Paolo Cavallari: uno scudetto da cadetto

Con una gara strepitosa sulle pedane di Accademia Lombarda il cinquantottenne forlivese di Prima categoria nello scorso settembre ha centrato il risultato più brillante della sua carriera e guarda con fiducia al suo 2024 da Eccellenza

(di Massimiliano Naldoni)

I riflettori della celebrità sono probabilmente l’elemento più difficile da gestire per Paolo Cavallari che nello scorso settembre si è laureato campione italiano di Prima categoria di Fossa Olimpica. Il cinquantottenne forlivese (nella foto di copertina al vertice del podio del Campionato italiano di Accademia Lombarda) ammette infatti di aver svolto sempre un’attività tiravolistica essenzialmente ludica e questo approdo all’agonismo di un livello certamente superiore, a cui lo costringe nei fatti la bella vittoria sulle pedane pavesi di Accademia Lombarda davanti ad Andrea Saccomandi e a Corrado Pontecorvi, rappresenta una fase esistenziale e sportiva tutta da esplorare.

“Con ottomila cartucce all’anno e il tempo per l’hobby del tiro a volo ritagliato qua e là nei momenti liberi – spiega Paolo Cavallari – posso soltanto considerarmi un tiratore del sabato e della domenica. La mia storia tiravolistica inizia nei primi anni Novanta allo storico impianto de La Bazzola che ha permesso a intere generazioni di appassionati della Romagna di avvicinarsi al piattello. Tra il 2012 e il 2013 sono stato anche in Eccellenza ed è proprio in quegli anni che ho iniziato a praticare anche la Fossa Universale che da allora marcia di pari passo con il Trap nella mia attività di pedana.”

Il 2023 di Paolo Cavallari, che nella sua città natale – Forlì – gestisce un’avviata attività di commercio del pesce al minuto creata un secolo fa dal nonno di Comacchio, era iniziata all’insegna della consueta versatilità.

“È stata una stagione strana: all’inizio non riuscivo a ingranare, poi invece le gare della parte finale della stagione sono andate tutte bene. O meglio: nella prima parte della stagione ho ingranato subito nella Fossa Universale e nella seconda parte invece è emersa con più prepotenza la mia anima di tiratore da Fossa Olimpica.”

Il risultato che ha incorniciato la stagione per l’atleta forlivese è arrivato però appunto in concomitanza con la disputa del titolo italiano di Prima categoria a Battuda.

“Lo confesso senza esitazioni: il venerdì che ha preceduto il weekend di gara ad Accademia Lombarda non avevo neppure il più pallido presentimento di poter salire sul podio. È vero che nei Gran Premi che avevo disputato, sia a Pisa che a Conselice nel campo in cui sono tesserato, avevo sparato discretamente bene. In quelle gare sono sempre andato vicino al risultato, ma non ero davvero sicuro di poter replicare a Battuda. Anche perché ad Accademia Lombarda non avevo mai sparato prima. Con il mio gruppo siamo arrivati il venerdì sera alle 20 e quindi non abbiamo neppure potuto fare una serie di prova.”

Paolo Cavallari (a sinistra) riceve i complimenti per la conquista del titolo dall’amico Michele Rodeghero

“È anche vero che io ho una mia teoria – precisa Paolo Cavallari – che consiste in questo: se in prova faccio un buon risultato come un 25 o un 24, allora la gara sembra subito una passeggiata di salute. E a quel punto proprio in gara rischio di pensare al risultato fatto in allenamento, lo analizzo e quel pensiero non si riflette positivamente sulla prova in gara. È uno strano criterio di allenamento, lo so: non credo proprio che un professionista del Trap che mira alle Olimpiadi si astenga dal testare un campo in cui deve gareggiare per il solo fatto che sarà condizionato dal punteggio di prova, ma d’altronde l’ho precisato che sono un tiratore della domenica! Insomma, secondo me, per noi comuni mortali della pedana: mai puntare a fare un bel risultato in prova, perché alimenta qualche illusione che poi si rivela fragile in gara. Una pedana di prova, sì, d’accordo: serve per verificare gli sganci, per capire dove indirizzare gli occhi, ma non molto di più…”

Paolo Cavallari (al centro) con Gianni Casadio e Michele Brigidi ha conquistato il bronzo al Campionato delle Società di Fossa Universale sotto le insegne di Conselice

Come si è compreso, una naturale modestia induce Paolo Cavallari a non fare l’elogio sperticato delle proprie imprese in pedana, ma è certo che l’atleta forlivese riconosce di aver compiuto un piccolo miracolo sulle pedane di Battuda quando è riuscito ad artigliare lo scudetto tricolore di Prima categoria del 2023.

“Riconosco che un 123 in qualificazione è un bel risultato. Oltre tutto andando a sbagliare l’ultimo dei 125 di qualificazione. Che non era certo difficile: un sinistrino in quarta pedana che si prendeva con le mani, a dirla tutta! Però so che in quel momento stavo pensando a tutto meno che a quel piattello. Perché avevo già la testa alla finale. È stato un banale calo di concentrazione che ha prodotto quello zero, perché in quel momento mi sentivo così bene che i piattelli sembravano rompersi da soli. Il 124 ci stava tutto. Semmai, lo zero del 24 della terza serie è stato uno zero autentico: uno di quelli che nell’arco di una gara prima o poi arrivano. Perché qui, per ridurla ai minimi termini, il gioco consiste nell’abilità di rompere il primo e di fare semplicemente centoventicinque volte nella stessa maniera. Poi, però, naturalmente non va tutto nella stesso modo e qualche zero scappa fuori.”

Il timore reverenziale della finale a un colpo in realtà per Paolo Cavallari si è però poi dissolto in un attimo.

“Ma sì, – conferma l’Eccellenza di Forlì – perché dopo in finale, nel primo step, ho fatto 24/25 proprio a un colpo solo con i fumogeni. Tutto un insieme di elementi che rappresentavano quasi una novità assoluta perché in precedenza avevo sparato in finale solo al Gran Premio di Conselice e neppure con gran profitto. Con quel 24/25 ad Accademia Lombarda ero avanti di due o tre piattelli su tutti. Poi ovviamente qualche problema è arrivato e il vantaggio si è ridotto strada facendo: ho sentito la pressione e soprattutto la lunghezza della gara, cioè la somma delle due serie di selezione e della finale. Ma il 41/50 con cui ho vinto il titolo rappresenta per me un altro bel risultato da incorniciare.”

E adesso, Paolo Cavallari da Forlì..?

“E adesso sarà molto difficile! Io parteciperò senz’altro ai Gran Premi di Eccellenza, ma so che dovrò vedermela con i professionisti e sarà un’impresa. Due giornate di grazia come quelle che mi hanno permesso di vincere il titolo di Prima non bastano per convincersi di essere un campione. Occorre lavorare a testa bassa e senza illusioni. Sono amico di vecchia data di Albino Del Baldo che è uno specialista in grado di fare ottimi risultati da una vita. Mi lascerò ispirare da lui e poi vedremo come va..!”

Paolo Cavallari al vertice del podio del Gran Premio di Fossa Universale di Roma davanti a Francesco D’Aniello e Antonio Ansalone