Poggio dei Castagni: uno scudetto per il sessantesimo anniversario
Il Ct Ugo Caldera e il Vicepresidente Italo Rubinelli ripercorrono le fasi che hanno preceduto il recente successo del team bresciano all’intersocietario di Trap di Quarta categoria
(di Massimiliano Naldoni)
Ha festeggiato i suoi primi sessant’anni nel modo più trionfale il Poggio dei Castagni: il sodalizio bresciano che ha conquistato lo scudetto tricolore al Campionato delle Società di Fossa Olimpica di Quarta categoria sulle pedane di Pecetto di Valenza. Al giro di boa dei suoi primi sei decenni di storia, infatti, la Società della Presidente Loretta Zani (fondata nel 1963 da Fulvio Bertanza nel monocampo di Navazzo di Gargnano – una spettacolare terrazza sul lago di Garda – e poi dal 2005 attiva al Concaverde di Lonato) ha centrato il risultato più prestigioso.
“Sì, siamo riusciti a coronare l’anno dei festeggiamenti con la conquista del premio più ambito – spiega Italo Rubinelli, Vicepresidente del club bresciano – ed è davvero un grande risultato perché avevamo centrato la vittoria all’invernale nazionale nel 2007 e nel 2010 e avevamo già conquistato numerosi podi all’intersocietario estivo, ma lo scudetto ci era sempre sfuggito. E poiché sono sempre stato io personalmente, fino a due stagioni fa, a selezionare la squadra e a condurla in gara, so bene cosa significa sfiorare la vittoria senza conseguirla.”
Ugo Caldera e Italo Rubinelli celebrano la vittoria del Poggio dei Castagni con i magnifici sette della squadra che ha vinto lo scudetto di Quarta categoria a Pecetto
A compiere l’impresa ha provveduto il team selezionato da Ugo Caldera che appunto dall’inizio del 2022 ha assunto il ruolo di Direttore tecnico. Con un formidabile Enrico Massardi – autore del punteggio più alto della gara di Pecetto – e con il contributo di Sergio Sanzogni, Marco Minini, Mattia Bertoni, Daniel Gilberti e Alessandro Rubinelli, il Poggio dei Castagni ha conquistato lo scudetto 2023 con 415/450 davanti al 414 di Cantile e al 411 di Reggio Calabria.
Coach Caldera, com’è avvenuta la designazione degli atleti per il Campionato delle Società?
Innanzitutto premetto che sono davvero grato alla mia Società di avermi affidato il compito di selezionatore che svolgo dall’inizio del 2022 e sottolineo che sono felicissimo di poter celebrare la conquista del titolo stagionale. Posso dire che il lavoro di selezione degli atleti per la squadra è paradossalmente agevolato dal fatto che il numero dei tiratori del Poggio che fanno attività agonistica è piuttosto esiguo. Resta il fatto però che quando designi i sette tiratori, tra titolari e riserva, da condurre al Campionato, c’è poi inevitabilmente sempre qualcuno di meritevole che deve pur restare a casa. In realtà il percorso che ci ha portato a questa vittoria parte dall’anno scorso: io ho cercato di introdurre una metodica nuova rispetto al passato. In una Società come la nostra magari ci sono tiratori che sparano bene tutto l’anno: la difficoltà consiste nel riuscire a far sparare bene quei tiratori tutti insieme e nel momento che conta, cioè nello specifico: al Campionato italiano delle Società. Sappiamo bene tutti che il tiro a volo è solo parzialmente uno sport fisico, pertanto la mia funzione è sempre stata quasi più da mental coach che da allenatore vero e proprio: è stato un lavoro che mirava ad ottenere un risultato di armonica qualità di tutto il gruppo e per far questo diventa essenziale curare essenzialmente gli aspetti psicologici e la preparazione.
La Presidente Loretta Zani e il fondatore del club Fulvio Bertanza con i finalisti del Trofeo del Sessantenario al Concaverde
Sicuramente in questa operazione ha fatto riferimento anche ai suoi trascorsi di atleta?
Effettivamente in questi due anni di conduzione, alle squadre del Poggio dei Castagni ho cercato di trasmettere il contributo di esperienza che ho raccolto in vent’anni di attività di pedana e con la militanza di una decina d’anni nel Tav Aosta che è stata in un certo periodo una delle squadre più vincenti d’Italia. Il mio concetto di base è lavorare con un gruppo ristrettissimo: infatti a luglio avevo già in mente i sette nomi degli atleti che sarebbero andati al Campionato delle Società. Questo modo di procedere secondo me a livello psicologico è molto importante per gli atleti. Enrico Massardi, Marco Minini e Sergio Sanzogni componevano il gruppo degli atleti più esperti e Alessandro Rubinelli, Daniel Gilberti e Mattia Bertoni portavano al team quella ventata di esuberanza più giovanile. Ho designato come riserva Marco Zilioli che peraltro nella tornata di allenamenti della giornata di sabato che ha preceduto il Campionato è stato tra i migliori, quindi avevo anche la garanzia di una “panchina” forte che all’occorrenza avrebbe potuto assicurare un’ottima performance.
La Presidente Loretta Zani e il Vicepresidente Italo Rubinelli con la famiglia Carella nel corso delle celebrazioni del sessantesimo anniversario del Poggio dei Castagni
Nel ruolino di marcia del Poggio dei Castagni ci sono state due serie fotocopia su buoni livelli all’inizio, ma in quel momento in effetti non bastava per vincere: serviva di più. Come ha saputo ispirare quel qualcosa in più?
No, assolutamente: non bastava. Prima di entrare in pedana per la terza serie eravamo con un piattello di ritardo dai primi: la squadra di Cantile che aveva fatto una prima serie spettacolare. Certamente se Cantile avesse proseguito con quel trend iniziale, noi avremmo potuto soltanto occupare uno dei gradini più bassi del podio. Il nostro è uno sport in cui devono combaciare tutta una serie di situazioni e quindi qualche volta ad una serie strepitosa ne segue un’altra meno brillante. Sì, da parte nostra noi abbiamo fatto due punteggi identici nelle prime due serie: 137. Prima della terza e ultima serie io ho fatto presente ai ragazzi che occorreva impegnarsi e far salire la media per provare a vincere. E devo dire che nell’ultima serie loro non sembravano davvero semplicemente sei praticanti appassionati del proprio sport, ma trasmettevano l’impressione di sei professionisti: è stato uno spettacolo di armonia. Era un’orchestra! Purtroppo un anno fa sono bastati nella quarta serie pochi minuti di condizioni meteo impossibili per farci perdere il titolo: da primi che eravamo stati più o meno per tutta la gara, poi ci siamo dovuti accontentare della medaglia d’argento. Quindi, per questo motivo quest’anno ho scelto di dedicare un po’ di tempo a spiegare ai ragazzi quello che avrebbe significato quell’ultima serie. Questo nostro sport richiede sacrificio, dedizione e impegno e questi sono elementi che tutti noi a parole conosciamo bene: ma poi devono essere messi in pratica. Essere riusciti a mettere in campo questi elementi tutti insieme, quel giorno, a quell’ora in cui serviva: è quello che ha fatto la differenza. I tre 25 di Enrico Massardi, Sergio Sanzogni e Marco Minini hanno poi veramente significato la vittoria. Avere un tiratore come Massardi che fa il punteggio migliore della giornata, non è sempre garanzia di vittoria, però certamente, come si dice dalle mie parti, è fieno in cascina!