Noi, quelli dello Scudetto 2022
Stefano Pennoni è il leader dei Prima categoria, Carlo Vinci ha vinto in Seconda e Daniele Bertolini ha svettato in Terza: ecco cosa raccontano di sé i nuovi campioni italiani di Fossa Olimpica della stagione
(di Massimiliano Naldoni)
Per Stefano Pennoni lo scudetto di Prima categoria che l’atleta umbro ha conquistato sulle pedane di Montecatini – Pieve a Nievole è un ritorno al futuro. Perché il trentasettenne di Umbertide (protagonista della foto di copertina sul podio toscano insieme a Vincenzo Messina e Paolo Angelini) in Eccellenza ha militato già molte volte e nel 2019 si è anche ritagliato un prestigioso terzo posto sul podio degli Assoluti di Lonato.
“Però tornare nella massima divisione con lo scudetto di Prima categoria – spiega Stefano Pennoni – è certamente qualcosa di più! In realtà all’Eccellennza ero approdato subito dopo gli anni del Settore Giovanile: conclusa l’esperienza da Junior mi ero ritrovato subito con i più bravi. Sono rimasto cinque anni in Eccellenza e poi sono retrocesso in Prima perché in una stagione non avevo avuto la possibilità di fare attività regolare. In realtà si è trattato di una breve parentesi perché con un 120/125 ad un Gran Premio mi sono guadagnato subito di nuovo la promozione. E dopo ci sono stati altri anni di militanza in Eccellenza che sono culminati qualitativamente nel bronzo al Campionato italiano di tre stagioni fa.”
Ma il percorso che lo ha portato allo scudetto della divisione cadetta al recente confronto tricolore di Montecatini per Stefano Pennoni è stato per certi aspetti impervio e ha fatto emergere tutto il carattere combattivo dello specialista di Umbertide.
“C’è stata una partenza su ottimi livelli – racconta Pennoni – con una serie piena in avvio e due 24. Ho chiuso il primo giorno nella perfetta media che avevo immaginato. Poi curiosamente il secondo giorno ha preso subito una strana piega. Dovevo affrontare la quarta serie di gara sul campo considerato più difficile a livello tecnico e probabilmente questo ha prodotto anche un piccolo scoglio emotivo che ha complicato la situazione. Sicuramente ho avvertito la pressione di una gara nella quale sentivo, innanzitutto per me stesso, di dover svolgere un ruolo da protagonista. E questi pensieri che si affacciano improvvisamente nel bel mezzo di una serie impegnativa non sono mai una buona idea per un tiratore!”
“Sta di fatto – prosegue Stefano Pennoni – che ho distribuito quattro zeri in quella serie, sbagliando due volte un destro montante che del resto mi sono ritrovato a inseguire senza esito anche in altri campi. Uscire da quella prima serie del secondo giorno con un 21 è stato certamente un brutto colpo e infatti mi sono trascinato le conseguenze di quello scivolone nella serie successiva in cui non sono riuscito a fare più di 22 con gli zeri ben distribuiti su un sinistro, su un centrale e su un destro. Ne è risultato che mi sono complicato la vita con le mie stesse mani e mi sono ritrovato a spareggiare per entrare in finale: in quattro per due posti. Ma lì, quando si è trattato di combattere per la finale che era assolutamente il mio obbiettivo, ho ritrovato la piena padronanza di me e ho centrato il traguardo.”
Con la corretta amministrazione di qualche passaggio difficile hanno dovuto fare i conti anche Carlo Vinci e Daniele Bertolini che hanno brillantemente conquistato il titolo tricolore rispettivamente di Seconda e Terza categoria.
Per Bertolini, ventiduenne trentino tesserato in Lombardia, il passaggio a vuoto che ha rischiato di compromettere tutta la gara si è verificato al secondo round.
“Dopo il 24 della prima serie – racconta l’atleta di Brentonico – sono entrato in pedana per la seconda e mi sono trovato subito alle prese con un problema di posizione del fucile sulla spalla. Per l’abbigliamento tecnico che avevo scelto, il calcio non si posizionava correttamente ed è per quello che ho fatto tre zeri consecutivi all’inizio della serie. Diciamo che è già tanto che sia riuscito a limitare i danni e a chiudere con 20, altrimenti avrei davvero messo a rischio tutta la gara.”
Per Carlo Vinci, neo-campione italiano di Seconda categoria, qualche incertezza è scaturita invece per motivi opposti.
“Andava tutto benissimo – spiega il quarantatreenne di Fasano – ed è proprio l’eccesso di tranquillità che mi ha fatto sbagliare qualche piattello: per la precisione l’ultimo lancio della seconda serie nella prima giornata e l’ultimo della prima serie della giornata conclusiva. Sì, proprio un eccesso di sicurezza. Su campi davvero eccellenti come quelli di Conselice e con uno stato psicologico ideale, evidentemente si è creata quella situazione di troppa serenità che non giova mai ad un atleta. La paura di sbagliare è in realtà sempre un ottimo incentivo.”
Per Stefano Pennoni, che appunto dalla prossima stagione tornerà a militare in Eccellenza peraltro con il prestigio dello scudetto dei cadetti, adesso si pone il tema di abituarsi a quella che sarà la finale internazionale di ogni gara.
“Non mi preoccupo più di tanto – dichiara l’atleta umbro – perché anche all’Emir Cup di quest’anno ho già affrontato quel genere di finale e posso inoltre rivelare che i miei esperimenti in materia li sto conducendo già da qualche mese con il prezioso supporto tecnico di Daniele Lucidi che alla mia Società di appartenenza, Umbriaverde, mi ha già fornito indicazioni utilissime.”
“Certamente – dice ancora Stefano Pennoni che da adolecente, insieme al tiro a volo, ha praticato con successo il basket – sono consapevole che si tratta di due formule completamente diverse. La finale a 50 piattelli con il primo scalino di selezione dopo i primi 25, che è la formula con cui abbiamo gareggiato al Campionato italiano di Montecatini, attribuiva più margine di recupero. E devo dire che ho affrontato quella finale a un colpo con relativa sicurezza perché sicuramente avevo anche più esperienza degli altri colleghi in gara con me. Nella finale internazionale attuale non c’è tempo di fare calcoli: non puoi permetterti di sbagliare perché è nei primi 15 piattelli della semifinale, come poi anche nei 15 della finale, che si decidono le sorti della gara. Ma dal momento che il mio obbiettivo da Eccellenza per il 2023 sono i Gran Premi e una posizione di rilievo al Campionato italiano, so bene che non posso sottrarmi al lavoro intenso su questa tipologia di finale.”
Un orizzonte agonisticamente luminoso nella prossima stagione si prospetta anche per i protagonisti del confronto tricolore di Seconda e di Terza categoria.
“Torno in Prima categoria – spiega Carlo Vinci che a Fasano è imprenditore nel settore della pasticceria – dopo una retrocessione in Seconda ma anche dopo una militanza decennale nella divisione cadetta che mi ha permesso di acquisire una solida esperienza. Sono contentissimo del risultato ottenuto a Conselice e di questo ritorno in grande stile nella categoria che sento come quella più adatta allle mie esigenze. Gli impegni professionali non mi permetterebbero mai di poter seguire la pratica tiravolistica a livello di Eccellenza, pertanto la Prima categoria è un ambito perfetto e in più i Gran Premi sono un meraviglioso concentrato di agonismo e divertimento!”
“Lo scudetto di Terza categoria – conclude Daniele Bertolini che a Brentonico svolge l’attività professionale di geometra e, pur avendo esordito nel tiro a volo intorno ai quindici anni, è soltanto da due stagioni che si rivolge all’attività con sistematica regolarità – è per me il suggello a una stagione fantastica in cui dal tiro a volo ho ottenuto tantissime soddisfazioni: dalla conquista del titolo regionale in Lombardia alla strepitosa vittoria nella Gold Cup Beretta. Il Campionato italiano sulle pedane del Tav La Torre mi ha poi permesso di conseguire un altro piccolo-grande record per me importantissimo: il punteggio di 50/50 che ho totalizzato con la somma dell’ultima serie di qualificazione e della finale. È davvero un risultato di buon auspicio per tanti altri traguardi che spero di poter raggiungere dalla prossima stagione!”