Giovanissimevolmente: Manuel Gravina e Ambra Giabbecucci
L’estate 2025 si presenta come una stagione di svolta per l’Esordiente salernitano e per la Junior folignate che hanno offerto prove di qualità nella Fossa Olimpica all’Uno d’Oro e al Criterium
(di Massimiliano Naldoni)
Uno d’Oro e Criterium: per Manuel Gravina (nella foto di copertina), quattordicenne Esordiente di Fossa Olimpica, l’estate 2025 è già una stagione di successi. Il giovanissimo atleta di Scafati, cresciuto alla scuola di un istruttore di grande esperienza come Renato D’Uva, sta vivendo realmente la sua prima stagione di attività perché i suoi esordi con il tiro a volo risalgono all’autunno scorso e soltanto da gennaio ha formalizzato il suo ingresso nel mondo del Trap sottoscrivendo la tessera del Tav La Torretta di Pagani, ma la sua prima estate in pedana ha già fatto maturare due vittorie importanti nella qualifica dei deb: appunto all’Uno d’Oro di Spinella e al Criterium del Concaverde. Sulle pedane pugliesi Manuel Gravina ha letteralmente saputo stupire con un eccellente 64/75 in qualificazione composto con un 21 iniziale e con un 24 e un 19. Poi con un brillante 19/25 ad un colpo l’atleta salernitano in semifinale si è segnalato conquistando la finale e nel round decisivo ha dominato mettendo in campo un ottimo 22/25 e regolando Alessio Guidi e Giacomo Villani.
“Ho l’abitudine di fare dieci imbracciate durante il riscaldamento, – spiega Manuel Gravina – ma apprestandomi ad effettuare la prima serie non ho fatto quell’esercizio e allora ho iniziato con due zeri: ho chiuso comunque con 21. Nella serie dopo ho fatto le dieci imbracciate, ma in ogni caso c’è stato subito uno zero al primo piattello. Dopo quella brutta partenza, però, ho fatto 24 prime canne: quello è stato certamente il miglior risultato della gara, anche se non del tutto nuovo perché un 24 lo avevo fatto anche la settimana precedente in allenamento. Nella terza serie il calo di rendimento è stato determinato anche dalla luce del sole forte che mi ha tolto qualche piattello. In quella serie ho avuto davvero qualche difficoltà a mettere a fuoco i piattelli con l’arancio e il giallo dello sfondo che rendeva difficile distinguere i bersagli.”
Manuel Gravina
Lo sport ha sempre avuto un ruolo importante nella famiglia di Manuel Gravina: il papà Gennaro da calciatore adolescente aveva perfino sfiorato un ingaggio con il Torino e infatti anche Manuel ha coltivato la passione per il calcio che pratica dall’età di quattro anni. Anche se a settembre – ha rivelato l’atleta campano – prenderà in seria considerazione l’ipotesi di destinare definitivamente al tiro a volo il tempo utilizzato fino ad ora per il calcio. Frattanto c’è già un vero e proprio fan club che segue il determinatissimo Manuel sulle pedane d’Italia: la mamma Paola, il fratello Mario, il nonno Salvatore e lo zio Gioacchino.
“A Spinella mio zio – racconta ancora Manuel Gravina – dopo la qualificazione mi aveva detto: va molto bene così, considera che in effetti hai già vinto. Ma a me non bastava. A zio Gioacchino ho risposto: io vado lì per vincere e devo vincere. In allenamento nella serie a un colpo non ero mai andato oltre il 21 e invece a Spinella in semifinale ho raggiunto il 22. In realtà le primissime volte che ho sperimentato la serie a un colpo con il mio istruttore mi attestavo soltanto a 17 o 18.”
Manuel Gravina al vertice del podio di Spinella con Alessio Guidi e Giacomo Villani
Che Renato D’Uva abbia subito creduto nelle doti agonistiche dell’atleta di Scafati è un dato di fatto.
“Il mio istruttore mi ha sempre detto: Manuel, quando tu sei arrivato da me, in realtà il tiro a volo lo avevi già naturalmente in te e non c’era quasi niente da insegnarti. E poi continuava dicendo: sai sparare, sei bravo, ma capirai che quello che farà la differenza sarà il grado di concentrazione che riuscirai a conseguire e se riuscirai a raggiungere sempre un elevato grado di concentrazione, allora davvero non avrai limiti. Io ho cercato di seguire quel consiglio e infatti in semifinale all’Uno d’Oro sentivo di essere davvero concentrato. Sono andato a vedere il tabellone dopo la serie e ho scoperto con sorpresa che il mio 19 era stato il miglior risultato. Fra l’altro il giorno che ha preceduto la gara avevo fatto un test a un colpo all’ultima serie e avevo fatto soltanto 15. Il 22 della finale però non è arrivato così facilmente: in finale in effetti nei primi quindici piattelli sono maturati tre zeri, ma poi non ho sbagliato più niente.”
Dopo quello che abbiamo raccontato, avreste immaginato che produrre dolci e lievitati fosse l’hobby principale di Manuel Gravina? È proprio così e l’atleta salernitano ha pensato anche di trasformare in una professione quella sua passione. Per vari motivi l’appuntamento è stato momentaneamente rimandato, ma certo non accantonato: frattanto Manuel ha concluso con successo il primo anno del Liceo Linguistico. Ma dicevamo che in rapida sequenza dopo la vittoria all’Uno d’Oro è arrivata anche la non facile affermazione al Criterium. Al Concaverde l’allievo di Renato D’Uva ha confezionato un solidissimo 67/75 e poi ha svettato con un secco 1 a 0 in shoot-off nei confronti di Marco Cistaro.
Manuel Gravina
“Sono soddisfatto della mia gara al Concaverde – precisa Manuel Gravina – perché ho fatto un punteggio che non avevo mai raggiunto prima in gara. Ma d’altronde dopo l’Uno d’Oro mi sentivo convinto dei miei mezzi. Nella terza serie c’è stato, sì, un calo di rendimento: quelle della preparazione erano state giornate intense e quindi si è manifestato un po’ di affaticamento a fine gara. Lì per lì mi ha infastidito non essere riuscito a chiudere la gara nelle tre serie anche perché nel 21 della terza serie ho fatto uno degli zeri proprio all’ultimo piattello e in quel modo mi sono condannato allo shoot-off. Ma sono riuscito ad affrontare lo spareggio nel modo giusto e anche quello poi è risultato un bel test.”
Manuel Gravina con il fratello Mario al Criterium
Ma il Criterium sulle pedane internazionali del Concaverde si è rivelato un test significativo anche per Ambra Giabbecucci che approdava a Lonato dopo la vittoria tra le Juniores all’Uno d’Oro nel segmento di Conselice della manifestazione tripartita dell’inizio di luglio.
“Quella dell’Uno d’Oro – spiega la diciannovenne atleta di Foligno – è stata una vittoria a sorpresa, perché mi ero resa conto che nei giorni precedenti non stavo sparando tanto bene, quindi ero arrivata sul campo di gara con l’idea di fare quasi più un allenamento che una competizione e ho deciso di prendere serenamente quello che veniva. Insomma: non c’erano proprio grandi aspettative.”
Ambra Giabbecucci al vertice del podio di Conselice con Maria Iovinella e Greta Sforzi
Sulle pedane romagnole con 66/75 l’atleta umbra aveva conquistato il secondo posto in qualificazione immediatamente alle spalle di Greta Sforzi. Sedici centri nella semifinale a un colpo avevano poi permesso all’allieva di Daniele Lucidi di accedere alla finale in cui, con 17/25, Ambra Giabecucci svettava su Maria Iovinella e Greta Sforzi.
“Posso dirmi abbastanza contenta della qualificazione, – conferma l’atleta umbra – perché anche in quel caso sono riuscita ad accettare tutto quello che veniva: sono rimasta equilibrata anche quando è arrivato qualche zero e in effetti mi sono sentita determinata fino alla fine. Dei punteggi della semifinale e della finale invece non sono contenta: non basta vincere per dirsi soddisfatti, perché voglio sempre anche guardare soprattutto alla qualità della mia della gara. È fuori discussione che nella gara a un colpo incontro ancora qualche difficoltà e proprio quelle difficoltà le sto riscontrando anche abbastanza regolarmente. Infatti con il mio istruttore Daniele Lucidi sto lavorando esattamente su quell’aspetto, perché diventerà essenziale in vista delle finali di tutte le prossime gare. Per il Campionato italiano l’obiettivo primario sarebbe appunto quello di entrare in finale e quindi voglio anche essere preparata a stare quantomeno in partita.”
Ambra Giabbecucci, fresca di diploma (l’atleta umbra ha conseguito in questa estate la maturità al Liceo delle Scienze umane), oltre al successo nell’Uno d’Oro di Conselice ha confezionato anche un solido 65/75 al Criterium del Concaverde che l’ha collocata tra le prime sei atlete della sua categoria. Ma la diciannovenne folignate guarda con senso realistico e grande sincerità alle proprie prove.
“Non posso definirlo un risultato molto soddisfacente, – ammette Ambra Giabbecucci – perché so di aver fatto qualche zero che potevo certamente evitare. Però non avevo formulato una previsione precisa per quella gara e quindi accetto il punteggio e continuo ad allenarmi con l’intenzione di migliorare. Non cerco mai alibi: in gara gli errori dipendono sempre da me. Ad esempio quando è maturata la bicicletta nella prima serie non ero abbastanza concentrata. E nella terza, l’altro 21, so di aver approcciato male la serie, perché in quel momento volevo fare un bel punteggio e provare a dare slancio alla mia gara e così non sono riuscita a chiudermi nella mia concentrazione. Ma ci sono ancora alcune settimane per lavorare in vista del Campionato italiano e quelle saranno determinanti per risolvere qualche problema e presentarsi puntuali all’appuntamento.”
Foto: Clikkami e Sofia Salinaro