Giovanissimevolmente: Linda Zaina e Niccolò Nucera
Oggi sono di scena la campionessa italiana delle Esordienti di Fossa Olimpica e il campione italiano degli Esordienti di Skeet: due carriere sportive al loro esordio ma già caratterizzate da una cifra personalissima
(di Massimiliano Naldoni)
Grande maturità in pedana e fuori: è quello che palesano stabilmente le Esordienti e gli Esordienti d’Italia della Fossa Olimpica e dello Skeet in ogni competizione agonistica del Settore Giovanile. E un’ulteriore conferma arriva dalla detentrice e dal detentore del titolo di quella qualifica rispettivamente del Trap e dello Skeet: Linda Zaina (nella foto di copertina) e Niccolò Nucera. La quattordicenne friulana è approdata al tiro a volo nella scorsa stagione e ad un anno e mezzo dall’autentico primo approccio con la disciplina ha conquistato l’alloro delle Esordienti della Fossa Olimpica con un punteggio sorprendente (110/125 in qualificazione e 18 in finale) che avrebbe permesso alla ragazza di Porpetto di accedere perfino alle finali delle qualifiche superiori. Ma anche lo skeettista calabrese che si è assicurato lo scudetto dei più giovani della disciplina del Pull e del Mark – in particolare grazie alla competenza del suo papà, Francesco, che è un valente Istruttore, e al lavoro compiuto nei mesi recenti con i Tecnici federali Nicola Irene e Umberto Ortolani in alcuni raduni della stagione – ha meritato quell’alloro con 84/125 in qualificazione e con un solidissimo 29 in finale. A Linda Zaina e a Niccolò e Francesco Nucera abbiamo chiesto di ripercorrere idealmente i passi che hanno condotto a questi recenti brillanti successi.
Niccolò, a cosa si deve questa rapida evoluzione positiva della tua tecnica e della tua carica agonistica che ti hanno permesso di laurearti campione italiano degli Esordienti di Skeet?
Questa è la mia prima stagione di attività agonistica e mi rendo conto che in ogni momento riesco ad aggiungere al mio bagaglio qualche nozione che mi viene trasmessa. Ad esempio il raduno a cui ho partecipato immediatamente prima del Campionato italiano ha avuto una funzione molto importante per il risultato che ho conseguito in gara. Mio padre Francesco era presente a quel raduno anche come Istruttore e quindi abbiamo avuto la possibilità di confrontarci e di verificare sul campo e con i Tecnici federali Umberto Ortolani e Nicola Irene il lavoro che avevamo fatto insieme nei mesi precedenti.
Il neo-campione Niccolò Nucera e il suo papà Francesco celebrano la conquista del titolo con il Presidente federale Luciano Rossi e con Ferdinando Rossi
Linda, anche nel tuo caso gettando uno sguardo a questa tua stagione è impossibile non notare quale ampia crescita ci sia stata in breve tempo.
Sì, questa di Montecatini è stata certamente la mia gara migliore di tutta la mia breve carriera. Più che altro perché in altre gare di questa stagione c’erano stati alti e bassi e quindi spesso ad un punteggio buono facevo seguire un punteggio basso: invece al Campionato italiano sono riuscita a rispettare una media alta ma soprattutto regolare.
Linda Zaina al Gran Premio di Umbriaverde
Niccolò, in allenamento e al raduno totalizzavi già i punteggi che poi hai saputo fare in gara?
Sì, ho fatto anche qualche 21 in alcune gare dell’estate. Poi, naturalmente in ogni gara c’è sempre la serie in cui si incontrano più difficoltà. Però il momento migliore della mia gara di Montecatini è stata certamente la finale: con mio padre in queste settimane ci eravamo allenati molto sulle doppie e in particolare sulle doppie inverse proprio in vista della finale. Infatti riconosco che in finale ho fatto veramente una gara completamente diversa rispetto alla qualificazione. Sono sempre stato in vantaggio nei primi venti piattelli e poi sono riuscito a conservare quel vantaggio fino alla vittoria. È vero che ero già motivato nel momento in cui sono entrato in finale, ma devo dire che andando avanti ci credevo sempre di più.
Francesco, guardando un po’ indietro nella stagione i progressi di Niccolò sono tangibili: nel debutto agonistico al Gran Premio di Taranto, ad esempio, i punteggi non erano neppure lontanamente paragonabili a quelli attuali. In che modo avete lavorato in questi mesi?
I problemi del debutto sono stati quelli tipici di un tiratore alle prime armi: ce n’erano alcuni di tipo geometrico-posturali che riguardavano quindi l’assetto nell’attesa, nella chiamata e nel posizionamento del fucile, ma anche poi nella partenza all’uscita del piattello e nell’aggancio del bersaglio. Proprio per questo motivo con il passare dei mesi abbiamo anche adattato progressivamente l’attrezzo da tiro alle prerogative fisiche di Niccolò. La crescita qualitativa di un atleta in realtà si compone di tutta una serie di tasselli che si aggiungono con pazienza. Naturalmente poi occorre sintetizzare in gara i tanti elementi che si aggiungono e qui certamente il merito è di Niccolò che ha saputo fare davvero una bella prestazione al Campionato italiano.
Niccolò Nucera con Umberto Ortolani e Gabriele Rossetti
Linda, quando hai capito che il tiro a volo era il tuo sport?
Ho iniziato nel marzo del 2023, ma in effetti avevo partecipato a un test di prova nel mese di gennaio. Conoscevo un po’ già il tiro a volo perché vivo a Porpetto e quindi fino da piccola avevo assistito qualche volta alle gare che che sono state disputate nel nostro impianto in questi anni. Quando sono andata al campo di tiro le prime volte con la mia famiglia, tanto per capire se il tiro a volo poteva interessarmi, mi ha contatto Daniele Zampa che è poi divenuto il mio allenatore. Abbiamo concordato di provare a impegnarci un po’ di più per vedere se i risultati potevano crescere. E questi sono i risultati di adesso.
Niccolò, indipendentemente dall’esito di quella tua gara al Gran Premio del Settore Giovanile a Taranto, la prima partecipazione agonistica resterà un ricordo indelebile?
Sì, certamente l’emozione del primo Gran Premio a Taranto mi accompagnerà sempre perché l’emozione della gara va vissuta: la puoi immaginare in allenamento, ma devi poi sperimentarla dal vivo. È stata certamente anche un’esperienza subito molto formativa.
Niccolò Nucera durante un test in pedana con Umberto Ortolani
In qualificazione al Campionato italiano qualche incertezza ancora c’è stata: quali sono le pedane in cui hai incontrato le maggiori difficoltà?
Alla pedana 8 e alla 4 ho avuto qualche problema, però ad esempio poi in finale è andato tutto liscio anche alla 4 anche se nelle serie precedenti avevo avuto qualche difficoltà evidente. Sono sicuro che questa capacità di controllare le difficoltà arriva anche dai benefici che ho ricevuto nei raduni a cui ho partecipato: quello al Tav La Tranquilla e quello più recente al Tav Montecatini – Pieve a Nievole. Per questo motivo sono molto grato alla Federazione e ai Tecnici Umberto Ortolani e Nicola Irene per aver permesso a me e ad altri ragazzi di poter crescere tecnicamente e agonisticamente.
Linda, ci confermi che in certo modo hai inventato un tuo sistema per contrastare la tensione della gara che prevede di cantare, a bassa voce, in pedana?
Tutto deriva da un suggerimento del mio allenatore che mi ha sempre detto che quando facciamo uno zero dobbiamo evitare di pensare a quello zero e dobbiamo invece rivolgere il pensiero ad altro: e allora ho deciso di provare a cantare. Non c’è una canzone in particolare: vale per tutte le canzoni che mi vengono in mente, quelle che girano in rete in quel momento. Ed è un sistema che mi permette di rilassarmi molto.
Linda Zaina al vertice del podio delle Esordienti di Fossa Olimpica al recente Campionato italiano con Eleonora D’Alfonso
Immaginavi di poter fare un punteggio in qualificazione così alto al Campionato italiano?
In verità no. Quando alla terza serie del primo giorno ho fatto 24, che è un punteggio che non avevo mai fatto prima, con l’unico zero al secondo piattello, davvero non ci credevo ed è stata un’emozione fortissima come soltanto il tiro a volo riesce a trasmettere!