Lazio: i maestri del Compak

Gli atleti di Carmine Vellone hanno letteralmente dominato nel Trofeo delle Regioni della specialità: è proprio il coach della formazione a descrivere la grande impresa di Fano

(di Massimiliano Naldoni)

I cronisti di un tempo avrebbero detto che al Trofeo delle Regioni il Lazio del Compak, nella classifica delle Categorie, ha maramaldeggiato nei confronti di tutte le formazioni avversarie. Al netto della terminologia, è comunque un dato di fatto che la squadra del selezionatore Carmine Vellone ha vinto il confronto di Fano nel Gruppo A con un larghissimo margine rispetto alle numerose e accreditate contendenti. Il sestetto della regione del Delegato Arnaldo Sacchetti si è attestato infatti a 569/600 davanti alle Marche e all’Umbria che si sono fermate a 545 distribuendosi poi sul podio in quell’ordine per effetto dello spareggio. Determinante in quell’occasione è stata l’opera di capitan Enrico De Tomasi: l’Eccellenza veneto della scuderia di Vetralla ha totalizzato 99/100 e ha impresso un’energica spinta verso il successo insieme a Mario Vichi, Davide Sani, Fabrizio Sbrenni, Gabriele Tintisona e Walter Tenore. Nel Gruppo B – quello riservato alle squadre delle Qualifiche – il Lazio di Vellone ha totalizzato 538 centri con il contributo di Manrico Sani, Massimo Grieco, Claudio Rapone, Giorgio Ceretta, Marco Greco e Giulio Tornese e si è collocato al quinto posto. Diamo la parola proprio al selezionatore del team per spiegare nel dettaglio come è stata condotta la gara.

Coach Vellone, possiamo chiamare capolavoro la vittoria della sua squadra nel Gruppo A del Regioni di Compak?

Possiamo dire che abbiamo fatto bingo. Io avevo scelto il meglio del Lazio quindi avevo preventivato un punteggio tra il 550 e il 560 e quindi non mi sono sbagliato di tanto. Gli atleti erano effettivamente molto agguerriti, ma l’aspetto più bello è che sono riuscito a designare sei ragazzi molto uniti che si sono aiutati tra loro: carichi agonisticamente quando occorreva ma anche sei ragazzi che tra una serie e l’altra non disdegnavano di scherzare.

Il coach Carmine Vellone (a destra) e Marco Greco con il sestetto che ha trionfato nel Gruppo A al Regioni di Compak

È sicuramente la grande esperienza che le ha permesso di individuare gli elementi giusti.

Effettivamente non era la prima volta che mi trovavo in quella situazione: sono ventiquattro anni che faccio questo lavoro e per il Lazio sono il selezionatore della squadra al Trofeo delle Regioni da quando esiste quella gara. E siamo sempre saliti sul podio e in alcuni casi anche sul gradino più alto. Soltanto a Vetralla, proprio sul campo di casa, una volta siamo arrivati quarti. Questa volta avevo capito subito che potevano sparare bene davvero tutti e sei: e così è stato. Perché è vero che avevamo quella macchina da guerra che è Enrico De Tomasi che ha fatto 99, ma pensiamo ad esempio anche a Mario Vichi, un Terza categoria, che ha fatto 96.

In quale momento della gara è emersa di più quella grande coesione del gruppo?

Ad esempio dopo il 138 della terza serie. Rispetto al 143 della prima e al 141 della seconda quel risultato lì per lì ci ha messo un po’ in difficoltà. Ma loro hanno reagito benissimo. Si sono messi a scherzare e a dire: alla quarta serie faremo tutti 25! E quasi lo hanno fatto davvero: hanno fatto tre 25 e tre 24. Che poi, diciamocela tutta: in realtà anche dopo la terza serie avevamo già sette piattelli di vantaggio sull’Umbria e le Marche. Però anche io ho suonato la carica dopo la terza serie. Ho detto: ragazzi, sediamoci un attimo, prendiamo un caffè e poi alla quarta serie dovete sbalordire tutti. E alla fine della quarta serie, quando hanno fatto quasi il punteggio pieno, mi hanno acchiappato tutti insieme e mi hanno buttato in aria. È stato qualcosa di meraviglioso!

Posto che il 138 non era neppure un brutto punteggio, ma cos’è successo in quella serie che ha abbassato la media della squadra?

Abbiamo sparato nel campo con le doppie simultanee e non siamo più abituati a sparare le doppie simultanee: è un lancio che nei campi del Lazio non troviamo e quindi gli atleti non si possono allenare. E quello delle doppie simultanee è un problema che ci affligge da tempo: a Vetralla arrivammo quarti proprio per le doppie simultanee. In quel caso un Prima categoria fece un 16 e vi lascio immaginare come andò per gli altri…

Coach Vellone, oltre ai sei che poi ha promosso titolari aveva individuato anche altri candidati a quel ruolo?

Certo che sì: da tempo avevo in mente i sei titolari, ma ne avevo anche altri tre o quattro pronti al rimpiazzo. E ho fatto bene, perché per vari problemi fisici e di salute ne ho dovuto sostituire due. In certo modo scelgo sempre due tiratori per ogni categoria e qualifica proprio per fronteggiare questi inconvenienti. Enrico De Tomasi, ad esempio, era insieme a Stefano Piccaro uno dei due Eccellenza che avevo individuato e che poi ho designato titolare.

Lei è nato tiratore di Compak?

Per niente: io sono nato come tiratore di Skeet alla Bottaccia. Nei primi anni Duemila il Delegato regionale mi chiese di occuparmi del Compak per avvicendare un altro responsabile che aveva lasciato e fino da allora ho riorganizzato completamente il Campionato regionale. All’epoca al Campionato regionale di Compak partecipavano trenta persone sì e no. Con la nuova impostazione abbiamo portato centoventi persone a sparare nelle prove di Compak.

Coach Vellone, sembra di capire che si aspettava però un po’ di più dalla prova della squadra delle Qualifiche?

Abbiamo accusato un po’ di affaticamento nel corso della gara e qualcuno degli atleti ha avuto un rendimento un po’ inferiore alle reali potenzialità: è quindi andata che per effetto di qualche punteggio più basso siamo scesi in classifica e ci siamo dovuti accontentare del quinto posto. La squadra, però, aveva i requisiti per centrare, se non la vittoria, magari un terzo posto, ma si sa che non tutti i giorni sono uguali. Fra l’altro in prova il sabato con il freddo e il vento i ragazzi avevano sparato piuttosto bene. Era la squadra in cui era schierato anche Marco Greco che è un atleta di valore e che questa volta, come anche altre volte, si è prodigato per sostenere non soltanto la formazione in cui era convocato, ma anche il sestetto del Gruppo A: quindi Marco con la sua energia e il suo entusiasmo è stato uno dei miei collaboratori più attivi ed è davvero uno dei fautori della grande impresa della squadra.

Coach Vellone, con il grande lavoro di Manrico Lodi c’è però la sua firma anche sul secondo posto della squadra del Lazio che ha partecipato al Regioni di Skeet.

Le previsioni avrebbero detto che saremmo arrivati appena fuori dal podio, invece con Manrico Lodi abbiamo fatto allenare i ragazzi a ritmo serrato e abbiamo conquistato l’argento. Non c’è che dire: è stata una stagione bellissima. Ma non ci stanchiamo mai di vincere…

(foto di Marco Greco)