Nel nome di Francesco Belluco

Le pedane di S. Lucia di Piave hanno celebrato il popolarissimo Checco con la prima edizione del Memorial che tra i centotrenta contendenti ha visto svettare il Seconda Carlo Scalco e l’under 21 Marco Gritti: il ricordo di Fabrizio Forti e Mirco Cenci

(di Massimiliano Naldoni)

L’impianto trevigiano di S. Lucia di Piave è stato il palcoscenico del primo Memorial Francesco Belluco. La competizione che ha commemorato il celebro tecnico veneto ha richiamato sulle pedane del club del Presidente Antonio Maccarelli più di centotrenta contendenti e le più importanti figure istituzionali del tiravolismo euganeo: il Consigliere federale Fabrizio Forti e il Delegato regionale Fitav Adriano Lonardi con il membro Can Adriano Gobbo. Il dettaglio tecnico della manifestazione parla di una bella vittoria conseguita da Carlo Scalco in un barrage che ha messo a confronto alcuni talenti di ogni categoria e qualifica: il Seconda della scuderia del Vecio Piave ha infatti svettato con 24/25 sull’Eccellenza Franco Rosatti, sul Prima Gaetano Maccarelli, sul Terza Giancarlo Melone, sul Veterano Maurizio Cenedese e sul Master Armando Gava. La competizione, diretta con la consueta maestria dal Coordinatore Adriano Gobbo, ha rappresentato anche un interessante test per il Settore Giovanile che ha assicurato una partecipazione numerosa e agonisticamente vivace. La sfida dei giovanissimi ha premiato Marco Gritti che ha preceduto Leonardo Fornasiero e Tommaso Zella. Nella foto di copertina tutti i premiati della gara trevigiana posano con la famiglia Belluco e con i dirigenti della Fitav del Veneto.

Gaetano Maccarelli e alcuni partecipanti al Memorial posano davanti alla gigantografia di Francesco Belluco che campeggia allo stand di S. Lucia di Piave

La famiglia Belluco e i dirigenti Fitav al podio del Settore Giovanile

Come sottolinea la dirigenza del Tav S. Lucia di Piave, la  manifestazione ha centrato perfettamente il suo obbiettivo riuscendo a rappresentare un momento di attiva aggregazione nel nome di un atleta e di un tecnico dalle grande doti e dall’incontenibile umanità come Francesco Belluco. E che nella memoria collettiva di tutto il movimento tiravolistico euganeo il ricordo di Francesco Belluco sia realmente indelebile, lo provano le parole del Consigliere Fabrizio Forti.

“Il mio incontro con Francesco Belluco – spiega il dirigente dell’Esecutivo Fitav – risale ai primissimi anni Duemila. Mio padre mi aveva lasciato un considerevole numero di fucili tra i quali anche l’MX8 che avevo ricevuto in regalo il giorno della cresima. Con quel dono mio padre sperava di trasformarmi in tiratore: un fenomeno che in realtà non avvenne immediatamente, tant’è che quel bellissimo regalo di mio padre, seppur custodito gelosamente, rimase inutilizzato per molto tempo. Più o meno venti anni fa mi decisi però a farne uso e un giorno, proprio con quel fucile, andai nel campo di tiro in cui svolgeva la sua attività di istruttore Francesco Belluco. Lui si dedicò a me per un giorno intero e costruì il calcio per quel fucile sulle mie caratteristiche fisiche con un lavoro meticoloso: tutto questo con una dedizione straordinaria al tiro a volo e al suo lavoro di istruttore e tecnico. Ricordo che finimmo all’una di notte di lavorare su quel calcio!”

“È grazie a Francesco Belluco – racconta ancora Fabrizio Forti – se ho iniziato a sparare al Double Trap ed è per quella sua inesausta dedizione e per la sconfinata competenza che ha manifestato fino dal primo nostro contatto che io l’ho sempre chiamato con l’appellativo di maestro. È con lui al mio fianco che sempre nel Double Trap sono riuscito a conseguire un podio al Campionato delle Società e poi il titolo italiano individuale di Terza categoria, e ancora un secondo posto nel calibro 20 e altre vittorie per me molto importanti. Francesco non è stato soltanto un bravo tiratore, un istruttore competente e un teorico geniale del tiro a volo: era una persona squisita che io ricordo sempre disponibile a dedicare generosamente il proprio tempo. E tutto questo conviveva con l’umiltà, la bontà e la gentilezza della persona. Forse lo sport non ha dato a Francesco Belluco tutto quello che meritava, ma il maestro rimarrà sicuramente per sempre nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la possibilità di conoscerlo e collaborare con lui.”

Il Delegato regionale Fitav Adriano Lonardi con il folto gruppo del Settore Giovanile

Anche Mirco Cenci ha voluto partecipare attivamente a questa grande commemorazione di Francesco Belluco sulle pedane di S. Lucia di Piave: il campione e tecnico azzurro ha infatti inviato una targa alla famiglia di Checco – alla consorte di Belluco: la signora Odetta e al figlio Federico e al fratello Renato – in ricordo dei tanti anni di collaborazione.

“Il nostro primo incontro – spiega Mirco Cenci – risale nientemeno che al 1975. Chi ha vissuto quell’epoca del tiro a volo ricorderà che uno degli appuntamenti più prestigiosi della stagione era la gara che assegnava l’archibugiere d’oro messo in palio da un celebre marchio del comparto industriale del settore. In quell’anno Francesco Belluco vinse in Seconda categoria e io da Junior vinsi in Terza. Si creò subito una bella e sincera amicizia che ci ha accompagnato nei decenni. Nel 2005, quando sono tornato in Italia e ho assunto l’incarico di coach del Double Trap, abbiamo iniziato anche a collaborare strettamente. Eravamo entrambi grandi sostenitori di quella disciplina e avevamo elaborato teorie interessanti dal cui confronto si sono prodotti tanti effetti positivi per la squadra azzurra. Francesco divenne un collaboratore insostituibile per il comparto giovanile: era un grande appassionato della materia e davvero nel suo impegno per il tiro a volo non si risparmiava. Posso dire che da quella collaborazione tra noi sono emersi tanti veri talenti del Double Trap: giovani atleti dalle doti singolari che avrebbero potuto subentrare progressivamente ai campioni affermati dell’epoca e centrare tante altre vittorie importanti. Ma sappiamo com’è andata con il Double Trap e quella è un’altra storia. Resta però il grande contributo di Francesco Belluco che ha saputo essere un tecnico instancabile e bravissimo e certamente un amico che in tanti ricorderanno per sempre con grande affetto.”  

La signora Odetta, il figlio Federico e Paolo Belluco, fratello di Checco, con Gaetano Maccarelli mostrano la targa donata da Mirco Cenci