia “Sofi” Littamè ha trovato il modo se è riuscita da un esordio disastroso a costruire un meraviglioso titolo individuale tra le Juniores del Trap e un’altrettanto luminosa vittoria nel Mixed Team in collaborazione con Riccardo Mirabile.

A mente fredda, visto dalla parte degli spettatori e dei commentatori sembra davvero tutto semplice, ma non è stato davvero così in quell’esordio del Campionato europeo di Larnaca in cui per Sofia Littamè si sono subito presentate difficoltà che sono apparse insormontabili. Insormontabili per altre sì, ma non per “Sofi”.

Il Presidente federale Luciano Rossi celebra i successo del Trap giovanile con il Ct Di Spigno, le atlete e gli atleti

“Sono stata decisamente aggredita dall’emozione – spiega l’atleta veneta – e in quella serie iniziale non ero lucida e mi sono trovata a gareggiare davvero in apnea. Eppure in allenamento avevo sparato bene e quindi sentivo di avere la possibilità di fare una buona gara. Il risultato della prima serie mi ha costretto a convincermi che non c’era altra strada che comporre un 50/50 nelle due serie successive. Il campo presentava delle difficoltà per tutte le altre atlete in gara e quindi avrei potuto recuperare il distacco, ma certamente soltanto a condizione di essere impeccabile nelle altre due serie della giornata. È a quel punto che ho deciso di fissare un numero preciso e fisso di respiri prima di chiudere il fucile e poi prima di dare il pull: è stato un meccanismo che mi ha aiutato a isolarmi e a ritrovare la concentrazione. Ho davvero inventato il mio ritmo della gara, sono stata l’orologio di me stessa e le lacrime di liberazione che ho versato al termine della finale sono state l’effetto di tutta quella tensione accumulata.”

“C’è stato però anche un altro momento decisamente difficile in qualificazione: alla quinta serie ho avuto un attimo di affanno e di distrazione ed è venuto fuori un 22 che comunque non ha pregiudicato il mio ingresso tra le semifinaliste.”

Nell’Europeo di Cipro a rappresentare un test difficilissimo per le ragazze per i ragazzi della squadra del Ct Daniele Di Spigno sono stati certamente l’intensità della gara e i suoi ritmi massacranti.

“Si è trattato di trascorrere sul campo l’intera giornata dalle 7 del mattino alle 18 – precisa il selezionatore – per i quattro giorni del concorso individuale e dei confronti del Mixed Team e delle squadre. Certamente i professionisti della nazionale sono abituati a sostenere questi ritmi e questo impegno e nel tempo hanno elaborato dei meccanismi per arginare l’impatto, ma le ragazze e i ragazzi pagano di certo fortemente il dispendio di energie che comporta. Occorre perciò riconoscere che questo sforzo rappresenta una gara nella gara. Se si verifica poi una partenza difficile come è accaduto a Sofia Littamè, certamente l’impresa è ancora più impegnativa. Sofia era partita con tutte le prerogative per far bene, ma quegli zeri ai primi piattelli hanno subito trasformato questo Europeo in una gara in salita. Poi però è stata in grado di collezionare tre 25 perfetti con un paio di seconde canne in tutto e ha davvereo dato una grande prova di carattere.”

Ma come se non bastasse, dopo un avvio difficilissimo e una gara che non poteva lasciare spazio a distrazioni, Sofia Littamè ha dovuto doppiare qualche scoglio anche in semifinale e in finale.

“Anche la fase finale è stata molto impegnativa – spiega ancora Littamè – nonostante che con il mio Ct Di Spigno avessimo dedicato molta cura all’allenamento. Addirittura in uno dei raduni che ha preceduto l’Europeo ci eravamo concentrati proprio soltanto sulla finale.”

“Quando mi chiedono se questa finale mi piace – precisa Sofia – rispondo sempre che non c’è una finale che voglio o che non voglio: ritengo che non spetti a noi atlete e atleti dire quale sia la finale da disputare. Sta a noi adattarsi alla tipologia di finale che viene adottata e semmai vincere con quella. Da un punto di vista tecnico possiamo vedere chiaramente dai risultati che anche in ambito Juniores i punteggi sono cresciuti molto in qualità e infatti è mia convinzione che specialmente in finale i primi quindici piattelli siano fondamentali per imprimere il giusto passo. Sono convinta che non puoi scendere sotto il 12/15 nel primo step e infatti all’Europeo mi sono attestata sul 13/15 sia in semifinale che in finale ed è quella la soglia che ti devi imporre se vuoi conseguire il risultato.”

Il Ct Di Spigno con le azzurrine Marika Patera, Giorgia Lenticchia e Sofia Littamè e il Preparatore atletico Zandomeneghi

Ma se c’è stata una Sofia Littamè brillantissima e indomita nella gara individuale, non è stata certamente da meno quell’atleta che ha saputo conquistare il titolo continentale nel Mixed Team in tandem con Riccardo Mirabile.

“Qualche problema si è ripresentato anche nella gara del misto – racconta la campionessa azzurra – perché ad esempio nella seconda serie ero piena fino al diciassettesimo piattello e poi ho fatto quattro zeri negli ultimi lanci perché mi sono letteralmente persa con la testa e mi sono ritrovata distratta, però ho fatto molto bene l’ultima serie di qualificazione e in finale ero davvero molto carica. Sono molto grata al mio Ct Di Spigno che sa intervenire nel modo giusto in tutti i momenti difficili e al mio compagno di squadra Riccardo Mirabile con cui già in altre gare abbiamo costituito una formazione tecnicamente molto solida.”

Che il team che a Cipro ha conquistato il titolo continentale di “doppio misto” possa guadare lontano lo conferma anche l’altra metà di questo cielo stellato del giovane Trap azzurro.

“Con Sofia siamo una coppia collaudata – dichiara Riccardo Mirabile – e in finale siamo riusciti davvero a dare il meglio di noi. Io trovo che questa finale, specialmente nel Mixed Team, sia molto spettacolare e riesca a esaltare sia le caratteristiche individuali di noi atleti che la forte coesione della squadra. Infatti è proprio nel Mixed Team che sono riuscito a esprimermi meglio in questo Europeo che ha rappresentato una prova molto impegnativa sia in senso fisico-atletico che in quello agonistico.”

“Dovendo tracciare un bilancio generale di questo confronto continentale – precisa il Ct Daniele Di Spigno – posso dire che complessivamente è andato molto bene. Sicuramente un po’ al di sopra delle mie aspettative nell’area individuale e sinceramente un po’ al di sotto invece nell’area delle squadre. Come avviene sempre, poi, lo sguardo d’insieme a volte trascura qualche problema specifico su cui invece lavoreremo con accuratezza in queste settimane. Matteo D’Ambrosi, ad esempio, ha avuto un problema tecnico con il calcio del fucile e pertanto non ha potuto gareggiare nelle condizioni ottimali; Emanuele Iezzi si è un po’ abbattuto dopo qualche zero di troppo; Riccardo Mirabile nella gara individuale infine è andato incontro a qualche sbavatura tecnica che è apparsa anche altre volte in situazioni di forte stress.”

“Per dovere di obbiettività non trascuriamo inoltre – dichiara ancora Daniele Di Spigno – che alcune di queste ragazze e alcuni di questi ragazzi non avevano mai gareggiato all’impianto di Cipro e che l’allenamento che abbiamo potuto condurre è stato molto compresso per la contiguità stretta delle gare dei Men e delle Women che frattanto stavano gareggiando al nostro arrivo. Magari dall’esterno, a chi conosce solo superficialmente il nostro sport, sembrerà un dettaglio, dal momento che facciamo raduni anche frequenti e le atlete e gli atleti conducono quotidianamente il loro allenamento anche fuori dalle gare. Il fatto è che il tiro a volo non è il tennis in cui un campo di terra rossa è esattamente lo stesso in qualsiasi angolo del mondo. Nel nostro caso contano ad esempio la valutazione dello sfondo o le prerogative delle macchine. Sono tutti elementi che puoi valutare soltanto sul posto e quindi niente può sostituire l’allenamento che potrai condurre proprio sul campo della gara. Di tutto questo sarà davvero opportuno tener conto per le prove future.”