San Demetrio, Poggio dei Castagni e Trap Pezzaioli si raccontano

Parlano i dirigenti delle formazioni medagliate al Campionato invernale di Fossa Olimpica riservato alle Società di Terza e Quarta categoria di Fasano

(di Massimiliano Naldoni)

Nell’attuale panorama agonistico siciliano il sodalizio di San Demetrio si è ritagliato uno spazio di tutto rispetto, in special modo dopo aver conquistato la Coppa Sicilia e il Trofeo Saro Avveduto di Fossa Olimpica nel 2021, ma frattanto il team siracusano del Presidente Angelo Di Mari ha dato ulteriore spessore al suo profilo tecnico e nello scorso weekend si è impossessato dello scudetto nazionale d’inverno riservato alle Società di Terza e Quarta categoria in palio sulle pedane di Fasano in una sfida che vedeva in lizza molte accreditate formazioni.  Ma il Presidente Di Mari – che da sempre, con inflessibile costanza, segue la sua squadra in ogni trasferta – confessa in tutta sincerità che non immaginava davvero che sarebbe maturata l’affermazione in una gara decisamente difficile come quella che ha visto concorrere all’impianto brindisino ventuno formazioni arrivate da ogni parte della penisola.

“Non sono il tipo che costruisce castelli in aria. – Sentenzia il dirigente siracusano – Mi ritengo umile e per solida convinzione ogni volta che ci confrontiamo in pedana considero che ci siano in gara squadre più forti di noi che meritano la vittoria.”

Questa volta però è toccato proprio a San Demetrio andare ad occupare il gradino più alto del podio e a confortare quel primato c’è senz’altro un chiarissimo presupposto tecnico che è direttamente il massimo dirigente di San Demetrio a illustrare.

“Per esperienza ho visto quanto sia determinante la prima serie sull’andamento generale della gara, in special modo nelle gare di squadra. Noi siamo scesi in pedana alle 8 del mattino con un freddo pungente. Dico: noi, perché io sono sempre accanto ai miei atleti e seguo passo passo il loro lavoro in pedana, quindi mi posso permettere di descrivermi a pieno titolo come parte del gruppo. Quando ho visto che eravamo riusciti a comporre il punteggio di 130/150 in una situazione oggettivamente difficilissima, allora ho capito che qualche possibilità potevamo averla davvero: ce lo stava comunicando il termometro della prima serie che è un misuratore infallibile…”

Ma strada facendo il Presidente Di Mari ha dovuto mettere in campo anche tutte le sue riconosciute doti di motivatore per ovviare a qualche inevitabile scivolone che si è verificato all’interno del team.

“Quando c’è bisogno, intervengo eccome! È capitato a metà gara che servisse il mio aiuto. Luigi Tuccitto, che è un ottimo Prima categoria, ha concluso con 20 la prima serie e alla seconda di nuovo non è andato oltre quel risultato. Ripensando ai due 20 e all’eventualità di aver pregiudicato il risultato di tutta la squadra, Tuccitto per un attimo è letteralmente crollato. Luigi è un tiratore trentacinquenne che spara ormai da tre anni con noi: un atleta che è stato in squadra anche nello scorso autunno con altri due forti tiratori come Salvatore Dell’Aquia e Giuseppe Salustro, ma evidentemente questa volta ha avvertito tutto il peso della gara, e in realtà avevo visto già che nelle prime due serie affrettava il tiro in maniera sospetta, e a metà percorso, poi, ha subito gli effetti di questa pesante pressione psicologica sotto forma di un vistoso momento di abbandono. Io personalmente e tutta la squadra siamo intervenuti subito per sostenerlo ed evidentemente abbiamo fatto un buon lavoro perché il nostro Luigi Tuccitto è tornato in pista e alla terza serie ha confezionato un 23 che ha avuto decisamente il suo peso per la vittoria. D’altronde, tutta la squadra ha sparato in maniera eccellente alla terza serie su quel campo che tutti avevano descritto come il più difficile. Noi da quel campo siamo usciti con 135, mentre qualche formazione anche più solida e compatta di noi ha incontrato davvero serie difficoltà. Ma ormai so già come va. Quando ci sono piattelli difficili, quella è la gara di San Demetrio..!”

Ma se la tensione si è manifestata tra le file dei vincitori di San Demetrio, non è stata assente neppure nel team di Poggio dei Castagni: la formazione della Presidente Loretta Zani che ha conquistato una prestigiosa medaglia d’argento. Lo conferma Alessandro Modini che ha capitanato la squadra bresciana assicurando un costante contatto telefonico con la massima dirigente del sodalizio per tutta la durata del confronto e gestendo gli inevitabili alti e bassi che si verificano nel corso di una gara dalle tante sfumature come il Campionato invernale delle Società.

La Squadra del Poggi dei Castagni

“Le gare di squadra sono in assoluto le più difficili – spiega Alessandro Modini – ed è un’impresa riuscire a tenere la formazione sul binario giusto per tutto il tempo. È accaduto anche a noi nel corso della competizione di Fasano di rischiare di deragliare. Nella nostra formazione Mattia Bertoni era al suo debutto e dopo il 20 della prima serie e il 21 della seconda voleva rinunciare al suo posto in squadra in favore di Marco Zilioli che avevamo convocato come riserva. Ma non è stato l’unico momento, per così dire: drammatico, vissuto dalla squadra. Anche Sergio Sanzogni, dopo il 18 della prima serie, mi ha pregato di sostituirlo con Zilioli. Ma io ho compreso che nell’uno e nell’altro caso agiva quella responsabilità che ha assalito un po’ tutti almeno una volta in gare di questo genere e che per superare il momento di crisi occorreva proprio riconfermare la fiducia in quegli atleti. Non ho operato nessuna sostituzione e ho avuto ragione. Nella nostra squadra Vittorio Taiola è una certezza, Marco Minini è quello che io definisco un Caterpillar della pedana, Dario Premoli e Enrico Massardi sono altri due atleti dalla tecnica solida. Tutti insieme avrebbero potuto sostenere le incertezze momentanee di Sanzogni e di Bertoni. E così è stato. Certo, avremmo preferito gareggiare su 100 piattelli dal momento che avevamo avuto qualche singolo calo di rendimento, ma abbiamo accettato di buon grado di gareggiare su 75 piattelli e abbiamo affrontato la terza serie con la consapevolezza che ci saremmo giocati lì tutta la competizione. All’inizio non stavamo andando neppure tanto bene: nei primi quindici turni abbiamo fatto davvero qualche errore di troppo, poi è scattato quel qualcosa di magico che rende una squadra un corpo unico. I ragazzi sono stati straordinari: negli ultimi sessanta piattelli non hanno fatto un solo errore. Tutti e sei hanno colpito tutti e dieci gli ultimi piattelli di gara e abbiamo concluso con uno strepitoso 141 che ci ha proiettato al secondo posto. A quel punto l’ho detto ai ragazzi: avete visto che dovevate darmi ascolto. Perché nel calcio c’è Josè Mourinho, mentre nel tiro a volo ci sono io che sono Ale Modinho!”

È complessivamente soddisfatto del responso della gara di Fasano anche Luigi Beatini: il Presidente del Trap Pezzaioli che ha ottenuto una importante medaglia di bronzo.

Il Team del Trap Pezzaioli

“Quando sei secondo, vorresti esser primo. Quando sei terzo, vorresti esser secondo. È inutile girarci intorno: va sempre così. E va detto che noi eravamo andati a Fasano con tutte le credenziali per vincere. Ma in ogni caso, va bene: il responso del campo non si discute e noi dobbiamo riconoscere qualche lieve cedimento che questa volta ci ha impedito di essere i migliori. Lo sport è questo: si insegue sempre un risultato migliore e ci si impegna per superare noi stessi la volta successiva.”

“Per noi del Trap Pezzaioli – dice ancora il dirigente bresciano – questa trasferta è stata davvero molto impegnativa soprattutto sul piano organizzativo perché abbiamo partecipato con due squadre. E devo ammettere che spostare un quindicina di atleti è davvero un’impresa. Accade magari che un atleta deve rinunciare per problemi professionali anche soltanto pochi giorni prima della gara e devi ovviamente sostituirlo con tutte le problematiche organizzative che ne derivano. A proposito della gara mi sento di dire che l’impianto in cui abbiamo gareggiato è bellissimo e agonisticamente la trasferta è stata sicuramente esaltante. E ci ha permesso di vedere all’opera alcuni nostri atleti che hanno delle grandi doti tecniche: ad esempio mi ha veramente stupito Nicola Caretta che è un tiratore giovanissimo e che se n’è uscito con un 25 alla prima serie come un tiratore navigato. Davvero, nel suo caso, buon sangue non mente! Questa volta è stato semmai proprio il suo papà, Dario, a sentire un po’ la pressione della gara, nonostante che si tratti di quel tiratore fortissimo che conosciamo e che continuerà a lungo ad essere una delle colonne del nostro team. I miei complimenti vanno anche ad Andrea Guarnieri che è una new entry del gruppo e che ha davvero impressionato tutti per determinazione e sicurezza. Lo dicevo prima: ogni volta nel nostro sport ci dobbiamo mettere alla prova. E noi siamo già pronti per misurarci con gli altri alla prossima gara!”