Marina Militare: un 2023 da ricordare

Il Responsabile Ferdinando Rossi traccia il bilancio della stagione per una compagine che si è segnalata brillantemente nelle principali competizioni a squadre di Fossa Olimpica

(di Massimiliano Naldoni)

È la rivelazione dell’anno! Nelle competizioni a squadre di Fossa Olimpica la Marina Militare, nel corso del 2023 con le sue atlete e i suoi atleti, è stata infatti in grado di compiere sorprendenti exploit che hanno collocato la formazione diretta dal Responsabile tecnico Ferdinando Rossi tra le compagini più elogiate dagli osservatori e dagli esperti del mondo tiravolistico. Ed è proprio Ferdinando Rossi a tracciare una panoramica di questa annata da ricordare.

Capo Settore Rossi, possiamo dire che i risultati centrati dalla squadra della Marina Militare in questa stagione, dopo i fasti dell’epoca del Double Trap, sono i più prestigiosi della sua storia nella Fossa Olimpica?

La Marina Militare sta lavorando bene già da alcuni anni, ma in questa stagione ha certamente raccolto di più rispetto agli anni passati. Io credo molto al lavoro di squadra e infatti in questa mia panoramica insisterò essenzialmente proprio sul risultato ottenuto collettivamente: anche se poi ovviamente in parallelo ci sono state brillanti prove individuali. Se gettiamo uno sguardo ai risultati di squadra conseguiti in questa stagione c’è ad esempio un ottimo sesto posto alla Coppa dei Campioni. Potevamo fare anche qualcosa di più, parlo sinceramente, perché la squadra in quel momento stava sparando molto bene, tuttavia quel posizionamento in classifica è da giudicare molto importante. E poi naturalmente di grande pregio è stato anche il secondo posto al Campionato delle Società nella classifica delle Forze Armate e dei Corpi dello Stato. Come collettivo stiamo compiendo un lavoro serio che non a caso produce risultati. Siamo grati alla Federazione Italiana Tiro a Volo che offre tante opportunità di competere e permette a compagini come la nostra di crescere agonisticamente. Un grande tributo di gratitudine va naturalmente anche alla Marina Militare che, in termini di assistenza e di supporto organizzativo, ci pone nella condizione ideale per svolgere gli allenamenti necessari e quindi per ottenere i risultati.

Ferdinando Rossi

A detta di molti osservatori, il Campionato delle Società quest’anno si è vivacizzato proprio anche grazie al vostro exploit: concorda?

Quella è stata effettivamente una bellissima competizione. Innanzitutto per la grande ospitalità che ci ha offerto il Tav Roma e per la consueta ottima condizione tecnica dell’impianto. Ma si è creata anche un’avvincente situazione agonistica perché alla boa della terza serie ben tre squadre, le Fiamme Oro, la Polizia Penitenziaria e appunto noi della Marina, erano tutte concentrate nel giro di due piattelli. Questo poi ha trasformato le fasi conclusive della gara in un confronto combattuto sul filo del rasoio fino agli ultimissimi piattelli. Questo meccanismo è proprio quello che rende appassionanti le gare del nostro sport. Perché è chiaro che quando una squadra domina apertamente dall’inizio alla fine il livello agonistico si attenua; se invece c’è competizione e fino alle ultime battute il risultato è incerto, ecco che il nostro sport sa davvero esprimere situazioni suggestive e sa emozionare.

Il secondo posto all’intersocietario era nelle previsioni della vigilia?

La nostra prima serie non è stata brillantissima, poi però abbiamo fatto invece due serie molto buone. Nella quarta c’è stato un lieve cedimento e ci siamo attestati al secondo posto. Il risultato della gara nel suo complesso è molto positivo e forse va anche oltre le previsioni. Hanno vinto le Fiamme Oro che avevano già conquistato la Coppa dei Campioni e che sono una compagine da considerare come esempio per tutte le formazioni: sono straordinariamente bravi e sono guidati da un coach di raro valore come Pierluigi Pescosolido per il quale ho una personale profonda stima. Noi abbiamo conquistato appunto l’argento e questa volta siamo riusciti a precedere di un piattello la Polizia Penitenzaria che è una squadra di grande tradizione, peraltro capitanata anche in questo caso da un tal Giovanni Pellielo! Per noi della Marina il grande risultato è stato proprio inserirsi tra queste due grandi squadre e soprattutto esser riusciti a giocarcela fino alla fine ad armi pari. Ritengo che, al di là del responso tecnico di ogni squadra, questa gara sia risultata un bellissimo messaggio di sport che ha nobilitato l’episodio agonistico in sé e ha confermato la serietà del lavoro di tutte le compagini.

Dirigenti e atlete e atleti della formazione della Marina Militare posano con il Presidente federale Luciano Rossi 

Come dicevamo prima, oltre ai risultati collettivi ci sono però anche ottimi dati relativi alle prove individuali dei portacolori della Marina.

Sì, infatti gli ottimi risultati della squadra sono il riflesso della solida crescita individuale di alcuni elementi. Diego Valeri, ad esempio, è oggi tra i primissimi del ranking nazionale della Fossa Olimpica: Diego è stato autore di una stagione brillante ed è riuscito a raggiungere questi livelli anche grazie alla Marina Militare che ha supportato la sua preparazione. Ma in parallelo in questa stagione anche due atlete come Diana Ghilarducci e Isabella Cristiani sono tornate nell’area della Nazionale. Tra i più talentuosi possiamo poi citare Alessandro Chianese che è un tiratore di esperienza e il cui nome è già una garanzia e un giovane atleta promettente come Lorenzo Franquillo. Da parte mia sono orgoglioso e molto contento di destinare le mie energie all’organizzazione di questa squadra, perché si tratta di atlete e atleti che si stanno dedicando con grande passione e determinazione al nostro sport.

Non dimentichiamo del resto che c’è stato appunto anche un Ferdinando Rossi atleta di talento prima del dirigente Rossi del momento attuale.

Sono nato tiratore di Fossa Olimpica e nel corso degli anni mi sono trasformato in doublista grazie al contributo tecnico di un grandissimo come Mirco Cenci. Con la soppressione del Double Trap dal programma olimpico, noi doublisti abbiamo dovuto riconvertirci di nuovo in tiratori di Fossa. Il ritorno alle origini è stato certamente difficile perché ha significato stravolgere tutta un’impostazione tecnica dopo anni in cui avevamo affinato la tecnica in una disciplina come il Double Trap che in Italia fra l’altro ha avuto una delle scuole più prestigiose e ha prodotto alcuni dei maggiori talenti sia del comparto maschile che di quello femminile. Alcuni dei più giovani come lo stesso Chianese o Andrea Vescovi hanno saputo compiere in maniera proficua la propria riconversione: io ed altri, magari per il fatto che eravamo appena un po’ più avanti con l’età, abbiamo scelto altre sfide e per me questa della direzione tecnica della squadra della Marina è stata certamente una possibilità che ho accolto con entusiasmo e orgoglio.

Ferdinando Rossi e la squadra della Marina Militare a Taranto

L’attuale felicissima situazione della squadra di tiro a volo è osservata con interesse dai vertici della Marina?

 La Marina Militare guardava comprensibilmente con molto interesse ai risultati che nel Double Trap eravamo riusciti a conseguire: la presenza alle Olimpiadi di un atleta come Antonino Barillà, la nomina a riserva olimpica di Alessandro Chianese e la presenza in forma stabile e continuativa in Nazionale di un altro atleta come il sottoscritto erano tutti traguardi presentati legittimamente come un vanto. In quel momento l’attività del tiro a volo era portata dalla Marina come esempio anche nei confronti di altre discipline sportive. La successiva fase di riconversione degli atleti dal Double Trap alla Fossa Olimpica ci ha visti inevitabilmente in una posizione meno preminente e con un gap da recuperare. Adesso, dopo un lungo periodo di lavoro, grazie alla qualità dei risultati individuali e di quelli di squadra stiamo ricevendo di nuovo la giusta considerazione dai vertici della Marina. Che ci sia un rinnovato moto di attenzione lo dimostra anche il fatto che dall’inizio di quest’anno la Marina Militare ha aperto la sua sezione giovanile. Questo è un provvedimento di grande importanza per qualunque gruppo sportivo delle Forze Armate e dei Corpi dello Stato perché permette appunto ad ogni gruppo di assicurarsi un atleta fino dal momento in cui si manifestano i primi segnali del suo talento. Proprio a questo proposito mi piace segnalare che Valentino Curti, un atleta neo-tesserato con il nostro gruppo, appena inquadrato appunto sotto le nostre insegne si è subito distinto al Campionato europeo di Osijek della stagione appena conclusa conquistando due medaglie. Il nostro gruppo non è così numeroso come avviene per altri Corpi, però l’obbiettivo è proprio quello di individuare un nucleo circoscritto di atlete e atleti di talento e in questa fase la possibilità di lavorare su elementi del Settore Giovanile può rivelarsi davvero molto preziosa per far crescere ulteriormente il livello agonistico del team.

Due domande a Domenico Lufrano

*Responsabile dei rapporti tra Forze Armate e Fitav

Comandante Lufrano, come vedono oggi l’attività tiravolistica i vertici della marina Militare?

La gloriosa epoca del Double Trap aveva permesso alla squadra della Marina Militare di conseguire tanti successi prestigiosi: successivamente la cancellazione della specialità dal programma olimpico e la riconversione degli atleti alla Fossa Olimpica aveva prodotto un ridimensionamento della qualità dei risultati e inevitabilmente un’attenzione un po’ attenuata dei vertici della Marina nei confronti del tiro a volo. Adesso, però, che i risultati stanno invece tornando a livelli alti, si sta manifestando un rinnovato interesse nei confronti del nostro sport.

Quali sono le iniziative più interessanti che il mondo militare sta mettendo in campo per lo sviluppo del nostro sport?

Sicuramente il provvedimento più innovativo del momento è la creazione del Settore Giovanile nel gruppo sportivo della Marina Militare: questo provvedimento permetterà di dare un futuro a molti atleti che possono così transitare in questa fase di impegno agonistico e poi potranno anche scegliere di restare in servizio permanente. Lo Stato Maggiore della Difesa, attraverso gli accordi presi proprio con la Fitav, vuole inoltre creare un Campionato interforze dedicato soltanto al Settore Giovanile. Verranno disputate tre prove: una nella base piemontese di Cameri, un’altra a La Silva di Cerchiara di Calabria e la gara conclusiva a Umbriaverde. Per conquistare il titolo il giovane tiratore o la giovane tiratrice dovranno prevalere con la somma dei punteggi ottenuti nelle tre prove. I premi per le prime classificate e per i primi classificati e per le medagliate e i medagliati li fornirà lo Stato Maggiore della Difesa e questo rappresenterà un motivo di grande prestigio per il nostro sport.

Domenico Lufrano