Parlano i cadetti della Fossa Olimpica

Manuel Romeo, Mattia Polidori, Luca Bondi, Paolo Angelini e Tommaso Fiorenza sono stati i protagonisti del secondo Gran Premio di Prima categoria di Trap: andiamo a scoprire la loro storia e le loro aspirazioni

(di Massimiliano Naldoni)

Il secondo Gran Premio stagionale di Prima categoria di Trap ha portato alla ribalta un altro gruppo di interessanti talenti che coltivano il preciso proposito di rendersi protagonisti nei prossimi mesi del panorama agonistico della disciplina più diffusa. Il più giovane di questi cadetti scalpitanti è certamente Manuel Romeo: il ventunenne calabrese che nelle passate stagioni avevamo visto interpretare il ruolo di determinato rappresentante del Settore Giovanile e che in questa seconda tornata stagionale dei Prima categoria ritroviamo ormai maturo agonista convinto dei propri mezzi che ha centrato una brillante vittoria al segmento di Castanea.

“Posso dirmi contentissimo e molto orgoglioso dell’esito del Gran Premio – precisa Manuel Romeo che è il protagonista della copertina di questo articolo insieme a Filippo Medici – perché prima di questa gara per molti mesi ho attraversato un periodo difficilissimo all’origine del quale c’è la scomparsa di Titta Procopio: un evento dolorosissimo che ha davvero condizionato la mia attività. Anzi, è naturalmente proprio a Titta che dedico questa gara e questa vittoria perché devo a lui se adesso sono questo atleta e questo tiratore.”

Manuel Romeo al vertice del podio di Castanea con Filippo Medici e Piero Costanzo

“Titta – spiega l’atleta tesserato al Tav Reggio – non è stato soltanto un maestro insostituibile: è stato una persona di famiglia, un secondo padre. E confesso che dopo la sua scomparsa ho perfino accarezzato il pensiero di smettere di sparare. Mi sono ritrovato ad avere un rapporto difficile con il mio fucile: avevo letteralmente i brividi ogni volta che lo impugnavo. Era il segno, insomma, di una tempesta emotiva che stava producendo grandissimi danni alla mia pratica agonistica. È mio padre che mi ha sollecitato più volte con molto buon senso stimolandomi a riprendere l’attività e convincendomi che dovevo farlo proprio per Titta.”

“In questo Gran Premio – dichiara il ventunenne di Reggio Calabria – è venuta fuori una bella gara che ha seguito in realtà in rapida successione un paio di buoni risultati che ero già riuscito a conseguire nelle scorse settimane. Sono riconoscente a Filippo Medici, che peraltro è stato poi il mio contendente diretto fino alle ultime battute del Gran Premio, per avermi aiutato molto in questo frangente: con Filippo del resto ci lega un’amicizia fraterna. Lo shoot-off per il dorsale che ho vinto subito prima della finale mi aveva del resto permesso di raggiungere effettivamente una buona concentrazione, tant’è che nei primi venticinque piattelli della finale ho totalizzato ventiquattro centri con uno “zero” addirittura all’ultimo. Mi sono ritrovato in una sorta di dimensione separata in gara e ho perfino perso il conto dei lanci: al venticinquesimo credevo perfino che ci fossero altri piattelli. La forte concentrazione che sono riuscito a costruirmi in questa prima fase della gara è stata determinante per l’esito complessivo: prima degli ultimi dieci lanci, in cui mi sono confrontato con Filippo Medici, avevo tre piattelli di vantaggio e ho potuto amministrare con relativa tranquillità l’approdo alla vittoria.”

“Ho sempre in mente l’insegnamento principale che mi ha impartito Titta Procopio – conclude Manuel Romeo – che ripeteva: non mollare mai, anche se capita la giornata in cui va tutto storto e in cui ti sembra di non riuscire a conseguire niente di quello che ti sei proposto di raggiungere. Sono convinto di aver ritrovato proprio in questa gara le giuste energie mentali per proseguire la mia attività agonistica e adesso il mio prossimo traguardo è centrare il passaggio in Eccellenza. Con un pensiero a Titta che mi ha permesso di essere quello che sono.”

Chi il transito nella massima divisione se l’è invece già conquistato in questo round è Mattia Polidori che a sua volta ha percorso da under 20 tutte le tappe fondamentali del Settore Giovanile. Il trentaduenne marchigiano di Montefelcino non fa davvero mistero della grande soddisfazione per l’accesso in Eccellenza grazie al risultato tecnico conseguito al Gran Premio di Prima categoria sulle pedane di Umbriaverde (in cui si sono misurati più di centocinquanta cadetti tra i quali si riconoscono alcuni dei nomi più celebri del comparto): un brillante 120/125 ottenuto con un 24, un 25 e un 23 nella prima giornata e con due 24 nella ripresa.

Mattia Polidori al vertice del podio di Umbriaverde con Massimiliano Galli e Michele Candilio

“Bellissima! – Dichiara entusiasta l’atleta delle Fiamme Azzurre – Non posso che definire così questa gara che mi ha permesso finalmente di conseguire la promozione all’Eccellenza. Quel 120 con cui ho conquistato la finale mi ha poi davvero esaltato: sono entrato in finale con grande determinazione e ho completato il primo step della finale con venticinque centri. Devo dire che a quel punto il vantaggio di sei piattelli che ho acquisito sul più vicino di tutti gli altri contendenti mi ha tranquillizzato e ho potuto affrontare il resto della finale con animo sereno ma anche con grande volontà di completare bene l’opera.”

“In questi anni – dichiara l’atleta trentaduenne che, avviato al tiro a volo dal padre Marziano, nelle ultime stagioni è stato componente stabile delle squadre della Polizia Penitenziaria in Coppa dei Campioni e nei Campionati italiani – ho beneficiato dell’insostituibile supporto del mio gruppo sportivo e dei suggerimenti di una leggenda come Giovanni Pellielo. Ma devo dire che i graduali grandi progressi in pedana li ho raggiunti anche perché ho deciso di  fissare nel Tav Fano la sede stabile del mio allenamento. Il Tav Fano è un impianto straordinario: oltre ad essere una struttura curatissima, permette di affrontare lanci difficili che risultano davvero ideali per chi vuol condurre un allenamento serio e mirato al conseguimento di importanti risultati.”

Good vibes è la locuzione spesso usata sui social per indicare la giusta sensazione nel proposito di conseguire un determinato risultato. E di good vibes hanno certamente beneficiato in questa tornata sia Paolo Angelini che Luca Bondi, vincitori del Gran Premio di Prima categoria rispettivamente sulle pedane pugliesi di Spinella e su quelle lombarde di Cieli Aperti.

Paolo Angelini al vertice del podio di Spinella con Salvatore Monosi e Luigi Francesco Pugliese

Angelini è oggi un atleta quarantunenne che ha già militato molte volte nella massima categoria e che in questa più recente occasione ha sfiorato di nuovo l’impresa.

“Ho sbagliato il centoventiquattresimo piattello – dichiara il pugliese di Fasano – e così non è maturata la promozione. Ma devo dire che sono contento della vittoria che è poi l’elemento che chiude in bellezza il cerchio di ogni prova. Peraltro negli ultimi tempi avevo appunto ottenuto già qualche bel punteggio che mi aveva convinto di essere in un buon momento di forma.”

Imprenditore nel comparto edilizio e agricolo, Paolo Angelini ha iniziato la sua avventura tiravolistica nel Settore Giovanile, ma a venti anni ha lasciato l’attività per motivi prima di studio e poi di lavoro addirittura per un decennio ed è tornato ad avvicinarsi alle pedane nel 2013 quando ha ritrovato subito grandi stimoli. È stato in quel momento che il Presidente del Tav Fasano Nuccio Caramia ha insistito perché Angelini accettasse di essere inserito nella squadra del sodalizio brindisino. Ed è stata un’intuizione felicissima quella del massimo dirigente di Fasano perché Angelini ha contribuito in quell’occasione a portare il team allo scudetto di categoria.

“Ho bei ricordi degli anni di gioventù spesi con il tiro a volo, – precisa Paolo Angelini – innanzitutto perché ho avuto la fortuna di essere seguito da un maestro di eccezione come Giuseppe Delfini Casavola che ha avviato al tiro intere generazioni di atleti dopo essere stato un raffinatissimo fucile. Erano gli anni in cui sono emersi anche Mauro De Filippis e Giuseppe Andreetti e in cui ci esaltavamo vedendo all’opera nelle grandi competizioni atleti come Marco Venturini, Giovanni Pellielo e Massimiliano Mola.”

“Ho avuto l’opportunità – racconta il Prima categoria di Fasano – di essere convocato in alcuni raduni che dedicò ai giovani atleti Carlo Danna che allora era il selezionatore della Nazionale. Sono stati momenti agonisticamente importanti: fonte di grande arricchimento tecnico. Nel corso del tempo poi ho sperimentato anche altre strade sportive: ho giocato a golf, ad esempio, e da appassionato seguo i grandi eventi del calcio e del tennis e anche dell’automobilismo, ma devo dire che il mio sport è sempre stato il tiro a volo. Le sensazioni che mi ha trasmesso e continua a trasmettermi il tiro a volo sono uniche.”

“Vorrei certamente tornare in Eccellenza – conclude Paolo Angelini – e sarebbe stato certamente piacevole centrare questo traguardo nel più recente Gran Premio, ma arriverà magari nelle prossime occasioni. Adesso mi sento in dovere di ringraziare il Presidente Salinaro di Spinella che ci ha permesso di gareggiare in una situazione ideale e il Presidente Caramia di Fasano che è da sempre per me un eccezionale dispensatore di consigli. Mi sento anche in dovere di fare una dedica speciale per questa mia vittoria. Agli ultimi in generale: a tutti coloro che stanno vivendo un momento difficile in questo frangente così altrettanto difficile per tutto il genere umano.”

Di buone sensazioni prima di affrontare e vincere il Gran Premio parla anche Luca Bondi.

Il podio di Cieli Aperti con Luca Bondi al vertice insieme a Fabio Chierico e Michael Caregnato

“Stavo sparando bene – ammette il cinquantunenne modenese residente a Formigine che tiravolisticamente si è formato a suo tempo all’Universale sulle pedane del Tav Valsecchia – e nel Gran Premio precedente a Ponso ero risultato quarto: che nell’immediato mi aveva un po’ deluso, ma confermava una sostanziale tendenza positiva.”

“Il problema – precisa Luca Bondi – è che in realtà posso svolgere poco allenamento perché sono impegnato con il lavoro nel mio esercizio commerciale di Formigine dal lunedì al sabato e in più non ho davvero mai fatto pratica nelle finali a un colpo solo. Soffro decisamente le gare a un colpo, ma devo dire che questa volta è andata benissimo: sono uscito dal primo step con 21 e davanti a me, con 22, c’era soltanto Fabio Chierico che poi ha occupato il secondo posto sul podio insieme a me.”

Per questo atleta che è stato avviato al tiro a volo dal padre Euro e che poi ha saputo abilmente far tesoro di esperienze tiravolistiche importanti sotto le insegne de Il Molino di Ivan Rossi, ad Accademia Lombarda con l’amico Stefano Pavan, alla Ghirlandna e infine di nuovo a Valsecchia, potrebbe essere dunque arrivato il momento del salto di qualità: dovremo insomma tenere a mente il nome di Luca Bondi per i prossimi appuntamenti dei cadetti del Trap.

Si era dato invece una quota di volo relativamente bassa Tommaso Fiorenza per questo Gran Premio per il quale l’atleta romano aveva programmato la trasferta al Tav La Torre.

Il podio del Tav La Torre con Tommaso Fiorenza al vertice davanti a Filippo Di Fabio e Franco Paolini

“Sono attualmente impegnato con il lavoro nell’alto Lazio, – spiega il cinquantunenne capitolino – avevo deciso di accompagnare i miei nipoti Flavio e Francesco a Pisa per una gita e ho deciso di partecipare alla gara all’impianto del Presidente Tiberi. Sono rimasto peraltro molto ben impressionato dal Tav La Torre e il responso della gara non ha fatto che confermare quella bella impressione.”

“In realtà non mi aspettavo un risultato così positivo – dichiara Tommaso Fiorenza – perché non ho letteralmente toccato il fucile per lungo tempo a causa di un grave lutto che ha colpito la mia famiglia negli ultimi mesi. Dirò che la mia previsione di punteggio per questo Gran Premio era intorno al 110 o 112. Il risultato di 116/125 è stato quindi davvero sorprendente. Va detto che da sempre non sono un colpitore di seconda canna, pertanto in finale sono stato agevolato da questa mia predisposizione naturale al primo colpo.”

Tommaso Fiorenza, imprenditore nel settore edilizio, ha iniziato a sparare a trentadue anni quando si è tesserato a Valle Martella: il sodalizio romano sotto le cui insegne tuttora milita. Con qualche interessante trascorso al Compak, Fiorenza si è poi dedicato però alla Fossa Olimpica e adesso vorrebbe trasmettere la passione del tiro a volo ai nipoti Flavio e Francesco che stanno dimostrando interesse.

“Ho partecipato a questo Gran Premio per gioco – precisa il Prima categoria di Roma – e in realtà voglio che la mia attività resti in quel perimetro. Però, che bel gioco il tiro a volo!”