Le stelle della stagione fredda
All’intersocietario invernale di Fossa Olimpica San Demetrio ha conquistato lo scudetto di Terza categoria e le Fiamme Oro hanno svettato nella classifica congiunta dei Corpi dello Stato e della Prima categoria: ecco le impressioni dei dirigenti Angelo Di Mari e Pierluigi Pescosolido
(di Massimiliano Naldoni)
Sì, abbiamo scritto un’altra pagina nel tiro a volo nazionale! Noi che abbiamo creduto e sofferto fino alla fine. Un doveroso ringraziamento va a tutti i componenti della squadra e al nostro Presidente, Angelo Di Mari, che con il suo entusiasmo, il suo affetto e le sue perle di saggezza ci ha condotto alla vittoria.
Queste parole le ha scritte di getto in un post dei suoi profili social Salvatore Finocchiaro: uno dei portacolori della squadra del Tav San Demetrio (nella foto di copertina) che ha conquistato il titolo invernale di Fossa Olimpica delle Società di Terza categoria. Sono il simbolo più evidente della grande determinazione che ha guidato la formazione siracusana nella corsa allo scudetto dell’inverno che per i sodalizi di Terza categoria ha visto in lizza sedici formazioni accreditate sulle pedane del Tav Sant’Uberto di Manoppello.
Con il Prima categoria Salvatore Finocchiaro, che è stato appunto l’autore del post, a comporre il 539/600 che ha decretato San Demetrio stella di prima grandezza del panorama societario invernale di Terza categoria hanno contribuito anche il prodigioso Filadelfo Gaeta (che ha totalizzato il punteggio di 94/100 che è risultato il tetto qualitativo della formazione di Carlentini), l’esperto Eccellenza Salvatore Dell’Aquia, il giovane e promettentissimo Prima Fabrizio Fisichella e i Seconda Sergio Domenica e Orazio D’Angelo: i veri e propri esordienti insieme alla riserva Maurizio Galliano.
Artefice delle imprese di San Demetrio è però da sempre il Presidente Angelo Di Mari a cui spetta il compito più difficile: quello di interpretare le condizioni tecnico-atletiche e lo status psicologico degli atleti per comporre la formazione migliore.
“Vincere proprio, sinceramente no. – Risponde il massimo dirigente del Tav San Demetrio alla domanda più classica che si pone dopo ogni grande impresa – Per pensare di vincere devi avere una piena sicurezza. Mi spiego meglio: nella squadra questa volta avevo designato tre esordienti. Sono tre tiratori che si sono iscritti a gennaio e che quindi non conoscevo ancora a fondo e, sebbene avessi grande fiducia in loro, non avevo la sicurezza che ho potuto avere invece altre volte. Partecipiamo ad una gara sempre per vincere, ma dobbiamo essere obbiettivi. Perché a volte vai con una squadra in cui i tuoi atleti di Seconda in realtà sono magari appena scesi dalla Prima categoria e quindi stai schierando di fatto una squadra composta da Prima categoria: questa situazione magari ti rende più sicuro del risultato. Anche se poi ci sono sempre delle incognite e non è detto che tu riesca a vincere comunque. In breve, questa volta non ero sicurissimo della vittoria ma a quella naturalmente ambivamo.”
L’esultanza del team di San Demetrio per la vittoria di Manoppello
Angelo Di Mari, che è un sapiente stratega e cura ogni minimo particolare del suo lavoro, alla vigilia della gara di Manoppello ha compreso comunque che anche questa formazione, che lo stesso dirigente siracusano aveva composto appunto con qualche inserimento anche coraggioso, aveva tutte le prerogative per centrare il traguardo.
“Da podio, sì: eravamo certamente. – Spiega perentorio Angelo Di Mari – Poi mi sono accorto piacevolmente che la squadra, proprio anche il sabato quando abbiamo fatto gli allenamenti, risultava una squadra davvero molto coesa. E non si trattava soltanto di un’impressione ricevuta durante l’allenamento: perché ci sono tanti momenti, anche al di fuori della pedana, attraverso i quali si capiscono tante cose. Perfino al rientro in albergo dopo gli allenamenti ho avvertito che la squadra era nella condizione giusta. È ovvio che in allenamento si provano i campi, quindi non si va alla ricerca del punteggio come poi si farà in gara, ma anche in prova i loro punteggi erano equilibrati e questo mi rendeva appunto fiducioso dal punto di vista della compattezza del gruppo.”
“Era un mese che gli atleti destinati alla squadra stavano affrontando piattelli molto tecnici – racconta ancora il Presidente Angelo Di Mari – e quindi sotto il profilo agonistico eravamo preparati. È invece l’aspetto psicologico che in questi casi devi sorvegliare in modo più accurato fino all’ultimo minuto. Devo dire che anche la nostra riserva Maurizio Galliano è stato un elemento molto importante perché, pur sapendo che non avrebbe sparato da titolare, ha contribuito a costruire quel clima sereno e disteso che ha permesso alla squadra di vincere. E non è davvero facile per un atleta sapere di non essere incluso tra i titolari ma riuscire comunque a rendersi attivamente partecipe al lavoro del gruppo. Io non designo mai la riserva prima della partenza. Valuto il giorno prima della gara come si sentono i tiratori anche e soprattutto dal punto di vista mentale e a quel punto scelgo. È un po’ come se portassi in realtà sette titolari tra i quali poi appunto designo la riserva. Sappiamo che al 70% il nostro sport è una questione di testa, quindi è importantissimo conoscere ogni tiratore: capire anche dallo sguardo se c’è qualche problema che non gli permette di dare il meglio.”
San Demetrio al vertice del podio davanti a Il Campione e Le Dune
Come ha evidenziato il massimo dirigente del Tav San Demetrio, la formazione ha realmente vinto proprio quando ha dato prova di grande coesione. E sono del resto sempre i momenti più critici di una gara che evidenziano quella capacità di reazione condivisa da tutto il gruppo.
“Quando Fisichella ha fatto quel 18 alla seconda serie – racconta Angelo Di Mari – perfino lui non riusciva a spiegarselo. Io ho detto: guarda, Fabrizio, che potrebbe essere anche un calo glicemico perché magari in questa giornata hai sbagliato l’alimentazione. Non esiste d’altronde un’alimentazione uniforme per tutti. Fisichella ha reagito alla grande, ma soprattutto i ragazzi si sono stretti tutti intorno a lui tra la seconda e la terza serie. Dell’Aquia, che è ovviamente il veterano del gruppo, lo ha preso da parte e lo ha rassicurato e stimolato. Fisichella ha risposto per quello che davvero è: un bravissimo tiratore. Fabrizio è una persona molto umile che ha recepito con molta disponibilità e modestia le indicazioni dei suoi colleghi più esperti. L’umiltà d’altronde contraddistingue tutti i ragazzi di questa squadra, indipendentemente dalla storia agonistica di ciascuno. Io svolgo questo ruolo da venti anni e mi è capitato qualche volta di trattare anche con bravi atleti che però non sapevano proprio dove stesse di casa l’umiltà. Quando ci sono state situazioni di quel tipo devi lavorare molto di più per circoscrivere la persona che ha questa attitudine e permettere invece agli altri di stare tranquilli. Ma non è stato davvero questo il nostro caso.”
“I ragazzi poi, – spiega ancora il massimo dirigente di San Demetrio – sono riusciti a dare il massimo anche nell’ultima serie con l’umiltà e con il cuore nonostante che la squadra frattanto avesse sulle spalle i mille chilometri di strada percorsi il venerdì e gli allenamenti serrati del sabato. Non è un caso che al termine della quarta serie i ragazzi abbiano ricevuto gli applausi dalle altre squadre e dai Direttori di tiro. E gli applausi sono arrivati non soltanto per il punteggio, perché 140 nella quarta è certamente davvero un bel risultato, ma per il modo in cui tutti hanno sparato. Hanno messo tutte le energie che potevano mettere in campo e sono riusciti a fare la più bella serie della gara che è stata determinante per la vittoria. E mi devo complimentare con tutti: specialmente con i nuovi entrati perché erano consapevoli della responsabilità di difendere i colori di una squadra che negli ultimi quattro anni è sempre andata a medaglia e ha collezionato appunto sette podi consecutivi nelle gare intersocietarie a cui ha partecipato!”
I magnifici sette di San Demetrio
È una vittoria rotonda anche quella delle Fiamme Oro nella sfida di Fasano che ha visto la formazione della Polizia di Stato comporre il miglior punteggio nella classifica congiunta dei Corpi dello Stato e delle Società di Prima categoria (529/600) e precedere Conselice e Foligno grazie alle prove di Emanuele Buccolieri, Aldo Santoro, Erica Sessa, Fabrizio Cormons, Alessandro Materazzo e Cristian Zonetti. È Pierluigi Pescosolido, coordinatore e designatore delle squadre della Polizia di Stato, a spiegare il criterio con cui è stato definito il sestetto magico che ha saputo centrare la brillante vittoria sulle pedane pugliesi.
“La nostra filosofia è quella di dare spazio in squadra al maggior numero di atleti e atlete. Ovviamente è diverso quello che poi avviene nella Coppa dei Campioni in cui cerchiamo di conseguire la massima prestazione. Ma quando si può dare spazio e far crescere in termini di esperienza alcuni atleti e alcune atlete, è certamente giusto operare in questo modo. Nelle gare d’inverno sia di Skeet che di Fossa Olimpica cerchiamo quindi di designare per le squadre sia elementi giovani che atleti paralimpici come è avvenuto per Davide Fedrigucci alla qualificazione di Montecatini e con Fabrizio Cormons proprio nel Campionato invernale di Fasano. Nel caso dei più giovani del gruppo, Aldo Santoro e Cristian Zonetti, si trattava addirittura del vero e proprio debutto in squadra da titolari. Ma d’altronde ritengo che sia davvero il miglior modo per consolidare l’esperienza dei nostri elementi. Come ho l’abitudine di dire: è il modo per guardare avanti, per guardare al dopo.”
La formazione delle Fiamme Oro al vertice del podio di Fasano
“A Fasano – spiega ancora Pierluigi Pescosolido – hanno fatto tutti davvero una grande gara. Alcuni di questi atleti avevano meritato fortemente la convocazione. Alessandro Materazzo, ad esempio, era stato autore di un’ottima prova a Montecatini e quindi lo abbiamo portato per un principio meritocratico. Devi sempre ripagare l’impegno che mettono questi giovani e Alessandro meritava pienamente di essere in squadra. Anche Emanuele Buccolieri a Montecatini aveva fatto uno splendido 99 e proprio subito dopo quella prova gli avevo già comunicato che sarebbe stato nella formazione. Nel caso di Erica Sessa c’è stata poi una scelta strategica per consentire a questa nostra atleta di mettersi alla prova in una gara importante in vista di alcuni impegni internazionali che dovrà affrontare più avanti. In sostanza, come sempre abbiamo cercato di coinvolgere quelle persone che si sono impegnate e lavorano regolarmente con serietà.”
“Sicuramente nell’ultima serie – commenta il selezionatore delle Fiamme Oro – è emersa qualche difficoltà in più. La squadra ha sparato nel campo in cui già in allenamento aveva incontrato qualche problema. L’ultima serie del resto è poi quella che ognuno sente emotivamente più di tutte le altre. Certamente ventiquattro zeri sono tanti: pensavamo di uscirne con diciotto/venti al massimo, ma i piattelli sono stati davvero molto impegnativi in questo confronto invernale. Quello che è importante e che risulta tecnicamente confortante è che non ci sono state grandi differenze tra i componenti del gruppo. E quello è il segnale più evidente del modo in cui i ragazzi hanno approcciato la gara: vuol dire che hanno dato tutto in perfetta armonia tecnica e hanno mantenuto una buona media che ha permesso di cogliere una vittoria che risulta pienamente meritata.”